OHCHR – 07/07/2023
L’Ucraina sta violando i diritti umani (peacelink.it)
Il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) elenca dettagliatamente varie violazioni. Il rapporto ricorda ad esempio che “gli arresti non eseguiti in conformità con il diritto nazionale costituiscono una privazione arbitraria e illegale della libertà”.
OHCHR
RAPPORTO SULL’UCRAINA
97. Dal 2 marzo 2022 l’Ucraina ha regolarmente notificato al segretario delle Nazioni Uniti la sua deroga dal diritto alla libertà e alla sicurezza della persona previsto dall’art.9 dell’ICCPR (Patto Internazionale sui diritti civili e politici) per la durata della legge marziale. L’OHCHR nota, tuttavia, che alcuni elementi del diritto sono non derogabili, incluso la proibizione della detenzione arbitraria.
98. Dopo l’introduzione della legge marziale il parlamento ha modificato il Codice Penale e il Codice di Procedura Penale per assegnare alle autorità una più ampia discrezione a detenere persone che costituivano una minaccia per la sicurezza o che erano sospettate di aver commesso reati contro la sicurezza nazionale. A causa della loro eccessiva portata, le disposizioni modificate sembrano essere andate al di là di quanto consentito dall’IHRL (diritto internazionale dei diritti umani), anche in tempi di emergenza pubblica o di legge marziale. Il risultato è stato un clima favorevole alla detenzione arbitraria.
99. Dal 24 febbraio 2022, l’OHCHR ha documentato un aumento significativo delle violazioni del diritto alla libertà e alla sicurezza della persona da parte delle forze di sicurezza ucraine (SBU, polizia nazionale e forze armate ucraine). Sul numero complessivo di tali casi, OHCHR ha documentato 75 casi di detenzione arbitraria di civili (17 donne, 57 uomini e 1 ragazzo), alcune delle quali comprendevano sparizioni forzate, per lo più perpetrate dalle autorità di polizia o dalle Forze Armate dell’Ucraina.
100. L’OHCHR ha visitato 11 posti di detenzione nei quali erano detenuti i prigionieri collegati al conflitto. Inoltre l’OHCHR ha documentato l’utilizzo di 29 luoghi di detenzione non ufficiali, inclusi appartamenti, sanatori, scantinati di costruzioni abbandonate, commissariati di polizia, sotterranei e sedi amministrative dei Servizi di Sicurezza Ucraini (SBU) locali a Dnipro, Ivano-Frankivsk, Kostiantynivka, Kramatorsk, Kryvy Rih, Mykolaiv, Odessa, Severodonetsk e Sloviansk, e altri strutture usate dall’SBU come centri di detenzione temporanea.
A. Schemi di privazione della libertà
Uso di provvedimenti in flagrante e arresti senza mandato
101. L’OHCHR ha documentato che da febbraio a marzo 2022, le forze di sicurezza e di polizia hanno effettuato diversi arresti senza mandato di persone per presunta appartenenza a gruppi armati delle auto-proclamate repubbliche, facendo leva sulle eccezioni previste dalla legge nazionale che consentono l’arresto in flagranza di una persona che sta commettendo un reato (articolo 208 del codice di procedura penale). Questi arresti sono stati eseguiti in relazione a presunte azioni avvenute tra il 2014 e il 2020, e quindi non sembravano rispondere a un’urgente e attuale necessità di prevenire o fermare un crimine, come richiesto dalle eccezioni in flagranza di reato previste dalla legge ucraina. Gli arresti non eseguiti in conformità con il diritto nazionale costituiscono una privazione arbitraria e illegale della libertà.
102. Uno dei casi riguarda un ex membro del battaglione “Vostok” affiliato ai gruppi armati della Repubblica popolare di Donetsk (DNR), che ha partecipato alle ostilità nel 2014-2015 si è trasferito a Zaporizhzhia nel 2015, dove ha lavorato come tassista. Il 24 febbraio 2022, alcuni uomini lo hanno fermato in un negozio e lo hanno portato all’ufficio locale dell’SBU per interrogarlo. Dopo alcune ore, è stato ufficialmente arrestato ai sensi dell’articolo 208 del Codice di procedura penale.
103. Nel maggio 2022, sono state introdotte delle modifiche alla procedura penale in base a disposizioni speciali emanate durante la legge marziale. In linea con queste disposizioni, gli arresti senza un mandato del tribunale o del pubblico ministero, erano consentiti in presenza di uno dei due criteri: quando vi erano ragionevoli motivi per ritenere che ci fosse il rischio che un presunto colpevole potesse sfuggire alla responsabilità penale, o quando l’arresto in flagranza poteva avvenire. La legge consentiva la detenzione iniziale per 216 ore (9 giorni) senza alcun controllo da parte di tribunali o autorità di vigilanza.
Arresto e detenzione senza tempestivo controllo giudiziario
104. Dopo l’emanazione della legge marziale, il 24 febbraio 2022, il parlamento ha adottato diverse misure per modificare le procedure di detenzione collegate al conflitto. Ad esempio la legge n. 2111-IX, che è stata in vigore dal 1 maggio al 24 agosto 2022, permetteva alle procure locali di disporre misure di detenzione preventiva per 30 giorni quando non c’è la possibilità di ottenere l’autorizzazione della corte, con la possibilità di estensione fino al completamento delle indagini preliminari (pre-processuali). Sebbene tali detenzioni siano state previste dalla legislazione nazionale, emanata in risposta alla situazione di sicurezza e accompagnate da una deroga ad alcuni diritti, l’OHCHR sottolinea che gli arresti e la detenzione senza un tempestivo controllo giudiziario sollevano problemi ai sensi dell’IHRL. Sebbene nella maggior parte dei casi, i detenuti collegati al conflitto, inizialmente arrestati su autorizzazione del pubblico ministero, siano stati portati davanti a un tribunale per l’imposizione o l’estensione di una misura restrittiva entro il limite di 30 giorni, consentire una detenzione preventiva prolungata senza controllo da parte del tribunale crea il rischio che anche una detenzione inizialmente legittima possa diventare arbitraria. Ciò è particolarmente vero se si considera che le indagini preliminari possono richiedere mesi, soprattutto in un sistema giudiziario sovraccarico a causa del conflitto.
105. Anche a queste condizioni, l’OHCHR nutre dubbi sulla legittimità di tali arresti se effettuati a Kiev, Dnipro o in altre aree in cui il sistema giudiziario è rimasto funzionante o le sue operazioni sono state ripristinate al momento degli arresti c’è stata la possibilità di ottenere un mandato.
106. L’OHCHR ha documentato il caso di due fratelli gemelli catturati a Kiev dall’SBU il 2 marzo 2022. Essi sono stati portati in un centro di detenzione temporanea gestito dall’SBU a Kiev fino al 5 marzo 2022, quando il loro arresto è stato formalizzato dal capo del locale ufficio della procura, che ha imposto una detenzione preventiva di 30 giorni, poi estesa per il secondo mese. La detenzione preventiva non è stata sottoposta al controllo del tribunale prima del 3 maggio 2022.
Arresti e persecuzioni dei collaborazionisti
107. Il 3 marzo 2022 il Parlamento ucraino ha adottato la legge n.2108-IX che introduce la responsabilità penale per la collaborazione con lo stato aggressore, sotto l’articolo 111.1 del Codice Penale ucraino. Da allora l’Ufficio del procuratore generale ha riportato oltre 5400 procedimenti penali per attività di collaborazionismo.
Al 23 maggio 2023 la corte Ucraina ha emesso più di 500 verdetti di colpevolezza per tali casi, con sanzioni che variano da multe fino a 15 anni di detenzione in prigione, più il divieto di mantenere determinate cariche e la confisca della proprietà.
108. OHCHR è preoccupato in quanto la legge criminalizza la collaborazione civile senza definire queste attività o altri termini importanti con sufficiente precisione così da consentire agli individui di regolare la propria condotta e di prevedere ragionevolmente le conseguenze legali delle loro azioni o inazioni. Ciò solleva preoccupazioni rispetto alla conformità della legge con il principio di legalità e rischia di provocare detenzioni arbitrarie.
Dopo la promulgazione della legge, il Gabinetto dei ministri ucraino ha dichiarato che le istituzioni governative hanno ricevuto “centinaia di richieste di informazioni” da parte di cittadini, imprese e autorità locali su come regolamentare la loro condotta nell’ambito della nuova legge e alla luce delle realtà in evoluzione del regime di occupazione.
109. Il diritto internazionale dell’occupazione richiede che la potenza occupante amministri il territorio occupato a beneficio della popolazione locale e assicuri il funzionamento continuo delle strutture educative e mediche (quarta convenzione di Ginevra, art. 50 e 56). Il diritto internazionale dell’occupazione prevede anche che la potenza occupante possa obbligare le persone protette a svolgere un lavoro necessario per mangiare, ripararsi, vestirsi, muoversi con i mezzi o per la salute della popolazione dei territori occupati (quarta convenzione di Ginevra, art.51). La legge ucraina sulla collaborazione rischia così di criminalizzare comportamenti che gli individui sono effettivamente costretti a compiere dalla potenza occupante in conformità con la legge di occupazione in base al diritto internazionale umanitario.
110. Di ulteriore preoccupazione, L’OHCHR ha documentato l’arresto di diversi civili coinvolti nella distribuzione di aiuti umanitari nei territori occupati dalla Federazione Russa. In un caso, un uomo che distribuiva aiuti umanitari nel suo villaggio nella regione di Kharkiv è stato condannato per collaborazionismo per aver ricoperto una carica all’interno di organismi illegali in territorio occupato. Tuttavia, l’uomo era stato scelto dagli abitanti del villaggio per occuparsi delle operazioni quotidiane della comunità e, in particolare, della distribuzione degli aiuti umanitari. Quindi, non aveva una posizione presso le autorità di occupazione e aveva fornito un servizio essenziale e salvavita. In un altro caso, una madre di due figli ha accettato di assumere una posizione di volontariato nell’amministrazione dell’occupazione, con responsabilità relative solo alla distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione locale di Kupiansk, come è stato stabilito dal tribunale. Nel gennaio 2023, è stata condannata a tre anni di carcere e al divieto di ricoprire cariche pubbliche per dieci anni.
111. In altri casi tre donne della regione di Nikolaev sono state arrestate per aver accettato un lavoro nelle locali amministrazioni gestite dalle autorità di occupazione. Esse avevano accettato un lavoro per poter mantenere le loro famiglie e provvedere per i bisogni basici. Nonostante l’aspetto umanitario del lavoro che svolgevano, che include il pagamento di pensioni e la distribuzione di aiuti ai residenti, sono state accusate dalle autorità ucraine di svolgere “attività di collaborazione” e rischiano la prigione. In uno di questi casi l’imputato è stato condannato a 5 anni di prigione e 10 dal divieto di ricoprire alcuni incarichi.
112. La legge criminalizza anche lo svolgimento di attività commerciali “in collaborazione” con le autorità di occupazione, ma senza definire in maniera chiara l’ambito delle attività vietate. L’OHCHR teme che questo possa portare a interpretazioni estensive, considerando potenzialmente criminali, ad esempio, tutte le attività di lavoro e commerciali nel territorio occupato. Ad esempio, l’OHCHR ha documentato casi di condanne da parte di tribunali ucraini per attività di collaborazione basate sulla registrazione di un’attività commerciale presso le autorità di occupazione russe e sul pagamento delle tasse commerciali alle autorità russe.
113. L’OHCHR è inoltre preoccupato per il fatto che la legge offra ai pubblici ministeri un’ampia discrezionalità nel classificare presunti atti di collaborazione sotto diverse categorie criminali con conseguenze legali di diversa gravità, rischiando distinzioni arbitrarie e altre iniquità. L’OHCHR ha documentato diversi casi in cui persone sono state arrestate con l’accusa di collaborazionismo e tenute in detenzione preventiva per settimane o mesi, prima che le accuse venissero riclassificate come reati minori, consentendo il rilascio dalla custodia. Nella maggior parte di questi casi, la riclassificazione è avvenuta nell’ambito di un patteggiamento. Queste persone hanno descritto all’OHCHR che la detenzione preventiva ha esercitato una forte pressione su di loro per fargli confessare i reati commessi e poter essere rilasciati e sanzionati con misure non detentive. L’OHCHR ricorda che l’IHRL garantisce che una persona non possa essere costretta a confessare la propria colpevolezza attraverso qualsiasi pressione fisica o psicologica indebita da parte delle autorità inquirenti (ICCPR, art.14,3).
114. Dall’adozione della legge sulle attività di collaborazione il 3 marzo 2022 almeno nove bozze di emendamento dell’art. 111-1 del Codice penale sono state registrate al parlamento ucraino. Gli sforzi di cambiare la legge forniscono opportunità per miglioramenti e l’OHCHR premerebbe per emendamenti che portino la legge pienamente in linea con gli standard internazionali.
Luoghi di detenzione non ufficiali e detenzione in isolamento
115. L’OHCHR ha documentato 65 casi in cui gli agenti dello stato ucraino hanno detenuto i prigionieri per periodi che vanno da alcune ore a 135 giorni in luoghi non ufficiali di detenzione, incluso appartamenti, hotel, ostelli, scantinati e sedi dei locali servizi di sicurezza. La permanenza della detenzione in luoghi non ufficiali non è coerente con l’obbligo degli Stati di prevenire efficacemente le sparizioni forzate. In alcuni dei casi documentati, la privazione di libertà in isolamento in luoghi non ufficiali di detenzione può anche equivalere all’occultamento del destino e dell’ubicazione del detenuto, ponendo così il detenuto al di fuori della tutela della legge, in contrasto con l’obbligo degli Stati di prevenire efficacemente le sparizioni forzate. La privazione della libertà degli individui in luoghi di detenzione non ufficiali è proibita.
116. L’OHCHR ha ricevuto informazioni credibili da numerosi detenuti e prigionieri di guerra collegati al conflitto riguardo a un luogo di detenzione non ufficiale situato nella palestra e nel seminterrato dell’edificio centrale dell’SBU a Kiev, dove sono state detenute fino a 70 persone (per lo più uomini, ma anche diverse donne). L’OHCHR ha documentato che questo luogo di detenzione non ufficiale ha funzionato da febbraio fino almeno a novembre 2022. Secondo quanto riferito, i detenuti dormivano in materassi sul pavimento e non potevano alzarsi o interagire fra loro. Avevano accesso ai servizi igienici tre volte al giorno, ma ricevevano cibo solo una o due volte al giorno e acqua in piccole quantità. Diversi intervistati hanno riportato di essere stati bendati per tutto il tempo della detenzione, fino ad un mese.
117. L’OHCHR ha documentato il caso di un uomo di Kiev detenuto in questo luogo per 135 giorni senza una formale autorizzazione di arresto. E’ stato arrestato nel suo appartamento il 3 marzo 2022 e portato nell’edificio dell’SBU assieme alla moglie e al padre di 85 anni. Sua moglie ed il padre sono stati rilasciati dopo diversi giorni, mentre lui è stato detenuto nella palestra fino al 16 luglio 2022, quando l’SBU lo ha portato davanti alla corte ed un giudice investigativo ha formalizzato la sua detenzione e lasciato in custodia per 60 giorni.
118. L’OHCHR osserva che la pratica di tenere i detenuti in luoghi di detenzione non ufficiali, al di fuori della tutela della legge, è stata applicata per costringere i detenuti a confessare o a rilasciare dichiarazioni auto-incriminanti, che a volte sono state videoregistrate. Le persone hanno dichiarato all’OHCHR che lo stress e la paura derivanti dall’isolamento e dalla detenzione segreta li hanno costretti a confessare azioni che non avevano commesso.
119. La detenzione in luoghi non ufficiali avveniva spesso in isolamento. In 18 casi, i detenuti (12 uomini e 6 donne) sono stati tenuti in isolamento da quattro a 135 giorni. Durante questo periodo, i detenuti non hanno avuto accesso a una rappresentanza legale, sono stati spesso sottoposti a interrogatori che, secondo quanto riferito, hanno comportato torture e maltrattamenti, e non sono stati informati delle fasi successive della loro detenzione. In uno di questi casi, un residente della regione di Kharkiv è stato fermato a un posto di blocco nel marzo 2022, trattenuto in uno scantinato di Kharkiv per due giorni e poi trasferito in una struttura o in una guardiola a Dnipro. Le guardie gli hanno permesso di contattare i suoi parenti per telefono solo il 24° giorno di detenzione. Non è mai stato formalmente accusato di un reato, né gli è stato fornito l’accesso a un avvocato o presentato davanti a un giudice.
L’uomo è stato infine rilasciato nel giugno 2022, dopo aver accettato di registrare video auto-incriminanti sull’aiuto alle forze armate russe.
120. Nel maggio 2022 un civile è stato tenuto per sette giorni in un luogo non ufficiale di detenzione nei locali dell’SBU di Krivoi Rogh, dove è stato torturato per tre giorni consecutivi. Dopo aver ricevuto il risultato del test poligrafo a cui è stato sottoposto con la forza, gli SBU ufficiali lo hanno picchiato alla testa, alle costole e gambe. Lo hanno spogliato minacciando di tagliargli i genitali, lo hanno stuprato e hanno inviato il video ai suoi bambini.
121. L’OHCHR ha documentato i casi di sei detenuti legati al conflitto (quattro uomini e due donne) che sono stati tenuti in isolamento da uno a sette giorni negli ex locali del distretto di polizia di Lviv, successivamente utilizzato dall’SBU. Durante questo periodo, gli agenti dell’SBU non hanno informato i detenuti sulle procedure che sarebbero seguite e il loro arresto non è stato registrato ufficialmente. L’OHCHR ricorda che le strutture di detenzione preventiva non dovrebbero essere gestite dalle autorità investigative, in quanto ciò mette sotto pressione i detenuti.
122. L’uso di luoghi di detenzione non ufficiali da parte delle forze dell’ordine ucraine nei confronti di detenuti legati al conflitto è stato documentato in precedenza dall’OHCHR e suggerisce uno schema continuo di privazione della libertà di tali individui.
Detenzione di marinai civili russi a Izmail
123. L’OHCHR ha precedentemente documentato il caso di 87 marinai civili russi (79 uomini e 8 donne) che sono stati arbitrariamente detenuti il 24 febbraio 2022 mentre la loro nave era attraccata nel porto di Izmail (regione di Odessa). Le forze armate ucraine hanno vietato loro di sbarcare per circa otto mesi. La detenzione è apparsa priva di base legale, poiché i marinai non sono stati accusati di alcun reato penale, né le autorità ucraine hanno fornito una base legale per la detenzione o hanno giustificato in altro modo la sua necessità per motivi di sicurezza, come richiesto dalla Quarta Convenzione di Ginevra. Inoltre, in violazione dei requisiti dell’IHRL e del diritto internazionale umanitario, i marinai non sono stati informati delle ragioni della loro detenzione e non sono stati in grado di contestarne la legalità. Il 23 agosto 2022, secondo quanto riferito, un marinaio è morto perché non gli è stata fornita un’adeguata assistenza medica per curare le sue condizioni di salute croniche. Dopo questo incidente, diversi marinai, tra cui tutte le donne, sono stati rilasciati.
124. Il 7 e l’8 settembre 2022, l’OHCHR ha tentato di visitare i marinai, ma le autorità ucraine hanno negato l’accesso. Il 17 ottobre 2022, i marinai rimanenti sono stati scambiati durante uno scambio di prigionieri tra la Federazione Russa e l’Ucraina.
125. Sebbene questo caso non rappresenti un modello più ampio, merita particolare attenzione dato l’alto numero di persone detenute arbitrariamente e la grave conseguenza della morte di un detenuto. L’OHCHR è preoccupato che se la privazione della libertà dei marinai sia stata intrapresa o prolungata specificamente allo scopo di scambiarli con prigionieri di guerra ucraini o detenuti civili. Questo incidente potrebbe costituire una presa di ostaggi ai sensi del diritto internazionale umanitario.
B. Trattamento dei detenuti
Torture, maltrattamenti, incluso violenze sessuali
126. Dei detenuti coinvolti nel conflitto intervistati, 43 (34 uomini e 9 donne) hanno fornito testimonianze credibili e affidabili di tortura e maltrattamenti da parte di agenti delle forze dell’ordine, membri delle forze armate o guardie in luoghi di detenzione non ufficiali o, in misura molto minore, in detenzione preventiva ufficiale. Quaranta detenuti hanno riferito di essere stati torturati o maltrattati durante gli interrogatori, soprattutto nel periodo immediatamente successivo all’arresto e prima di essere portati davanti a un tribunale e trasferiti in un luogo di detenzione preventiva ufficiale. I metodi includevano percosse, elettrocuzione con taser, violenza sessuale, tra cui percosse agli organi sessuali e riproduttivi, nudità forzata, minacce di mutilazioni genitali e di stupro contro i detenuti o i loro cari, minacce di esecuzione, minacce di essere colpiti con armi cariche agli arti e minacce di essere portati in prima linea e abbandonati lì. I detenuti hanno dichiarato all’OHCHR che la tortura e i maltrattamenti sono stati usati per estorcere confessioni o informazioni, o per indurre i detenuti a collaborare in altro modo, per estorcere denaro e proprietà, oltre che per punire, umiliare e intimidire.
127. L’OHCHR ha inoltre documentato nove casi (tutti uomini) in cui le guardie di quattro strutture ufficiali di custodia cautelare o di detenzione temporanea hanno picchiato i detenuti durante le “procedure di ammissione” o i controlli giornalieri, avvenuti da marzo a maggio 2022. In particolare, quattro detenuti hanno riferito di essere stati picchiati con pugni e manganelli dalle guardie nel SIZO di Dnipro. nella primavera del 2022. Undici detenuti intervistati hanno riferito di aver subito abusi verbali, ad esempio chiamandoli “froci”, “traditori” o “prostitute” (quando si riferivano a donne detenute).
Condizioni di detenzione
128. Di tutti i detenuti intervistati dall’OHCHR e rinchiusi in undici luoghi di detenzione ufficiali, otto (cinque uomini e tre donne) hanno riferito di aver vissuto in cattive condizioni di detenzione per periodi di tempo che vanno da alcuni giorni a due settimane.
111 In particolare, hanno descritto alloggi inadeguati (mancanza di lenzuola o materassini), cibo inadeguato, temperature rigide e mancanza di prodotti per l’igiene per periodi che vanno dai 2 ai 16 giorni e che si sono verificati soprattutto nei primi mesi dopo l’attacco armato.
129. L’OHCHR ha documentato le cattive condizioni di detenzione in molti luoghi di detenzione non ufficiali. Su 65 detenuti in tali luoghi di detenzione, 17 hanno riferito che i detenuti spesso dormivano per terra o seduti su sedie e non ricevevano cibo a sufficienza. In diversi casi, le mani dei detenuti venivano legate tutta la notte o ammanettate ai termosifoni. L’OHCHR è preoccupato che alcune delle condizioni di detenzione possano costituire tortura o maltrattamento ai sensi dell’IHRL.
C. Sparizioni forzate
130. I civili sono stati detenuti all’interno di un sistema di giustizia penale modificato per consentire basi più ampie alla detenzione con più deboli garanzie procedurali, aumentando i rischi di detenzione arbitraria. Le garanzie sono state ulteriormente ridotte dall’uso di luoghi di detenzione non ufficiali, una pratica che l’OHCHR ha documentato in precedenza nel periodo 2014-2021.
131. Gli effetti cumulativi di una tale situazione rischiavano di mettere i detenuti al di fuori dell’effettiva protezione della legge. Un numero significativo di casi di detenzione arbitraria di civili di sesso maschile documentati dall’OHCHR si configurava anche come sparizione forzata. In pratica, questi casi si sono verificati quando le forze dell’ordine di polizia, principalmente dell’SBU, hanno trattenuto individui senza autorizzazione del tribunale; li hanno tenuti in isolamento per diversi giorni, a volte trasferendoli in uno o più luoghi di detenzione non ufficiali; li hanno privati del diritto all’assistenza legale; e hanno lasciato i loro cari all’oscuro della loro sorte o del luogo in cui si trovavano.
132. Alla data di questo report, il luogo ed la sorte di due vittime della sparizione forzata non è noto. Il primo caso riguarda un giovane giornalista che era stato imputato in un caso relativo al conflitto dal 2017, ed che era stato rapito e torturato da agenti di polizia sempre nel 2017 a Kramatorsk. Il 27 marzo 2022 è stato fermato per strada da diversi uomini delle forze dell’ordine (a giudicare dalle uniformi), che lo hanno buttato per terra, preso il suo bastone (ha una disabilità), e lo hanno trascinato dietro la recinzione di un centro commerciale locale. Nonostante le richieste della sua famiglia, nessuna autorità di polizia ha confermato il suo arresto o la sua detenzione. Dal 28 marzo 2022, la Polizia nazionale ha indagato sull’incidente come rapimento, ma non come sparizione forzata, senza che si siano registrati progressi.
133. Nel secondo caso, l’ex capo del villaggio di Novoluhanske, che era stato imputato in un caso legato al conflitto del 2019, è stato arrestato vicino a casa sua il 10 aprile 2022, davanti al figlio di sei anni. Cinque uomini armati in uniforme lo hanno costretto a salire su un’auto e lo hanno portato via. Nonostante le numerose richieste della sua famiglia, la sua sorte e il suo luogo di detenzione rimangono sconosciuti. Dall’11 aprile 2022, la Polizia nazionale sta indagando sul caso come rapimento secondo due teorie: il rapimento da parte di membri di gruppi armati e la messa in scena del rapimento. Gli investigatori non hanno considerato la possibilità che la vittima sia stata sottoposta a sparizione forzata da parte di agenti dello Stato.
D. VIOLAZIONI DEI DIRITTI DI UN PROCESSO EQUO E DI ALTRE GARANZIE PROCEDURALI
134. L’OHCHR ha riscontrato che gli episodi di detenzione arbitraria da parte delle autorità ucraine sono stati spesso caratterizzati da preoccupazioni relative all’effettiva realizzazione delle garanzie di un processo equo sancite dall’IHRL/IHL.
Dei 75 casi di detenzione arbitraria documentati dall’OHCHR, 17 hanno sollevato preoccupazioni riguardo al rispetto delle garanzie di un equo processo.
135. In 15 casi, gli intervistati hanno espresso preoccupazione per la scarsa assistenza legale o per i pregiudizi degli avvocati nei confronti dei detenuti collegati al conflitto da parte. Nella maggior parte dei casi in cui i detenuti sono stati inizialmente portati in luoghi di detenzione non ufficiali, come gli uffici locali dell’SBU, sono stati interrogati senza la presenza di un avvocato, e sono stati picchiati o minacciati di violenza fisica durante l’interrogatorio. In molti casi, gli avvocati dell’assistenza legale sono comparsi solo quando gli agenti dell’SBU avevano bisogno che un detenuto firmasse documenti che per legge richiedevano la presenza di un avvocato. In un caso, un avvocato del gratuito patrocinio si è rifiutato di difendere un uomo sospettato di aver commesso tradimento, definendolo “traditore”.
136. L’OHCHR ha osservato che solo in pochi casi gli avvocati di assistenza legale hanno intrapreso un’azione legale per far fronte alle denunce di detenzione arbitraria o di maltrattamenti dei loro clienti durante l’arresto e la detenzione. L’inefficacia della rappresentanza di assistenza legale è particolarmente preoccupante, in quanto limita la capacità degli individui di contestare efficacemente la loro detenzione. Per esempio, un detenuto ha raccontato all’OHCHR che, sebbene un avvocato di assistenza legale gratuita si sia recato presso la struttura di detenzione temporanea, non ha cercato di parlare con lui in modo confidenziale. Il detenuto riteneva che la presenza dell’avvocato durante l’interrogatorio fosse formale e che l’avvocato non intendesse difenderlo attivamente.
137. L’OHCHR ha documentato anche sei casi in cui le violazioni dei diritti umani si sono verificate nelle fasi precedenti dell’indagine penale. In diversi casi, gli agenti dell’SBU hanno perquisito le abitazioni e sequestrato oggetti (computer portatili, telefoni cellulari) senza l’autorizzazione del tribunale o un avviso di sospetto. Dopo alcuni giorni o settimane, gli agenti dell’SBU sono tornati negli stessi luoghi per condurre perquisizioni ufficiali e “sequestrare” gli oggetti che erano già in loro possesso.
In alcuni casi, gli intervistati hanno riferito che gli agenti dell’SBU hanno anche piazzato delle prove. In tre casi, le vittime hanno raccontato all’OHCHR che le prove erano state piazzate durante le perquisizioni ai posti di controllo di ingresso e uscita dal confine di Stato o ad altri posti di blocco nel Paese.
Note: Traduzione di Clara Statello dello stralcio da p. 31 del rapporto OHCHR (Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights
Il rapporto di Amnesty International con le violazioni dei diritti umani da parte russa è stato pubblicato su questa pagina web di PeaceLink https://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2023/07/msg00001.html
Tradotto da Clara Statello per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l’autore della traduzione.