E’ la nostra Costituzione che deve essere presa a modello da altri Paesi, non il contrario

Andrea Montella (L’Unità2) – 10/05/2023

LA NOSTRA COSTITUZIONE SOCIALE NON VA CAMBIATA MA PORTATA A MODELLO IN TUTTO L’OCCIDENTE – l’Unità2 (unita2.org)

 

Il 27 gennaio 1947 alla firma della Costituzione, oltre ai padri costituenti come Alcide De Gasperi e Umberto Terracini, con al centro il presidente della Repubblica Enrico De Nicola, c’è alla sua destra un giovane massone tal Francesco Cosentino che diventerà uno degli estensori del Piano di rinascita della P2. La nostra giovane Repubblica, grazie agli statunitensi era già sotto un ferreo controllo da parte del vero partito internazionale dei capitalisti: la massoneria.

Ennesimo tentativo fascista, come fascista è il duo P1/ P2 che dirige il governo Meloni, di modificare a favore dei massocapitalisti la Costituzione sociale e antifascista, che va sì rivista ma riportandola allo spirito dei costituenti del 1948, eliminando quei cambiamenti introdotti e incostituzionali come quelli al Titolo V e quello all’articolo 81 con l’introduzione del pareggio di bilancio.

Per coloro che ignorano su quali valori poggia la nostra Costituzione pubblichiamo il seguente saggio di Salvatore d’Alberto in modo da rendere edotti sia le nostre compagne e i nostri compagni ma anche coloro che attraverso i media ne danno una interpretazione distorta o comunque che asseconda le velleità dei massocapitalisti nostrani e internazionali.

Questo scritto è utile anche perché oggi è sotto gli occhi di ognuno i fallimenti dei vari sistemi presidenzial-maggioritari, da quello francese a quello statunitense, passando da quello britannico a quello fintamente proporzionale tedesco del premierato forte.

In questo saggio c’è la dimostrazione, anche teorica, della superiorità democratica della nostra Costituzione rispetto a tutte quelle esistenti in Europa e nell’intero Occidente, a cui dovrebbero guardare tutti quei paesi che si autodefiniscono democratici senza esserlo nei fatti, mancando loro il presupposto di base della democrazia, cioè l’eguaglianza.

 

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