Drone USA caduto: video sospetto del Pentagono

Fabio Giuseppe Carlo Carisio – 16/03/2023

DRONE USA CADUTO: VIDEO SOSPETTO DEL PENTAGONO. Come sull’Uccisione del Califfo ISIS Al Baghdadi. E sul Massacro di Bucha (gospanews.net)

 

Russia Today è un network d’informazione così equilibrato che ha rilanciato il video diffuso dal Dipartimento della Difesa USA sul presunto incidente avvenuto sul Mar Nero martedì 14 marzo per l’incontro ravvicinato tra un drone MQ-9 Reaper dell’US Air Force e gli aerei SU-27 delle Forze Aerospaziali della Russia con un minimo commento, sulla telecamera che s’inceppa due volte, sebbene il filmato evidenzi molti indizi di un sospetto tentativo di depistaggio per accreditare la versione del Pentagono.

Nonostante questa correttezza giornalistica RT Francia è stata chiusa settimane fa per il sequestro dei conti finanziari da parte del governo di Parigi e proprio ieri RT Arabia è stata bannata da Facebook.

Secondo la teoria del Dipartimento della Difesa USA il velivolo senza pilota UAV (unmanned aerial vehicle) utilizzato per missioni di sorveglianza e spionaggio sarebbe stato prima oscurato con il lancio di carburante da un caccia di Mosca e poi danneggiato a un elica da un secondo intercettore.

Secondo la versione del Ministero della Difesa Russo il drone, che viaggiava senza transponder, è stato intercettato per motivi di sicurezza ma non c’è stata collisione ed è precipitato da solo per una manovra azzardata. Nè Mosca né Washington riferiscono del lancio di un missile per abbatterlo.

Troppi misteri e manipolazioni nel filmato

Innanzitutto il filmato manca di una geolocalizzazione certa potrebbe essere stato registrato anche sull’Oceano Atlantico, poco lontano dalla Joint Base Langley-Eustis, in Virginia, dove ha sede il più importante comando dell’aviazione Usa, l’Air Force’s Air Combact Command, ma anche il controspionaggio della Central Intelligence Agency che non avrebbe certo difficoltà a produrre video fuorvianti.

Inoltre nessuno dei due velivoli è chiaramente identificabile. Ma il presunto drone svela un dettaglio importante. Il portellone del carico è aperto come se si volesse mostrare che non è armato.

Rammentiamo che il portavoce del Pentagono Pat Ryder ha rifiutato di rivelare se il drone statunitense che si è schiantato sul Mar Nero dopo l’intercettazione dell’aereo russo fosse armato.

MQ-9 Reaper è infatti l’evoluzione dell’MQ-1 Predator,il tipo di UAV dotati di missili Hellfire che furono utilizzati dalla CIA per gli attacchi killer in Afghanistan e Libia, come candidamente ammesso dall’ex direttore della Central Intelligence Agency Leon Panetta, quando in veste di Segretario del Dipartimento della Difesa nel 2011 fece visita alla Navy Air Station di Sigonella, base militare dell’US Air Force in Sicilia ma anche la più importante stazione operativa CIA del Mar Mediterraneo.

Panetta fu anche il promotore dei 12 laboratori batteriologici aperti in Ucraina nel 2012 grazie ai finanziamenti del Pentagono.

Un altro dettaglio non sfugge a un occhio attento. Sotto le ali dei presunti intercettori russi Sukhoi Su-27 non è visibile la Stella Rossa eredità dell’ex URSS. Questo tipo di aereo cacciabombardiere prodotto dal 1977 è stato acquistato varie nazioni dell’Asia e dell’Africa.

Secondo le fonti documentate di Wikipedia c’erano 36 Su-27 in carico all’Ucraina prima della Guerra del Donbass, ne restavano in servizio 17 al 2018. Ma si ritiene che l’US Air Force possieda un Su-27 Flanker B ed un Su-27UB. Sembra anche che altri tre Su-27 siano stati registrati da proprietari civili. Furono acquistati a scopo conoscitivo e addestrativo.

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