[nuovoPCI] Il nuovo governo dei vertici della Repubblica Pontificia e i nostri compiti

Comunicato CC 29/2022 – 25 ottobre 2022

 

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La lotta tra il proletariato e la borghesia è una guerra tra classi: possiamo e dobbiamo vincere e instaurare il socialismo!

Il nuovo governo dei vertici della Repubblica Pontificia e i nostri compiti

Ci sono imprese che non affrontiamo perché ci sembrano impossibili, ma in realtà ci sembrano impossibili solo perché non osiamo affrontarle!

L’operazione lanciata il 21 luglio dalla banda Mattarella-Draghi per conto dei vertici della Repubblica Pontificia mirava a creare con le elezioni un Parlamento più rassegnato a funzionare come semplice ufficio di registrazione e legittimazione delle decisioni dettate da USA-NATO e UE-BCE ai governi delle Larghe Intese (LI) e delle altre decisioni prese autonomamente da questi per far fronte alle particolarità italiane della crisi generale in corso.

A questa operazione si sono elettoralmente contrapposte ben 5 liste anti LI. La Carovana del (n)PCI ha cercato di indurre promotori e capi delle 5 liste a riempire il nuovo Parlamento di oppositori dell’agenda Draghi e delle LI. Le argomentazioni che abbiamo usato sono riportate nei dieci Comunicati CC, dal Comunicato 17 del 22 luglio al Comunicato 26 del 19 settembre e nell’Avviso ai naviganti 124 del 12 settembre. Abbiamo chiesto a promotori e capi delle 5 liste 1. di convogliare i voti dei loro seguaci su una sola delle 5 liste, previ 1.1. l’accordo di aprire dopo le elezioni tra le masse popolari una campagna di informazione e consultazione sui punti programmatici controversi e 1.2. l’autocritica dei candidati che non si erano opposti con decisione alla criminale gestione della pandemia Covid-19 fatta dai governi Conte 2 e Draghi, 2. di condurre su queste premesse una campagna verso gli astenuti delle elezioni 2018 (circa 15.5 milioni di elettori) e i nuovi prevedibili (sono risultati circa 4.5 milioni) per indurli a votare la lista anti LI prescelta. Il nostro tentativo è fallito, promotori e capi delle 5 liste anti LI non hanno aderito alla nostra sollecitazione.

Il CC del (n)PCI ha esposto nel Comunicato CC 27 del 26 settembre il bilancio dell’operazione che la sua Carovana ha condotto e i risultati che intende valorizzare.

In ognuna delle 5 liste e degli organismi che le componevano promotori e capi fanno ora il bilancio dei risultati della loro condotta, sia in campo elettorale (hanno ottenuto complessivamente più di 1.5 milioni di voti su 46 milioni di elettori residenti in Italia che hanno espresso 28 milioni di voti validi, ma non hanno nessun parlamentare), sia in campo organizzativo (non hanno fatto mobilitazione degli astenuti, ma hanno verificato nella campagna i propri attivisti e il proprio seguito tra le masse popolari) e decidono che fare.

È importante che sia un bilancio serio: anche attivisti e militanti devono mobilitarsi perché lo sia. Addebitare il “risultato elettorale insoddisfacente” al poco tempo a disposizione, all’ostracismo dei media borghesi ovviamente nemici, alla legge elettorale truffa, alla debolezza delle forze, all’eredità delle sconfitte precedenti, all’assenza di un movimento sociale generalizzato come fa, ad esempio, il PRC nel documento della Direzione Nazionale del PRC del 6.10.2022 significa prendere in giro militanti ed elettori o nella migliore delle ipotesi dichiararsi impotenti. Per perseguire i loro obiettivi (immediati e storici) i comunisti elaborano e attuano una linea d’azione sulla base delle caratteristiche concrete, reali, della situazione particolare in cui operano, non sulla base di una situazione immaginaria o ideale. Che il tempo a disposizione fosse poco, era chiaro fin dall’inizio, quindi: condurre una campagna elettorale con metodi e strumenti adeguati alla situazione oppure agire come d’abitudine? Che i media di regime avrebbero ostracizzato le liste anti Larghe Intese era scontato, quindi: organizzarsi per ovviarvi o far finta che esista la “par condicio”? Di più: che relazione c’è tra l’operazione congegnata dalla banda Mattarella-Draghi (da cui derivava anche il poco tempo a disposizione) e l’operazione che ha presieduto alla creazione del governo Monti, il golpe bianco di Napolitano dopo le elezioni del 2013? Queste e altre simili sono le domande da porre nel bilancio. L’ostracismo dei media e le leggi truffa in che relazione stanno con gli sbarramenti elettorali, le liste bloccate e le altre misure cosiddette “pro governabilità”, con l’esautorazione del Parlamento? Sono delle eccezioni o sono la regola? E se sono una regola, cosa dicono, cosa insegnano a proposito del regime politico del nostro paese e sul ruolo che hanno le elezioni e le assemblee elettive? A proposito di come dobbiamo comportarci?

“Oggi per i comunisti che si propongono di instaurare il socialismo in Italia è di fondamentale importanza comprendere la reale natura del regime politico borghese vigente nel nostro paese: instaurare il socialismo vuol dire infatti anche instaurare il potere delle masse popolari organizzate aggregate nel movimento comunista cosciente e organizzato che ha alla sua testa il partito comunista (dittatura del proletariato) al posto dell’attuale sistema di potere della borghesia (dittatura della borghesia).

La democrazia è un articolo di fede proclamato e professato dalla borghesia dei paesi imperialisti da quando nel 1945 è fallito il suo tentativo di stroncare la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria con l’aggressione nazifascista dell’Unione Sovietica, anche se a volte professato con difficoltà: Kissinger nel 1973 disse che “gli USA non potevano accettare di perdere il Cile solo perché i cileni si erano sbagliati a votare e avevano eletto Salvador Allende presidente del Cile”.

Dalla “svolta di Salerno” (1944) in qua, il vecchio PCI e i suoi derivati professano la fede che in Italia vige un “regime democratico”. La democrazia è diventata in tutto il mondo un articolo di fede per la borghesia di sinistra e per la sinistra borghese [indichiamo come borghesia di sinistra i gruppi capitalisti che sono in grado di far prevalere i propri interessi nei confronti delle masse popolari con accordi e concessioni, di contro ai gruppi capitalisti che per far valere i propri interessi nei confronti delle masse popolari ricorrono all’uso della forza; indichiamo come sinistra borghese uomini politici, intellettuali e altri notabili della società civile che auspicano un corso delle cose meno dannoso per le masse popolari ma restando nell’ambito del capitalismo]: anche in Italia nonostante tutti i “segreti di Stato”, le misteriose “stragi di Stato” e le plateali violazioni delle parole e dei principi (incontestabile ed esemplare l’art. 11 – NATO e guerra) della Costituzione del 1948 ancora ufficialmente in vigore.

In Italia (come, con sfumature diverse, negli altri paesi imperialisti) la democrazia attualmente consiste nel fatto (si è ridotta al fatto) che i gruppi finanziari e industriali italiani e gli altri vertici della Repubblica Pontificia restano vincolati a governare il paese con l’assenso di assemblee elettive e che queste assemblee elettive sono sistematicamente il risultato della manipolazione dell’opinione pubblica da parte della borghesia e del clero e per la borghesia e il clero comportano la necessità di manipolare sistematicamente l’opinione pubblica e l’esclusione della massa della popolazione dalla conoscenza e dagli strumenti necessari per pensare e conoscere lo stato delle cose.

Chi afferma che in Italia “il potere appartiene realmente al popolo” è o un ingenuo o un imbroglione. Chi si propone di cambiare il sistema economico e sociale del paese conquistando il potere tramite elezioni, per via elettorale e pacifica, condanna le masse popolari a sottostare alla borghesia e al catastrofico corso delle cose che essa impone e deve imporre in ogni campo per garantire la valorizzazione del capitale” (da Sul regime politico dei paesi imperialisti, in La Voce 64 – luglio 2020).

E questo riguarda non solo il PRC, ma anche gli altri partiti che si dicono comunisti, i quali hanno partecipato alle elezioni da soli (come il PCI di cui è segretario Mauro Alboresi) o in coalizione con altre forze (come il PC di cui è segretario Marco Rizzo). In realtà riguarda tutti gli individui, organismi e gruppi che si considerano comunisti, anche quelli che si sono ritirati come l’Associazione politico-culturale Cumpanis e i vari organismi e gruppi fautori dell’astensione.

Venendo al campo nemico, qui si aggrava il contrasto tra, da una parte, le linee che USA-NATO, UE-BCE e gli altri vertici della Repubblica Pontificia impongono e, dall’altra parte, non solo 1. quel certo livello di consenso o almeno rassegnazione delle masse popolari di cui la borghesia imperialista ha bisogno per governare (questo valeva per tutti i governi delle Larghe Intese), ma anche 2. l’ideologia della sovranità e grandezza nazionali ereditata dal fascismo del secolo scorso e l’ideologia della fedeltà alla tradizione cattolica delle quali il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, ha fatto la propria bandiera.

Fin che formalmente era all’opposizione del governo Draghi, FdI si è giovato del primo contrasto e ha strappato voti in particolare a Forza Italia di Silvio Berlusconi e alla Lega di Matteo Salvini. Ma ora che è impegnato ad attuare l’agenda Draghi (sottomissione alle direttive USA-NATO e UE-BCE ed eliminazione di quello che resta delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia nel periodo del “capitalismo dal volto umano”, quando il movimento comunista era forte nel mondo), non solo FdI non può più giovarsi del primo contrasto, ma subisce anche gli effetti del secondo. Su questo secondo contrasto fanno leva sia i professionisti dell’antifascismo padronale (in particolare il PD) ma anche gli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso (Gianni Alemanno & Co. in testa) che non hanno seguito Giorgia Meloni nella creazione di FdI. Il fascismo di Giorgia Meloni e degli altri scimmiottatori del fascismo del secolo scorso vale quanto vale il comunismo di Massimo D’Alema, Achille Occhetto e simili. È imitazione e ripetizione di formule, di gesti e di riti. Il fascismo di cui Benito Mussolini fu alla testa, dopo essere stato uno dei massimi dirigenti del PSI, fu mobilitazione reazionaria delle masse popolari promossa dalla borghesia e dal clero per soffocare la rivoluzione socialista che i dirigenti del PSI non osavano portare alla vittoria. Mussolini combinò la violenza contro proletari e contadini ribelli e in particolare contro i comunisti (uccise Gramsci imprigionandolo e privandolo di assistenza sanitaria), con promesse demagogiche, parate, riti, cerimonie e parole d’ordine, con riforme economiche e sociali che scimmiottavano l’Unione Sovietica (industria pubblica, assistenza e previdenza pubbliche, prosciugamento delle paludi e lavori pubblici) e con guerre. Il fascismo dei suoi scimmiottatori di oggi non è che combinazione di operazioni criminali al servizio delle agenzie USA (Strategia della tensione, Gladio, P2 e affini) con la ripetizione di formule, gesti e riti del fascismo del secolo scorso.

A questo si aggiunge che i gruppi imperialisti USA, oltre a essere lacerati da profondi contrasti tra loro, sono in lotta con i gruppi imperialisti europei e impegnati nell’estensione della NATO in Europa e in Asia, linea che però non riescono più ad attuare pacificamente come era avvenuto fino al 2014 (colpo di Stato Maidan in Ucraina). La crisi energetica in Europa è dovuta principalmente al contrasto di interessi tra gruppi imperialisti USA e gruppi imperialisti europei. Quindi la sottomissione a USA-NATO e la sottomissione a UE-BCE entrano in collisione. Il governo Meloni avrà vita difficile anche solo per i contrasti che lacerano il campo dei gruppi e delle potenze imperialiste.

La sintonia tra il governo Meloni e gran parte degli elettori di FdI del 25 settembre durerà poco.

I contrasti in campo nemico facilitano e faciliteranno un aspetto del nostro lavoro: quello che consiste nell’estendere e rafforzare la mobilitazione delle masse popolari contro la borghesia, nell’allargare la loro organizzazione e nell’orientare organismi operai e popolari verso la formazione di un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. In questo campo possiamo e dobbiamo giovarci del fatto che

– la CGIL ha già iniziato a promuovere su scala più ampia la mobilitazione di lavoratori e pensionati: dalla manifestazione dell’8 ottobre a quella del 22 ottobre, dalla manifestazione del 5 novembre alle assemblee di base del XIX Congresso CGIL. Sono tutte altrettante occasioni per propagandare su ampia scala che (e perché) il fattore determinante per mettere fine al disastroso corso delle cose sono la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, la formazione nelle aziende capitaliste e pubbliche, nelle scuole e nelle università, nelle località d’abitazione e sui singoli temi di organizzazioni operaie e popolari che si coordinano a livello locale e nazionale e creano così le condizioni per imporre un proprio governo d’emergenza. Sono occasioni per far conoscere gli insegnamenti della lotta del Collettivo di Fabbrica della GKN, per formare organismi di lavoratori;

– crescerà la mobilitazione antifascista animata da organizzazioni che vanno dall’ANPI, ai centri sociali, alle organizzazioni giovanili comuniste. Questo crea un terreno favorevole per sviluppare i risultati ottenuti con le celebrazioni del 25 aprile di quest’anno, per portare più a fondo la lotta per l’antifascismo popolare contro l’antifascismo padronale;

– prenderà vigore la mobilitazione contro l’eliminazione dei diritti delle donne delle masse popolari, contro la persecuzione degli immigrati e contro la discriminazione verso gay, bisessuali, transessuali, ecc.: cosa che dobbiamo valorizzare per renderle non solo di fatto ma anche consapevolmente altrettante componenti della lotta per costruire un nuovo sistema di relazioni sociali in cui “il libero sviluppo di ciascuno è la condizione per il libero sviluppo di tutti”;

– l’azione del Collettivo di Fabbrica e degli operai GKN si sviluppa, fa scuola tra i lavoratori e sta rafforzando su scala nazionale il coordinamento tra organizzazioni e movimenti popolari, a cui il CdF GKN ha già lanciato la parola d’ordine “diventare nuova classe dirigente”, che concretamente significa prendere in mano la direzione del paese attraverso un proprio governo d’emergenza.

Ma proprio questo accresce l’importanza del secondo aspetto del nostro lavoro: elevare il ruolo del movimento comunista cosciente e organizzato e fare nuovamente dell’instaurazione del socialismo l’obiettivo della mobilitazione e delle aspirazioni delle masse popolari. Senza uno sviluppo adeguato di questo secondo aspetto del nostro lavoro il successo nel primo è aleatorio (e la vicenda del M5S lo ha confermato a quelli che sono capaci di capire le ragioni del successo e del declino del M5S). Il movimento è indispensabile, ma esso fa la storia solo se raggiunge il suo fine, contrariamente alla celebre tesi del padre dei riformisti e dei movimentisti, Eduard Bernstein: “il movimento è tutto, il fine è nulla”.

Lo sviluppo dell’umanità è culminato in tutto il mondo nel modo di produzione capitalista. Grazie ad esso gli uomini hanno tolto ogni limite allo sviluppo delle forze produttive delle condizioni materiali della propria esistenza e alla propria capacità di conoscere e modificare l’ambiente in cui vivono e se stessi. Ma proprio per questo grande progresso, essi sono giunti al punto in cui, restando ancorati al modo di produzione capitalista, devastano e inquinano il mondo e se stessi e vanno verso la distruzione di entrambi. Non è un caso che oggi gli ex paesi coloniali sono condannati a ripetere con l’emigrazione in Europa e negli USA la tragedia che vissero nei secoli scorsi i lavoratori europei che la borghesia espulse dalle campagne.

Il socialismo è la sola alternativa alle distruzione dell’umanità e del mondo. La storia dell’umanità elaborata da Marx ed Engels lo ha illustrato. Lenin, Stalin e Mao hanno ulteriormente sviluppato questa scienza a uso di chi si impegna a trasformare il mondo. Le vicende dell’epoca imperialista, iniziata quasi 150 anni fa, la confermano. Il consolidamento e rafforzamento del Partito comunista è un fattore essenziale. Le masse popolari fanno la loro storia, ma nel concreto esse agiscono sulla base del loro senso comune. Antonio Gramsci ci ha insegnato che il senso comune delle masse popolari sfruttate e oppresse è frutto 1. della loro esperienza diretta che è varia e contraddittoria, 2. dell’influenza della classe dominante e 3. dell’influenza del movimento comunista cosciente e organizzato alla cui testa vi è il Partito comunista. Le masse popolari per fare la storia ed eliminare la divisione dell’umanità in classi di oppressori e di oppressi hanno bisogno che il Partito comunista sia all’altezza del suo compito.

Avanti quindi!

Combattere a modo nostro fino a vincere!

Osare sognare!

Osare lottare per realizzare il nostro sogno!

Osare vincere!

La storia della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) mostra che nei paesi imperialisti europei non abbiamo instaurato il socialismo proprio perché i dirigenti del movimento comunista quando erano forti non hanno osato vincere. È quello che mostrano la Germania, l’Italia, l’Austria, l’Ungheria e la Polonia del primo dopoguerra, la Spagna e la Francia dei governi di Fronte Popolare negli anni ‘30, l’Italia della Resistenza vittoriosa del 1945-1947!

Oggi l’organizzazione comunista non deve restare solo strumento della lotta politica e della lotta economica. È e deve diventare sempre più anche uno strumento di lotta teorica, di formazione morale e di trasformazione della coscienza! Deve diventare lo Stato Maggiore della Guerra Popolare Rivoluzionaria che culminerà nell’instaurazione del socialismo!

Studiare il Manifesto Programma del nuovo Partito comunista italiano!

Diffondere il Manifesto Programma del nuovo Partito comunista italiano!

Apprendere, assimilare, applicare la concezione comunista del mondo!

 

Costituire clandestinamente Comitati del Partito comunista in ogni azienda e in ogni centro abitato!

Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata

che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari

in ogni angolo del mondo, fino a instaurare il socialismo!

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