Covid, Tribunale di Frosinone fa a pezzi i DPCM di Conte: “Restrizioni illegittime”

Andrea Murgia (Byoblu) – 16 Ottobre 2022

“RESTRIZIONI COVID ILLEGITTIME”: LA SENTENZA BOCCIA I DPCM (byoblu.com)

 

Una sentenza boccia (ancora una volta) le restrizioni decise dal governo Conte nel 2020, quando tutta l’Italia fu chiusa in casa per mesi. Lo scorso 6 ottobre, il Tribunale di Frosinone ha dichiarato illegittime le restrizioni per frenare il Covid, dando ragione a un cittadino multato nell’aprile di quell’anno. In sintesi: i giudici affermano che “non si può limitare la libertà personale”.

Si tratta della sentenza 842 del 2022, firmata dal giudice Luigi Petraccone, che sancisce “l’inviolabilità di un diritto quale la circolazione”, sostenendo che provvedimenti restrittivi di questo tipo sono “da ritenersi anticostituzionali anche se emanati a difesa di un altrettanto diritto inviolabile quale quello della difesa della salute pubblica”.

La sentenza rischia di aprire una serie di ricorsi possibilmente vincenti per altre persone multate durante le chiusure decise dall’allora governo di Giuseppe Conte per limitare la diffusione del virus. Non solo: rischia anche di mettere in discussione tutte le misure adottate in seguito, come obbligo vaccinale e green pass.

Nel caso preso in esame, era il sabato della settimana pasquale quando il cittadino di Frosinone fu fermato in auto durante il periodo di chiusura stabilito con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) firmato il famoso 9 marzo 2020.

“Stavo andando a fare la spesa”, la giustificazione dell’uomo che, peraltro, secondo quanto sostenuto dall’avvocato Giuseppe Cosimato che lo difende, stava utilizzando un buono del Comune di cento euro in quanto indigente, andando in supermercato indicato proprio dallo stesso Comune. Ma la Polizia stradale non gli credette. Risultato: una multa di ben 400 euro.

Il cittadino multato aveva quindi impugnato il provvedimento e già il Giudice di Pace gli aveva dato ragione nel luglio del 2020. In risposta, la Prefettura aveva fatto ricorso, sostenendo che il Giudice di Pace aveva disapplicato arbitrariamente il Dpcm sulle chiusure Covid, non essendo di sua competenza.

A rendere chiaro il quadro normativo fu allora il Tribunale di Frosinone, che rilevò in primo grado come il Dpcm sia un atto di alta amministrazione che non ha la stessa forza di una legge e, quindi, non può sostituirla. Disposizioni così limitanti per la libertà possono essere emanati “solo in caso di guerra o a eventi di calamità naturale per definiti periodi di tempo”. Per situazioni di rischio sanitario mancano dunque i presupposti legislativi.

La vicenda non finisce qui, infatti la Prefettura di Frosinone può nuovamente fare ricorso in Cassazione. Ma questa sentenza di Appello è un ulteriore punto che mette in discussione la legittimità delle chiusure e apre a una serie di altri ricorsi da parte di chi, come il cittadino di Frosinone, è stato multato solo perché usciva di casa durante le restrizioni. Ricorsi che, come in questo caso, possono trasformarsi in una revisione dei provvedimenti applicati in nome dell’emergenza.

“Ho già trenta persone – dice l’avvocato Cosimato – pronte a fare domande di risarcimento per esser state impossibilitate a recarsi al lavoro senza vaccino o green pass”. Il caso del ricorso vinto dal suo assistito, quindi, potrebbe non essere l’unico.

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