Giorgio Bianchi – 14 Settembre 2022
Giorgio Bianchi sta girando l’Italia alla ricerca delle storie invisibili, le storie di coloro che non hanno accettato la narrazione domanante della crisi Covid. In questa intervista incontra Agostino Ciucci, medico specializzato in chirurgia generale che da oltre 20 anni lavora in pronto soccorso ed è docente di medicina d’urgenza, un campo che definisce “la sua passione da sempre”.
Da medico stimato e considerato un punto di riferimento nel proprio campo, il dottor Ciucci si è ritrovato ad essere prima emarginato e poi sospeso. In un primo momento perché i protocolli proposti da Ministero della Salute gli sembravano inefficaci:
“Nel momento in cui sono venuto a contatto con i pazienti mi sono reso conto che stavamo sbagliando qualcosa, perché molti pazienti morivano. Già il solo fatto di pensare a un protocollo basato su Tachipirina e vigile attesa mi sembrava assurdo. Nella mia esperienza di medico la ‘vigile attesa’ non l’ho mai sentita, è un ossimoro. Per me non poteva esistere una cosa del genere, quindi ho cominciato a pensare a come potevamo gestire questa pandemia. Quali potevano essere le cure migliori da dare a questi pazienti, almeno nelle prime fasi”.
Data la sua attività in pronto soccorso, durante l’intervista Ciucci risponde ad una specifica domanda sull’aumento delle morti improvvise:
“Non è esagerato dire che c’è stato un aumento delle morti improvvise. La maggior parte di queste morti sono legate all’infiammazione del tessuto cardiaco, alle aritmie. Molti pazienti muoiono per questo. La proteina Spike e l’Ace2 si ritrovano un po’ dappertutto ma è chiaro che se colpiscono alcuni organi come il cervello e il cuore il rischio di morte diventa molto alto. Sto vedendo un aumento delle ischemie cerebrali sotto i 50 anni, infarti nei pazienti giovani, problemi di origine nervosa: retiniti, infiammazioni di altre strutture nervose. C’è stato un aumento di osservazione di alcune patologie che prima si vedevano molto meno”.