[Sinistrainrete] Alfonso Gianni: Realismo utopico: un ossimoro per ricostruire la sinistra

Rassegna del 20/06/2023

 

 

Alfonso Gianni: Realismo utopico: un ossimoro per ricostruire la sinistra

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Realismo utopico: un ossimoro per ricostruire la sinistra

di Alfonso Gianni

9788869440588 0 536 0 75Eppur si muove! Il Dragone cinese che pareva sornionamente adagiato in disparte in attesa degli andamenti della guerra russo-ucraina, ha affondato una zampata che ha messo in agitazione il quadro politico internazionale. Il tutto a poche settimane di distanza dal Summit del G7 che si terrà ad Hiroshima il 19 maggio e che, secondo i bene informati1, si dispone a redigere un documento assai severo contro le mire di Pechino su Taiwan. Da qui anche l’importanza che viene attribuita alla missione navale italiana negli Stretti di Taiwan, chiesta dagli Usa e che il governo Meloni si sta preparando ad esaudire. “Washington chiama, Roma risponde”, scrive compiaciuto un organo online delle nostre forze armate e di polizia.2 Al contempo la scelta della sede del prossimo G7 è emblematica e testimonia quanto il pericolo di una precipitazione nucleare del conflitto in corso in Europa aleggi sopra la testa dei grandi della terra, anche se i loro atti si muovono esattamente nella direzione opposta ad evitarlo.

La mossa cinese è consistita in una telefonata definita “lunga e significativa” fra Xi Jimping e Volodymir Zelensky. L’evento era atteso e promesso. Tuttavia non ha mancato di originare reazioni irritate e sollevare diversi interrogativi. La tesi secondo la quale si sia trattato di una semplice conversazione telefonica che non si nega a nessuno non regge al più superficiale esame delle circostanze. Come è del tutto inconsistente l’interpretazione che si tratterebbe di un gesto riparatore di Pechino, dopo lo scivolone di Lu Shaye, ambasciatore cinese in Francia, il quale si sarebbe lasciato andare, durante un’intervista alla televisione francese Lci verso la fine di aprile, a dichiarazioni effettivamente imbarazzanti come sostenere che “i Paesi dell’ex Unione Sovietica non hanno uno status effettivo ai sensi del diritto internazionale, perché non esiste un accordo internazionale per concretizzare il loro status di Paese sovrano”.3

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Rossana De Simone: Diario della crisi | Industria bellica S.p.A.: come fabbricare la guerra infinita

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Diario della crisi | Industria bellica S.p.A.: come fabbricare la guerra infinita

di Rossana De Simone

Prima parte

capa normandiaLa prima parte dell’articolo di Rossana De Simone e entra «nel laboratorio segreto della produzione» degli armamenti. Corroborando l’analisi con dati presi dai più importanti report governativi, l’articolo spiega come è proprio il settore delle armi, nello stretto intreccio tra aziende della difesa e sicurezza e Stati, uno dei pezzi più importanti che sta trainando il tentativo di ricostruire una base industriale, soprattutto negli Stati Uniti, e come questo aspetto influenzi direttamente lo svolgersi della guerra in Ucraina.

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Il 16 agosto 2021, parlando dalla Casa Bianca, il presidente americano Joe Biden si è rivolto al mondo per spiegare il collasso in Afghanistan e la fuga degli americani: «Non rimpiango il ritiro. L’Afghanistan non è negli interessi USA».1

Con il suo discorso Biden ha voluto riaffermare che era necessario voltare pagina e pensare alle nuove minacce, a Cina e Russia. Dopo vent’anni di guerra globale, serviti per prendere in mano le redini dell’ordine mondiale e per sostituire l’islam radicale al comunismo come minaccia alla pace mondiale, negli Stati Uniti e nel mondo si è cominciato a discutere delle numerose operazioni militari, che hanno distrutto un paese dopo l’altro, e del declino dell’occidente nell’egemonia globale.

Dei 21mila miliardi di dollari2 di spese militari effettuate dal 2001 al 2022, che hanno portato alla militarizzazione della politica interna (in nome della sicurezza), 16mila miliardi sono andati alle forze militari (compresi 7200 miliardi per le società private di sicurezza), 3mila miliardi ai programmi per i veterani, 949 miliardi alla sicurezza interna e 732 miliardi alle forze dell’ordine federali.

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Venceslav Soroczynski: Andrea Zhok, “Oltre destra e sinistra”, Il Cerchio, 2023

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Andrea Zhok, “Oltre destra e sinistra”, Il Cerchio, 2023

recensione di Venceslav Soroczynski

Si sa che ci sono essenzialmente due modi di votare: con i figli e senza. Quando si è genitori, si maneggia la scheda elettorale con delicatezza, si entra in cabina come nelle chiese di altre e misteriose religioni, si leggono i nomi con ponderatezza e si traccia il segno col cuore in gola. Il voto espresso dopo che si è commessa l’imprudenza di affidare un figlio alla realtà sembra avere un maggiore peso nella Storia dell’umanità. Ecco perché, in quei momenti, non ci viene neppure in aiuto la fulminante e insostenibile, idea di Flaiano che, se non si è di sinistra a vent’anni e di destra a cinquanta, non si è capito niente della vita. Essa appare una battuta, buona per gli anni Settanta ma, ormai, inadeguata. Oggi, piuttosto, si è, ma solo per istinto, di sinistra a cinquant’anni e di destra a ottanta, visto che, a venti, sappiamo come pubblicare un video su TikTok e, a cinquanta, qualcuno è ancora impegnato in un tirocinio gratuito.

L’aforisma di Flaiano ha, però, ancora un senso e chiarissimo: quando si è giovani, si vota per rivoluzionare; quando si è anziani, per conservare. Talvolta, l’impulso permane e si continua a credere che la sinistra sia progressista e la destra moderata.

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Fabrizio Marchi: La scuola di classe in versione post-moderna

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La scuola di classe in versione post-moderna

di Fabrizio Marchi

Come ho già avuto modo di dire in precedenti articoli la scuola italiana è tuttora una scuola di classe. Sono però in buona parte cambiate le condizioni e le modalità di questa selezione (di classe). Vediamo di capirci qualcosa.

Da tempo infatti, diciamo da almeno tre decenni, la scuola è diventata un sostanziale parcheggio per masse di giovani che verranno poi abbandonate al loro destino una volta entrate nel “mercato del lavoro” – ridotto ad una sorta di hobbesiano “homo homini lupus”, di giungla dove i lavoratori e le lavoratrici si azzannano fra loro in una competizione diseguale camuffata da “libero mercato” – in base alle competenze acquisite e ovviamente (e soprattutto) alla loro condizione sociale.

Fino ad una quarantina di anni fa, la scuola operava una forte selezione – sempre rigidamente di classe – a partire dalle elementari. La selezione avveniva all’inizio del percorso, gli studenti giudicati “inabili” venivano espulsi dal sistema scolastico fin dalla scuola primaria (elementari e medie inferiori). Emblematiche in tal senso erano le famose “classi differenziali” dove venivano concentrati i ragazzi che avevano problemi di vario genere, sociali, psicologici, familiari, relazionali e quant’altro.

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Massimo Mazzucco: Un presidente dietro le sbarre?

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Un presidente dietro le sbarre?

di Massimo Mazzucco

La situazione del caso Trump si sta evolvendo in modo fortemente grottesco.

Due mesi fa c’era stata l’incriminazione per la faccenda di Stormy Daniels. Ma quella, come avevamo detto, era stata solo una timida mossa di apertura da parte dei democratici. Le accuse, nel caso della Daniels, sono fragili a dir poco, e l’intero impianto accusatorio rischia addirittura di crollare prima che si arrivi al processo vero e proprio.

Il caso di questi giorni invece è molto più grave: si tratta infatti della prima incriminazione di un’ex-presidente per un reato federale. L’aver conservato in casa propria documenti secretati, che avrebbero dovuto invece restare nelle mani del governo. Lo si può quindi accusare di aver messo a rischio la sicurezza nazionale. Questo, unito al fatto di aver negato di possedere quei documenti quando il gran giurì gli aveva chiesto di consegnarli, trasforma le azioni di Trump in una palese e innegabile “ostruzione di giustizia”.

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comidad: Draghi e l’effimera verità della merce

comidad

Draghi e l’effimera verità della merce

di comidad

Sono state prospettate molte nuove carriere per Mario Draghi, prima al vertice della NATO, poi alla guida della Banca Mondiale, la sorella (molto minore) del Fondo Monetario Internazionale; ma nessuna di queste promesse è andata in porto. In compenso si continua a riempirlo di premi, tanto che a Draghi sta forse venendo il sospetto che lo prendano per i fondelli. Il ridicolo rischia di debordare, poiché in certe occasioni si è costretti a pronunciare “storici discorsi”. Si sono sprecati i sarcasmi a proposito delle doti da ideologo messe in mostra da Mario Draghi all’atto di riscuotere quell’ennesimo premio negli USA; e non poteva essere altrimenti, vista la goffaggine con la quale il banchiere ha interpretato la parte. In particolare, in parecchi hanno notato che Draghi ha commesso il tipico errore retorico di chi, per rafforzare le proprie affermazioni, finisce per ammettere la propria debolezza. Dichiarare che gli USA e l’UE non hanno altra alternativa che appoggiare l’Ucraina sino alla vittoria, poiché persino un “pareggio” ringalluzzirebbe gli “autocrati”, vuol dire attribuire a questa guerra un carattere “esistenziale” per il Sacro Occidente; altro che “guerra esistenziale” per la Russia.

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Accattone il Censore: Caimani di fata: la scomparsa di Berlusconi

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Caimani di fata: la scomparsa di Berlusconi

di Accattone il Censore

L’uomo che ha inventato la tv commerciale in Italia non è riuscito a mandare la sua morte in pubblicità. Forse perché non c’era già più Costanzo a lanciare i consigli per gli acquisti.

Il clown felliniano delle declinanti stagioni ha fatto l’ultimo capitombolo della sua vita.

Nei commenti del poi, tutto si trasfigura e qualcuno lo innalza addirittura al ruolo di statista. Ma i rialzi che pare portasse nelle scarpe non possono fare tanto.

Ci lascia da uomo di spettacolo, con un giallo che non avrà soluzione come ogni giallo italiano che si rispetti. Chiunque abbia visto quel suo ultimo video di 21 catatonici minuti, palesemente manipolato, ha avuto più di un sospetto: quando è morto Silvio Berlusconi? Dopo l’uscita dal San Raffaele sono apparsi comunicati, ma non si è più vista una fotografia… Simbolico contrappasso per un uomo che ha fatto della propria immagine un culto da vendere a un popolo in cerca di un Messia finalmente mondano e vincente sui campi di calcio.

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Fabio Troncarelli: Il sorriso del caimano

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Il sorriso del caimano

di Fabio Troncarelli

Fabio Troncarelli si aggira (con l’aiuto di Barthes) fra bambini morti in culla (con il vaccino dei roghi contro le streghe), berlus-cloni, la semiosi e l’ossessionante parola «simpatico»

FabioT berluskBiani2Per la mia generazione Roland Barthes è stato un punto di riferimento. Ho sempre trovato illuminante il suo metodo: occuparsi di un dettaglio della realtà apparentemente insignificante, che invece è rivelatore, svelando quello che sfugge a un osservatore superficiale. Mi è ritornato in mente quest’uomo mite e triste, che ho avuto il privilegio di conoscere, mentre mi sentivo confuso e frastornato dall’orgia, dal delirio mediatico che si è scatenato intorno alla salma di Berlusconi, prima, durante e dopo i suoi agghiaccianti funerali di Stato.

Cercando di riprendermi dall’overdose di ipocrisia e di isteria che mi ha schiacciato, all’improvviso mi si è fissata in testa una parola, che sembrava il ritornello stupido di una canzonaccia che non riesci a dimenticare, anche se non ti ricordi neppure che cosa voleva dire. Mi ronzava nelle orecchie, come un’ossessione «simpatico… simpatico… simpatico…”» come se mi si fosse appiccicata a partire dai miasmi che mi avevano asfissiato per giorni e giorni.

Per me simpatico è un volto gentile che ci sorride e ci riempie di nostalgia. Ma non era questo il ricordo del viso del defunto.

L’altra mattina, dopo un caffè doppio, mi sono messo al computer e ho fatto una ricerca, digitando la parola-chiave “simpatico” insieme, ovviamente, a “Berlusconi”. Non l’avessi mai fatto! Sono stato sommerso da un diluvio di occorrenze, di citazioni, di frasi memorabili che mi hanno veramente mandato per storto il caffè e la digestione. Vi trascrivo qualche piccolo esempio, pochi per carità, per non annoiarvi.

«La sua simpatia e il suo sorriso sornione sono stati alcuni degli emblemi della Milano da bere degli anni Ottanta. In tanti, all’estero, hanno identificato l’italiano medio con il suo volto. Furbo, simpatico, capace di rimanere sempre in equilibrio»: Paolo Oggioni, “Proiezioni di Borsa”, 12 giugno 2023.

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Gavino Piga: Robot, prega per me. Postumanesimo, IA e derive tecnologiche

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Robot, prega per me. Postumanesimo, IA e derive tecnologiche

di Gavino Piga

IA 1Il primo servizio di culto officiato da una IA, durante il congresso annuale dei luterani tedeschi, non fa che portare alla ribalta mediatica un fiorente filone teologico finora noto prevalentemente agli specialisti. Il calderone della tecno-teologia è piuttosto vivace e variegato, oltre che inquietante, e dal mondo protestante – il cui ruolo è ormai stabilmente quello di tradurre in teologia i dogmi del neoliberismo materialista e consumista – minaccia di entrare nel sempre meno fortificato territorio cattolico

«L’intelligenza artificiale manterrà la produttività in Germania» ha ribadito recentemente la sociologa Jutta Allmendinger. Parole che hanno un loro peso, nel vasto coro del globalismo europeo, vista quantomeno la posizione della studiosa, che vanta un curriculum di studi prestigioso fra Germania e USA, ma soprattutto una carriera snodatasi fra importanti istituzioni scientifiche, dal Max Planck Institute for Human Development di Berlino al WZB Berlin Social Science Center, passando per la Harvard Business School, l’Institute of Employment Research presso l’Agenzia federale per l’impiego di Norimberga e l’Associazione Sociologica Tedesca. Più ancora, però, è interessante il palco da cui la Allmendinger – a fianco del segretario di Stato parlamentare presso il Ministero federale delle Finanze, Katja Hessel – ha riproposto il ritornello: quello del Congresso della Chiesa Evangelica Tedesca tenuto nei giorni scorsi a Fuerth. Un appuntamento ancora in grado di attrarre una certa partecipazione e termometro piuttosto indicativo degli umori dell’opinione pubblica protestante. Quest’anno il meeting si è svolto all’insegna di parole d’ordine incoraggianti: dal motto Jetzt ist die Zeit (“Ora è il momento!”) a quel Kein Grund zur Sorge! (letteralmente: “Non c’è bisogno di preoccuparsi!”) con cui la rivista luterana Chrismon riassume il panel su IA e lavoro.

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Andrea Fumagalli: L’inflazione. Falsi miti e conflitto distributivo

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L’inflazione. Falsi miti e conflitto distributivo

recensione di Andrea Fumagalli

Inflazione 3Dopo un lungo sonno, dovuto a decenni di stagnazione economica, a dinamiche assai contenute della domanda aggregata e a periodi di stringente moderazione salariale, l’inflazione ha rialzato la testa negli ultimi due anni e la sua analisi è ritornata al centro del dibattito economico-politico. Ne fa fede anche il recente libro collettaneo “L’inflazione. Falsi miti e conflitto distributivo” con interventi di Giacomo Cucignatto, Lorenzo Esposito, Demostenes Floros, Matteo Gaddi, Nadia Garbellini, Roberto Lampa, Gianmarco Oro, Stan De Spiegelaere, introduzione di Joseph Halevi, pubblicato dalle Edizioni Punto Rosso (2023, pp. 202, Euro 18)

Si tratta di un libro importante, se non altro perché ha il merito di fare chiarezza sul tema, con lo scopo di individuare quelle che sono oggi le cause dell’aumento dei prezzi, fuoriuscendo dalla retorica mainstream, secondo la quale l’inflazione è causata o da un eccesso di moneta o da un insopportabile aumento dei salari.

Il primo capitolo del libro, redatto da Roberto Lampa e Gianmarco Oro (“Una rilettura critica della teoria quantitativa della moneta”), discute della validità oggi della teoria quantitativa della moneta, che sta alla base della credenza (in quanto non suffragata da dati empirici, se non tramite un’illusione ottica[1]) che sia l’aumento della quantità di moneta a essere la causa principale dell’inflazione. Un aumento dell’offerta di moneta (politica monetaria espansiva o, come si dice oggi, quantitative easing) avrebbe lo scopo di sostenere la domanda aggregata e creare occupazione ma invece, essendo il libero mercato in grado di raggiungere un equilibrio ottimale senza alcun intervento discrezionale di supporto, si traduce solo in un aumento dei prezzi.

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Pierluigi Fagan: Autunni e primavere

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Autunni e primavere

di Pierluigi Fagan

Queste stagionalità sono usate, in varie culture, come metafore dei cicli vitali. Negli autunni la vita appassisce e si prepara al letargo, si riduce; nelle primavere rinasce, fiorisce. Vi sono primavere ed autunni della vita personale, della vita naturale, della vita sociale e del corso storico, della vita del pensiero.

La teoria di Darwin è conosciuta come teoria dell’evoluzione, ma Darwin non usò mai il termine “evoluzione” nella prima edizione dell’Origine (1859), come Marx non usò quasi mai il termine “capitalismo”. In entrambi i casi, interpreti successivi hanno coniato i concetti appiccicati poi come etichette alla loro teoria generale. Dobbiamo dedurre che questi pensatori non avessero capacità concettuale di sintesi o dobbiamo ipotizzare che le sintesi in seguito apposte fossero pertinenti e precise solo fino ad un certo punto?

Quanto a Darwin si tratta sicuramente del secondo caso. In realtà, Darwin voleva solo rispondere ad una domanda ben precisa: da dove provengono le nuove specie? Del resto, questo intento è ciò che fa il titolo della sua opera principale.

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Renata Puleo: Luddismo riflessivo e scuola 4.0

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Luddismo riflessivo e scuola 4.0

di Renata Puleo

Cos’è un laboratorio in ambito pedagogico-didattico? Quali sono i suoi soggetti e i suoi oggetti? Cosa suggeriscono il pensiero e le esperienze di Maria Montessori ed Emma Castelnuovo? In questo articolo Renata Puleo parte da quelle domande per proteggere un barlume di pensiero critico nell’alluvione digitale che sta investendo l’apprendimento, allargando le strade del dominio del lavoro, con il Pnrr-Scuola 4.0

Cos’è un laboratorio? La domanda risulta legittima alla luce di due considerazioni. La prima concerne gli usi linguistici in ambito educativo e scolastico di molti vocaboli con statuto concettuale a equilibrio instabile, con accezioni attinenti a diversi contesti e retroterra culturali, storici, di ricerca. La seconda riguarda l’evasione di alcuni concetti verso una sorta di gergo digitale della scuola. Scuola che, da oltre vent’anni, subisce l’ispirazione valoriale-pedagogica e strumentale-didattica del modello socioeconomico neoliberista (in Italia sia di matrice angloamericana, sia ordoliberista). I due aspetti celano e svelano il cambiamento profondo, le derive istituzionali dell’impianto della scuola pubblica (istituzione atta ad assolvere le funzioni di organo costituzionale secondo gli artt, 33, 34 della Carta), che oggi percolano dal Piano del PNRR, Missione 4.01.

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Thierry Meyssan: Il crollo di Kiev

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Il crollo di Kiev

di Thierry Meyssan

Le armi hanno deciso. È il momento della verità. La controffensiva ucraina è penosamente fallita. I grandi quantitativi di armi forniti dalla Nato non sono serviti a nulla. Il campo di battaglia è disseminato di cadaveri. Sacrificio inutile. I territori che hanno aderito alla Federazione di Russia resteranno russi. Uno “scacco matto” che segna non soltanto la fine dell’Ucraina come l’abbiamo conosciuta, ma anche della dominazione occidentale, che aveva puntato sulle sue menzogne. Il mondo multipolare potrebbe nascere in estate, in occasione dei molti vertici internazionali programmati: un modo nuovo di pensare, in cui la forza non detta il diritto

Questo articolo è stato redatto il 10 giugno, quando le uniche informazioni disponibili provenivano dalla Russia e dagli stati-maggiore alleati. L’Ucraina aveva disposto un embargo totale sulla controffensiva. Quindi avremmo dovuto aspettare prima di pubblicarne il testo. Tuttavia, considerando che, se l’Ucraina fosse riuscita a sfondare la prima linea di difesa russa, pur senza riuscire a dilagare, lo avrebbe certamente proclamato, pubblichiamo questa analisi.

In sei giorni, dal 4 al 10 giugno 2023, le forze armate ucraine hanno lanciato la controffensiva e subìto una terribile sconfitta.

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nlp: Intelligenza artificiale e guerra: ieri Iraq oggi Ucraina

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Intelligenza artificiale e guerra: ieri Iraq oggi Ucraina

di nlp

La discussione italiana sull’invio delle armi in Ucraina è tanto più surreale nel momento in cui, nel dibattito politico ufficiale e non, si parla di una guerra che non esiste più mimando una teatralità di discussione da primo novecento.

Alla fine però la realtà emerge con forza e proprio nei giorni in cui il principale partito del centrosinistra aveva persino pensato, pure riuscendo a implodere al momento della decisione, di non votare i fondi per le munizioni all’Ucraina al parlamento europeo dopo aver votato l’invio delle armi al parlamento italiano.

La realtà porta il nome di Tiburtina Valley, distretto industriale romano, e la notizia è che proprio a Roma si fabbrica, su licenza svizzera, il sistema missilistico Oerlikon Skynex destinato all’Ucraina grazie a un sistema di triangolazioni che, secondo Il Messaggero, rende possibile un tipo di “delocalizzazione che permette di esportare l’arma verso l’Ucraina in guerra senza alcun impedimento”.

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Salvatore Bravo: Il formicaio

sinistra

Il formicaio

di Salvatore Bravo

Nel maggio del 1944 Saint-Exupéry scrisse la Lettera a un ostaggio, l’ultima sua opera, forse la più intensa. In un momento storico in cui il male sembrava prevalere Saint-Exupéry racconta nella lettera del suo viaggio negli Stati Uniti per sfuggire all’invasione nazista della Francia. Sulla nave, mentre si avvia all’esilio, pensa al suo amico ebreo Léon Werth, alla possibilità che il male lo possa travolgere. Il testo ci parla ancora, vi è in essa il senso dell’eternità, in quanto al di là dell’elemento biografico e storico, pone domande di ordine metafisico senza le quali l’essere umano è mutilo della sua umanità. Siamo tutti pellegrini che si avviano verso l’esito finale, ma il pellegrinaggio consta nel pensare le contraddizioni senza le quali non vi è creatività. Dall’ordine imposto senza mediazione della coscienza critica non sorge nulla, perché la vita è negata nella sua radice prima. L’essere umano può incamminarsi nel suo viaggio esistenziale e sociale solo se si confronta con la differenza, è in questo urto e urlo dialettico che emerge il senso oggettivo. Senza tale percorso metafisico il soggetto è negato nella sua natura, diviene parte di un ordine incapace di alimentare la sua crescita e il suo processo di umanizzazione.

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