Fulvio Grimaldi – 16/09/2024
MONDOCANE: TI TENIAMO D’OCCHIO… NEL MIRINO (fulviogrimaldi.blogspot.com)
Stavolta non è come il 13 luglio a Butler in Pennsylvania. Stavolta non hanno lasciato che centrasse il bersaglio, per poi, avendolo mancato, subito fargli fare la fine dell’assassino di Kennedy. Stavolta, dopo l’evidentissima, dimostrata complicità dei Servizi del Deep State nel tentativo maldestro di far fuori la stravaganza imperial-teerrorista, poco allineata sulla cancellazione della Russia dalla faccia della Terra, hanno dovuto dare dimostrazione di fedeltà costituzionale ed evitare l’esecuzione.
Anzi, tanto si sono spinti a rettificare l’immagine, solidificata in cento episodi FBI, CIA e compari, di complici della rimozione del granello di sabbia biondochiomato nel meccanismo della marcia verso l’unipolarismo tramite guerra totale, da aver addirittura individuato e neutralizzato il proprio sicario. Senza ucciderlo, sarebbe stato troppo sospetto.
Anzi ancora: mica hanno scelto il solito “psicolabile” lupo solitario con nessun responsabile di sostanza alle spalle (figura sulla quale si sono subito avventati i nostri media, macchiette colonizzate con la pallina rossa sul naso, in ritardo sulle istruzioni dal Centro). Con l’attentatore, Ryan Routh, bello maturo e padrone di pensiero e azione, dal retroterra Azov, fattosi vedere con la canna del Kalashnikov esibita nel reticolato della recinzione, hanno mandato avanti un figurante credibile.
Il classico bravo ragazzo rigurgitato dal complesso militar-industriale, reclutatore pro-democrazia ucraina (!) di mercenari da spedire a sostegno di una nazione da immolare al sacro impegno di far sparire la Russia. Per un’Ucraina da immolare serviva un credibile espressione del patriottico popolo americano, totalmente omologo alla strategia globalista dei suoi massimi esponenti. Così, il tentativo e il suo autore dovranno essere interpretati e valutati dal patriottico popolo bue.
Come ho già provato a spiegare nell’intervista su “Punti di Riflessione” di Paolo Arigotti, diffusa giorni fa, fallita l’operazione sparo in testa e definitiva rimozione della variabile fuorilinea, si doveva insistere. Non già con una ripetizione, che, a questo punto, copia del precedente, sarebbe stato di natura tafazziana, ma con un avvertimento: “Sei sempre nel mirino, brutto pacifista che non vuoi far evaporare la Russia.
Dall’attentato vero, fallito, all’intimidazione: “Una volta ti è andata bene perché hai voltato il capo: Occhio, che ci potrà sempre essere una prossima…. Siamo noi che manovriamo i fucili, sia di chi spara, sia di chi, poi, deve essere sparato”. Perfettamente consapevole, Trump ha risposto appropriatamente: “Non mi arrenderò mai!”.
Dobbiamo sempre tener presente il livello di frenesia psicopatica che pervade l’oligarchia neocon (oggi tutta democratica e capital-militar-finanziaria, più Cheney padre, figlia e repubblicani convertiti). Uno come Donald Trump, consanguineo nella famiglia dei masskiller, ma con un grado di raziocinio in più, che propone di tener buona la Russia – bestia nerissima, panno rosso davanti al toro neocon– in attesa di aver rimesso in piedi gli USA oggi col culo a terra.
Il meme trumpiano MAGA, “Make America great again”, significa questo: siamo a pezzi, milioni di statunitensi non hanno più casa e poco da mangiare, ponti e ferrovie crollano, sanità e scuola servono a chi fa i milioni, abbiamo 35 trilioni di debiti estero, uguale bancarotta incombente, dobbiamo far mangiare (gatti?) a milionate di migranti. Finiremo col fare una guerra su tre, quattro, cinque fronti, come volete voi, con a casa una turba di affamati in stracci, con tanti cetrioli in mano, altro che Capitol Hill. Limitiamoci all’Iran, alla Palestina, alla Cina, miniamo le periferie, proviamo a sedurre Putin e a staccarlo da Pechino, lasciando perdere quel mangiapane a tradimento di Zelensly e i suoi residui quattro ucraini. Per la Russia c’è tempo.
Per la Russia, per il mondo intero, secondo chi organizza gli attentati a Trump, il tempo è invece oggi. E’ l’ordalia dei veri psicolabili nelle istituzioni, nelle banche, nel potere sotterraneo, in Silicon Valley e nei fondi di investimento USA. Fanno capo a una ridanciana inanità, assetata di sangue di bambini palestinesi. La partita è questa. Con Trump non l’hanno finita.