Rassegna del 09/02/2023
Da alcune settimane si sta votando per il Premio Attila 2022, la più alta onorificenza italiana a incoronare vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace.
Avevamo già fornito un primo elenco di candidati votati (in ordine alfabetico): Amadeus, Calderoli Roberto, Cingolani Roberto, Crosetto Guido, Denaro Messina Matteo, Draghi Mario, Meloni Giorgia, Moratti Letizia, MSC Crociere, Comitato Nobel Pace, Nordio Carlo, Renzi Matteo, Salvini Matteo, Veronesi Giampiero, Zelensky Volodymyr.
Sono stati aggiunti (tra parentesi la sintesi delle motivazioni di merito):
Biden Jr. Joseph Robinette (Per Joe stomaco-duro, morti e distruzioni sono un fatto normale).
Capezzone Daniele (Il più ex degli ex figli di Pannella).
Mattarella Sergio (Parla di “negoziati di pace” e firma gli aumenti delle armi).
Balza Lino (mancano le motivazioni, il proponente è pregato di uscire dall’anonimato e di fornirle).
Come è evidente, vi è una forte dispersione di voti, perciò dovremo proporre il ballottaggio tra i due più votati per Ambiente e i due più votati per Pace.
Ricordiamo ancora che sono ammessi max due voti. Uno per l’ambiente, l’altro per la pace. Entro e non oltre il 14 febbraio 2023 le espressioni di voto dovranno pervenire a movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it; movimentolotta.maccacaro@gmail.com; o con SMS a 3470182679. Si possono indicare le motivazioni di merito, possibilmente nei limiti di un foglio di word, saranno pubblicate.
Premio Attila. Gli amici veneti devono decidersi.
Si capisce l’estremo imbarazzo, ma non possono proporre contemporaneamente tre candidati: Enrico Marchi, presidente e amministratore delegato di SAVE, Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità portuale, Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia. Clicca qui.
Idea. Costruiamo il Ponte sullo Stretto di Messina.
Messina 1908. Turchia-Siria 2023
Il Ponte sullo Stretto sarebbe senz’altro costruito con criteri rigorosamente anti sismici, perciò su di esso potrebbero salvarsi gli abitanti di Messina e Reggio Calabria.
In piedi costruttori di pace!
La guerra è dappertutto, fomentata da precisi interessi del capitale, e colpisce prevalentemente i poveri, il clima, le donne, i rifugiati. Organizziamo nuove manifestazioni per la pace, in solidarietà con le vittime innocenti di tutte le tragiche guerre che continuano a devastare la famiglia umana e il pianeta: Ucraina, Siria, Yemen, Libia, Iraq, Palestina, Etiopia, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Kurdistan, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Camerun, Burkina Faso, Sahel, Mali, Costa d’Avorio, Niger, Nigeria, Costa D’Avorio, Mozambico, Sahara Occidentale, Afghanistan, Colombia, … Dopo la “Marcia di Notte” del 24 febbraio, invitiamo tutti a partecipare alla Giornata nazionale della cura della vita delle persone e del pianeta (1 marzo 2023) e alla Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità “Trasformiamo il futuro” (21 maggio 2023). Clicca sul titolo per inviare la tua adesione.
Disabili: persone vulnerabili o vulnerate?
«Le sconvolgenti conseguenze del terribile terremoto in Turchia e Siria ci danno l’occasione per riflettere a che punto siamo con la protezione delle persone con disabilità in situazioni di emergenza legate a disastri naturali o creati dagli uomini, come chiesto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ebbene, secondo una recente ricerca, su 55 Paesi europei e asiatici, solo 5 hanno nella propria legislazione sull’emergenza un’attenzione specifica alle persone con disabilità. In Italia bene i Vigili del Fuoco, meno bene la Protezione Civile» (continua…)
Disertare la guerra mondiale a pezzi.
20 anni fa, il 15 febbraio 2003, più di 100 milioni di persone scesero nelle piazze delle città del mondo per dire NO alla guerra all’Iraq e a tutte le guerre senza se e senza ma. Una generazione di attivisti e attiviste aveva preso la parola in nome dell’umanità. Si è trattato della più grande manifestazione di sempre, si parlò del pacifismo come della seconda potenza mondiale. A 20 anni di distanza, proviamo a riflettere sul significato e la portata di quella manifestazione, sul fallimento del pacifismo, e sulla terza guerra mondiale a pezzi a cui stiamo assistendo: clicca sul titolo il Convegno internazionale.
Guerra in Ucraina: una gallina dalle uova d’oro.
La guerra in Ucraina si sta rivelando l’occasione d’oro per il complesso militare-industriale europeo. I soldi e le commesse adesso arrivano a palate. Clicca qui.
Oggi l’Italia è un possibile bersaglio nucleare.
Una eventualità oggi non più così remota: in questi mesi le autorità russe hanno manifestato la possibilità di impiegare bombe nucleari tattiche. Noi, di fatto, siamo in guerra contro la Russia, ovvero la Russia potrà dirsi in guerra contro di noi. Ebbene, stanno per arrivare dagli Stati Uniti anche a Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone) le bombe nucleari di “nuova generazione” B61-12. Sostituiranno le vecchie B61-11 dislocate da anni nelle basi militari in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Turchia e Italia nell’ambito della cosiddetta dottrina del nuclear sharing, la “condivisione nucleare” della Nato. Vengono definiti “ordigni nucleari tattici”, ma non sono meno pericolose delle “bombe nucleari strategiche” presenti negli arsenali di Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Clicca qui.
Obiezione di coscienza in tempo di guerra.
Anche se la guerra in Ucraina è in primo piano nei notiziari, oggi si combatte in molti Paesi. E in tutte queste guerre ci sono persone che si sottraggono al reclutamento, rifiutano il servizio militare o disertano. A causa della minaccia di repressione nei loro Paesi, cercano protezione all’estero, che purtroppo troppo spesso viene loro negata. Con questa serie di webinar, ascolteremo i rifiutatori e gli attivisti dell’obiezione di coscienza provenienti da Colombia, Eritrea, Bielorussia, Ucraina, Russia e altri Paesi, e discuteremo i modi in cui possiamo sostenerli. Clicca qui la newslettera di Doriella&Renato, con tutte le altre iniziative No tav Valsusa.
“Taranto città martire” conversazione con Erri De Luca.
L’ex-Ilva, un sito industriale in perdita e nonostante tutto continua a produrre e a inquinare, mentre il potere politico non tutela la salute.
Tanti i soldi versati all’Ilva negli anni; in questi giorni si parla dell’ennesimo finanziamento pubblico per 680 milioni di euro.
Abbiamo parlato anche di scudo penale: nessuna responsabilità per chi continua a produrre compromettendo il futuro del territorio.
E’ necessario restare al fianco di una popolazione che continua in questa difficile e solitaria resistenza per la sopravvivenza. Clicca qui il video con lo scrittore Erri De Luca e Alessandro Marescotti, fondatore di PeaceLink
Un parco al posto dell’Eternit.
Eternot: una canzone/video, molto particolare e rivolta ad un tema di eccezionale gravità, le vittime dell’amianto: clicca qui. E’ dedicata all’omonimo parco che sorge in Casale Monferrato (AL) nell’area un tempo occupata dalla fabbrica Eternit.
Italia prima in Europa per i tagli alla Sanità.
Tra il 2008 e il 2019 la spesa sanitaria pro capite è aumentata del 34,5% in Francia, del 40,1% nel Regno unito, dell’81,4% in Germania e solo del 15,4% in Italia. Appare quindi evidente che il problema è strutturale. Il Covid, è andato ad incidere su un sistema che già da anni scontava una situazione di sottofinanziamento, con liste d’attesa infinite, cure non erogate e una carenza cronica di risorse umane. Basta guardare all’andamento della spesa sanitaria in rapporto al Pil che, sempre tra il 2008 e il 2019, in Italia si è ridotta dello 0,2%, passando dal 6,6% al 6,4%. Nello stesso lasso di tempo, Francia, Germania e Regno Unito, invece, l’hanno aumentata in media di quasi due punti percentuali, portandola, nel 2020, su valori pari o superiori al 10%. “Le politiche di contenimento della spesa sanitaria condotte attraverso i Piani di rientro regionali e aziendali e la spending review”, attesta la Corte dei Conti, “sono state nel corso del decennio passato assai efficaci”. I governi di ogni colore che si sono succeduti hanno scelto di tagliare quelle che ritenevano, evidentemente, uscite superflue. Clicca qui.
Otto mesi in carcere per aver appeso uno striscione dieci anni fa?
Francesca, attivista notav, insieme ad altre donne nel luglio 2013 decise di portare uno striscione di denuncia delle violenze della polizia “Se toccano una toccano tutte”, cioè un gesto di solidarietà femminista, “contro la violenza maschile in divisa nei confronti di una compagna”. Francesca fu denunciata, processata e condannata a 8 mesi di reclusione. Per aver appeso uno striscione secondo alcuni Siti. Per altri reati secondo il tribunale. Che prendiamo per buoni, ma quello che più sconcerta è che, ben dieci anni dopo quell’estate, il Tribunale di Sorveglianza di Torino decide di fare scontare a Francesca la pena in carcere, e nonostante i pareri favorevoli della Procura generale a pene alternative. Non può non venire in mente Matteo Messina Denaro.
La vita di Peltier nelle mani di Biden.
Leonard Peltier, l’attivista nativo-americano in carcere da oltre 46 anni, diversi dei quali trascorsi in isolamento, si è sempre proclamato innocente, ma sta scontando due ergastoli per l’omicidio di due agenti dell’Fbi, nonostante siano emersi forti dubbi sulla correttezza del processo. Ha 78 anni, ne ha trascorsi oltre 46 in carcere e si è visto ripetutamente negare la libertà condizionata. Amnesty International chiede da tempo la grazia per Peltier, in ragione delle preoccupazioni sul corretto svolgimento del processo, del trattamento subito in carcere e delle condizioni di salute. La difesa di Peltier ha presentato una nuova richiesta di clemenza nel luglio 2021. In occasione della Giornata di solidarietà con Peltier, Amnesty International ha sollecitato il presidente Biden ad accoglierla, per motivi umanitari e di giustizia. Per la sua liberazione si sono espresse nel corso di quasi mezzo secolo molte delle più illustri personalità mondiali, da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu a Rigoberta Menchu’, dal Dalai Lama a papa Francesco.
Dieci colpi di pistola su un uomo doppiamente amputato… che fuggiva a piedi.
«Non era di certo necessario ammazzare un uomo in fuga, facile da catturare»: basterebbero queste parole, lette sul «Corriere della Sera.it», per commentare quanto accaduto in California, che viene raccontato così: «Usa, afroamericano in sedia a rotelle ucciso dalla polizia: colpito da 10 proiettili». Oltre a registrare l’indignazione delle Federazioni FISH e FAIP, ci chiediamo anche se questo fatto segnerà realmente il punto finale di un’escalation di violenza negli Stati Uniti, da parte delle forze dell’ordine, che deve assolutamente cessare, al di là della disabilità o meno delle persone (continua…)
Riflessioni “a bocce ferme” su quei casi di omicidio-suicidio.
Sugli episodi di omicidio-suicidio posti in essere da alcuni/e caregiver ai danni di se stessi e della persona con disabilità di cui si curano. Premesso che l’assistenza a una persona con disabilità deve competere in prima istanza allo Stato e non alla famiglia (Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità), quali sono le riflessioni che si potrebbero fare “a bocce ferme” su tali tragiche vicende?(continua…)
Scherza con i “diversamente abili” ma lascia stare i “normodotati”.
Alla maniera di Gianni Minasso, un nuovo contributo alla sua rubrica “A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia)”, uno spazio che ormai da dieci anni siamo ben lieti di ospitare, fatto di pungente ironia, di grottesco e talora della comicità più o meno involontaria che, come ogni altra faccenda umana, può riguardare anche il mondo della disabilità. (continua…)
Incomprensioni tra Governo e Santa Sede.
“Io sono Giorgiaa, sono una donnaa, sono una mammaa, sono italianaa, sono cristianaa”. Soprattutto cristiana.