Ecco perché la Cina ha votato contro la risoluzione sulle riparazioni ucraine

Andrew Korybko – 21/11/2022

Here’s Why China Voted Against The Resolution On Ukrainian Reparations (substack.com)

 

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) ha approvato una risoluzione la scorsa settimana per la creazione di un “registro internazionale” che elencherà le riparazioni che la Russia dovrebbe pagare all’Ucraina. Sarà inoltre istituito un corrispondente “meccanismo globale” per tentare di ottenere questi fondi. 94 paesi hanno votato a favore, 74 si sono astenuti e 13 hanno votato contro. La Cina rientrava in quest’ultima categoria, le cui tre ragioni principali saranno spiegate in questo articolo.

La maggior parte dei paesi che hanno votato a favore della risoluzione probabilmente perchè ritengono che la Russia è colpevole di aver invaso illegalmente l’Ucraina senza provocazione e dovrebbe quindi essere costretta a pagare i danni di guerra. Il problema, tuttavia, è il mezzo attraverso il quale queste riparazioni saranno elencate e ottenute. In primo luogo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha influenza morale e politica, ma non ha alcun potere legale per far rispettare le sue richieste, a differenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC).

Con ciò, gli sforzi correlati a tal fine che non sono approvati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono quindi unilaterali e quindi illegali in termini di diritto internazionale. Tuttavia, quest’ultima risoluzione potrebbe prevedibilmente essere sfruttata come pretesto per la cosiddetta “coalizione dei volenterosi” guidata dagli Stati Uniti per “legittimare” speciosamente il loro precedente sequestro dei beni esteri della Russia. Questi paesi potrebbero affermare che questi fondi saranno dati all’Ucraina come parte delle riparazioni indicate dal “registro internazionale”.

In secondo luogo, lo scenario di cui sopra rappresenta un esempio del cosiddetto “ordine basato sulle regole” degli Stati Uniti nella pratica. Ciò che si intende con questo concetto è l’implementazione arbitraria di doppi standard da parte di “coalizioni di volenterosi” al fine di promuovere i loro interessi a spese degli altri. […]

In terzo luogo, e basandosi sull’intuizione che è stata appena condivisa, le “coalizioni dei volenterosi” guidate dagli Stati Uniti potrebbero utilizzare questi mezzi apparentemente “legali” per fini strategici egoistici e di altro tipo contro altri paesi in futuro attraverso ciò che può essere descritto come “lawfare”. Qualunque paese nelle identiche condizioni attuali della Russia potrebbe quindi trovarsi in futuro sottomessa a tale risoluzione, con il rischio di poter perdere i propri beni esteri allo scoppio delle ostilità.

La spada di Damocle che pende sulle teste della leadership di quel paese preso di mira potrebbe dissuaderli dal difendere i loro interessi di sicurezza nazionale in linea con il relativo diritto concesso loro dalla Carta delle Nazioni Unite nel caso in cui la parte favorita dall’Occidente li minacci unilateralmente e illegalmente. Attraverso questi mezzi di “lawfare”, la “coalizione dei volenterosi” degli Stati Uniti può sfruttare i partner regionali come delegati per ricattare altri paesi sotto la minaccia del sequestrare dei loro beni, se si difendono.

Considerando queste tre ragioni, ha perfettamente senso il motivo per cui la Cina ha votato contro l’ultima risoluzione delle Nazioni Unite sulle riparazioni ucraine dal momento che in realtà non è altro che una cortina fumogena per mascherare l’ultimo gioco di potere degli Stati Uniti a livello internazionale. La retorica altisonante ha lo scopo di sfruttare i sentimenti di persone ben intenzionate per convincerli ad assecondare l’ultima spinta di quel paese a rivedere unilateralmente l’ordine giuridico internazionale sancito dalle Nazioni Unite nel perseguimento dei suoi interessi a spese di altri.

La Cina ritiene che tutti gli sforzi dovrebbero essere intrapresi per preservare la stabilità internazionale durante questi tempi caotici senza precedenti. Di conseguenza, è fermamente contrario a tutto ciò che rischia un’ulteriore incertezza globale, come gli scenari credibili che potrebbero seguire il prevedibile sfruttamento dell’ultima risoluzione delle Nazioni Unite da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. Le riparazioni dovrebbero sempre essere concordate a livello bilaterale tra i partecipanti a qualsiasi conflitto o a livello multilaterale tra il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per essere legittime.

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