[Resistenza] Rovesciare il governo della guerra

Newsletter n. 7 del 10 marzo 2023

È uscito il numero 3/2023 di Resistenza

Rovesciare il governo della guerra. 

Cacciare i servi della Nato e della Ue dal governo del paeseEditoriale

È passato un anno da quando la propaganda di regime ha deciso che c’era una guerra in Ucraina.

Quanti avevano ignorato i massacri che dal 2014 stavano avvenendo in Donbass ad opera dell’esercito ucraino e dei battaglioni di mercenari nazi-fascisti contro i civili, hanno improvvisamente spalancato gli occhi quando la Federazione Russa ha avviato “l’operazione militare speciale”, il 24 febbraio 2022.

In verità, da quella data è iniziata solo la fase dispiegata di un conflitto in corso da tempo, benché condotto in forma di “guerra strisciante”: parliamo delle manovre degli imperialisti Usa per accerchiare la Federazione Russa, soffocarne lo sviluppo economico e ostacolarne il ruolo politico a livello internazionale.

In un anno di conflitto militare sono successe molte cose e tutte confermano ciò che abbiamo compreso, nonostante la propaganda di guerra, le menzogne, l’intossicazione con cui la classe dominante ha ammorbato l’opinione pubblica.

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Siamo la maggioranza!

Dobbiamo organizzarci per far valere tutta la nostra forza

La maggioranza delle masse popolari italiane è contro il coinvolgimento del nostro paese nella guerra che la Nato sta conducendo in Ucraina contro la Federazione Russa, è contro l’invio di armi all’Ucraina e le sanzioni alla Federazione Russa, ma ciò non impedisce al governo Meloni di continuare a obbedire a Washington.

La maggioranza delle masse popolari è contraria alla devastazione dell’ambiente, allo smantellamento della sanità pubblica, allo svuotamento della scuola pubblica e dell’università, è contraria all’attuale regime pensionistico, alla precarietà del lavoro. In sintesi, le masse popolari sono contrarie al programma comune della classe dominante (quello che oggi viene chiamato “agenda Draghi”). Eppure, nonostante le masse popolari siano maggioranza, non hanno la forza di far valere i loro interessi.

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La resistibile ascesa della destra al governo

Mentre andavano in onda a reti unificate le celebrazioni per la vittoria di Giorgia Meloni e FdI alle elezioni politiche del 25 settembre, noi dicevamo che quella vittoria era un bluff, che non c’era stato nessuno “spostamento a destra delle masse popolari” e che i risultati elettorali mettevano in evidenza la crisi del sistema politico della Repubblica Pontificia. A 6 mesi di distanza, la situazione è chiara.

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Elementi di bilancio della campagna elettorale in Lombardia e Lazio

Contributo al dibattito

Proseguendo su quanto elaborato a bilancio delle elezioni politiche, è emersa la necessità di andare più a fondo nella comprensione del nostro ruolo.

In particolare, è emersa una concezione arretrata: la convinzione che il lavoro del P.CARC sia “altro” dal mobilitare le masse popolari affinché “facciano irruzione” nella lotta politica borghese e che il lavoro elettorale sia una parentesi circoscritta nel complesso delle attività del Partito.

Questa è una manifestazione di astensionismo di principio (che poi sfocia nel suo opposto, nell’elettoralismo, quando si concepisce l’intervento nella lotta politica elettorale solo o soprattutto come indicazione di voto), che porta a contrapporre una presunta “attività di serie A” (il rafforzamento degli organismi operai e popolari, la costruzione di nuovi organismi e il loro coordinamento) e una presunta “attività di serie B” (usare le elezioni per rafforzare il campo delle masse popolari e aumentare l’ingovernabilità del paese). Si tratta di un errore di dialettica che nasce da un’analisi della situazione sbagliata.

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Eppur si muove!

Le manifestazioni contro la guerra del 25 febbraio

Le manifestazioni di Genova, Niscemi e Cagliari sono state organizzate da organismi operai e popolari che hanno deciso di convergere su una stessa data e sul netto “NO” alla guerra e all’economia di guerra, alla Nato e al suo protettorato sul nostro paese, all’invio di armi che alimenta, come benzina sul fuoco, il conflitto in Ucraina.

Alla base di queste tre mobilitazioni c’è stata la proposta avanzata dal Calp (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) di Genova di organizzare una manifestazione nazionale. Su Resistenza n.2/2023 abbiamo già scritto dei convegni contro la guerra e la Nato tenuti fra gennaio e febbraio in Lombardia e in Sardegna e dell’assemblea del 28 gennaio promossa, appunto, dal Calp.

Esse hanno unito parole d’ordine generali a rivendicazioni particolari, mettendo così in luce lo stretto legame fra il rifiuto della guerra e della Nato con la più generale lotta di classe e popolare in corso nel nostro paese. A Genova la parola d’ordine era “Abbassate le armi, alzate i salari”, a Niscemi era il NO al Muos, a Cagliari il NO alle servitù militari imposte sul territorio.

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Corrispondenze operaie

GKN. Serve un salto

Modena. Processo al Si Cobas

Trieste. Rappresaglie al porto: vietato organizzarsi!

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VI Congresso Nazionale del Partito dei CARC

Dibattito sul VI Congresso

Quelle che presentate come “le 7 misure del programma del Governo di Blocco Popolare” in realtà sono inapplicabili senza l’instaurazione del socialismo, la classe dominante non permetterà mai l’esistenza di un governo che promuove un programma simile. [Spoiler – l’articolo risponde anche all’obiezione che la linea del GBP è una strada riformista e socialdemocratica].

Causa di forza maggiore

Quando la classe dominante è di fronte a una forza maggiore, essa fa buon viso a cattivo gioco.

In questo sta la sua resilienza: si adatta alle situazioni in modo da trarne il maggior profitto o almeno il minor danno possibile.

Tutte le domande che riguardano la difficoltà a far ingoiare il GBP ai vertici della Repubblica Pontificia italiana sono giuste, legittime, inquadrano un problema reale. Ma, compagni e compagne, attenzione a non cadere in quello scetticismo che poi conduce alla sfiducia, alla rassegnazione e al disfattismo.

La questione che bisogna porsi è attraverso quale strada portiamo le masse popolari a fare in modo che la loro iniziativa organizzata e la loro mobilitazione coordinata diventino la causa di forza maggiore di fronte alla quale la classe dominante preferisce fare un passo indietro anziché rischiare tutto in uno scontro dall’esito incerto.

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Lettera aperta all’ANPI

Lettera aperta all’Arci

Lettera aperta a Non Una Di Meno

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Volantino

Piombino 11 marzo 2023 – Corteo nazionale “No al rigassificatore e fuori dal fossile”

Saluto del P.CARC al Congresso della CUB

Per un movimento di lotta e trasformazione del sindacato e del paese!

[EMILIA ROMAGNA] Adesione del P. CARC al corteo anticarcerario Liberi tutti del 12 marzo

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