Giorgio Bianchi – 17/10/2022
Oggi alle tre di notte, la polizia ha fatto quasi irruzione nella mia stanza d’albergo, neanche fossi un latitante o un pregiudicato.
Hanno messo le mani nella mia borsa e nella mia valigia, aperto cassetti e fatto domande sulle mie attività e sul motivo della mia visita in Calabria (nessuno sapeva del mio viaggio di lavoro e la registrazione in hotel è avvenuta soltanto all’una di notte passata. Evidentemente erano stati informati in anticipo della mia venuta).
Non sono comunque mancati i soliti risvolti tragicomici.
Alla richiesta di un documento, fornisco il mio passaporto, ovviamente italiano.
Il giovane poliziotto, vagamente arrogantello, mi risponde: “ah quindi lei non è neanche italiano?
È russo?”
Andiamo bene.
Già la volta scorsa quando sono venuto qui a Gioia ho trovato i Carabinieri nello studio di Francesco. Un mese fa mi sono ritrovato la Digos per colazione in hotel. All’aeroporto ad Aprile mi hanno fermato per la seconda volta di seguito, preso il passaporto e interrogato. Precedentemente poi c’erano sono state le liste di proscrizione del Corriere della Sera, nelle quali si sosteneva che il mio nome finisse tutte le mattine sulla scrivania di Draghi. Per non parlare del sito Myrotvorets, gestito dai servizi segreti ucraini, che mi ritiene un criminale al soldo di Putin. Un discorso a parte lo meriterebbero i randellatori mediatici alla Brindisi, che anche ieri sera mi ha attribuito una fantomatica leadership dei putiniani d’Italia (dopo esserlo stato per due anni dei cosiddetti novax).
Insomma, a quanto pare, hanno talmente tanti uomini e mezzi, da poterne distrarre un buon numero per perseguitare un cittadino incensurato dalla condotta irreprensibile.
Ma veramente avete paura di me?
E meno male che sarebbe la Russia il paese che perseguita i professionisti dell’informazione che fanno opposizione al governo.
I dettagli della vicenda nel controcanto di oggi in diretta su Visione TV.”