“Pronto a morire per far capire al mondo cosa è il 41bis” Lettera di Alfredo Cospito dal carcere

Osservatorio Repressione – 02/03/2023

“Pronto a morire per far capire al mondo cosa è il 41bis” Lettera di Alfredo Cospito dal carcere – Osservatorio Repressione

 

Durante la conferenza stampa in Senato a cui hanno partecipato Luigi Manconi e la parlamentare Ilaria Cucchi, Flavio Rossi Albertini, legale di Cospito, ha letto una lettera inviata da Alfredo dal carcere, quando era detenuto a Sassari, in cui annuncia le sue intenzioni: “Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini, ma articoli per riviste anarchiche, mi era permesso di leggere, di evolvere. Oggi sono pronto a morire per far capire al mondo cosa sia veramente 41-bis, mentre 750 persone lo subiscono nel silenzio”

“Sono convito che la mia morte – si legge– porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41-bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. E proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza“.

La lettera dal carcere di Alfredo Cospito: “Oggi sono pronto a morire per far capire al mondo cosa sia veramente 41-bis, mentre 750 persone lo subiscono nel silenzio”

L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha spiegato: “È uno scritto passato per la censura, la difesa ritiene di poterne dare lettura proprio perché il detenuto al 41-bis non può fornire indicazioni ai sodali all’esterno ma non è un soggetto a cui è stata tagliata la lingua o la mano. Stiamo parlando di una battaglia di civiltà bisogna salvaguardare il diritto del detenuto di poter parlare, anche al 41-bis. In questa righe non dà alcuna indicazione o ordine ai sodali ma spiega perché dal suo punto di vista non è possibile passare anni, una vita al 41-bis”.

“Ritenere che un anarchico possa dare ordini fa vivere ad Alfredo Cospito questa detenzione come un evidente violenza. Un anarchico che dà ordini è un ossimoro”, ha aggiunto il legale e  sulla presunta vicinanza alla criminalità organizzata, Flavio Rossi Albertini ha precisato: “Cospito non aveva alcuna intenzione di unirsi ai mafiosi per alcun progetto, se non quello condiviso di detenuti al 41-bis“.

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