Assemblea Militante – 01/06/2023
KOSOVO E GUERRA ALLA RUSSIA:
STESSI OBIETTIVI STESSA STRATEGIA
L’Italia è nel Kosovo per garantire, insieme alla Nato, la balcanizzazione dell’area (iniziata nel 1998/1999 con la guerra in Jugoslavia); la repressione della popolazione serba e le pressioni contro Belgrado (rea di non aver avallato le sanzioni contro la Russia). Un’area quella compresa tra le città di Zvecan; Zubin, Potok; Leposavic e Mitrovica Nord a maggioranza serba dove, lo scorso 23 aprile, alle elezioni amministrative (boicottate dalla popolazione locale) si è astenuto il 96% degli aventi diritto. Dato ovviamente taciuto dai nostri Media.
L’esercito italiano non opera nel Kosovo per garantire la pace, come ci vorrebbero far credere, ma per fomentare divisioni e, come nel Donbass, ed operare per una vera e propria offensiva etnica ai danni della popolazione serba; non colombe di pace ma mastini di guerra.
Questo il vero “made in Italy” che lo Stato italiano ha esportato nel mondo: dalla Jugoslavia all’Iraq; dalla Libia all’Afghanistan. E negli ultimi 20 anni sia in termini di uomini, mezzi, finanziamenti e direzioni di comando questo “impegno” si è moltiplicato con il consenso bipartisan di tutte le forze politiche.
Se con la leva obbligatoria, ieri, potevamo parlare di “proletari in divisa” allo sbaraglio, oggi l’esercito professionale garantisce una maggiore garanzia di controllo su forze che devono abbracciare le armi contro donne e bambini come accaduto a Nassirya in Afghanistan o agli abitanti vessati di Zvecan.
Altro che “peace keeping”; “peace making” e “peace building” semplicemente “war enforcement” non già armate brancaleoni al carro dell’imperialismo Usa ma lucidi carnefici e difensori dei propri “interessi nazionali” nel mondo. Operazioni figlie delle logiche predatorie del neo-liberismo? Niente affatto, la prima operazione militare italiana risale, in Somalia, al 1950 e si conclude, negli anni ‘60, con il suo “miracolo economico”; da allora più di 120 “missioni di pace”… di cui tante ancora in corso. Ovviamente soprattutto nei Balcani (il nostro cortile di casa), ma anche nell’Africa Subsahariana, in Medio Oriente, nel Nord Africa e perfino nell’Indo-pacifico in funzione anticinese. Senza contare la partecipazione sempre maggiore nelle operazioni di accerchiamento della Russia ad est. La Guerra che l’Italia sta combattendo in prima persona sotto le bandiere NATO in Ucraina contro la Russia ha gli stessi intenti ed obiettivi.
Ed allora se solo tanti “antagonisti” e tanti “internazionalisti” spendessero un po’ meno tempo a fare i “tamponi molecolari” ai gerarchi russi o ai mandarini cinesi e un po’ più di energia a denunciare, con rabbia, che il “nemico è in casa nostra” inizieremmo veramente a fare un piccolo passo in avanti verso quel “fronte umano” contro l’imperialismo che noi tutti auspichiamo.
Stop all’invio di armi in Ucraina!
Stop alla Guerra alla Russia ed alle sanzioni!
Immediato ritiro di tutte le missioni militari italiane all’estero!
Assemblea Militante
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