Rassegna del 07/05/2023
Il mondo di ChatGPT. La sparizione della realtà
di Giovanna Cracco
Cosa sarà reale nel mondo di ChatGPT? Per i tecnici di OpenAI, GPT-4 produce più false informazioni e manipolazione di GPT-3 ed è un problema comune a tutti gli LLM che saranno integrati nei motori di ricerca e nei browser; ci attendono l’“uomo disincarnato” di McLuhan e la “megamacchina” di Mumford
“Ricevendo continuamente tecnologie ci poniamo nei loro confronti come altrettanti servomeccanismi. È per questo che per poterle usare dobbiamo servire questi oggetti, queste estensioni di noi stessi, come fossero dei.” Marshall McLuhan, Understanding media. The Extensions of Man
Nel giro di breve tempo, la sfera digitale cambierà: l’intelligenza artificiale che abbiamo conosciuto sotto la forma di ChatGPT sta per essere incorporata nei motori di ricerca, nei browser e nei programmi di largo utilizzo come il pacchetto Office di Microsoft. È facile prevedere che, progressivamente, i ‘modelli linguistici di grandi dimensioni’ (Large Language Model, LLM) (1) – ciò che tecnicamente sono i chatbot AI – saranno inseriti in tutte le applicazioni digitali.
Se questa tecnologia fosse rimasta circoscritta a utilizzi specifici, l’analisi del suo impatto avrebbe riguardato ambiti particolari, come quello del copyright, o la definizione del concetto di ‘creatività’, o le conseguenze occupazionali in un settore del mercato del lavoro ecc.; ma la sua incorporazione nell’intera area digitale investe ciascuno di noi. Quella con i chatbot AI sarà un’interazione uomo- macchina continua. Diventerà un’abitudine quotidiana. Una ‘relazione’ quotidiana. Produrrà un cambiamento che avrà ripercussioni sociali e politiche talmente estese, e a un tale livello di profondità, da poterle probabilmente definire antropologiche; andranno a colpire, intrecciandosi e interagendo fra loro, la sfera della disinformazione, quella della fiducia e la dinamica della dipendenza, fino a configurarsi in qualcosa che possiamo chiamare la ‘sparizione della realtà’. Perché gli LLM “inventano fatti”, favoriscono la propaganda, manipolano e traggono in inganno.
Fulvio Bellini: Le quattro fasi dell’era post sovietica
Le quattro fasi dell’era post sovietica
di Fulvio Bellini
Premessa: i tre livelli di lettura de “La fine della storia e l’ultimo uomo”
Nel 1992 venne pubblicato un libro particolare, che immediatamente suscitò un acceso dibattito dividendo il campo tra dichiarati avversari e segreti estimatori: La Fine della storia e l’ultimo uomo di Francis Fukuyama. Nonostante il successo di pubblico, si trattava di un libro dedicato alla classe dirigente occidentale, ed in particolar modo statunitense, celebrativo della “presunta” vittoria, e spiegheremo perché presunta, del cosiddetto mondo libero sull’Unione sovietica e sul blocco del socialismo reale. Negli anni novanta le élite occidentali furono pervase da un autentico delirio d’onnipotenza che Fukuyama ebbe lo spirito cortigiano ma anche un innegabile coraggio di tradurre in un libro allo scopo d’ammantarlo in una nobile veste tessuta di filosofia della storia. Il politologo statunitense, in nome e per conto delle élite occidentali, annunciava “urbi et orbi” che la Storia universale dell’uomo, non intesa come concatenazione cronologica di avvenimenti, ma come movimento complessivo dell’umanità espresso nel termine tedesco di Weltanschauung, era finalmente giunta al suo epilogo. Questa tesi del libro, ma attenzione non l’unica, si concentrava sull’analisi delle ragioni che avevano determinato le sconfitte in tutto il mondo da un lato del “totalitarismo comunista” e dall’altro dei regimi dittatoriali di destra, disfatte che avevano aperto la via, come se le acque del Mar Rosso si fossero nuovamente aperte di fronte a Mosè, all’affermazione mondiale della democrazia liberale e del suo indissolubile “compagno di strada”: il capitalismo del libero mercato. Sottoposto ad una critica marxiana, nel libro di Fukuyama è possibile scorgere tre livelli di lettura: uno che riguarda la distorta interpretazione filosofica della storia degli anni novanta; uno che attiene più propriamente alla delineazione di una ideologia del mondo Occidentale; ed una che individua involontariamente un nuovo ciclo storico.
Giovanni Giovannelli: Diario della crisi – Crisi, transizione e accumulazione
Diario della crisi – Crisi, transizione e accumulazione
Il fantasma di Elisabeth Sutherland
di Giovanni Giovannelli
In questa fase di transizione del capitalismo, che conosce la distruzione del fordismo e la finanziarizzazione dispotica dell’economia come strategia di potere assolutamente consapevole da parte delle classi dominanti, la violenza e la guerra diventano forza produttiva e vettore di produzione di plusvalore e di accumulazione di capitale. In questa ottava puntata del «Diario della crisi» – progetto nato dalla collaborazione tra Effimera, Machina-DeriveApprodi e El Salto – Gianni Giovannelli riflette su come la povertà, l’espropriazione e la privazione dei diritti diventino vere e proprie leve di valorizzazione, il cui fine ultimo è quello di togliere ogni autonomia e di mettere fuori legge ogni alternativa per le classi lavoratrici e povere dell’Unione Europea e dell’intero pianeta.
Il testo è pubblicato in contemporanea su Effimera e El Salto, tradotto in spagnolo.
Fury, rage madness in a wind
sweet through America
(William Blake, America, X)
Dentro l’attuale transizione ̶ durante il passaggio, cioè, dal vecchio modo di produzione fordista all’attuale struttura economica finanziarizzata ̶ assistiamo, in sequenza, variegata ma continua, all’attuazione di scelte istituzionali e di decisioni imprenditoriali che concretano un progetto di accumulazione originaria, naturalmente aggiornato e contestualizzato, così da poter essere lo strumento con il quale il nuovo assetto capitalistico intende ottenere un dominio pieno e incontrastato, piegando alle proprie esigenze di profitto gli abitanti di ogni territorio.
Mario Lombardo: Ucraina, i droni e la controffensiva
Ucraina, i droni e la controffensiva
di Mario Lombardo
Con l’avvicinarsi della data ancora sconosciuta della controffensiva ucraina, le analisi in Occidente del possibile esito dell’attesa operazione che Zelensky dovrebbe ordinare stanno diventando sempre più pessimistiche. Più precisamente, tra la propaganda e le ricostruzioni di fantasia circa l’andamento della guerra, cominciano a circolare in maniera relativamente diffusa valutazioni più realistiche delle possibilità delle forze armate di Kiev. Per una serie di fattori, determinati dalla situazione venutasi a creare sul campo dopo oltre tredici mesi di guerra, le prospettive ucraine non sono esattamente incoraggianti e l’eventuale azione che potrebbe essere lanciata a breve rischia di risolversi in un nuovo e inutile bagno di sangue.
L’argomento “controffensiva” è stato discusso talmente a lungo in Ucraina, in Europa e negli Stati Uniti da avere reso quasi impossibile sottrarsi dal metterla in qualche modo in atto per le forze di Zelensky. È molto probabile che ci siano forti pressioni occidentali su Kiev per mostrare risultati concreti che giustifichino il gigantesco sforzo finanziario e militare fatto in questi mesi.
coniarerivolta: Hanno fatto la festa al lavoro
Hanno fatto la festa al lavoro
di coniarerivolta
Il Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 sarà ricordato come uno dei momenti più alti dell’odio verso i lavoratori e i poveri manifestato da questo Governo, ma anche come esito prevedibile di una politica economica che la cosiddetta opposizione (politica e sindacale) contesta in maniera ingenua e approssimativa, quando va bene, o esplicitamente da destra (!) quando va male.
Dal Consiglio dei ministri è uscito un provvedimento vergognoso, un mostro a tre teste che devono essere analizzate singolarmente ma sempre ricordando che sono tenute insieme dall’unico legame rappresentato dal fatto di essere un attacco al lavoro e ai lavoratori. Veniamo ai dettagli.
1) La prima testa del mostro è il provvedimento sul cuneo fiscale: per il periodo luglio-dicembre si prevede un ulteriore taglio alla parte contributiva del cuneo di quattro punti percentuali per i redditi fino a € 35.000 annui. Abbiamo già spiegato più volte perché la storiella che per rilanciare i salari occorra intervenire sul cuneo fiscale sia né più né meno che una farsa, e stavolta gli attori di questa triste recita sono stati non solo i ministri, ma anche le organizzazioni sindacali che erano state convocate il giorno prima dalla Meloni per illustrare il provvedimento (incontro in cui erano presenti solo la triplice confederale e il sindacato di destra UGL, mentre erano escluse tutte le sigle del sindacalismo conflittuale).
Fabrizio Poggi: I nodi sulla famigerata “Controffensiva ucraina” vengono al pettine
I nodi sulla famigerata “Controffensiva ucraina” vengono al pettine
di Fabrizio Poggi
La tanto attesa (da alcuni) e declamata (da molti) controffensiva ucraina di primavera, che (tutti) i media di stretta osservanza euro-atlantica proclamano (senza per primi crederci) essere il colpo che costringerà «l’aggressore russo» a ritirarsi, sembra che sia sul punto di avverarsi. Sembra.
Gli ultimissimi pronostici parlano di probabile attacco ucraino in coincidenza con il Giorno della vittoria, il 9 maggio; anche se le previsioni che abbinano provocazioni armate, attentati, attacchi, a date o ricorrenze particolari, quasi mai si avverano, anche soltanto perché è proprio la presunta vittima dell’attacco che, in quelle occasioni, mobilita appieno le proprie difese. Nel caso della sbandierata controffensiva di Kiev, poi, le forze russe ne stanno da mesi tagliando ogni possibile spinta: le sempre più pesanti perdite ucraine dimostrano che, oltre all’efficacia dei colpi russi, alla dimostrata inefficienza di molti degli “aiuti militari” occidentali a Kiev, la junta nazi-golpista è costretta a mandare al fronte giovanissime reclute prive del minimo addestramento.
Thierry Meyssan: Per cosa Russia e Cina usano la supremazia militare?
Per cosa Russia e Cina usano la supremazia militare?
di Thierry Meyssan
Hanno torto gli Occidentali a temere il dominio militare di Russia e Cina; devono invece temere l’uso che Mosca e Beijing potrebbero farne per costringerli a onorare la loro propria firma
La Russia e la Cina hanno armamenti superiori agli Occidentali. La Russia ha vinto la guerra in Siria e si appresta a vincere il conflitto in Ucraina. Qui, nonostante gli sforzi, la Nato – che già ha fallito in Medio Oriente per interposizione dei jihadisti – non riesce a rovesciare la situazione sul campo.
La forma mentale da ex potenze coloniali spinge gli Occidentali a immaginare che Russia e Cina useranno la superiorità militare per imporre il proprio modo di vivere al resto del mondo. Ma non è quanto fanno, né quanto intendono fare.
Mosca e Beijing chiedono l’applicazione del diritto internazionale. Niente di più. I russi vorrebbero poter stare tranquilli a casa loro, i cinesi ambiscono invece a sviluppare il proprio commercio su tutto il globo terrestre.
Marco Travaglio: Abbiamo abolito i neuroni
Abbiamo abolito i neuroni
di Marco Travaglio
Pressoché tutto ci separa dal MarcoTravaglio-pensiero. Basterebbero il 41bis, l’ergastolo ostativo e l’ideologia manettara iper-liberista.
Per una volta, però, anche questo orologio rotto ha suonato all’ora giusta. Non a caso, sulla guerra.
Si vede, si sente, si tocca il fatto che anche una parte della piccola e media borghesia italica non regge più tanto alla prova del “credere, obbedire, combattere” di stampo euro-atlantico. E questo suo editoriale, una volta tanto, la dice giusta…
Abbiamo abolito la storia. È vietato raccontare ciò che è accaduto in Ucraina prima del 24 febbraio 2022: gli otto anni di guerra civile in Donbass dopo il golpe bianco (anzi, nero) di Euromaidan nel 2014 e le migliaia di morti e feriti causati dai continui attacchi delle truppe di Kiev e delle milizie filo-naziste al seguito contro le popolazioni russofone e russofile che, col sostegno di Mosca, chiedevano l’indipendenza o almeno l’autonomia. Il tutto in barba ai due accordi di Minsk.
Luca Busca: Covid-19: i conti cantano
Covid-19: i conti cantano
di Luca Busca
Metodologia
Per l’acquisizione dei dati necessari allo studio è stata utilizzata una sola fonte, l’ISTAT, l’unica abilitata a elaborare questo tipo di informazioni. Sono stati acquisiti i numeri relativi ai decessi dall’anno 2017 al 2022 divisi per fasce di età di cinque anni ciascuna, come indicato nella tabella riassuntiva. Per il 2022 l’Istituto Nazionale di Statistica non ha ancora calcolato la suddivisione in fasce di età. Per tutti gli anni è stato riportato il totale dei decessi e la somma della divisione in fasce. Le due cifre non corrispondono ma dietro la discrepanza non si nasconde alcun complotto. La difformità, infatti, riguarda tutti i sei anni presi in considerazione ed è prodotta, probabilmente, da una diversa modalità di rilevamento dei dati.
Sulla base dei numeri raccolti è stata calcolata la media pre-pandemica (anni 2017, 2018 e 2019) sia delle singole fasce di età sia dei due totali e della differenza tra di essi. Per gli anni 2020, 2021 e 2022 è stato calcolato l’eccesso di mortalità per ogni singola fascia di età (escluso il 2022 di cui non ci sono ancora dati sufficienti), quello dei totali sia in numero di decessi sia in percentuale sull’anno precedente. È stato infine inserito il dato relativo alla popolazione residente, sempre da fonte ISTAT, che ha fatto registrare un calo costante in tutti gli anni presi in considerazione. La diminuzione è dovuta in gran parte alla drastica riduzione delle nascite, compensata solo parzialmente dall’immigrazione. Sulla decrescita della popolazione ha inciso anche l’aumento dei decessi che ha caratterizzato gli anni dal 2020 al 2022. Questo dato è stato utilizzato per calcolare il tasso di mortalità.
Domenico De Simone: Grande è la confusione sotto il cielo: possiamo essere ottimisti?
Grande è la confusione sotto il cielo: possiamo essere ottimisti?
di Domenico De Simone
In questi tempi oscuri, la confusione regna sovrana e forse aveva ragione Confucio, che nella confusione vedeva sempre la possibilità per nuove idee di germogliare e crescere rapidamente e nella società umana di progredire verso nuove forme di convivenza. La confusione genera grandi discussioni, scontri, conflitti, contrapposizioni, nelle quali le strutture più solide vengono messe in dubbio e vacillano, e questa è sempre una grande opportunità.
In Occidente da oltre un anno ci raccontano e ci raccontiamo una storia. Il conflitto in Ucraina viene presentato come uno scontro tra la democrazia e l’autocrazia e ci viene detto che è nostro dovere supportare le aspirazioni degli ucraini a far parte del mondo occidentale e ad instaurare una piena democrazia nel loro paese.
E questo supporto si traduce in fornitura di armi e di intelligence contro l’esercito russo che ha invaso l’Ucraina e che, per il solo fatto di averlo invaso, è dipinto come il male assoluto, il nuovo fascismo o peggio il nuovo nazismo, proposto da una dittatura sanguinaria e feroce che ha in animo la restaurazione dell’impero russo e il progetto di dominare su tutta l’Europa, da Vladivostok a Lisbona. Tutti i leader europei ripetono lo stesso racconto che è giusto e legittimo aiutare i resistenti ucraini perché il loro paese è stato invaso dal mostro russo, e che chi invade ha comunque sempre torto e deve essere abbattuto e distrutto. Il Presidente della Repubblica Italiana ripete come un mantra ad ogni occasione che quella russa è stata un’invasione “brutale e non provocata”, contro la quale è giusto difendersi per tutelare i nostri valori democratici.
Davide Gionco: L’Italia ha mandato all’aria la più grande riforma strutturale degli ultimi 40 anni
L’Italia ha mandato all’aria la più grande riforma strutturale degli ultimi 40 anni
Il fallimento delle politiche di Giorgetti
di Davide Gionco
Da quando esiste l’Unione Europea non fa che ricordarci, un giorno sì e l’altro pure, di attuare le famose “riforme strutturali”. Come “riforme strutturali” sarebbero intesi degli investimenti oculati che consentano di mettere insieme l’equilibrio di bilancio pubblico e la realizzazione di interventi che portino a dei vantaggi economici permanenti per il paese.
Dopo di che la stessa Unione Europea, da sempre, propone e impone (si noti il numero di raccomandazioni ai vari paesi dal 2011 al 2018) delle “riforme” che hanno dimostrato di non sortire questi risultati, come privatizzazioni e tagli dei servizi pubblici, della sanità, del sistema pensionistico. Queste riforme in realtà ingrassano gli incassi degli investitori finanziari che operano in questi settori, sistematicamente a spese dei cittadini, che si ritrovano con servizi di peggiore qualità e più costosi.
È purtroppo noto che a Bruxelles operano 12’500 lobbisti registrati ufficialmente, più molti altri che operano in modo non ufficiale. Oltre a questi ci sono quelli che operano a Francoforte, sede della BCER. Tutti questi lobbisti operano con lo scopo di portare vantaggi all’organizzazione che rappresentano, mentre evidentemente i cittadini non dispongono di lobbisti che rappresentino i loro interessi.
Giacomo Gabellini: Le conseguenze del crack di First Republic Bank sul sistema bancario Usa
Le conseguenze del crack di First Republic Bank sul sistema bancario Usa
di Giacomo Gabellini
Al termine di una caduta verticale che l’ha vista perdere il 75% della propria capitalizzazione sulla scia di una massiccia fuga dei depositanti (si parla di circa 100 miliardi di dollari di ritiri nell’arco di pochi giorni), la First Republic Bank è stata rilevata dalla Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), che ha a sua volta organizzato la vendita della gran parte dei suoi asset a Jp Morgan Chase. Vale a dire lo stesso istituto che nel marzo 2008, quando erano già cominciati a manifestarsi i primi forti segnali di crisi, aveva acquisito la banca d’investimento Bear Stearns nell’ambito di un’operazione di salvataggio coordinata da Dipartimento del Tesoro e Federal Reserve di New York, che si accollò gran parte dei costi.
Nei confronti di First Republic Bank si è dispiegato un piano d’azione non troppo dissimile: Jp Morgan Chase si è impegnata a versare 10,6 miliardi di dollari a Fdic per rilevare i 229,1 miliardi di dollari di attività e i 103,9 miliardi di dollari di depositi dell’istituto di credito, il cui default è stato definito dal «Wall Street Journal» il più grande crack bancario della storia degli Stati Uniti dopo quello di Washington Mutual del 2008.
Francesco Marabotti: Schiavitù di massa o Rivoluzione Politica? Una riflessione in occasione del Primo maggio
Schiavitù di massa o Rivoluzione Politica? Una riflessione in occasione del Primo maggio
di Francesco Marabotti
Di fatto negli ultimi vent’anni è stata combattuta
una guerra di classe, e la mia classe l’ha vinta.
Se c’è una guerra di classe, l’hanno vinta i ricchi.
(Warren Buffet, investitore e miliardario)
I. Il pericolo di un neo-feudalesimo oligarchico
Marco D’Eramo, giornalista e saggista, nel suo libro intitolato Dominio, arriva a dire che «negli ultimi cinquant’anni è stata portata a termine una gigantesca rivoluzione dei ricchi contro i poveri, dei padroni contro i sudditi, dei dominanti contro i dominati. Una rivoluzione che è avvenuta senza che ce ne accorgessimo, una rivoluzione invisibile, una “stealth revolution”, come l’ha chiamata la filosofa statunitense Wendy Brown, dove l’aggettivo stealth è ripreso dal linguaggio bellico, dell’aviazione militare: i bombardieri sono stealth se non si lasciano rintracciare dai radar”»[1].
Gli effetti principali di questa “gigantesca rivoluzione dei ricchi contro i poveri”, sono ormai sotto gli occhi di tutti:
Mario Lettieri e Paolo Raimondi: Usa: riflessioni pacate sull’economia globale
Usa: riflessioni pacate sull’economia globale
di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Recentemente il governo di Washington ha manifestato pubblicamente alcune valutazioni economiche strategiche con toni più realistici rispetto al passato. Per il momento potrebbero essere solo enunciazioni, ma sono importanti dato il momento di grande stress geopolitico. Lo ha fatto il segretario del Tesoro, Janet Yellen, già presidente della Federal Reserve…
Pur non modificando minimamente la strategia di politica estera, in un’intervista alla CNN Yellen ha ammesso che “l’uso di sanzioni finanziarie legate al ruolo del dollaro comporta il rischio che, nel tempo, possa minare l’egemonia del dollaro”. Ciò “crea un desiderio da parte della Cina, della Russia, dell’Iran di trovare un’alternativa”. Anche se, aggiunge, il dollaro è sempre utilizzato come “valuta globale” e “non abbiamo visto nessun altro Paese che abbia l’infrastruttura istituzionale che consentirebbe alla sua valuta di operare nello stesso modo”.
Pepe Escobar: A New York Lavrov spariglia il mazzo
A New York Lavrov spariglia il mazzo
di Pepe Escobar
Il momento newyorkese del ministro degli Esteri Sergey Lavrov è stato l’equivalente diplomatico di un’esibizione da urlo, scrive Pepe Escobar
Immaginate un vero gentiluomo, il più importante diplomatico di questi tempi difficili, in totale padronanza dei fatti e dotato di un delizioso senso dell’umorismo, che si lancia in una pericolosa passeggiata sul lato selvaggio, per citare l’iconico Lou Reed (*), e ne esce indenne.
In effetti, il momento newyorkese del Ministro degli Esteri Sergey Lavrov – come i suoi due interventi davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 24 e il 25 aprile – ha rappresentato l’equivalente diplomatico di far crollare una casa. Almeno le parti della casa abitate dal Sud globale – o dalla Maggioranza globale.
Il 24 aprile, durante la 9308esima riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con all’ordine del giorno “Mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, multilateralismo efficace attraverso la protezione dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, è stato particolarmente rilevante.
Chris Hedges: Il nemico interno
Il nemico interno
di Chris Hedges
L’industria bellica, uno Stato nello Stato, sventra la nazione, inciampa da un fiasco militare all’altro, ci priva delle libertà civili e ci spinge verso guerre suicide con Russia e Cina
L’America è una stratocrazia, una forma di governo dominata dai militari. È assiomatico che i due partiti al potere si preparino costantemente alla guerra. Gli enormi bilanci della macchina bellica sono sacrosanti. I suoi miliardi di dollari di sprechi e frodi sono ignorati. I suoi fallimenti militari nel Sud-Est asiatico, in Asia centrale e in Medio Oriente sono scomparsi nella vasta caverna dell’amnesia storica. Questa amnesia, che significa che non c’è mai responsabilità, permette alla macchina da guerra di sventrare economicamente il Paese e di spingere l’Impero in un conflitto autolesionista dopo l’altro. I militaristi vincono ogni elezione. Non possono perdere. È impossibile votare contro di loro. Lo Stato di guerra è una Götterdämmerung, come scrive Dwight Macdonald, “il crepuscolo degli Dei senza gli dei”.