Rete Ambientalista – 08/09/2022
Ilham Kadri alle prese con lo scandalo Solvay.
Il film documentario della televisione belga RTBF, al quale il Movimento di lotta per la salute Maccacaro ha dato il suo piccolo contributo, sta facendo incazzare da cima a fondo la multinazionale Solvay, in primis la presidente Ilham Kadri. Se clicchi qui, puoi vederne alcuni stralci in anteprima. Prossimamente pubblicheremo l’intera pellicola con sottotitoli in italiano.
Con la troupe di #Investigation
Sommerso da questo scandalo, la furiosa reazione del colosso chimico che fa capo a Bruxelles scaturisce dal fatto che il film, realizzato in sei mesi da una accurata tecnica investigativa, dimostra inequivocabilmente la condotta dolosa di Solvay senza soluzione di continuità nei decenni, come ho sostenuto dal 2009 tramite 15 esposti denuncia alla Magistratura di Alessandria per il disastro dello stabilimento di Spinetta Marengo.
Infatti, il film di “#Investigation “, di Emmanuel Morimont con Santos Hevia e Valérie Dupont, immediatamente sta già suscitando una vasta eco nell’opinione pubblica internazionale scossa da quella vera e propria calamità ecosanitaria mondiale provocata dai tossici e cancerogeni PFAS (che in Italia ha il suo apice in Piemonte e Veneto):
https://www.tijd.be/ondernemen/chemie/italiaanse-pfas-vervuiling-achtervolgt-solvay/10412198.html
“Forte contaminazioni da PFOS nello stabilimento Solvay in Italia” – Aziende
In penale le accuse di dolo a Solvay. Ma bisogna aprire anche cause civili per risarcire le Vittime.
In tutti gli esposti (ben 15) alla Magistratura di Alessandria depositati fin dal 2009, ho sempre accusato Solvay del reato di dolo, ovvero volontà cosciente di arrecare danno altrui. E’ emblematico che in mensa l’acqua proveniva dal pozzo sotto lo stabilimento, quando l’azienda era pienamente consapevole (occultando e contraffacendo anche le informazioni alle autorità) che le concentrazioni del cancerogeno cromo esavalente (8203 ug/L) nelle acque sotterranee erano talvolta più di 1600 volte superiori agli standard italiani. A tacere del PFOA e di altri 20 veleni. E’ emblematico che dal rubinetto degli uffici al piano terreno bevevo quell’acqua, mentre al piano superiore, riservato ai dirigenti, era apposto il cartello “acqua non potabile”.
Nel nuovo processo l’accusa è emblematica quando nel capo di imputazione si parlerà di PFAS. Per sintesi, facciamo riferimento alla recente indagine svolta dalla équipe d’ #Investigation) , dalla quale emerge che Solvay ha contaminato le popolazioni italiane e americane con i Pfas: i documenti interni del gigante chimico mostrano che l’azienda belga ha perfino sostituito i Pfas controversi con altri altrettanto tossici e cancerogeni. La multinazionale lo sapeva e ha continuato a usarli per più di 15 anni.
Anzi, Solvay sostiene di aver cessato il pfas cancerogeno PFOA nel 2013, mentre ad oggi continua a scaricarlo in aria e acqua, tant’è che nel febbraio 2020, l’IRSA, l’istituto di ricerca sull’acqua, preleva campioni nel punto di scarico delle acque reflue industriali nel fiume Bormida, e misura le concentrazioni di PFOA, peraltro di 2938 µg / l, 29 volte al di sopra della soglia fissata dalla Regione Piemonte 0,10 µg /l (In USA il limite di legge delle acque potabili è 0,016 µg /l.) Tant’è che nel marzo 2020, una campagna di monitoraggio dell’aria condotta dall’ARPA ha mostrato che il PFOA è stato trovato anche nella ricaduta atmosferica degli impianti. Tant’è che il 17 marzo 2022 una scienziata (che lavora per il Centro Nazionale e Ricerche CNR e per l’Istituto di Ricerca sull’Acqua IRSA) misura che il PFOA è ancora presente nel suo campione (0,1902 µg /l), mescolato con i nuovi (in realtà utilizzati da ameno 15 anni) cancerogeni pfas ADV e C6O4.
Infatti, ancor prima di aver smesso di utilizzare il PFOA, Solvay aveva introdotto l’ADV nella sua produzione già alla fine degli anni ’90, vedi il nostro esposto del 2009, e già nel 2006 i sospetti di tossicità erano confermati nel fegato dei topi di laboratorio, ma la multinazionale attenderà fino al 2011 prima di comunicare questi studi secretati all’EPA, mentre sta usando ADV anche in Italia. Ma c’è di peggio in fatto di dolo. Nel 2019 Solvay fornirà all’EPA un documento che dimostra che l’ADV è entrato nel sangue dei suoi lavoratori in due diverse fabbriche per più di 10 anni. La multinazionale ha smesso di usarlo nel luglio 2021 nella sua struttura di West Deptford, mentre l’ADV è ancora utilizzato da Solvay in Italia a Spinetta Marengo! E viaggia in acqua e aria (ma Solvay promette zero dal 2026).
Sul suolo americano, Solvay deve affrontare 25 cause legali. Si riferiscono tutte all’uso di PFAS. Qualche mese fa il tribunale ha emesso una ordinanza che permette di intentare un’azione collettiva per milioni di persone il cui sangue contiene PFAS. Al punto che il 20 giugno 2022, Solvay ha annunciato con grande clamore la sua intenzione di eliminare gradualmente l’uso di PFAS a livello globale entro il 2026. Decisione fasulla per Spinetta, che abbiamo già drasticamente commentato (clicca qui Senza il Disegno di legge Crucioli, la strategia della Solvay è vincente.) ma che diventa vincente senza il DDL che mette al bando i Pfas in Italia.
In Italia due processi penali (Alessandria e Vicenza) si occupano (anche) di Pfas. E’ tempo di aprire processi civili, ispirandoci a quelli americani.
Recentemente abbiamo pubblicato la lunga storia delle indagini epidemiologiche sul territorio di Alessandria, in particolare sulla Fraschetta, dove sorge il polo chimico di Spinetta Marengo. A confermare i precedenti, l’ultimo, a fine 2019, è uno studio epidemiologico pubblicato dall’ARPA, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, raccogliendo i dati dei ricoveri ospedalieri tra il 2001 e il 2017, e confrontando la popolazione del sobborgo spinettese con quella del vicino capoluogo di Alessandria situato a più di 3 km di distanza. Gli abitanti di Spinetta, a partire dai bambini, corrono un rischio maggiore di sviluppare malattie endocrine, tumore al fegato, tumore ai reni, ipertensione, malattie respiratorie, patologie cardiovascolari eccetera. Il nesso causale, tra le sostanze chimiche Solvay e le malattie, è confermato dall’ Indagine del sangue della popolazione effettuata dall’Università di Liegi (clicca qui Le analisi del sangue parlano chiaro: la popolazione di Spinetta Marengo è contaminata da Pfas.).
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro
Con l’Università di Liegi a Spinetta Marengo
Piemonte pfas. In quali mani siamo messi.
L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, che della Sanità conosce solo la partita doppia (forse), lo stesso assessore che mentre era positivo ha presenziato senza mascherina alla presentazione di un nuovo vaccino anti covid, è lo stesso che con la stessa disinvoltura ha definito l’indagine dell’Università di Liegi “poco attendibile in quanto limitata a un numero molto ridotto di cittadini, selezionati tra soggetti direttamente esposti ai Pfas e quindi non sufficientemente rappresentativi della popolazione generale”. Non è drammaticamente allarmante che i lavoratori della Solvay e i cittadini di Spinetta abbiano nel sangue livelli di PFAS dieci volte superiori agli alessandrini? Più rappresentativi di così! Non sono proprio loro rappresentativi del grado di inquinamento del polo chimico?
Icardi, che non ha mai sottoposto neppure un cittadino ad una analisi del sangue, fidandosi della parola di Solvay, a questo punto che fa? annuncia un monitoraggio ematico di massa su tutta la popolazione alessandrina? Macchè. Per quel territorio si limiterà, senza urgenza, dal magro bilancio della sanità ad estrarre qualche soldo per “ulteriori nuovi campionamenti su matrici animali ed alimentari” e ancor meno spiccioli a “biomonitoraggi” (compreso il colesterolo, sic.), per alcuni “soggetti a rischio”: non si capisce riservati con quali criteri, alla faccia dell’attendibilità scientifica.
Queste dichiarazioni l’assessore (Lega) le ha rilasciate all’incontro con Giorgio Angelo Abonante sindaco (PD) di Alessandria, il quale non gli ha replicato: vergognati, per non sentirsi rispondere: da quale pulpito.
Cane non mangia cane.
Ma cosa vuoi aspettarti da Bluebell?
Sotto shock per lo scandalo Pfas, però la presidente di Solvay, Ilham Kadrisi, si consola esultando per aver raggiunto un accordo con il fondo Bluebell Capital per mettere fine alla sua campagna attivista One-Share Environmental, Social and Governance (ESG). Bluebell esulta per l’obiettivo di Solvay di ridurre le emissioni di CO2 e azzerare a Rosignano lo scarico dei veleni nel Tirreno entro il 2050. 2050, avete letto bene, non è un errore di battitura. Mancano appena 30 anni. Poi si può rimuovere il cartello.
Speciale Pfas settembre/2 A cura del Movimento di lotta la salute Maccacaro.
A chi ne fa richiesta, è disponibile il Dossier “Pfas. Basta!”: una piccola enciclopedia che in quasi 500 pagine racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2021-2022 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comuni, Province, Regioni, Governi, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali