Fabio Giuseppe Carlo Carisio (Gospa News) – 10/09/2022
Carlo III è stato proclamato stamattina formalmente re negli appartamenti di St James, nel complesso di Buckingham Palace, dall’Accession Council, istituzione chiamata a certificare nel Regno Unito la successione fra un monarca e un altro, e che si riunisce solo in questa occasione (dettagli rito in calce all’articolo).
Sulla morte della Regina Elisabetta II e dell’ascesa al trono del suo erede il mondo intero si è spaccato sui media e sui social tra i devoti alla Corona Britannica, i nostalgici del fascino monarchico, i fedelissimi alle Istituzioni a prescindere, i memori delle atrocità del colonialismo britannico, i contestatori della monarchia, e infine quelli, come noi di Gospa News, che, inchieste alla mano, hanno evidenziato in modo succinto la continuità tra il Nuovo Ordine Mondiale protetto dalla Regina e il Great Reset voluto dal nuovo re fin da quando era principe ereditario.
Ma sulla proclamazione di Carlo III c’è un dettaglio che pare finora essere sfuggito ai più attenti osservatori della storia contemporanea.
La sua nomina è avvenuta in palese violazione dell’articolo 2 della Dichiarazione sull’eliminazione di tutte le forme d’intolleranza e di discriminazione fondate sulla religione o il credo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con risoluzione 36/55 del 25 novembre 1981.
L’articolo prosegue qui:
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione
segui Gospa News su Telegram