Fulvio Grimaldi – 05/07/2023
MONDOCANE (fulviogrimaldi.blogspot.com)
Visione TV, “Dietro il Sipario, in compagnia di Francesco Toscano, Marco Rizzo, Fulvio Grimaldi e Ilaria Bifarini
Questa è la presentazione della trasmissione su Visione TV. Un po’ pesantina, direte, per coloro che ne costituiscono il bersaglio. Ma no, come ribadiscono le immagini, siamo in piena ironia, se volete, satira, se volete di più, sarcasmo. E ci sta. Proprio perché ci vogliono far vivere tempi di dogma, di dati assoluti, dai quali allontanarsi soltanto per finire nel girone dei negazionisti. Il peggio del peggio, perché del tutto incompatibile con l’esistente determinato dal potere dei pochissimi.
Da Marco Rizzo, candidato alla presidenza della regione trentina, da sottrarre al maniaco orsicida leghista Maurizio Fugatti, ascoltiamo saggi propositi su come conciliare, in Trentino, autonomia e sovranità, con l’idea collaterale, mica male, di bloccare treni e camion verso il Brennero che insistessero a portare armi per promuovere guerra.
L’occhiuta e disinibita “fanciulla” anderseniana, Ilaria Bifarini, è unica tra tanti adultoni parrucconi che popolano la scena dell’economia, a intravedere la nudità sia dell’imperatore, sia del suo eurovisir. Ce ne illustra le oscenità: dalla combine inflazione-tassi d’interesse, perfezionamento delle ormai storiche misure di welfare all’incontrario, all’originale euro-cetriolo, presto pure digitale. Ci introduce al mercato immobiliare di quattro gangster che, unito alla città dei 15 minuti, dotata di ipersorveglianza capillare (nel senso di “capello per capello” di ogni cittadino), ora sperimentata a Trento, istituzionalizza il ghetto di chi non deve contare niente.
E ci rivela come la transizione ecologica verrà completata tramite l’oscuramento del sole progettato da Bill-Frankenstein-Gates. Stroncato il CO2, persino quello che ti esce dalla gola, avrai lo scudo spaziale di nebbie tossiche (le scie chimiche essendo solo un prodromo) che ti faranno ombra.
Dichiaratomi costola di Francesco Toscano, non mi rimaneva che risalire al tema della puntata come satiricamente intitolata ai “mostri”. C’è un limite storico, quasi fisiologico, che la politica impone ai movimenti. Movimenti preziosi, figuriamoci, io mi ci sono ritrovato benissimo, non mancandone uno, di contestazione all’esistente, fin dagli anni ’50 dell’altro secolo. Come no, servono a dar voce alle rabbie, ai bisogni, alle voglie. Poi, però, o si afflosciano per consunzione di energie e insuperabilità dei muri, o si organizzano in, che lo vogliate o no, partito.
Cioè organizzazione, cioè articolazione di ruoli, strutture, sedi, temi, obiettivi. Dal particulare al generale. Per spiegarci, dal veleno detto vaccino, al carcinoma che è la guerra e relativa militarizzazione del tutto; dalla truffa climatica, o dall’I.A. da parossismo finanzcapitalistico, alla manovra di sradicamento e ricollocazione abusiva di popolazioni; dalla scomparsa della eternamente subalterna maggioranza di sfruttati ed esclusi, alla comparsa di una dispotica minoranza di differenzianti fluidificanti.
Nel movimento è ammissibile, fino a un certo punto, il tarallucci e vino, vecchio patteggiamento a perdere italiota, l’accoglienza indiscriminata, l’inclusione incondizionata, il volemose bene e il tutti contro il vaccino. Nel partito no. Nel partito, o selezioni, discrimini, scegli, determini, o finisci sbrindellato. Il partito è discussione, confronto, elaborazione, disegno globale, ma poi disciplina, unitarietà di impegno e visione. Che mille fiori fioriscano, ma poi al prato è inibito il polline della gramigna.
Se tu pensi che far cassa con i tuoi pensieri, o libri, se pensi che il mondo cambi a forza di trombe e tamburi in piazza, se la tua soluzione è la fuga in qualche shangrilà di eletti come te, fuori dallo sporco mondo verso l’oasi felice (tipo comune autoproduttrice, autoconsumatrice e autosoddisfatta, scuola parentale per simili di gusto e di ceto, introspezione, spirito cosmico e filosofie orientali), forse risolvi per te e qualche assimilato, ma il mondo non lo cambi. Resti onanista, singolo o plurimo. E se dai diamanti non nasce niente, neanche nasce qualcosa dalle pippe.