rASSEGNA 08/08/2024
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Dal 2004 il Premio Attila è nel suo genere la più alta onorificenza italiana… dopo il Festival di Sanremo. Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace. Il libro, pagine 125, è disponibile a chi ne fa richiesta.
Nella foto: Sandro Pertini. Nel giorno della commemorazione della strage alla stazione di Bologna è scontro tra i famigliari delle vittime e la premier Meloni.
La trama, del disegno di legge sulla sicurezza pubblica in approvazione, è sempre la stessa: punire il nemico, ovvero reprimere dissenzienti, poveri, migranti; sviare e occultare la responsabilità delle diseguaglianze sociali, della guerra, della devastazione climatica.
Quando la scomparsa della biodiversità è anche perdita culturale.
SPECIALE PFAS:
Alle Olimpiadi, triatleta belga ricoverata in ospedale dopo aver nuotato nella Senna con alte concentrazioni di Pfas.
Il circolo vizioso, dei Pfas che aumentano il colesterolo, e dei farmaci anticolesterolo che diminuiscono i Pfas. Un circolo virtuoso per i profitti delle industrie chimiche e farmaceutiche. Continua cliccando sul titolo.
Come l’azione inibitoria risarcitoria può essere rivolta contro l’azienda inquinante ma anche contro le Istituzioni. Come prossimamente lo sguardo rivolto alla Solvay di Spinetta Marengo Continua cliccando sul titolo.
In Italia, il mare Adriatico riceve Pfas dal Po, a sua volta dal Tanaro e dalla Bormida dove scarica Solvay a Spinetta Marengo. Fu rilevato già alla foce del Po nel 2010 dopo le denunce dei nostri esposti e mentre ad Alessandria ricevevamo minacce personali https://www.rete- ambientalista.it/2009/12/07/ siamo-scesi-in-piazza/ Continua cliccando sul titolo.
Nel mirino Chemours, come la Solvay per i Comuni della provincia di Alessandria. Continua cliccando sul titolo.
In Francia le autorità hanno ordinato il fermo di pozzi dello stabilimento Nestlè. La questione sta scatenando la reazione anche della Germania. In Italia si continua tranquillamente a vendere Perrier. Continua cliccando sul titolo.
Sarebbe opportuna un’ordinanza del sindaco che inibisca l’uso della risorsa idrica prelevata da pozzi privati, o da altre fonti. Continua cliccando sul titolo.
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Meno CO2 ma più PFAS e batterie da smaltire. Dalla padella nella brace per la popolazione di Alessandria dopo che le batterie green da Spinetta Marengo sono finite in Francia (Vedi Chiusura della Solvay di Alessandria: come salvaguardare l’occupazione). Commentando la strategia, volutamente confusa, di Solvay (Syensqo), poi scrivemmo (Il Piemonte finanzia i Pfas ma non tutela la salute dei suoi cittadini) anche che “”[…] Solvay non molla ed ecco che arriva il sostituto dei sostituti pfas: ‘a catena cortissima’ il polimero fluorurato ‘Aquivion’, finanziato da governo e (sottraendo i fondi al monitoraggio sanitario) dalla Regione Piemonte. Continua cliccando sul titolo.
C’è chi si ostina a dialogare con loro, impantanandosi nel circolo vizioso del loro reciproco scaricabarile. La storia di questi decenni ha invece dimostrato che sono complici di Solvay (Syensqo, già Montedison): speculari al colosso chimico, subordinati culturalmente e politicamente (quando non anche economicamente). Vanno dunque trattati come avversari. Immeritevoli di un briciolo di fiducia.
Infatti c’è chi, come noi, non espresse il benché minimo credito alla bolla di sapone della diffida con la quale la Provincia di Alessandria intimava (tardivamente) a Solvay di “sospendere la produzione di cC6O4 in tutto lo Stabilimento” e imponeva che “l’impianto Tecnoflon potesse essere riavviato solo dopo interventi tecnologici risolutori e approvazione certificata di ARPA”. Pensar male della Provincia non era peccato: tant’è che nel giro di poche settimane il bluff è scoppiato e la Provincia ha autorizzato la ripresa tossica e cancerogena di “PRODUZIONE ed USO di cC6O4” fregandosene della disapprovazione dell’ARPA.
Fregandosene dell’Arpa che non aveva certificato fossero state superate le cause dell’ incontrollata dispersione del Pfas C6O4 nelle falde acquifere per le perdite dal pozzo G adiacente all’impianto, perdite enormi: misurate da ARPA (l’11 aprile scorso) con una concentrazione di cC6O4 di 191.262µg/l contro i 0,5 µg/l (generosamente) ammessi.
Fregandosene, anzi, che negli incontri tecnici Arpa-Asl avessero denunciato un forte aumento delle quantità di cC6O4 in falda acquifera esterna, e che le perizie condotte da ARPA e riportate nella relazione di servizio avessero allarmato un pessimo stato di manutenzione dell’impianto colpevole dello sversamento: valvole rotte, tubazioni di scarico danneggiate, pareti di contenimento con buchi, ecc. nonché il colabrodo delle cosiddette barriere idrauliche.
Fregandosene, così , anche di ammettere che, stante lo sfacelo storico delle manutenzioni, tutti gli altri reparti che utilizzano i PFAS sono nelle stesse condizioni.
Fregandosene, insomma, che la sua nuova licenza di inquinare avrebbe coinvolto non solo falda acquifera-suolo-fiume Bormida -atmosfera del Comune di Alessandria, ma anche di una vasta area provinciale, dove ormai abitualmente si riversano i PFAS nell’aria: i Pfas in alcuni periodi dell’anno raggiungono contenuti a Spinetta Marengo di quasi 1.000 volte superiori a valori ritenuti (permissivamente) normali, e a Piovera e Montecastello di 100 volte superiori, e ad Alessandria (istituto Volta) di 20 volte superiori.
Dall’ennesima esemplare, e perciò opacizzata dai media locali, relazione (clicca qui) dell’ingegner Claudio Lombardi, già assessore all’ambiente, apprendiamo inoltre che la sciagurata servile autorizzazione della Provincia è appunto avvenuta dopo acceso dibattito con ARPA, sulla base di presunte “relazioni comprovanti interventi risolutivi delle perdite”. Relazioni talmente “comprovanti” da essere la “perizia giurata” firmata… da chi? da un perito incaricato da Solvay!! Perizia “giurata” (sic) e talmente qualificata da risultare esercizio neppure di un ingegnere (che so, idraulico, progettista) ma da… un architetto paesaggista. Insomma, il più classico caso di “controllato controllore”!
Puzza, puzza il voltagabbana della Provincia. Le impronte dello zampino di Solvay si intravvedono nella firma apposta alla lettera di autorizzazione di ripresa della produzione: stranamente non già del direttore responsabile ingegner Paolo Platania (che arditamente aveva emesso la diffida) ma da un suo sostituto, tale Maurizia Fariseo, segretaria di Direzione. Dubbio legittimo: i responsabili politici degli enti pubblici hanno atteso che Platania andasse in ferie? Platania si è rifiutato di firmare? Platania sarà accompagnato alla pensione?
Ferdinando Lignola, il Procuratore Generale di Cassazione, quando, nel 2019 nella sua arringa finale contro Solvay, incitò: “Mi auguro che seguano centinaia, migliaia di cause civili per toccare questa gente nel portafoglio”. Continua cliccando sul titolo.
Messaggio di pace e salute a 39.945 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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