[Sinistrainrete] Giovanni Dursi: Neoliberismo, Pil e gli stereotipi dell’informazione

Rassegna del 15/05/2023

 

 

Giovanni Dursi: Neoliberismo, Pil e gli stereotipi dell’informazione

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Neoliberismo, Pil e gli stereotipi dell’informazione

di Giovanni Dursi

economia export 1920x939«L’economia britannica è ora come l’Italia e la Grecia in termini di rischio per gli investitori, e i politici non sono stati onesti rispetto ai problemi che la nazione deve affrontare», denunciava il conservatore Daily Mail, giudizio immediatamente rilanciato, 18 Ottobre 2022, e commentato da Ugo Tramballi su Il Sole 24ore [1].

Nell’incipit, l’analista tra l’altro riferiva: «Narendra Modi aveva annunciato che l’India era diventata la quinta potenza economica mondiale. Come dato statistico assoluto, non per Pil pro capite. Ma, aveva annunciato il premier, la cosa più importante era che l’India avesse superato la Gran Bretagna.[…]».

Come è facile constatare, in Europa ed altrove nel mondo, l’ansia per le convulsioni economico-finanziarie, presunte o reali, è generata quotidianamente dai media preposti, old and new, al presidio informativo quotidiano con ricorrenti riferimenti che immaginano d’essere chiari e persuasivi, ma che di fatto sono utili stereotipi [2].

Perché questo accade è presto detto: il “mondo” è caratterizzato da una sempre più imprescindibile interdipendenza economica dagli Stati nazionali la cui governance risiede in una sostanziale “regia” delle grandi imprese multinazionali, in grado di “radicarsi nei territori”, grazie anche alle “delocalizzazioni”, con minori costi generali e con possibilità tecniche e finanziarie di presidiare tutto l’andamento produttivo e distributivo prevalentemente “da remoto”.

L’inerente informazione è strategicamente indispensabile a quel “presidio” rendendolo accettabile, è essenziale all’affermazione delle forme di “globalizzazione economica” in corso, come ha efficacemente impostato, pioneristicamente, la disamina in merito al funzionamento ed alle finalità della corrente “produzione politica delle menzogne” e dettagliatamente esplorato Vladimiro Giacché [3].

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Enrico Vigna: È il turno di Taiwan dopo Kosovo e Donbass?

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È il turno di Taiwan dopo Kosovo e Donbass?

di Enrico Vigna

720x410c509ihbvDopo la Jugoslavia, il Kosovo, il Donbass tocca ora all’isola cinese essere usata come pedina sacrificale ai giochi geopolitici egemonici statunitensi?

Gli anni Novanta sono stati l’inizio del processo di distruzione dell’ordine mondiale che esisteva dal 1945 nella forma della Carta delle Nazioni Unite, da parte degli Stati Uniti. Nella distruzione della Jugoslavia gli USA, la NATO e l’UE hanno supportato, finanziato e armato le forze secessioniste slovene, croate, bosniache, in Kosovo hanno usato in modo ufficiale la forza militare contro uno Stato sovrano, senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, per portare al potere una organizzazione terrorista.

Nella conferenza internazionale di Bratislava nel 2000, gli USA dichiararono che qualsiasi altro stato poteva invocare questa condotta statunitense come un precedente. Ed è proprio questa dichiarazione che ha aperto una nuova fase geopolitica destabilizzante nel mondo. Non nella lettura giuridica di Bratislava, ma nella possibilità, di fatto, di poter imporre il modello balcanico e del Kosovo in particolare, targato USA/NATO, come possibilità concreta di rovesciamenti di governi sovrani o indipendenti.

Gli USA ritengono di essere l’unica potenza al mondo, che non solo è al di sopra della Carta delle Nazioni Unite, ma può anche farla valere su tutte le altre. Tutti gli altri stati devono essere subordinati ad essa, a parte quelli a cui viene dato il consenso degli Stati Uniti. Il separatismo è diventato l’arma determinante per rimodellare il mondo, come aveva chiarito la Conferenza di Bratislava con gli esempi dell’URSS, della DDR e della Jugoslavia con la loro disintegrazione pianificata.

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Maria Cristina Marcuzzo: Victoria Chick (1936-2023)

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Victoria Chick (1936-2023)

di Maria Cristina Marcuzzo*

Abstract: Questo articolo ripercorre il tentativo di Chick, durato tutta la vita, di smascherare ciò che è stato ed è tuttora distorto nell’interpretazione e nell’applicazione della Teoria Generale. Per semplicità, ho elencato alcune delle distorsioni su cui Chick, insieme ad altri, ha richiamato l’attenzione nel corso degli anni. L’elenco non vuole essere esaustivo e alcune distorsioni sono correlate tra loro, ma spero che il mio catalogo catturi la maggior parte delle questioni che sono state al centro del dibattito e del confronto con la Teoria Generale che ha impegnato Chick per tutta la sua vita.

FmlWdj8WQAAzoVfLa scomparsa di Victoria (Vicky per tutti noi) Chick a Londra il 15 gennaio 2023, è un grave lutto per la comunità dei post-Keynesiani e degli economisti eterodossi di diverse scuole. Perdiamo una delle più intelligenti interpreti di Keynes che con tenacia lo ha difeso da tante riletture spurie e a volte fuorvianti, e una economista autrice di penetranti analisi della teoria e politica monetaria contemporanee.

Chick era nata a Berkeley, in California, nel 1936. Dopo la laurea e il master a all’Università di California, Berkeley, dove ha avuto come insegnante Hyman Minsky, si laurea di nuovo alla London School of Economics (LSE), nel 1960, a cui segue, tre anni dopo, il primo incarico accademico presso l’University College di Londra (UCL), dove rimarrà in vari ruoli, fino all’ultimo, quello di Professore Emerito.

I suoi corsi di macroeconomia, teoria monetaria e bancaria hanno ispirato innumerevoli studenti, di varie nazionalità, molti dei quali hanno ottenuto il Ph.D con la sua supervisione. Alcuni di noi, studenti italiani alla LSE, a metà degli anni Settanta andavamo a UCL a sentire le sue lezioni, come antidoto alla versione IS-LM del pensiero keynesiano che ci veniva somministrata nel corso di Macroeconomia.

Quest’opera è distribuita con licenza internazionale Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0. Copia della licenza è disponibile alla URL http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/

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Federico Giusti: Decreto Lavoro o Decreto Precarietà?

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Decreto Lavoro o Decreto Precarietà?

di Federico Giusti

Il noto giuslavorista Pietro Ichino, celebre per i suoi sforzi di demolizione del diritto del lavoro ancora legato alle conquiste dei lavoratori negli scorsi decenni nel suo articolo su lavoce.info giudica infondati i timori che il cd. Decreto Lavoro del governo Meloni possa rafforzare la precarietà. Il nostro autore Federico Giusti invece pensa che essi siano anche troppo fondati (nota della Redazione)

Contrariamente a quanto scritto da Pietro Ichino sul portale la Voce, noi siamo convinti che il decreto lavoro del Governo Meloni rafforzi il precariato e renda un ottimo servigio alle associazioni datoriali concedendo loro il taglio del cuneo fiscale in nome di quell’abbattimento delle tasse che presto creerà ripercussioni negative sul welfare.

Si aumenta da 10mila a 15mila € la soglia del compenso annuo per il singolo lavoratore assunto per prestazione occasionale per gli «utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi di divertimento». In pratica si amplia del 50% la possibilità di utilizzare il lavoratore in questa tipologia contrattuale.

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Gioacchino Toni: L’esperienza umana nell’epoca dell’intelligenza artificiale

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L’esperienza umana nell’epoca dell’intelligenza artificiale

di Gioacchino Toni

Adriano Pessina, L’essere altrove. L’esperienza umana nell’epoca dell’intelligenza artificiale, Mimesis, Milano-Udine, 2023, pp. 126, € 12.00

Che ci si preoccupi di come sfruttare al meglio la tecnica dal punto di vista del profitto, che si cerchino in essa inediti ampliamenti della dimensione umana, che vi si individuino modalità di semplificazione dell’esistenza o che ci si interroghi su quanto si sia da essa posseduti, è indubbia la rilevanza che ha assunto la “questione della tecnica” nel dibattito degli ultimi decenni.

Evitando tanto approcci che guardano alla tecnologia in maniera apocalittica, quanto quelli votati ad acritici entusiasmi nei suoi confronti, il saggio di Pessina assume la prospettiva del fruitore delle nuove tecnologie indagandone in particolare l’esperienza “dell’essere altrove”. Non si tratta di documentare cosa gli esseri umani possano fare con le tecnologie e cosa queste facciano degli umani, quanto piuttosto di riflettere su come l’“esperienza dell’io” si dia ai nostri giorni in una situazione in cui si intrecciano “presenza” e “assenza”.

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@LauraRuHk: Da Dugina a Prilepin: la disinformazione del “complottismo di regime”

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Da Dugina a Prilepin: la disinformazione del “complottismo di regime”

dal canale Telegram di @LauraRuHk

Vorrei ritornare su un tema che ho già’ trattato al tempo dell’attentato terroristico in cui perse la vita Daria Dugina.

Da subito circolarono strane illazioni, che definirei disinformazione coordinata, secondo le quali la sua morte, o quella di suo padre Alexander Dugin, sarebbe stata ordinata da apparati dello stato russo per colpire il movimento patriottico definito impropriamente ultra-nazionalista.

Purtroppo tali veleni sono stati sversati a palate anche dopo il pacco bomba consegnato a Vladlen Tatarsky e piu’ recentemente in occasione dell’attentato contro l’auto di Zakhar Prilepin in cui lo scrittore e’ rimasto gravemente ferito e il suo amico fraterno Alexander Shubin e’ stato ucciso.

Anche questa volta invece di puntare il dito contro i veri responsabili, i servizi ucraini e i loro consiglieri occidentali, qualcuno ha cercato di riproporre la teoria assurda secondo cui lo scrittore avrebbe dato così’ fastidio a Putin da dover essere eliminato.

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Giovanni Di Benedetto: Non si attraversa il diluvio da soli

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Non si attraversa il diluvio da soli

recensione di Giovanni Di Benedetto*

Annibale C. Raineri: Ancora, cambiare il mondo nel tramonto della politica, Navarra Editore, Palermo, 2022

Il nostro tempo vive una fase storica di passaggio, esso sembra essere segnato da un preoccupante declino di civiltà. Si tratta di un’epoca di crisi, nella quale tramonta una configurazione spirituale senza che ancora se ne sia sviluppata una nuova. Questo tempo di passaggio impone lo sforzo di riposizionare lo sguardo dell’osservatore che partecipa delle traversie di questo mondo. È questo l’invito dal quale prende le mosse il libro di Annibale C. Raineri, Ancora, cambiare il mondo nel tramonto della politica (Navarra Editore, Palermo, 2022). È uno sforzo che invita gli uomini e le donne di buona volontà a non fare a meno dell’interesse e della responsabilità per la sfera di ciò che è comune. E il bene comune è la politica.

L’impresa letteraria e filosofica di Raineri si colloca all’incrocio di alcune grandi narrazioni teoriche e di alcune tra le più significative tradizioni di pensiero: sono contemplate le tradizioni della marxiana critica dell’economia politica, quella del pensiero della differenza di genere, il pensiero ecologico e la psicoanalisi lacaniana.

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Roberto Finelli: Manifesto utopico per Una Scuola-Università del Conoscere/Riconoscere

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Manifesto utopico per Una Scuola-Università del Conoscere/Riconoscere

di Roberto Finelli 

page 1 thumb large1. Innalzamento dell’obbligo scolastico al 18° anno di età. Unificazione delle varie tipologie della scuola secondaria superiore in un unico Liceo che contempli conoscenze generalizzate per tutti di materie storico-letterarie (tra cui Greco e Latino), materie scientifiche, logico informatiche, linguistiche (due lingue straniere), con la forte presenza di attività teatrali, grafiche, musicali e sportive.

L’aumento e la diversificazione del numero delle materie e delle molteplici attività scolastiche sarà consentito da una scuola a tempo pieno, aperta mattino, pomeriggio, sera, tale da divenire il luogo permanente di una attività non solo di istruzione ma di socializzazione e di incontro (senza ovviamente trascurare tempi e spazi dello studio individuale quale momento indispensabile del processo formativo).

Con l’innalzamento dell’obbligo scolastico all’età di 18 anni si provvederà alla riorganizzazione/eliminazione della scuola media inferiore, vero buco nero dell’attuale scuola italiana, da cui gli studenti escono ormai senza la padronanza delle strutture logico- grammaticali-sintattiche più elementari e senza una sufficientemente modesta capacità di scrittura, presupposti indispensabili per un proseguimento non impedito e fecondo della formazione scolastica successiva.

 

2. Istituzione di un anno sabbatico generalizzato, e pagato con stipendio pieno, per tutti i docenti di scuola materna, primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore da trascorrere ogni 7 anni di insegnamento presso Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri.

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Giovanni Dursi: Autonomia differenziata. La revisione dell’ordinamento statale

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Autonomia differenziata. La revisione dell’ordinamento statale

di Giovanni Dursi

Roma sede regione Lazio foto Esposito 1920x991Il 2 Febbraio 2023 il Consiglio dei Ministri, su iniziativa del Ministro per gli Affari regionali e Autonomie Roberto Calderoli, atta a provocare l’inizio di un inerente procedimento attuativo, ha approvato il Disegno di Legge che codifica l’assetto della cosiddetta “autonomia differenziata”. Il DdL citato si situa nel solco interpretativo dell’art. 116, comma 3, della Costituzione della Repubblica italiana [1], che consente alle Regioni a statuto ordinario interessate di stipulare, sulle ‘materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 [2] e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), intese con lo Stato per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni di autonomia’.

Questo è il primo di tre interventi che Mentinfuga proporrà, il primo dei quali rappresenta una ricognizione storico-politica a) sulle sollecitazioni che l’ordinamento statale repubblicano ha recepito e subito nel recente passato (fine Novecento) e che oggi (terza decade del XXI secolo) sta registrando e b) sugli esiti, ancora del tutto controversi, che s’intravedono con riguardo alla cosiddetta “autonomia differenziata”.

Seguiranno un articolo di disamina tecnico-giuridica e politica dell’orientamento che l’attuale compagine governativa intende dare all’attuazione della cosiddetta “autonomia differenziata” ed un testo di valutazione finale con particolare riguardo al profilo che risulterebbe significativamente modificato – qualsiasi sia la mediazione raggiungibile tra le subculture politiche che hanno partecipato, tutt’ora confrontandosi, alla revisione del dettato costituzionale in merito – di “cittadinanza”, il cui rango odierno pare soggiacere più ad una logica gerarchica d’assoggettamento dei diversi territori (rif. tipico alla questione del “residuo fiscale” [3] che corrispondere al godimento di diritti in modalità universalistica esprimendo un correlato e consolidato vincolo d’appartenenza allo Stato italiano.

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Hervé Baron: Il conflitto in Ucraina, il ruolo degli USA e le categorie marxiste dell’imperialismo

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Il conflitto in Ucraina, il ruolo degli USA e le categorie marxiste dell’imperialismo

di Hervé Baron*

Palermo, Giulio (2022): Il conflitto russo-ucraino. L’imperialismo USA alla conquista dell’Europa, L.A.D. EDIZIONI, Roma, pp. 120, € 13, ISBN: 9791280401151

720x410c50mtrsÈ una verità universalmente riconosciuta, soprattutto dopo il triennio 1989-91, che la Storia sia finita e che le categorie del marxismo siano state, una volta e per sempre, screditate.

Ebbene, si tratta di una falsa verità, come ben dimostra il libro di Giulio Palermo (d’ora innanzi: l’autore) intitolato: Il conflitto russo-ucraino. L’imperialismo USA alla conquista dell’Europa, e completamente costruito sulla “classica” categoria marxista[1] di imperialismo.

Voglio subito aggiungere che, nella maturazione del mio punto di vista, ho potuto beneficiare, oltre che della lettura del testo, anche di un confronto con l’autore in persona.

Tuttavia, prima di entrare nel merito del testo, vi sono alcune questioni che vanno sviscerate. Innanzitutto, dato che, come ripeteva Althusser, non esistono letture innocenti, voglio dichiarare subito di quale lettura lo scrivente è colpevole: di una lettura anarco-socialista[2].

In secondo luogo, mi preme fare una premessa metodologica. In effetti, come forse anche i lettori si saranno resi conto, stiamo vivendo strani tempi, tempi in cui il dibattito tende ad essere appiattito su prese di posizione che presentano, sempre più, due caratteristiche:

  1. In primo luogo si tratta di prese di posizione moralistiche, del tipo: noi (che facciamo parte della maggioranza o del mainstream) siamo i “buoni”, gli altri (che fanno parte della minoranza) sono i “cattivi”;
  2. In secondo luogo si tende, sempre più, all’unilateralità, tra l’altro usando modalità che anche l’autore rileva all’interno del suo libro. Tanto che nel terzo capitolo, per esempio, apprendiamo che:

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Francesco Piccioni: Londra, la Wagner, il “terrorismo”…

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Londra, la Wagner, il “terrorismo”…

di Francesco Piccioni

Un impero sull’orlo di una crisi di nervi si vede da come diventa illogico, autocentrato, incapace di produrre una “narrazione” che sia condivisibile – sia pure con molto sforzo – dal resto del mondo.

Gli esempi sono innumerevoli, come i nostri lettori sanno. Ma ieri qualcuno è riuscito è riuscito a superare i livelli di stupidità fin qui in auge ai piani alti dell’imperialismo euro-atlantico.

Come sottolineano enfaticamente tutti i giornali stamattina, “La Gran Bretagna pronta a classificare la Wagner ‘organizzazione terroristica’”. Il lettore distratto incamera l’informazione senza pensarci su, e prosegue…

Ragioniamoci, invece. Ma prima di tutto sgombriamo il campo dalle possibili sciocchezze in stile social. Una società privata che arruola mercenari è ovviamente una fogna dell’umanità, e la sua sola esistenza è una minaccia per “tutti gli uomini di buona volontà”. Vale per la Wagner di Progozhin (l’unica russa) come per le decine di altre attive per conto di Usa, Israele, Canada, la stessa Gran Bretagna.

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Carlo Formenti: “Elogio dei socialismi imperfetti”

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“Elogio dei socialismi imperfetti”

di Carlo Formenti

Alcuni stralci della Nota conclusiva alla Prima parte del Secondo volume (“Elogio dei socialismi imperfetti”) di “Guerra e Rivoluzione” di Carlo Formenti (Casa Editrice Meltemi)

Fra qualche giorno sarà in libreria il Secondo Volume di “Guerra e rivoluzione” (del Primo Volume, intitolato “Le macerie dell’Impero”, ho dato alcune anticipazioni su questa pagina un paio di mesi fa, poco prima che uscisse). Il tema di fondo di questa seconda parte del lavoro è il socialismo: in che misura i Paesi che oggi si definiscono socialisti meritano di essere definiti tali, qual è il contributo che le loro esperienze possono dare alla rinascita del marxismo occidentale e alla ripresa di un progetto di trasformazione socialista nei nostri Paesi? Qui di seguito anticipo alcuni stralci dalla Nota conclusiva alla Prima Parte, dedicata alla Rivoluzione cinese e alle rivoluzioni latinoamericane (Carlo Formenti).

* * * *

Conclusioni alla Prima Parte del Secondo Volume

I tre capitoli di questa Parte contengono quella che considero la tesi più importante del libro: contro i “puristi” che sostengono che oggi nel mondo non esiste alcun Paese socialista, ma solo differenti forme di capitalismo in competizione reciproca, io sostengo che nel mondo i socialismi esistono, anche se “imperfetti”.

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Antonio Castronovi: Occidente e nazifascismo: una verità indicibile

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Occidente e nazifascismo: una verità indicibile

di Antonio Castronovi

Diciamoci una verità indicibile: il nazifascismo è una creatura velenosa partorita nel grembo stesso dell’Occidente con l’assistenza premurosa della sua più perfida rappresentante, la grande potenza coloniale inglese. Il suo obiettivo era distruggere la nascente esperienza socialista sovietica e sconfiggere le velleità rivoluzionarie di paesi come l’Italia e la Germania in presenza di forti movimenti di ispirazione socialista.

Non è un mistero il sostegno finanziario ricevuto da Hitler dalle banche anglosassoni e le simpatie interessate degli inglesi e di Churchill alla nascita e all’ affermazione del fascismo in Italia, ampiamente documentato dalle ricerche storiche di Giovanni Fasanella.

Questo sostegno non si fermò nemmeno dopo il delitto Matteotti e dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dell’esercito nazista, occupazione facilitata e favorita dal famigerato Patto di Monaco patrocinato da Inghilterra e Francia e con la partecipazione della Germania e dell’Italia fascista, che legittimò le rivendicazioni tedesche nei Sudeti.

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Girolamo De Michele: Il fisico sovversivo e il mercante di armi

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Il fisico sovversivo e il mercante di armi

di Girolamo De Michele

“Mi ha fatto male, certo, come può succedere tutte le volte che le persone parlano senza conoscere. Io non parlerei mai di fisica e lui non può parlare di cose di cui non sa nulla. Purtroppo ha voluto personalizzare, facendo una cosa violenta e ad personam e abusando del mezzo pubblico”: così il ministro Guido Crosetto, chiamato in causa da Carlo Rovelli il Primo Maggio (senza chiedere permesso, come usavano una volta i sovversivi).

Messaggio ai giovani: https://youtu.be/jS2wU8tB5ls

Per la verità, Rovelli ha detto qualcosa di così banale, che l’aveva detto lo stesso Crosetto: che sarebbe inopportuno un ministro della Difesa che lavora per Leonardo (per la precisione: presiedeva la Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza di Confindustria, e Orizzonte Sistemi Navali, società specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e di gestione integrata dei sistemi d’arma controllata al 51% da Fincantieri e al 49% da Leonardo). Dalle presidenze Crosetto si è dimesso: non dall’inopportunità.

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Fabrizio Poggi: 9 maggio, a Kiev e Varsavia si erige il monumento alla stupidità euro-liberale

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9 maggio, a Kiev e Varsavia si erige il monumento alla stupidità euro-liberale

di Fabrizio Poggi

La sbandierata controffensiva ucraina, se pure lancia segnali di esistenza in vita, sotto forma di attentati, sabotaggi, lanci di droni dagli effetti più o meno efficaci, nel suo insieme, per come viene presentata sin dallo scorso novembre dai media europeisti più guerrafondai, come qualcosa di massiccio attacco concentrico di “milioni” di uomini e mezzi, continua tuttavia a esser rinviata. Se finora doveva essere la primavera a sancire l’attacco “fine di Russia”, con l’europeista «sconfitta strategica» di Mosca espressa nelle “democratiche” farneticazioni del capo dell’Intelligence militare golpista, Kirill Budanov, secondo cui la sua banda ha assassinato e assassinerà russi in ogni angolo del pianeta, ecco che ora lo stesso capintesta della junta nazi-golpista, Vladimir Zelenskij, annuncia l’offensiva per la prossima estate, mentre il suo Ministro della guerra, Aleksej Reznikov, dichiara che, nel mondo, l’attesa per la controffensiva ucraina è sopravvalutata.

Nell’attesa, alla vigilia della ricorrenza considerata sacra dai russi, la Festa della Vittoria – che Zelenskij intende abolire, a favore di una fanto-liberale festa dell’Europa – il 9 Maggio, nell’anniversario della firma della capitolazione nazista, le sirene d’allarme aereo sono risuonate in gran parte delle regioni ucraine, attaccate da razzi e artiglierie russe, che non danno segno della carenza di scorte a ovest declamata.

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