Segnalare i vaccinati morti può essere reato!

Redazione Gospa News – 19/10/2022

SEGNALARE I VACCINATI MORTI PUO’ ESSERE REATO. Digos e Carabinieri, contro la Libertà di Espressione, Indagano sul MaxiManifesto che cita Dati EudraVigilance (gospanews.net)

 

Due semplici considerazioni sono da fare in merito alla vicenda del gigantesco (tre metri per sei) ed eloquente manifesto No Vax esposto a Taranto da un misterioso Comitato di Cittadini.

La prima è che con l’avvento della pandemia, scatenata da un SARS-Cov-2 da laboratorio come ormai avvalorato anche da uno studio internazionale firmato pure dal virologo Giorgio Palù, Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), la Carta Costituzionale è diventata buona solo per avvolgere il pesce o imballare i suppellettili dei pochi fortunati Italiani che possono permettersi il lusso di emigrare.

Quel tabellone pubblicitario, infatti, stigmatizza il ricatto fatto a varie categorie professionali che ha imposto il divieto di lavorare a chi non si fosse inoculato i sieri genici, sperimentali e pericolosi per stessa ammissioni delle Big Pharma, in palese violazione dell’art- 32 della Costituzione sulla “libertà di scelta delle cure sanitarie”, come ormai confermato da molteplici sentenze dei Tribunali.

A ciò si aggiunga il fatto che di recente una direttrice di Pfizer ha candidamente ammesso in un’audizione davanti all’Unione Europea che il vaccino non è stato testato per prevenire i contagi e, pertanto, la retorica sulla necessità di inoculazione di un dispositivo biotecnologico mai utilizzato nella storia farmaceutica (ovvero le nanoparticelle per veicolare RNA o DNA messaggero), per proteggere i nonni, i fragili e gli altri cittadini si è rivelata una colossale bugia, propalata tanto dal Presidente della Repubblica quanto dal Papa. 

Ma il manifesto esposto a Taranto su commissione di un’avvocatessa subito meritevole di solidarietà e un monumento rischia di diventare il “casus belli” che dimostra la violazione di un altro articolo della Costituzione, il numero 11 al primo comma.

«Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera».

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