Nordio condanna a morte Alfredo Cospito

Contropiano – 09/02/2023

Nordio condanna a morte Alfredo Cospito – Contropiano

 

L’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre 100 giorni, deve restare al 41 bis, il regime del carcere duro.

Lo ha stabilito il ministro della Giustizia Carlo Nordio, evidentemente ritenendo ancora sussistente la sua “pericolosità sociale”.

Il ministro ha respinto l’istanza di revoca avanzata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore del detenuto, che ha ricevuto una comunicazione dal ministero.

Il 41 bis era stato disposto il 4 maggio dell’anno scorso dall’allora Guardasigilli Marta Cartabia per quattro anni.Vale la pena ricordare che questa decisione è arrivata dopo che Alfredo era in carcere già da 10 anni, e che nessun nuovo reato poteva essergli contestato.

Quella decisione derivava “soltanto” dalla scelta della Cassazione di trasformare l’imputazione relativa alla bomba piazzata a Fossano nel 2006 – un’esplosione senza morti né feriti –  in “strage politica” volta «ad attentare alla sicurezza dello Stato». Un reato mai contestato, neanche per Piazza Fontana o per la Stazione di Bologna, che certo ebbero ben altre conseguenze dell’irrilevante “petardone” nella notte di Fossano.

La difesa di Alfredo Cospito annuncia che ricorrerà contro la decisione del ministro della Giustizia.

Cospito ha perso 47 chili e non prende più gli integratori. Aspettiamo la giornata di sabato quando il nostro medico di parte gli farà visita in istituto, riuscirà a vedere le cartelle cliniche quindi a farsi un’idea del suo effettivo stato di salute”.

Lo dice l’avvocato di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, all’uscita dal carcere di Opera dove questa mattina ha avuto un colloquio con il suo assistito durato oltre due ore. “Andrà avanti fino alle estreme conseguenze – prosegue il legale – se è giunto fino ad oggi non ho ragione per dubitare che sia determinato ad arrivare alle estreme conseguenze, fino a morire“.

Ci sembra chiaro che il governo punta alla morte di Alfredo nella sciagurata “speranza” che, trasformandolo in martire, si inneschino reazioni accese, politicamente poco significative ma sfruttabili per accentuare la spirale repressiva su ogni tipo di opposizione sociale e politica in questo paese.

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