Fulvio Grimaldi – 17/04/2023
La mobilitazione per la liberazione di Julian Assange, il giornalista che con il suo Wikileaks ha smascherato menzogne, occultamenti e delitti del cartello criminale imperiale, sta mettendo in crisi l’intero apparato dell’informazione manipolata e pilotata.
Nel quarto anniversario della sua cattura da parte della polizia inglese, che a forza lo ha estratto dall’ambasciata dell’Ecuador in cui era stato prima accolto e poi sequestrato e dopo quattro anni dio inumano trattamento nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, diventano inarrestabili nel mondo.
Il muro dell’omertà e della viltà dell’informazione generalista si va sgretolando. L’enormità del sopruso inflitto a un giornalista che non ha fatto che il suo dovere, e il significato che tale sopruso comporta per la libertà di stampa nel mondo, occidentale, dominato dalle oligarchie dell’informazione, ha fatto breccia anche tra chi prima esitava a unire la sua voce alla protesta.
Da Roma a Milano, da Londra a New York, da Canberra a Berlino e Parigi, si succedono presidi, cortei, flashmob, convegni per esigere la liberazione di questo nostro martire della libertà.
Il proposito di estradarlo negli USA e farlo rinchiudere a vita, silenziando per sempre lui e tutte le voci libere nel mondo diventa, con ogni mobilitazione, un crimine sempre più difficile da realizzare, anche per la sedicente “patria della democrazia”.
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JULIAN ASSANGE, 4 ANNI IN CELLA SENZA PROCESSO:
“HA SVELATO IL LATO CRIMINALE DEL POTERE”
Adalberto Gianuario – 12 Aprile 2023
Da quattro anni esatti il giornalista fondatore di Wikileaks giace in una cella di 3 metri per 2 nel carcere di massima sicurezza di Belmarch, nella ‘civilissima’ Gran Bretagna. Il suo crimine? Aver svelato i veri motivi di guerre, le uccisioni di civili, le torture e gli assortiti crimini del potere che domina il mondo sempre più incontrastato. Forse proprio per questo a manifestare per lui non ci sono grandi partiti, sindacati o Ong funzionali allo status quo.
Tuttavia, nonostante l’assenza delle grandi organizzazioni, cresce la consapevolezza della gravità di quanto subisce Julian Assange e del suo impatto sulla vita democratica dell’intero Occidente. Un Occidente che ormai non ha nemmeno il pudore di tenere in carcere un giornalista senza processo o di fomentare una guerra in piena Europa contro la Russia.
In piazza circa duecento persone, tra cui: Fulvio Grimaldi, Franco Fracassi, Diaz Nena Marianela, Davide Dormino, Enrico Calamai, Nicola Morra, Barbara Lezzi, David Colantoni, Patrick Boyland, Vincenzo De Vita e Marco Rizzo.