Capodistria 17 Aprile: Forum di pacifisti sloveni, austriaci, croati e italiani

“Risvegliare il movimento per la pace?” è il tema dell’incontro che si terrà lunedì 17 aprile 2023, alle ore 18.00, nella sala conferenze del Palazzo Pretoria di Capodistria.

 

Risvegliare il movimento per la pace?

Il Mirovni Inštitut di Lubiana organizza il forum intitolato “Risvegliare il movimento per la pace?”, che si terrà lunedì 17 aprile 2023, alle ore 18.00, nella sala conferenze del Palazzo Pretoria di Capodistria (Titov trg 3). L’iniziativa prevede i seguenti contributi:

Video
Yuri Shelyazhenko, segretario esecutivo del Movimento per la pace ucraino
Marcy Winograd, copresidente della Coalizione statunitense per la pace in Ucraina
Clare Daly, europarlamentare, Indipendenti per il Cambiamento

Relatori
Goran Bozicevic, educatore alla pace (Croazia)
Aurelio Juri, promotore di petizioni per la pace (Slovenia)
Alessandro Capuzzo, membro del Comitato per la Pace Danilo Dolci di Trieste (Italia)
Werner Wintersteiner, professore di Educazione alla Pace all’Università di Klagenfurt

Moderatore
Iztok Šori, Direttore dell’Istituto per la Pace

Il Forum darà voce a richieste di pace e di negoziati di pace importanti ma tristemente trascurate. Nella prima parte, i partecipanti saranno ascoltati dai rappresentanti dei movimenti pacifisti dell’Ucraina, dell’UE e degli Stati Uniti, i cui messaggi stanno già risuonando a livello internazionale. La seconda parte prevede una discussione con attivisti per la pace provenienti da Italia, Croazia Austria e Slovenia su come pensare e sostenere la pace in tempo di guerra. Si discuteranno le basi per un progetto di pace europeo e se tale progetto richieda coalizioni (non) di principio tra diverse prospettive ideologiche. Offriranno una risposta alla domanda se, dopo l’esperienza delle manifestazioni di massa per la pace, si possa già parlare del risveglio di un movimento per la pace europeo o addirittura globale che si rivolga a tutti gli attori chiave della guerra e contribuisca a porre fine al massacro in Ucraina.

A un anno dall’attacco all’Ucraina, non si intravede la fine della guerra in Europa orientale. I Paesi stanno aumentando i bilanci militari, preparando le loro popolazioni a “difendere i valori europei” (U. von der Leyen) e a porre fine all'”opulenza e alla negligenza” (E. Macron). Le forze politiche di destra e di sinistra sostengono e si alleano con l’industria delle armi. Paesi che si erano dichiarati amanti della pace, come la Svezia e la Finlandia, si affrettano a entrare nella NATO. La narrazione pubblica della guerra domina, bollando ogni iniziativa di pace come russofila, illiberale e totalitaria. Ma questa guerra ha fatto nascere molte altre voci.

La propaganda non ha impedito le voci di pace che sono consapevoli della complessità sfaccettata di questa guerra. Il 18 marzo, la Coalizione statunitense per la pace in Ucraina ha organizzato manifestazioni a Washington e in altre città all’insegna degli slogan “Pace in Ucraina – Dite NO alle guerre infinite degli Stati Uniti” e “Finanziate i bisogni del popolo, non la macchina da guerra”. La petizione tedesca per fermare le forniture di armi e negoziare la pace, Manifesto per la pace, ha già raccolto 1.000.000 di firme. In occasione dell’anniversario dell’attacco russo, ci sono state proteste per la pace a Berlino e altrove. In Slovenia, le associazioni Stop alla guerra in Ucraina! e l’Appello per un ruolo pacifico della Slovenia nel conflitto militare tra Occidente e Russia.

Per i promotori, Alessandro Capuzzo

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