La chiave curda per destabilizzare l’Iran. Missione compiuta dall’occidente

L’AntiDiplomatico – 26/09/2022

La chiave curda per destabilizzare l’Iran. Missione compiuta dall’occidente – GUERRE E IMPERIALISMO – L’Antidiplomatico (lantidiplomatico.it)

 

I disordini nati in Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amini in seguito ad un alterco con la polizia iraniana delineano sempre di più gli obiettivi di destabilizzazione dell’occidente.

Come sempre accade in queste situazioni, alle giuste richieste dei manifestanti si insinua chi vuole mescolare nel torbido alimentando le violenze.

Lo avevamo scritto nei giorni scorsi, oltre ad esaminare le origini delle manifestazioni, non avevamo trascurato come le origini curde di Mahsa Amini lasciavano qualche sospetto sulla natura delle proteste.

Per la quale ragione? L’occidente per destabilizzare i paesi ritenuti nemici cerca di seminare zizzania nelle sue componenti etniche e religiose. È una storia vecchia almeno dalla guerra nella ex Jugoslavia fino alla Siria. Paesi dove regnava l’armonia e la convivenza diventano terreno di scontro etnico e religioso.

Siccome finora i tentativi dell’occidente per destabilizzare l’Iran non erano riusciti, perché non servirsi dei curdi in Iran?

In primis, c’è comunque da segnalare che migliaia di iraniani sono scesi in piazza per condannare le violenze e chi cerca di destabilizzare il paese con atti di sabotaggio e uso delle armi.

La destabilizzazione secondo il modello occidentale non intende più rovesciare un governo per mettere un loro burattino, semplicemente seminare caos, indebolire il nemico di turno in una guerra per procura continua.

Intanto, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) ha bombardato le postazioni curde nella regione del Kurdistan iracheno (IKR).

Si tratta del secondo attacco alla regione da parte dell’IRGC nell’arco di due giorni.

Secondo i funzionari dell’IRGC, gli attacchi di artiglieria e droni sono stati lanciati dalla base di Hamzeh Seyed al-Shohada nell’Iran nordoccidentale e hanno preso di mira postazioni controllate da “gruppi terroristici” con sede nell’IKR.

Dopo il suo attacco di sabato, l’IRGC ha rilasciato una dichiarazione nella quale si sostiene che le sue operazioni mirano a “fornire sicurezza, punire gli autori e spingere le autorità della regione del Kurdistan ad assumersi le responsabilità dei loro doveri legali”.

Teheran ha accusato i gruppi armati iraniano-curdi di essere coinvolti nei disordini in corso nel paese, in particolare nel nord-ovest, dove vive la maggior parte della popolazione curda iraniana.

Già lo scorso marzo l’IRGC ha lanciato attacchi missilistici di precisione multipli su una base segreta del Mossad a Erbil. La base sarebbe stata utilizzata come centro di addestramento dall’agenzia di intelligence israeliana.

Durante un’intervista esclusiva a  The Cradle, il portavoce ufficiale dell’ufficio di Erbil dell’Unione Patriottica del Kurdistan (PUK), Azad Jolla, confermò che il Mossad è attivo da tempo nell’IKR.

“C’è – tra l’altro – una presenza del Mossad israeliano. E questa presenza spinge l’Iran ad attaccare i loro siti nella regione del Kurdistan. L’ Iran lo ha già fatto e probabilmente lo farà di nuovo”, precisò Jolla a The Cradle il 17 marzo.

Assalti all’ambasciate iraniane a Parigi e Londra

Come in tutti i copioni delle cosiddette rivoluzioni colorate e dei “regime change”, non poteva mancare l’assalto alle ambasciate. Ricordate l’assalto all’ambasciata libica a Roma nel 2011 e quella siriana nel 2012?

Ecco, dunque, che ieri anche a Londra e Parigi a polizia nelle capitali britannica e francese si è scontrata con centinaia di manifestanti che hanno cercato di assaltare le ambasciate iraniane.

Almeno 12 persone sono state arrestate a Londra e cinque agenti di polizia sono rimasti “gravemente feriti”, secondo le autorità locali. Nel frattempo, la polizia francese ha arrestato almeno un manifestante a Parigi, sparando gas lacrimogeni e usando attrezzature antisommossa per impedire a centinaia di persone di avvicinarsi alla missione diplomatica iraniana.

Durante queste manifestazioni la folla ha cantato slogan come “Morte alla Repubblica islamica” e sono state sventolate le bandiera iraniane al tempo della monarchia sostenuta dall’Occidente negli anni precedenti la rivoluzione islamica.

Basterebbe già questo a dimostrare la natura di queste manifestazioni.

Negli ultimi giorni, il ministero degli Esteri iraniano ha dal canto suo convocato gli inviati occidentali per presentare denunce ufficiali sulle violenze dirette contro le ambasciate del paese persiano.

Ieri, Teheran ha convocato l’inviato del Regno Unito per protestare contro “l’atmosfera ostile” creata da diversi organi di stampa persiani con sede a Londra.

La convocazione dell’ambasciatore è arrivata poche ore dopo che l’ambasciata iraniana ad Atene è stata attaccata con una bottiglia molotov, poiché le missioni della Repubblica islamica sono diventate obiettivi in tutta Europa.

Questo clima non fa altro che alimentare tensioni e altre morti. Di questo passo Stati Uniti d’America e servi sciocchi come Unione Europea, Gran Bretagna e Francia avranno il pretesto per non raggiungere un accordo sul nucleare iraniano che pochi settimane fa sembrava in dirittura d’arrivo.

Senza questo accordo una guerra catastrofica, di cui il mondo intero in questo momento non ha proprio bisogno, è sempre più probabile tra Usa e Israele da parte e l’Iran dall’altra.

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