Rassegna del 26/06/2023
Federico Rucco: L’Occidente guarda ma non capisce molto su cosa è accaduto in Russia
L’Occidente guarda ma non capisce molto su cosa è accaduto in Russia
di Federico Rucco
Le reazioni occidentali agli avvenimenti in Russia rivelano un vischioso mix tra speranze e timori, tra voglia di cogliere l’opportunità e troppe incertezze per regolare i conti con la Russia. Le analisi appaiono molto più articolate negli Stati Uniti e molto superficiali nell’Unione Europea. Emerge il gap delle informazioni messe a disposizioni ai governi dalle diverse agenzie intelligence.
Negli Stati Uniti, secondo il quotidiano “Washington Post”, l’intelligence degli Usa avrebbe appreso già alla metà di giugno che Prigozhin stava preparando un’insurrezione in Russia. Per il “New York Times”, i servizi avrebbero informato la Casa Bianca, il dipartimento della Difesa e il Congresso degli Usa della rivolta del gruppo Wagner 24 ore prima del suo inizio.
Oggi il New York Times scrive che “la minaccia immediata è stata scongiurata. Ma nel processo, Putin ha perso molto della sua reputazione di assicurare la stabilità”. Il fatto che Prigozhin e le sue forze non siano stati puniti ha perforato la reputazione del signor Putin come leader deciso che non avrebbe tollerato la slealtà.
Fabrizio Poggi: Prigožin e la “Wagner”: fu vero golpe?
Prigožin e la “Wagner”: fu vero golpe?
di Fabrizio Poggi
La situazione verificatasi con la sollevazione dei caporioni della “Wagner” è intricata. Inutile e controproducente azzardare ipotesi: di regola, non ci si azzecca mai. Più prudente attenersi ai fatti. E i fatti sono ormai a conoscenza di tutti, mentre sui media liberal-atlantisti si sprecano le “interpretazioni”, tutte giocate sul tema “la fine di Putin”.
Per quanto ci riguarda, però, molto ma molto rimpiattato in un angolino della mente, risuona un qualcosa di déjà vu: per la precisione, l’agosto del 1991. Trentadue anni fa, nei tre giorni che l’acume liberale continua tutt’oggi a definire “golpe”, non venne sparato un solo colpo.
A quanto pare nemmeno il 24 giugno 2023, se si escludono gli episodi di scontri tra “wagneriani” e esercito nel periodo precedente la “sollevazione”. Sicuramente, così come nel 1991 si venne a sapere del “gioco delle parti” tra Mikhail Gorbačëv e gli otto “gekačepisti” soltanto diversi mesi dopo le giornate d’agosto, anche questa volta la realtà dei fatti farà capolino solo tra un po’ (o molto) di tempo.
Nessun fatto testimonia della verosimiglianza di una tale ipotesi; e, però, è dura da scacciare la sensazione che Evgenij Prigožin abbia reso un servizio a Vladimir Putin e il presidente, che ancora al mattino prometteva una «dura punizione» per i rivoltosi, nel pomeriggio ha consentito all’uscita indisturbata del wagneriano verso la Bielorussia.
Un po’ presto anche per definire con esattezza quali diverse cordate del capitale russo (e non solo) siano dietro agli uni e agli altri protagonisti delle attuali vicende e quali obiettivi strategici perseguano.
Gaetano Colonna: Russia: le torbide illusioni dell’Occidente
Russia: le torbide illusioni dell’Occidente
di Gaetano Colonna
Se ancora ce ne fosse bisogno, la marcia su Mosca della Gruppa Vagnera (Wagner Group, ufficialmente PMC Wagner), è stata occasione di ulteriore succosa disinformazione da parte dei media occidentali, che dovevano per forza far credere alle opinioni pubbliche dei propri Paesi che in Russia si era alla vigilia di un colpo di Stato, il cui passo successivo sarebbe stato l’esplodere della guerra civile.
Bastava invece quel poco di immagini che arrivano da Rostov sul Don per capire che la mossa di Evgenij Viktorovič Prigožin non aveva trovato la minima opposizione dei comandi militari russi, almeno quelli più direttamente in contatto col fronte del Donbass.
Questo atteggiamento dei media la dice quindi lunga su cosa l’Occidente atlantico spera come risultato strategico di questo conflitto: non certo una vittoria dell’Ucraina, quanto la disintegrazione del sistema politico ed economico nella Federazione Russa.
Pierluigi Fagan: L’inquietante azione a distanza
L’inquietante azione a distanza
O Wagner e il Crepuscolo degli dei
di Pierluigi Fagan
Quando Newton osservò precisi movimenti nella rotazione dei pianeti intorno al Sole, dedusse una legge, la legge di gravità. Questa si basava su una “forza” ovvero qualcosa che attirava i pianeti tra loro evitando partissero per la tangente come in una giostra impazzita. Pur apprezzando con grande riconoscimento l’individuazione della sua legge, molti rimasero perplessi su questa “forza” misteriosa e definirono la cosa come una “inquietante azione a distanza”. Puzzava di metafisica più che di fisica.
Un paio di secoli dopo, Einstein, spiegò la faccenda in altro modo. Le masse curvano lo spazio come una biglia di ferro farebbe su un telo teso (lo spazio, anche se la metafora è in 2d e lo spazio è in 3D, anzi in 4d ma lasciamo da parte il tempo). I pianeti ruotano intorno al Sole e per la sola energia cinetica effettivamente schizzerebbero via per la tangente, ma, essendo lo spazio curvato dalla massa del Sole, sono altresì risucchiati verso di lui. La faccenda quindi è in equilibrio, i pianeti non schizzano via, non precipitano verso il Sole e noi siamo qui a poterne parlare.
Alessandro Avvisato: Prigozhin in esilio. Il “golpe” finisce in “volemose bene”
Prigozhin in esilio. Il “golpe” finisce in “volemose bene”
di Alessandro Avvisato
Fine del golpe, o della “trattativa sindacale”, tra Prigozhin e il Cremlino. In appena dodici ore la speranza occidentale in un crollo catastrofico della Russia – o quantomeno del suo attuale gruppo dirigente – si è accesa e spenta. Ed è stato certamente uno spettacolo interessante vedere tanti “liberali” entusiasmarsi e tifare per un “bandito” – un “macellaio”, ecc. – solo perché sembrava potesse essere la loro soluzione per una situazione diventata palesemente negativa.
Poche ore prima, infatti, sia i vertici del Pentagono che lo stesso Zelenskij, avevano ammesso che la “grande controffensiva” non aveva avuto alcun successo. E praticamente la si poteva considerare archiviata, come prova provata dell’impossibilità di una “vittoria” ucraina.
La “botta di testa” di Prigozhin sembrava perciò una classica “carta di riserva”, dopo un sontuoso “contratto” per portare l’amministratore delegato della principale compagnia militare privata russa sotto le bandiere dell’Occidente.
Gianandrea Gaiani: Il golpe-show di Prigozhin si sgonfia in meno di 24 ore
Il golpe-show di Prigozhin si sgonfia in meno di 24 ore
di Gianandrea Gaiani
Alla fine la “marcia della giustizia” della compagnia militare private Wagner e la “guerra civile” scatenata da Evgeny Prigozhin si sono risolte in meno di 24 ore, senza troppi spargimenti di sangue (e con negoziati che sembrano accontentare tutti ma soprattutto Putin.
La vicenda presenta molti punti oscuri e lascia il dubbio che si sia trattato almeno in parte di una farsa o di una messa in scena anche se in Occidente si sono diffuse voci di accordi tra l’intelligence statunitense e il capo della compagnia militare privata (PMC) più famosa di Russia e molti osservatori e opinionisti hanno rapidamente trasformato il “criminale di guerra” Prigozhin e i “mercenari” della Wagner in eroi pronti a morire per la libertà e la democrazia in Russia.
Una metamorfosi durata solo poche ore fino a quando il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, che già aveva smentito le indiscrezioni circa la “fuga” di Putin da Mosca, ha reso noto i termini dell’accordo.
La colonna degli uomini della PMC Wagner che marciava su Mosca dopo aver preso il controllo, a Rostov, dell’aeroporto, del quartier generale dei servizi di sicurezza interni (FSB) e del comando militari da cui viene gestita l’Operazione Militare Speciale in Ucraina, si è fermata a 200 chilometri dalla capitale.
Uno stop avvenuto dopo una marcia di avvicinamento in cui, apparentemente e incredibilmente, non aveva incontrato resistenza né dai militari, né dai poliziotti, né dalla Guardia Nazionale né dalle truppe dei servizi di sicurezza interna (FSB) se si esclude l’attacco di un elicottero abbattuto dai contractors e la distruzione di alcuni elicotteri all’aeroporto di Rostov in contesti ancora non ben chiariti.
Andrew Korybko: Perché l’amnistia di Putin è un segnale di forza (non di debolezza)
Perché l’amnistia di Putin è un segnale di forza (non di debolezza)
di Andrew Korybko*
La sua offerta di amnistia e di esilio in Bielorussia non è stato un segno di debolezza come sostengono i media mainstream e alcuni Alt-Media, ma la prova che il leader russo aveva il pieno controllo della situazione ed era abbastanza potente da porvi fine senza lo spargimento di sangue che l’Occidente voleva.
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Il tentativo di colpo di stato di Prigozhin non ha mai avuto alcuna possibilità realistica di successo dopo che il popolo russo e la sua élite si sono stretti attorno al Presidente Putin di fronte alla sfida senza precedenti che il capo dei Wagner gli ha lanciato nel fine settimana. L’unico vincitore di un’altra “Battaglia di Mosca” sarebbero stati i nemici esistenziali del Paese, ed è per questo che il suo leader ha misericordiosamente dato agli ammutinati un’ultima possibilità di salvarsi la vita, lasciandoli andare in esilio in Bielorussia, dopo di che le accuse contro di loro sarebbero ritirate.
Enrico Tomaselli: L’inoffensiva e altri fatti
L’inoffensiva e altri fatti
di Enrico Tomaselli
Mentre sulla linea di combattimento i tentativi di avanzata ucraini si infrangono sulle difese russe, una sorprendente mossa del miliardario Prigozhin rischia di pugnalare alle spalle i militari al fronte e viene prontamente – ed unanimemente – bollata come tradimento. Intanto, anche a Mosca ferve il dibattito politico sulla guerra e ci si interroga sull’uso delle armi nucleari. L’Europa, come sempre, risulta non pervenuta.
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Tre fatti
Si è spesso osservato, anche su queste pagine, come il dibattito sulle scelte strategiche sia estremamente animato negli Stati Uniti – a differenza di quanto avviene invece in Europa, dove ogni discussione di merito sul conflitto è marginalizzata e criminalizzata aprioristicamente. Contrariamente a quanto si pensi, ed a quanto amano raccontarsi gli aedi locali della NATO, l’esistenza di tale dibattito in USA non testimonia un esclusivo livello di democrazia (se così fosse, dovrebbe essere riconosciuto che in Europa non c’è autentica democrazia…); un dibattito, altrettanto serio, si svolge infatti anche nell’autocratica Russia. Ed è un fatto.
Data la sfortunata coincidenza con le notizie di cronaca, è bene precisare che non ci si intende riferire al tentativo di putsch ad opera della Wagner, né tantomeno alle critiche del suo proprietario Prigozhin, che nulla hanno a che vedere col dibattito strategico serio.
Ovviamente, si tratta di un fatto di grande rilevanza, che sarebbe impossibile ignorare. Non fosse altro che perché segna un passaggio importante nella vicenda politica russa di oggi, oltre che ovviamente del conflitto in corso.
Clara Statello: Russia in disintegrazione? Putin traballa? Tutte le sentenze (sbagliate) dell’occidente
Russia in disintegrazione? Putin traballa? Tutte le sentenze (sbagliate) dell’occidente
di Clara Statello
Queste frenetiche 36 ore culminate nella cosiddetta “marcia della giustizia”, con una colonna di migliaia di uomini della PMC Wagner diretti su Mosca, si sono concluse con un risultato imprevisto: un accordo tra Evgeni Prigozhin e il Cremlino, mediato dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko.
Gli osservatori occidentali hanno emesso sbrigativamente (e forse scioccamente) la loro sentenza: Putin ha subito un colpo mortale, è emersa la fragilità della Russia e il popolo si è diviso. Lo affermano diversi ufficiali statunitensi, come l’ex capo delle operazioni della CIA in Russia, Steve All, il generale Peter Zwak e l’Institute for the Study of War.
Una rapida considerazione dei fatti finora emersi mostrerà come queste dichiarazioni appartengano alla categoria del wishful thinking o al massimo della propaganda stelle e strisce. Putin è riuscito a risolvere in meno di un giorno un’insurrezione che poteva sfociare in un colpo di stato, senza versare una goccia di sangue dei civili, senza grosse perdite di uomini ed equipaggiamento.
Pierluigi Fagan: Contro e con
Contro e con
di Pierluigi Fagan
In un libro sulla strategia di uno storico americano di Yale, ho trovato una citazione interessante di F. S. Fitzgerald. In un racconto dell’Età del jazz, lo scrittore definiva l’intelligenza come “La capacità di tenere due idee opposte in mente nello stesso tempo ed insieme di conservare la capacità di funzionare”.
Personalmente non avrei definito questa situazione come marcatore dell’intelligenza (termine semplice ed unico dentro il quale c’è una cosa molteplice di complessa definizione), tuttavia lo spunto di pensare quadri ampi come composti anche da cose che riteniamo opposte, senza farsi paralizzare dagli allarmi su queste che definiamo “contraddizioni”, lo trovo interessante.
In Logica e Psicologia cognitiva, ampia ricerca ha ribadito come i nostri apparati mentali siano per forza di cose riduttivi della complessità del reale. Banalmente, ma inevitabilmente, si tratta sempre di far entrare tanto (mondo) in poco (mente). È un semplice principio di economia cognitiva. Quanto alla “mente collettiva”, certamente più menti in sistema danno più varietà di una singola mente; tuttavia, una mente è operativamente sovrana nel pensiero mentre un gruppo di menti non lo sono, non sono cioè un unico cervello(corpo) con tutte le sue operatività disponibili.
Pasquale Cicalese: Verso l'”inverno produttivo”. Crolla l’unico motore di crescita in Italia
Verso l'”inverno produttivo”. Crolla l’unico motore di crescita in Italia
di Pasquale Cicalese
Venerdì è uscito il dato del commercio estero Italia aprile 2023. In calo l’export: valore -5.7% (inflazione 7.6%, prezzi produzione 9.8%), volume -10.7%.
In particolare si osserva un crollo in Germania e Gran Bretagna.
Il dato del volume è significativo perché, in un contesto pluridecennale di export led, il modello sembra fallito, magari in attesa che altri paesi si riprendano. Ma “tu”, secondo questo modello, dipendi da loro, non sei autonomo, non sei libero; e se loro calano tu crolli.
Come si vede dalla catastrofe dell’export proprio verso la Germania: quasi -9%.
L’export led basato su bassi salari e soprattutto su produzioni tradizionali, tali per cui non occorre innovazione, dunque domanda di ricerca e di lavoratori qualificati che, a sua volta, da 30 anni, blocca l’economia interna.
Quindi, nel 2023, come nella prima decade 2000, hai le due gambe ferme, e il tutto si regge su americani, asiatici, europei che visitano il Bel Paese dopo tre anni di pandemia e che sembra aver portato la popolazione mondiale a viaggiare, per sfuggire alla paura della morte che ha albeggiato in questi anni, o al senso di chiusura.
Lelio Demichelis: Introversi o estroversi? Dipende!
Introversi o estroversi? Dipende!
di Lelio Demichelis
Siamo forse introversi quando incliniamo per ore lo sguardo sullo schermo di uno smartphone? Se fosse un libro invece di uno smartphone (il paragone non è nuovo, ma è sempre utile), potremmo dire che sì, siamo introversi, o meglio: capaci di introversione, di riflessione, di dialogo con noi stessi e con le molte differenziazioni che incorporiamo come premessa per il dialogo con gli altri e con il riconoscimento delle loro diversità come della nostra comune somiglianza); introversi sì, perché mentre stiamo leggendo, viviamo, ricreiamo e ci confrontiamo con la vita dei personaggi o con le riflessioni filosofiche politiche o sociologiche di un Autore; sì, siamo introversi se ci fermiamo ogni tanto e alziamo gli occhi dal libro e, pur senza guardare nulla di particolare, guardiamo concentrati su noi stessi, dentro noi stessi. Uno smartphone invece no: come dispositivo tecnico e come dispositivo comportamentale ci porta fuori da noi stessi – è una macchina di estroversione e insieme di alienazione psichica: ci distrae incessantemente e insieme ci cattura creando una sorta di dipendenza, feticistica e molto eccitante, di noi con l’oggetto/dispositivo.
Viktor Sokirko: Prigozhin è il “contrattacco”: l’ammunitamento è servito alla NATO per carpire gli schemi difensivi russi
Prigozhin è il “contrattacco”: l’ammunitamento è servito alla NATO per carpire gli schemi difensivi russi
di Viktor Sokirko – Argumenty i Fakty
La valutazione giuridica del tentativo di ammutinamento armato in Russia, organizzato da Yevgeny Prigozhin, è già stata data dall’FSB e dalla Procura generale. Ma c’è un’altra sfumatura, che attira anche un articolo sul tradimento. Il fatto è che il dispiegamento delle colonne del PMC Wagner ha messo in moto l’intero sistema di difesa. E questo è strettamente monitorato dai Paesi della NATO.
Entrando prima a Rostov sul Don e inviando in parallelo colonne di veicoli blindati in direzione di Voronezh, con la prospettiva di raggiungere Mosca, Prigozhin ha di fatto simulato un attacco alla Russia da parte delle truppe nemiche. Indubbiamente c’era un elemento di sorpresa in questa situazione, perché nessuno si aspettava una cosa del genere dai propri “musicisti”, che hanno valorosamente combattuto fianco a fianco con l’esercito russo. Ma in realtà si è rivelato come un esercito nemico che improvvisamente attraversa il confine e, sotto la copertura dei civili, cerca di penetrare all’interno del Paese.
Il ricatto non vince la sovranità
Il ricatto non vince la sovranità
di Redazione
Dopo gli appelli di alte sfere militari della Russia, seguiti poi dall’intervento video del presidente Putin, le trattative non si sono mai fermate come i continui appelli da parte del Ministero della difesa della Russia.
Prigozhin aveva risposto al messaggio di Putin dichiarando di non volersi arrendere e di non combattere i russi ma la corruzione all’interno di alcune sedi governative.
Ancora dell’incredibile ma finché non accade, l’improvvisa dichiarazione dall’ufficio stampa del presidente della Bielorussia Lukashenko: Prigozhin ha accettato la nostra mediazione, la marcia dei combattenti della Wagner si è fermata al terzo anello della città di Mosca. Per ora un sollievo per tutti i cittadini della Russia.
Quali siano state le proposte del presidente della Bielorussia, al momento non si conoscono esattamente, è possibile solo fare una serie di ipotesi. Chiaramente sul tavolo tutte le garanzie ai combattenti che hanno marciato verso Mosca e a quelli che hanno occupato edifici amministrativi nella città di Rostov. Da premettere che ufficialmente sarà definito un luogo e il calendario per dei veri e propri negoziati ma al momento nulla è ufficiale.
Andrew Korybko: Il tradimento di Prigozhin è inaccettabile a prescindere dall’opinione che si ha dell’operazione speciale
Il tradimento di Prigozhin è inaccettabile a prescindere dall’opinione che si ha dell’operazione speciale
di Andrew Korybko
Briefing sul contesto
Il Presidente Putin ha accusato il capo della compagnia Wagner Yevgeny Prigozhin di aver commesso tradimento nel suo discorso nazionale di sabato mattina, dopo che quest’ultimo aveva lanciato un tentativo di colpo di Stato armato la notte precedente. Ha invitato tutti i partecipanti a cessare immediatamente le loro attività criminali antistatali e li ha condannati per aver preso le armi contro i loro compagni. Il loro tradimento è reso ancora più grave, ha detto il Presidente Putin, dal fatto che avviene nel mezzo della guerra per procura tra NATO e Russia, in cui la loro Madrepatria sta combattendo per la sua stessa esistenza.
Il colpevole sostiene di agire in difesa degli interessi nazionali della Russia nel contesto del suddetto conflitto, ma la sua causa non regge all’esame. La rivalità tra Wagner e il Ministero della Difesa (DM) si è inasprita dall’inizio di maggio, dopo le accuse di Prigozhin secondo cui l’establishment militare non avrebbe condotto l’operazione speciale in modo corretto e avrebbe deliberatamente sottratto munizioni al suo gruppo. Nonostante le sue accuse, la Russia è uscita vittoriosa dalla battaglia di Artyomovsk, mettendo in dubbio la sua versione.
Marinella Mondaini: Golpe in Russia. Arriva la risposta di Prigozin a Putin
Golpe in Russia. Arriva la risposta di Prigozin a Putin
di Marinella Mondaini
Prigožin ha rifiutato di deporre le armi e arrendersi. Questa la sua risposta al Presidente della Federazione russa Putin che questa mattina si era rivolto alla nazione:
“Il Presidente si è sbagliato, non siamo traditori della Patria, siamo patrioti. Abbiamo combattuto e combattiamo. Tutte le unità “Wagner”. E nessuno, su richiesta del Presidente, dell’FSB, intende costituirsi, perché noi non vogliamo che il paese continui a vivere nella corruzione, imbroglio e burocrazia. Tutti coloro che oggi si oppongono a noi, si sono raccolti intorno alla feccia …. peccato, il paese presto avrà un altro Presidente”.
Kadyrov ha definito la rivolta armata di Prigožin un tradimento e i combattenti ceceni si sono recati nelle zone della tensione per affrontare il gruppo Wagner. Le unità di Prigožin hanno oltrepassato Voroneš e stanno muovendo attraverso il territorio di Lipeck verso Mosca – Scrive il suo canale e ha posto anche un video per dimostrarlo. Prigožin ha dichiarato che hanno aperto il fuoco contro un elicottero delle forze armate russe sopra Voroneš!
Gianandrea Gaiani: La rivolta della Wagner e gli obiettivi di Prigozhin
La rivolta della Wagner e gli obiettivi di Prigozhin
di Gianandrea Gaiani
(aggiornato alle ore 14,50)
Alla fine Evgeny Prigozhin ha “saltato il fosso”. Dopo mesi di crescenti dissidi con i vertici militari e del ministero della Difesa il capo della società militare privata (PMC) Wagner si è posto alla testa di un ammutinamento che punta dichiaratamente a ottenere un cambio ai vertici della Difesa di Mosca.
Un “golpe” che destabilizza governo e forze armate russe nel momento più delicato, mentre è in corso la (per ora) fallimentare controffensiva ucraina al culmine di quasi 500 giorni di guerra.
La sera del 24 giugno Prigozhin ha accusato il ministero della Difesa di aver bombardato una base della Wagner (notizia smentita da Mosca) e ha promesso di portare il ministro Sergei Shoigu a rispondere delle sue responsabilità circa la guerra in Ucraina.
“Le divisioni del ministero della Difesa, o meglio le reclute che sono state inviate per fermare il nostro cammino, si sono fatte da parte. Se qualcuno cercherà di fermarci, distruggeremo tutti” ha detto Prigozhin in un messaggio audio sul suo canale Telegram, Prigozhin ha annunciato che i suoi combattenti si stavano dirigendo a Rostov, dove si trova il quartier generale del Distretto militare meridionale, della 58a Armata e il comando della Operazione Militare Speciale” in l’Ucraina.
Nel giro di dieci ore i contractors della PMC Wagner hanno bloccato il centro di Rostov e dalla notte si sono diffuse notizie di movimenti di colonne in movimento nelle regioni di Rostov e di Voronezh, dove il governatore, Alexander Gusev, ha reso noto che l’esercito sta prendendo “le misure militari necessarie” per contrastare la rivolta di Wagner. Sembra che elicotteri da attacco abbiano attaccato una colonna della PMC Wagner in deposito di carburante in cui i ribelli intendevano rifornirsi.
Alessandro Avvisato: Il colpo di mano (o “di testa”) di Prigozhin contro Mosca
Il colpo di mano (o “di testa”) di Prigozhin contro Mosca
di Alessandro Avvisato
Doveva succedere prima o poi, ed è successo nel luogo forse più “appropriato” per un evento del genere. Al punto che la “controffensiva” Ucraina-Nato – fin qui impantanata senza alcun “successo” da poter rivendicare – potrebbe trovare il suo miglior alleato in quello che si vantava d’essere il “conquistatore di Bakhmut”.
Nella notte il capo del gruppo mercenario Wagner, Yevgeny Prigozhin, aveva annunciato che il suo esercito privato ha varcato il confine russo ed è entrato nella regione di Rostov, nel sud del Paese. “Abbiamo attraversato il confine di stato in tutti i luoghi. Le guardie di frontiera sono uscite e hanno abbracciato i nostri combattenti. Ora stiamo entrando a Rostov”.
Il “colpo” del mercenario-capo arriva dopo mesi di critiche ai vetrici militari russi (da Shoigu a Gherasimov) e richieste continua di maggiori rifornimenti o copertura aerea.
Ha dichiarato anche di aver abbattuto un elicottero dell’esercito russo regolare perché avrebbero bombardato i suoiu accampamenti.
Piccole Note: La variabile Prigozhin entra in azione
La variabile Prigozhin entra in azione
di Piccole Note
Ancora poco chiari i contorni di quel che sta avvenendo in Russia a causa della rivolta di Prigozhin. Di sicuro si sa che la Wagner si è attestata nel Comando militare di Rostov prendendo il controllo dell’intera città e che Putin, in un discorso alla nazione, ha parlato di tradimento e di severe punizioni.
Una sfida che parte da lontano
Quanto sta avvenendo avrebbe dovuto essere un colpo di Stato, “Stiamo bloccando la città di Rostov e andando verso Mosca”, ha detto Prigozhin in un video riferito dal New York Times.
Ma ad oggi, il golpe sembra già fallito: la marcia verso la capitale della Wagner non sembra aver preso forma e l’esercito russo sembra aver preso contromisure adeguate. Fallito l’effetto sorpresa, le chance di successo diminuiscono.