[Sinistrainrete] La tempesta bancaria negli Stati Uniti e in Europa, e la lotta di classe

Rassegna del 12/04/2023

Tendenza internazionalista rivoluzionaria: La tempesta bancaria negli Stati Uniti e in Europa, e la lotta di classe

ilpungolorosso

La tempesta bancaria negli Stati Uniti e in Europa, e la lotta di classe

di Tendenza internazionalista rivoluzionaria

Per favorire la lettura e la comprensione di questo testo che deve, inevitabilmente, trattare questioni ostiche e usare termini tecnici, è stata aggiunta, alla fine, una legenda. (Red.)

crisi bancaria immagineNon si era ancora placata la tempesta Credit Suisse, che si è aperta un’altra voragine, protagonista il colosso del credito tedesco e mondiale Deutsche Bank. La crisi di quest’ultima è indubbiamente legata alle modalità con le quali è avvenuta l’incorporazione di CS in UBS, su cui diremo qualcosa nel corso di questo scritto.

In ogni caso, al momento, il bank run, la corsa affannosa agli sportelli delle banche per ritirare i propri soldi prima che venga giù il diluvio, sembra essersi placata.

Negli USA, un intervento deciso e tempestivo del Tesoro, della FED e della FIDC (l’Ente che ha il compito di garantire i depositi bancari fino a 250.000 dollari) ha costruito un cordone sanitario attorno a SVB, Signature e First Republic Bank, che sembra reggere.

Nel vecchio continente, la caduta rovinosa di Credit Suisse, neutralizzata con un’operazione straordinaria dalle molte implicazioni, non ha trascinato, per adesso, altri istituti. Le Borse hanno così ripreso fiato, recuperando in parte quanto avevano perduto nei giorni del panico.

Tutto a posto, dunque? Hanno ragione coloro che, al di là dell’Atlantico, vantano la tenuta delle norme “post Lehman Brothers”? E, in Europa, coloro che, Lagarde in testa, sottolineano il controllo più stringente della vigilanza bancaria nell’UE, la forte “resilienza” degli istituti di credito europei, la loro solidità patrimoniale, il “modello differente di business” che li contraddistinguerebbe da quelli USA? In altre parole, sono giustificate le dichiarazioni ufficiali improntate allo scampato pericolo, alla capacità mostrata di soffocare per tempo ogni contagio, a dispetto delle preoccupazioni che, qua e là, trapelano fra coloro che non hanno responsabilità diretta nella gestione economica?

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Giorgio Riolo: Samir Amin: per una critica dell’eurocentrismo

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Samir Amin: per una critica dell’eurocentrismo

di Giorgio Riolo*

258269869 4583620598340378 993170896313714369 nSamir Amin rientra tra coloro i quali più si sono attenuti alla feconda interazione e al reciproco sostanziarsi di teoria e di storia, di astratto e di concreto, di conoscenza e di realtà fattuale storico-sociale. È il suo un contributo di grande valore per dare coerenza teorica e categoriale a questo materiale empirico, reale. È in lui soprattutto la feconda interazione e la stretta interdipendenza di impegno politico militante e di necessaria riflessione teorica e culturale. La quale riflessione teorica e culturale era concepita da Amin non come semplice orpello.

Il militante (comunista, terzomondista-internazionalista, antimperialista, altermondialista ecc.) dialoga e illumina l’intellettuale marxista. E viceversa. È un pendolo, una oscillazione tra i due poli, costante. L’intera sua parabola di vita, e il suo apporto per noi, si dispiega dalla precoce adesione ai valori (morali, etici, intellettuali) socialisti e comunisti e dalla precoce lettura di Marx fino alla scomparsa nel 2018 come continuo confronto con la storia reale, con il capitalismo realmente esistente (locuzione da lui preferita), con Marx e con i marxismi storici, con la storia del movimento operaio, socialista e comunista, e dei movimenti di liberazione nazionale del Sud del mondo, con il socialismo reale e con le varie rivoluzioni nelle periferie (Cina, Vietnam, Cuba, Algeria ecc.), con la concezione generale dell’alternativa socialista.

 

I.

Nell’ampia produzione intellettuale e teorica di Samir Amin, costituita di opere sistematiche e di numerosi saggi e articoli, Eurocentrismo occupa un posto particolare. Già nella prima edizione del 1988, ma soprattutto nella stesura fatta per la seconda edizione, la cui traduzione italiana qui presentiamo.

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Daniele Luttazzi: NONC’ÈDICHE

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NONC’ÈDICHE

di Daniele Luttazzi

I paesi bollati da Twitter son tutti nemici degli USA. E qual è il ruolo dell’Aspi

Riassunto delle puntate precedenti: Facebook, Twitter, Google, TikTok e Reddit pullulano di ex-agenti Cia, Fbi e Nsa che pilotano il fact-checking favorendo l’agenda di Washington. Inoltre, le agenzie di fact-checking di Facebook (anche quella italiana, Open) sono tutte “certificate” dall’Ifcn, ovvero dal Poynter Institute, entrambi finanziati dal Ned, ovvero dalla Cia. Un risultato è che il fact-checking certificato non segnala mai la disinformazione online del governo Usa. Cia e Ned cercano di controllare anche la stampa e le agenzie giornalistiche, aiutate da fondazioni come la Luminate di Pierre Olmidyar e la Open Society di George Soros. Le porte girevoli fra agenzie di spionaggio, piattaforme social, media finanziati dal Ned, ambasciate Usa, think tank filo-Nato, industrie della Difesa, fondazioni filo-Usa, e governi occidentali sono la norma. La manipolazione del discorso pubblico tramite megafoni della politica di Washington mina la democrazia (l’informazione dovrebbe svolgere una funzione critica, non complice) e non aiuta a risolvere i conflitti globali.

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Marco Cattaneo: Alberto Bagnai, la Moneta Fiscale e la partita doppia

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Alberto Bagnai, la Moneta Fiscale e la partita doppia

di Marco Cattaneo

In merito alla dichiarazione di voto di Alberto Bagnai, per conto del gruppo parlamentare Lega, in occasione della conversione dell’ultimo decreto legge sul tema Superbonus, mi sembrano opportuni alcuni commenti di natura tecnica. In particolare su questo passaggio:

“Io non sono qui per discutere i torti o i vantaggi di questo strumento, semplicemente voglio ricordare che, quando, nello scorso autunno, il Ministro Giorgetti ha ricordato con responsabilità che la cessione del credito era da considerarsi una facoltà e non un diritto, stava semplicemente mettendo in guardia, con la sua consueta lungimiranza, contro un esito facilmente prevedibile e che si è materializzato nell’ultima versione del manuale Eurostat sul debito pubblico. Questa versione, ve lo ricordo, ribadisce una verità lapalissiana, che dovrebbe essere evidente per tutti noi, che siamo, per quanto sia, cittadini della patria della partita doppia, della patria della moderna contabilità: nel momento in cui può circolare illimitatamente, un credito diventa moneta, cioè diventa un’attività finanziaria di qualcuno e, nel mondo della partita doppia, quindi, diventa anche necessariamente una passività finanziaria di qualcun altro, e quel qualcun altro è lo Stato. Questo è scritto nel manuale Eurostat.

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Claudio Conti: Il North Stream? Vale ancora una polizza assicurativa…

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Il North Stream? Vale ancora una polizza assicurativa…

di Claudio Conti

Tra dichiarazioni pubbliche e pratiche concrete, nella politica internazionale, lo scarto è sempre abissale. Ma questa volta appare così immenso da rasentare l’incredibile.

Nel pieno di una “guerra calda” che oppone l’Occidente neoliberista e la Russia, nel mentre si incrementano sanzioni per recidere il più possibile i legami economici tra i due “fronti”, alcune società di assicurazione rinnovano la copertura sull’infrastruttura che più di ogni altra rappresenta fisicamente cosa significa questa guerra: il North Stream.

Sì, proprio il gasdotto interrotto da un’esplosione provocata – secondo l’autorevole ricostruzione di Seymour Hersh, uno dei pochi giornalisti di inchiesta rimasti attivi – da commandos inglesi con l’aiuto norvegese.

A che serve rinnovare una polizza assicurativa su una struttura che gli Stati Uniti, prima ancora della guerra, volevano fosse chiusa? Perché mai delle società orientate esclusivamente al profitto dovrebbero accettare un rischio di esposizione (e rimetterci soldi) su qualcosa che è già stato parzialmente distrutto?

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comidad: La Meloni e l’eterno conflitto tra il cuore e il portafogli

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La Meloni e l’eterno conflitto tra il cuore e il portafogli

di comidad

Le sortite comunicative del governo Meloni e del suo entourage non sono tutte riconducibili allo stesso calderone. Le provocazioni della Meloni sull’eccidio delle Fosse Ardeatine e di La Russa sull’attentato di Via Rasella sono del tutto organiche al repertorio fascio-nostalgico ed alle sue esigenze recriminatorie. La grande frustrazione che i fascio-nostalgici devono dissimulare con queste polemiche pretestuose, non riguarda affatto l’onta della sconfitta bellica; anzi, presentare tout court il fascismo come lo “sconfitto” della seconda guerra mondiale è una forzatura. Il sistema di potere fascista è stato infatti in gran parte metabolizzato e riciclato dall’antifascismo, ed anche le burocrazie fasciste si sono travasate in blocco nel regime cosiddetto “democratico” e nella NATO, a cominciare dall’OVRA, che fornì il personale ai servizi segreti della Repubblica “antifascista”. La vera e grande frustrazione che i fascio-nostalgici devono mascherare con il continuo stillicidio di recriminazioni e provocazioni anticomuniste, riguarda invece il 25 luglio, l’afflosciamento del regime fascista, cioè il fatto che il Duce sia stato liquidato politicamente da altri fascisti, ma anche da se stesso, oltre che dal re.

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Leonardo Sinigaglia: Il segnale più tangibile della difficoltà dell’egemonia statunitense

lantidiplomatico

Il segnale più tangibile della difficoltà dell’egemonia statunitense

di Leonardo Sinigaglia

Preso in consegna dalla polizia di New York e portato in tribunale, Donald Trump si è mostrato alle telecamere a pugno alzato, in un’immagine che non può rievocare quella di Julian Assange dal balcone dell’ambasciata ecuadoriana di Londra. Le due persone non potrebbero essere però più diverse: l’uno un giornalista impegnato nel disvelare i crimini dell’imperialismo, e per questo duramente punito, l’altro un miliardario che proprio ai vertici politici del regime imperialista statunitense ha trovato l’apice della sua carriera.

Nonostante quanto è stato sostenuto dai suoi apologeti, in patria come all’estero, Donald Trump non ha visto la sua presidenza caratterizzata da chissà quale politica rivoluzionaria o filo-popolare. Lontanissimo dagli interessi della ‘working class’ e del ceto medio impoverito, Trump ha promosso gli interessi dei grandi cartelli industriali e finanziari, portando a nuove liberalizzazioni in materia ambientale e creditizia, del tutto in continuità con le amministrazioni democratiche -si ricordi la politica di salvataggio delle banche a discapito dei cittadini attuata dal suo predecessore Obama- e con quelle neoconservatrici di Bush.

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Raffaele Gorpìa: Comunisti: “l’unità di azione” senza prospettiva politica come garanzia della frammentazione

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Comunisti: “l’unità di azione” senza prospettiva politica come garanzia della frammentazione

di Raffaele Gorpìa

“Il marxismo rinnovato e coerentemente declinato in senso politico è il compito storico delle nuove generazioni. L’unità di azione, senza una prospettiva apprezzabile, rischierà sempre più di diventare un’alternativa di accomodamento alla insuperabile frammentazione”

Immagine per home articolo Gorpia.jfif Nel 2023 si sono già celebrati ben 4 congressi di partiti comunisti di diversa matrice ideologica, rispettivamente Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Comunista (ex Rizzo ora con nuova segreteria nazionale affidata ad Alberto Lombardo), Sinistra Classe Rivoluzione e, infine, solo per il momento, il congresso dei C.A.R.C (compagni che sostengono di aver compreso definitivamente la causa della crisi e della dissoluzione del socialismo del secolo scorso) che, inoltre, agitano la formula fissa valida per tutte le stagioni del “governo di emergenza e di blocco popolare” quando in Italia non riusciamo neppure lontanamente ad avvicinarci ad una situazione come quella attuale in Francia, fatta di lunghe mobilitazioni sociali e dove, per di più, vediamo che finanche l’eroica lotta della GKN di questi due anni fatica a riunire attorno a sé più forze sociali di una certa consistenza.

Tuttavia, per il prossimo anno assisteremo ancora e imperturbabilmente alla rituale celebrazione del congresso di Rifondazione Comunista e per l’anno successivo di quello del PCI di Alboresi, per poi ricominciare la giostra daccapo in attesa di qualche scadenza elettorale che, chissà, con una fortunata alchimia possa prima o poi piazzare qualche compagno sulla poltrona parlamentare. Qualche altra sigla non certo di massa sicuramente ci sfugge, tipo Sinistra Anticapitalista o Rete dei Comunisti o piuttosto Potere al Popolo, quello che non sfugge è, però, il riproporsi imperturbabile dell’orgia autoreferenziale di questi soggetti politici, orgia che rispecchia sempre più la spia della totale sfiducia nelle possibilità rivoluzionarie dell’epoca contemporanea, sfiducia che viene però compensata col compiacimento nella celebrazione della propria organizzazione.

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Gaspare Nevola: Sfiducia e protesta nelle democrazie sotto-sopra

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Sfiducia e protesta nelle democrazie sotto-sopra

di Gaspare Nevola

13485809 2e04 4c2a aa8f fd098bdad37c1. In Italia la sfiducia deborda. In Francia esplode la protesta. Scontro sociale sotto la cenere?

Ah i sondaggi… Valgono quel che valgono, pochi dubbi. Ma (per quel che valgono, se valgono) valgono tanto nei giorni dispari, quanto in quelli pari: al di là del colore delle lenti con le quali ciascuno guarda il mondo. Un recentissimo sondaggio d’opinione dell’IPSOS-Italia[1] dedicato alla (s)fiducia nelle banche in Italia all’indomani del crack prima della Valley Silicon Bank, poi del Credit Suisse, mostra una forte mancanza di fiducia dei cittadini, sfiducia via via alimentata negli ultimi anni dalla pandemia da Covid e dalla sua gestione, dalla guerra russo-ucraina e dal coinvolgimento dell’Occidente, dell’Europa e dell’Italia, dal caro energetico, dall’aumento dell’inflazione e del costo del denaro, dalla lievitazione dei mutui.

Nel presentare pubblicamente i risultati dell’indagine[2], il direttore scientifico dell’IPSOS-Italia, Enzo Risso[3], ha sottolineato che la forte e galoppante sfiducia colpisce un po’ tutta la classe dirigente: riguarda banche, istituti di credito, Banca Centrale Europea, manager, imprenditori, ceto politico, inclusi “esperti” e operatori dell’informazione e delle comunicazioni di massa. Secondo il 75% delle persone che hanno risposto al sondaggio, coloro che operano all’interno del sistema dirigente “non comprendono la difficoltà della vita reale della gente comune”; per questo 75%, inoltre, che coloro che hanno la responsabilità di regolare il funzionamento della società e di risolvere i problemi collettivi (e in primis quelli delle fasce sociali più deboli) scaricano le inefficienze e l’inefficacia del sistema da essi governato sulle persone comuni, sui consumatori, sulle famiglie.

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Vincenzo Costa: Occidente contro resto del mondo: quando alzi la posta sai che non è a rischio zero

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Occidente contro resto del mondo: quando alzi la posta sai che non è a rischio zero

di Vincenzo Costa *

 

L’Occidente è stato tirato su a valori astratti e diritti universali, con l’idea che il mercato è il telos della storia. Visioni che oggi impediscono di leggere la storia, di capire ciò che accade. Il mondo sta andando in un’altra direzione.

 

Occidente contro resto del mondo

Borrell dice che ci sono gesti che distruggono il sistema di sicurezza internazionale. Credo sia l’unico a pensare che esista ancora qualcosa di simile. E mi piacerebbe pensare che lo dica per propaganda, e spero sia così, perché sarebbe tragico se lo credesse veramente. Avremmo uno sprovveduto, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato.

Spero che sia solo propaganda, e che sappiano dove stiamo andando, che siano coscienti che si sta creando un fronte enorme: il resto del mondo contro l’Occidente.

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Giuseppe Masala: È morto il Petro-Dollaro. Viva il Petro-Yuan!

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È morto il Petro-Dollaro. Viva il Petro-Yuan!

di Giuseppe Masala

“Quando il dollaro comincerà ad andarsene, non ci sarà più niente che potrà trattenerlo, non ci sarà più niente da fare quando arriverà quel momento fatidico”.

“Fall of the Republic” film documentario di Alex Jones (2009)

Ormai non passa giorno senza che arrivi una brutta notizia per il Dollaro inteso come moneta standard per gli scambi internazionali e, conseguentemente, come moneta di riserva delle banche centrali. Un tema questo meritevole della massima considerazione perché la storia ci insegna essere uno dei termometri fondamentali per comprendere lo stato di salute di un Impero e quindi per riuscire a comprendere se siamo arrivati al suo epilogo come forza egemone e motrice della storia.

Nel secolo scorso questo è avvenuto con l’Impero britannico che dopo la seconda rivoluzione industriale si è visto scalzare dal punto di vista tecnologico nella produzione dei beni dalla Germania guglielmina e conseguentemente ha visto minacciare la Sterlina dal Marco tedesco come moneta standard per le transazioni internazionali.

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Luca Serafini: Logistica: è arrivato il “pacco”…

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Logistica: è arrivato il “pacco”…

di Luca Serafini

Benvenuti nella nuova normalità. Lavoratori senza diritti, pagati a cottimo; il caporalato elevato a sistema; multinazionali che sfruttano e poi distruggono le imprese nazionali; tangenti e frodi fiscali. Ma non si tratta dell’ennesimo scandalo economico-finanziario, di infiltrazioni malavitose o di imprenditori senza scrupoli.

Quello esploso in questi giorni nel sistema italiano della logistica è il paradigma del nuovo modello di sviluppo economico, predatorio e distruttivo, attuato da soggetti che operano secondo le regole della “lettera di corsa”: un corsaro era un privato cittadino che, munito dal governo di uno Stato di un’apposita autorizzazione formale, detta appunto “lettera di corsa”, in cambio della cessione allo stesso di parte dei guadagni conseguiti, era autorizzato ad assalire e rapinare le navi mercantili delle nazioni nemiche.

 

I fatti

Lo scorso dicembre, per BRT e Geodis Italia è scattato un sequestro preventivo per oltre 102 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza nell’ambito di indagini sul fenomeno della somministrazione illecita di manodopera nelle due società di logistica.

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Il Chimico Scettico: Perchè si trova lavoro fuori e si espatria, se si può

ilchimicoscettico

Perchè si trova lavoro fuori e si espatria, se si può

di Il Chimico Scettico

Se ne parla molto poco ma da anni:

Una delle maggiori criticità che affliggono l’economia italiana è il ridotto potere d’acquisto del denaro. Questo è dovuto non solo all’inflazione (12,8% su base annua, come riportato dall’Istat), che peraltro è comune a tutti i Paesi occidentali, bensì soprattutto ai salari praticamente bloccati da oltre 30 anni. Rispetto all’anno 1990, l’Italia è infatti l’unico Paese UE con salari addirittura decrescenti (-2,9%), a fronte di incrementi corposi nelle altre economie mature. A dispetto di facili conclusioni, questa situazione non è imputabile né al lockdown dovuto alla pandemia, né alla rottura delle global value chain in seguito ai recenti sconvolgimenti macroeconomici. È lecito domandarsi, dunque, come sia possibile che in un mercato occidentale volto al libero scambio, l’equalizzazione dei prezzi dei fattori produttivi non abbia influito positivamente anche sui salari italiani; analogamente, sembra controintuitivo vedere dei saggi di crescita tanto corposi in economie più avanzate -o “più mature”- di quella italiana (Francia, Germania e Svezia su tutte) (https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2022/12/05/questione-salari-italia/?refresh_ce=1)

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