Per favorire l’implementazione del pericolosissimo 5G, la bozza del decreto legge Telecomunicazioni prevede di stralciare una delle norme più cautelative d’Europa in tema di inquinamento elettromagnetico, innalzando i limiti soglia di circa 50 volte, spingendoli cioè dall’attuale media dei 6 /m fino a 30 V/m, il tutto deciso in maniera arbitraria, antiscientifica e soprattutto di alcun buon senso, affidandosi a controversi pareri sconfessati anche dalla giurisprudenza italiana per conflitti d’interessi e legami con l’industria da parte dei loro stessi fautori.
Essendo le radiofrequenze onde non ionizzanti degli agenti possibili cancerogeni, si tratta quindi di un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio a cui nessuno potrà sottrarsi, costretti a vivere in un fondo elettromagnetico già alterato di un miliardo di miliardi di volte, circondati da migliaia stazioni radio base e antenne telefoniche, nonostante si sappia perfettamente che:
- i limiti indicati dalla Commissione Europea sono indicati come valori da non superare e non certo da raggiungere;
- I limiti si basano essenzialmente sui soli effetti biologici termici acuti e non sugli effetti biologici e ambientali cronici e fortemente emergenti, dovuti alle esposizioni;
- esistono numerose evidenze scientifiche disponibili in letteratura biomedica sui danni e pericoli per la salute di cittadini, nonché sui rischi ambientali per la preservazione della biodiversità.
Siamo quindi ad un punto di non ritorno: la proposta di innalzare l’elettrosmog arriva dal Ministro delle imprese e del made in Italy di concerto con il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e con il Ministro della salute. L’iter del decreto legge Telecomunicazioni ha tempi brevi, dalla delibera del Consiglio dei Ministri (con emanazione del Presidente della Repubblica alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) fino alla conversione in legge dal Parlamento.
Per chiedere al Governo Meloni e ai parlamentari più sensibili di non alzare l’elettrosmog, puntando alla minimizzazione del rischio sanitario e ambientale, Alleanza Italiana Stop5G invita a scrivere una email di dissenso. Chiediamo:
- il mantenimento dei valori di attenzione cautelativi per i valori di campo elettrico di 6 V/m;
- la revisione dell’art. 14 di cui al Decreto Sviluppo 18 Ottobre 2012 n. 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” affinché la misurazione delle emissioni elettromagnetiche passi dall’attuale media di 24 ore a quella di picco nei 6 minuti.
Di seguito alcuni indirizzi email a cui scrivere:
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