“Palestina, oggi come quarantadue anni fa ” – i due discorsi di Enrico Berlinguer

Jure Eler – 19/06/2024

 

Dedicated to the resistant comrade Mazin
Jure

«لقد سمعتم في التقارير الواردة في الأيام الأخيرة عن عمليات إطلاق نار جماعية، وعن عائلات بأكملها تم قطع حناجرها، وعن مرضى وأطباء وممرضات تم أخذهم من المستشفيات وقتلهم. الجرافات والألغام التي تفجر المنازل لمنع إحصاء الوفيات. وليكن واضحا أننا، بإدانتنا لهذا الأمر، نظل معاديين بشدة لمعاداة السامية. لأنهم ضد كل أشكال الكراهية العنصرية، بدءاً بطبيعة الحال بما يسود حكام إسرائيل الحاليين. وفي هذه المناسبة أيضًا، نريد أن نعرب عن تضامننا وإعجابنا بالحزب الشيوعي الإسرائيلي وجميع اليهود الذين، داخل دولة إسرائيل وخارجها، عارضوا وأدانوا سلوك حكام ذلك البلد”.

«Avete sentito nei resoconti di questi giorni delle fucilazioni di massa, delle famiglie intere sgozzate, di malati, medici, infermieri, strappati agli ospedali e uccisi. Dei bulldozer e delle mine che fanno saltare le case per impedire il calcolo dei morti.
Sia ben chiaro che compiendo questa denuncia noi restiamo risolutamente ostili all’antisemitismo. Perché contrari ad ogni forma di odio razziale a cominciare naturalmente da quello da cui sono pervasi gli attuali governanti di Israele. E anche in questa occasione vogliamo esprimere la nostra solidarietà e ammirazione sia al partito comunista d’Israele e a tutti quegli ebrei che dentro e fuori lo Stato d’Israele si sono opposti e hanno condannato la condotta dei governanti di quel Paese.»

Enrico Berlinguer

Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, 19 settembre 1982
https://fuoricollana.it/enrico-berlinguer-sulla-palestina/

«Avete sentito nei resoconti di questi giorni delle fucilazioni di massa, delle famiglie intere sgozzate, di malati, medici, infermieri, strappati agli ospedali e uccisi. Dei bulldozer e delle mine che fanno saltare le case per impedire il calcolo dei morti. Sia ben chiaro che compiendo questa denuncia noi restiamo risolutamente ostili all’antisemitismo. Perché contrari ad ogni forma di odio razziale a cominciare naturalmente da quello da cui sono pervasi gli attuali governanti di Israele. E anche in questa occasione vogliamo esprimere la nostra solidarietà e ammirazione sia al partito comunista d’Israele e a tutti quegli ebrei che dentro e fuori lo Stato d’Israele si sono opposti e hanno condannato la condotta dei governanti di quel Paese.

Ma dovrebbe essere ormai evidente a tutte le persone di buona fede che un governo, come quello di Begin e di Sharon, che si comporta in questo modo, che cerca di annientare un intero popolo, che occupa militarmente un altro Paese, non agisce certo per garantire la propria sicurezza. Ma agisce per impedire che un altro popolo, quello palestinese, abbia anch’esso un suo territorio ed un suo Stato con il quale convivere pacificamente. E agisce secondo un disegno di espansione e di dominio da imporre nella zona più ampia possibile del Medioriente. Bisogna domandarsi come si sia potuti arrivare a tante atrocità e a tanta tracotanza bellicista. Troppo lunga sarebbe l’analisi di tutte le responsabilità dirette e indirette. Di quelle di coloro che hanno sostenuto l’impresa israeliana, di coloro che non hanno fatto niente per impedirla e fermarla e di coloro che non hanno fatto abbastanza.

Sta di fatto che due cose sostanzialmente emergono:

1) Israele si è valsa dell’appoggio pieno degli Stati Uniti, senza il quale non avrebbe potuto agire come ha agito. Ora anche Reagan esprime indignazione e disgusto. Ma il governo degli Stati Uniti quante volte ha avuto e non ha utilizzato la possibilità di agire verso Israele in modo tale da impedirgli di giungere al punto in cui è giunta oggi? Perché ha posto il veto alle proposte di sanzioni dell’ONU? Perché non ha bloccato l’invio di aiuti economici e di pezzi di ricambio agli armamenti forniti dagli Stati Uniti a Israele?

2) La Comunità internazionale nelle sue varie espressioni (di organizzazioni di istituzioni mondiali, Statali e anche popolari) non ha fatto niente di sostanzialmente incisivo per fermare l’aggressione e il massacro. […]

Ma ora è chiaro che le parole, anche di condanna più dura non bastano più. Né basta l’invito ad Israele votato questa volta all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, perché ritiri le sue forze armate da Beirut ovest, né può bastare l’invio di Osservatori dell’Onu. Ci vuole – abbiamo detto ieri nel comunicato della segreteria del nostro partito – un ultimatum che costringa Israele con il ricorso alle misure più energiche a cessare il massacro, l’aggressione e l’occupazione. E riaffermiamo anche la richiesta che il governo italiano interrompa le relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele. Noi pensiamo, ce lo ha ricordato anche il messaggio del compagno Arafat, che sono in gioco anche l’onore e la parola dell’Italia».

   

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La voce del segretario P.C.I., la folla di Tirrenia 1982

16 settembre 1982, dal sito di Rai Storia: “Periferia di Beirut. Uomini delle le milizie cristiano-falangiste entrano nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila per vendicare l’ assassinio del loro neoeletto presidente Bashir Gemayel. E inizia un massacro della popolazione palestinese che durerà due giorni. Con gli israeliani, installati a 200 metri da Shatila, a creare una cinta intorno ai campi e a fornire i mezzi necessari all’operazione. Il bilancio, secondo stime difficilmente verificabili, sarà di circa 3.000 vittime. Una grande manifestazione di protesta in Israele porta alla creazione di una commissione d’inchiesta che attribuisce ad Ariel Sharon la responsabilità del massacro, costringendolo a dimettersi da ministro della Difesa. Il 16 dicembre dello stesso anno, l’Assemblea generale delle Nazioni Uniti, nel condannare nel modo più assoluto il massacro, conclude “che il massacro è stato un atto di genocidio’’.

Il 19 settembre a Tirrenia, nel discorso conclusivo della Festa nazionale dell’Unità, Enrico Berlinguer inizia a parlare proprio dai fatti di Beirut, che definisce “crimine mostruoso”, una “furia omicida che ricorda le nefandezze naziste”. E’ uno dei tanti passaggi di interesse storico di questo discorso, pronunciato davanti a una folla immensa (quella della prima foto del nostro libro, concessa gentilmente da Paolo Maggi) e che riproponiamo nella registrazione effettuata dal vivo da Giuseppe Ciari, il militante del PCI che ci ha fornito le sue registrazioni originali. Berlinguer parlò a lungo della pace, della lotta contro i missili a Comiso, della situazione politica nazionale. Ma lasciamo la parola al segretario del PCI.

(Audio in pagina)

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INFO PALESTINA : https://ongaza.org/ - www.palestinercs.org/en
Boicott Tel Aviv : https://bdsmovement.net/
J.E.

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