[Resistenza] A Genova il 25 febbraio i portuali manifestano contro la guerra

Newsletter n.4 – 10 febbraio 2023

 

25 febbraio – manifestazione nazionale a Genova

Abbassare le armi, alzare i salari

L’appello dei portuali a mobilitarsi contro la guerra

Vedi la locandina

USB porti proclama lo sciopero nazionale di 24 ore per il 25 febbraio

 

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Via il governo della Guerra

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e a cinque mesi dall’installazione del governo Meloni, i nodi vengono al pettine. Il governo Meloni ha dimostrato di essere uguale al governo Draghi.

Ha aggirato il parlamento e determinato per decreto la prosecuzione della fornitura di armi italiane all’esercito ucraino. Su quali e quante siano le armi vige il più stretto riserbo.

Ha rinnovato l’impegno a sostenere economicamente il governo ucraino, ma anche in questo caso non è dato conoscere le cifre.

Ha rinnovato l’adesione alle sanzioni contro la Federazione Russa, nonostante siano un flagello per il nostro paese.

Ha fatto ulteriori passi per la realizzazione delle opere necessarie a “fare fronte alla crisi energetica” a dispetto dell’opposizione di intere comunità e nonostante il loro impatto sui territori sia devastante e la loro pericolosità certificata.

Ha proceduto con le manovre per rafforzare e ampliare (o costruire da zero, come a Coltano) basi militari italiane e Usa.

Tuttavia, una differenza fra il governo Draghi e il governo Meloni c’è ed è importante.

Il governo Draghi è stato imposto “dall’alto” e non ha mai dovuto rendere conto della sua opera alle masse popolari.

Giorgia Meloni sostiene di aver vinto le elezioni, di avere il mandato delle masse popolari per governare. Ma la maggioranza delle masse popolari è contro la partecipazione dell’Italia alla guerra della Nato, è contro le sanzioni alla Federazione Russa, è contro la sottomissione e la dipendenza del paese alla Nato e alla Ue. E di questo Giorgia Meloni dovrà, prima o poi, rendere conto.

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Sul numero 2/2023 di Resistenza

La voragine di Lützerath

Gli assassini sionisti hanno paura della verità!

Lombardia. Un convegno contro la guerra e la Nato

Sardegna. NO alle servitù militari

Dalla Agenzia Stampa Staffetta Rossa

Contro la propaganda di guerra a Sanremo e in tutta Italia!

VI Congresso nazionale del Partito dei CARC

Nel corso degli ultimi tre anni è cresciuto l’interesse per il P.CARC, sono aumentati i legami con gli organismi operai e popolari, si è estesa e approfondita la ramificazione territoriale del Partito. Diversi compagni giovani e anziani si avvicinano al Partito, studiano i documenti della Carovana del (n)PCI. Questo ci pone nella condizione di fare un passo avanti nella raccolta e nella valorizzazione delle forze che vogliono partecipare alla costruzione dell’Italia socialista.

I Congressi delle Sezioni e delle Segreterie Federali sono l’occasione per fare di un “evento interno” uno strumento di lavoro politico più ampio, attraverso le presentazioni dei documenti congressuali, la discussione, la raccolta di osservazioni e critiche. Il contributo di ogni militante, collaboratore e simpatizzante è prezioso!

In questo senso vogliamo che il Congresso sia aperto, trasparente e partecipato: non è soltanto un’ambizione, ma una necessità: si deve tornare a discutere di politica, di lotta, di presa del potere.

I documenti che saranno discussi e portati all’approvazione al VI Congresso Nazionale sono pubblicati sul nostro sito. Invitiamo tutti i compagni e le compagne, i lavoratori e gli organismi a partecipare alla discussione e all’elaborazione.

Scarica e leggi i documenti

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A proposito dell’intossicazione che va in onda a reti unificate per criminalizzare la mobilitazione contro il 41 bis e la resistenza di Alfredo Cospito: in Italia gli unici veri “sostenitori dei mafiosi” sono gli apparati dello Stato.

Abolire il 41 bis

La classe dominante fa uno spregiudicato uso della propaganda per creare un contesto favorevole alle sue manovre, pertanto è facile che chi si schiera per l’abolizione del 41 bis sia additato come “sostenitore dei mafiosi”.

A questo proposito è bene precisare che in Italia gli unici veri “sostenitori dei mafiosi” sono gli apparati dello Stato.

(…) Per quanto occasionalmente ci possano essere personaggi “meno invischiati di altri” o persino antagonisti al sistema di potere della Repubblica Pontificia, personaggi che per il loro ruolo diventano scomodi per lo stesso Stato in nome del quale operano (vedi Falcone e Borsellino), le vittime della mafia fra gli uomini di Stato sono sempre, tuttavia, vittime di regolamenti di conti interni alla classe dominante.

Per quanto occasionalmente succeda che il grande boss venga arrestato (e segregato al 41 bis), gli arresti eccellenti fra esponenti delle cupole malavitose sono anch’essi frutto di regolamenti di conti interni alla classe dominante.

Mafia e antimafia sono parte dello stesso sistema di potere. La legislazione antimafia ha nell’oppressione di classe il suo reale obiettivo

Per questo NON SOLO è nell’interesse immediato delle masse popolari contrastare tutte le misure che aumentano la repressione, quale che sia il pretesto con cui vengono giustificate, ma è ANCHE nell’interesse di prospettiva delle masse popolari sostenere coloro che si ribellano alle misure repressive, poiché aprono una strada all’organizzazione e alla mobilitazione più generale, alimentano oggettivamente la mobilitazione rivoluzionaria.

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Elezioni Regionali

Indicazioni di voto per il Lazio

Indicazioni di voto per la Lombardia

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