Come l’occidente sfrutta politicamente la morte della ragazza iraniana Mahsa Amini

L’AntiDiplomatico – 22/09/2022

Come l’occidente sfrutta politicamente la morte della ragazza iraniana Mahsa Amini – GUERRE E IMPERIALISMO – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

In un momento delicato per il mondo intero e per una regione, in particolare, l’Asia occidentale, dove i negoziati tra USA e Unione Europea dall’altra e Iran per la questione del nucleare sono in una fase pericolosa di stallo, ecco che giunge il pretesto per la propaganda occidentale volta a destabilizzare l’Iran. Utilizzare la morte di una giovane ragazza, Mahsa Amini, per alimentare disordini in Iran, come stanno già avvenendo, partendo dalla regione curda dell’Iran.

Sui diritti civili che tanto stanno a cuore all’occidente che si professa democratico, tollerante e umanitario, ai media e ai suoi governi poniamo una domanda: Negli ultimi 30 anni i vostri interventi con ingerenze, campagne mediatiche, sanzioni e guerre hanno mai migliorato la situazione in quei paesi dove vi stavano a cuore i diritti umani? In Afghanistan la condizione della donna è migliorata? La Libia dopo Gheddafi è un paese prospero? Così la Siria, lo Yemen come stanno adesso grazie al vostro buon cuore democratico? C’è qualcosa di positivo che potreste utilizzare a vostra discolpa? La risposta è no, anche se i vostri mostri mediatici dicono il contrario, la realtà, il disastro che avete provocato è sotto gli occhi di tutti.

Come è morta Mahsa Amini?

Prima di tutto, per chiunque, è difficile dimostrare l’attendibilità delle informazioni che provengono da un paese lontano. Tra l’altro, è strano, che in poco tempo vengano organizzate manifestazioni non proprio pacifiche, in un paese che si estende per 1648195 km², più di cinque volte l’Italia.

Precisiamo che la ragazza proveniva dal cosiddetto Kurdistan iraniano, zona non proprio in pace e amore con Teheran, già potrebbe far presagire quanto si voglia speculare su questa ragazza.

Alcuni giorni fa, Al Mayadeen ha riportato che Amini non è mai stata aggredita, picchiata o maltrattata, e la prova è stata il filmato delle telecamere a circuito chiuso che ha criticato i rapporti occidentali come falsi.

L’incidente, registrato dalle telecamere a circuito chiuso, mostra un agente di polizia donna che si avvicina ad Amini e indica la sua hijab. Amini e l’ufficiale hanno un diverbio, dopo di che l’ufficiale si è voltata e ha lasciato Amini da sola.

Le immagini sono chiare. Tra l’altro nel video non emergono violenze e percosse e nemmeno era stato effettuato un arresto.

Parte la macchina propagandistica dell’Occidente e approfitta della morte di un ventiduenne

Appunto, le immagini sono chiare, siccome provengono dall’Iran si dice subito che sono state manipolate, decontestualizzate e via dicendo.

Ormai basterebbe partire dai nostri media con i bollettini di morti e feriti causati dalla “repressione” del “regime iraniano” per capire la speculazione in atto. I morti per le manifestazioni di protesta contro la morte la morte di Amini sarebbero già oltre i 20, citando organizzazioni le cui fonti non sono verificabili, ma come in Siria, Libia e anche in Ucraina sono considerate il Verbo.

Il carattere di queste proteste che esigono giustamente la verità, sono manipolate da chi ha ben altri interessi che vanno oltre il singolo caso.

Ieri, intanto, il direttore generale della medicina legale nella provincia di Teheran ha affermato che non ci sono tracce di percosse o ferite sulla testa e sul viso di Amini: “Per quanto riguarda le informazioni fuorvianti sul sangue che esce dalle orecchie di Amini e una frattura alla base del suo cranio, noi, medici legali, confermiamo che non ci sono segni di lividi o gonfiore sui suoi occhi e nessuna frattura nemmeno nel suo cranio”.

Tra l’altro il Direttore Generale della Medicina Legale di Teheran, ha precisato due aspetti. Il primo è che sarà necessario più tempo per trovare la vera causa della morte di Amini per poter emettere un rapporto finale basato sui risultati dell’analisi dei campioni prelevati. Secondo aspetto, ha ricordato che “Mahsa Amini è stata operata al cervello in un ospedale di Teheran nel 2006”.

Autorità e istituzioni iraniane sono interessate a fare chiarezza.

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha sottolineato martedì scorso che “è stata ordinata un’indagine sulla tragica morte di Mahsa, che, come ha detto il presidente, era proprio come le nostre stesse figlie”.

Secondo il ministro iraniano, “per l’Iran, i diritti umani hanno un valore intrinseco a differenza di coloro che lo vedono uno strumento contro gli avversari”, facendo riferimento agli Stati Uniti.

Prima di usare i diritti umani per destabilizzare altri paesi, a partire dagli Stati Uniti d’America e per proseguire con i suoi servi, Washington non ha alleati, bisognerebbe che ognuno guardi in casa propria, dove maltrattamenti contro la popolazione inerme sono all’ordine del giorno.

Certamente cosa colpisce di più? Uno dei tanti ragazzi palestinesi uccisi da un soldato di un paese considerato una democrazia, come Israele, o come tutte le veline occidentali recitano candidamente quella di Masha Amini, “giovane picchiata dagli agenti della ‘polizia morale’ che l’avevano arrestata perché non indossava correttamente l’hijab e morta poi in ospedale”?

È palese che alcuni obblighi religiosi, morali non possano coincidere con il nostro modo di pensare e vivere, e trovare il nostro disaccordo, ma non c’è nessuno Stato al mondo che sia perfetto. Una cosa è fondamentale: saranno e devono essere solo gli iraniani, senza ingerenze esterne di qualsiasi topo, a stabilire cosa sia giusto per il loro bene, quale diritti rivendicare, ottenere, quale forma di governo.

Le interferenze esterne, lo dice la Storia recente, non faranno altro che portare nuovi disastri.

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