[Rete Ambientalista] La giustizia in Italia condanna le Vittime

Rassegna 16/09/2024

 

“Delitti perfetti” nei tribunali se non interviene la Cassazione. Pubblicato sul Sito il 16 settembre 2024

Avevamo avuto ragione nel 2015 a titolare “Ambiente Delitto Perfetto” (*) il nostro libro (Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia). “Perché”, come dimostrammo in due voluminosi volumi, “nelle aule giudiziarie impuniti si consumano scandalizzanti delitti contro il bene comune per eccellenza , che è la salute ovvero l’ambiente”. Uno di questi è la recente sentenza Ilva. Forse il più grave, non solo perché assolve i responsabili di uno  dei più efferati disastri eco sanitari perpetrati In Italia, ma soprattutto  perché crea un pericolosissimo precedente: i processi non si potranno celebrare nei territori dove  l’inquinamento  è avvenuto, anzi, quelli già in corso e le relative condanne potranno essere annullati anni e anni dopo.
Con il cavillo che alcuni giudici vivessero negli stessi quartieri in cui abitano persone costituitesi parte civile o che ex magistrati fossero parti offese, la Corte d’assise d’appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, ha annullato le 3.700 pagine della sentenza del Tribunale di Taranto che, in dodici anni di udienze, perizie e testimonianze, avevano condannato i Riva a 22 e 20 anni, Niki Vendola a 3 anni e 6 mesi, eccetera per altri 23 imputati. Così il maxi-processo “Ambiente Svenduto” dovrà ripartire da zero e se ne occuperanno i magistrati di Potenza. Con un rischio enorme: la prescrizione rischia di cancellare buona parte dei reati. Per maggiori dettagli clicca qui.
Per scongiurare questo delitto, “E’ auspicabile che la decisione della Corte d’appello sia  impugnata dalla Procura e portata in Cassazione”: così si esprime Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione PeaceLink, (clicca qui), “evitando un allungamento dei tempi e un rischio concreto di prescrizione per reati gravissimi come la concussione e, probabilmente, l’omicidio colposo”.
Il pronunciamento favorevole della Cassazione eviterebbe presumibili rischi in altri processi di natura ambientale. Si pensi che gli avvocati difensori altrimenti chiederebbero che il processo Miteni sia spostato da Vicenza, o che la sentenza (prevista per la primavera) potrebbe essere annullata negli anni seguenti. Si pensi al processo Solvay di Alessandria che neppure potrebbe avviarsi a fine anno.
 (*) “Ambiente Delitto Perfetto” è disponibile a chi ne fa richiesta.

La lobby dei Pfas corrompe gli scienziati e arruola gli avvocati.Pubblicato sul  Sito il16 Settembre 2024

La lunga mano dell’industria chimica sulla scienza, per meglio dire: sugli organismi internazionali preposti a definire regole e limiti, non molla la presa sui Pfas. La lobby chimica ha infiltrato  nel Comitato dell’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità ricercatori legati all’industria, cioè i propri consulenti prezzolati, allo scopo di definire per Pfoa e Pfos soglie limite  nelle acque potabili (100 parti per trilione ptt) superiori agli stringenti limiti (4 parti per trilione) fissati da regolatori in Usa ed Eu (*). Lo scopo è di utilizzare (come sta facendo ad esempio Solvay in Cina) questi frivoli limiti nei permissivi paesi invia di sviluppo, piuttosto che affrontare negli Stati Uniti l’Ente Protezione Ambientale EPA che ha concluso che nessun livello di esposizione a Pfoa e Pfos nell’acqua potabile è sicuro. Insomma, come noi sosteniamo, il vero limite è zero.
E’ talmente enorme il conflitto di interesse, contro il quale è insorta la comunità scientifica indipendente, che l’OMS è stata costretta a costituire un nuovo Comitato con meno scienziati legati all’industria. Il quale rivedrà le linee guida che, ovviamente, saranno ricontestate dai consulenti delle lobbies chimiche, perché il mettere in discussione la scienza fa parte della loro strategia più ampia. Come ben utilizzano i loro avvocati  nei processi Solvay ad Alessandria e Miteni a Vicenza.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.
 
(*) È stata appena pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la Comunicazione della Commissione “Linee guida tecniche sui metodi d’analisi per il monitoraggio delle sostanze per- e polifluoro alchiliche (PFAS) nelle acque destinate al consumo umano” volte a imprimere un’accelerazione al monitoraggio dei PFAS con criteri omogenei nell’ambito dell’Unione Europea.
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Demonizzazione e leggi anti-protesta Pubblicato sul Sito il 13 settembre 2024

In Europa l’adozione di nuove leggi repressive, restrizioni draconiane e requisiti onerosi, ha creato un ambiente sempre più ostile per le proteste, con interferenze ingiustificate all’esercizio del diritto di riunione pacifica. La ricerca di Amnesty International mostra che le ragioni fornite dalle autorità per queste restrizioni sono spesso pretestuose e che i governi citano frequentemente motivi di “sicurezza nazionale” e di “ordine pubblico” come scuse per reprimere il dissenso e la  disobbedienza civile pacifica.
I manifestanti vengono etichettati in vari modi, tra cui “terroristi”, “criminali”, “agenti stranieri”, “anarchici” ed “estremisti”. È il caso, ad esempio, della nuova legge 6/2024, introdotta in Italia a gennaio, che inasprisce le sanzioni per danneggiamento e deturpamento di beni culturali o paesaggistici, andando a criminalizzare chi protesta pacificamente in favore della giustizia ambientale e che è stata presentata dal ministero dei Beni culturali come iniziativa volta a contrastare gli “eco-vandali”. E’ il caso delle proteste di solidarietà con il popolo palestinese descritte come “marce dell’odio antisemita”. Fino al razzismo istituzionale, migranti, richiedenti asilo o rifugiati, omofobia, transfobia e altre forme di discriminazione.
In Italia, si impongono sempre più spesso misure amministrative nei confronti di chi manifesta pacificamente anche attraverso la disobbedienza civile. Si tratta in particolare del “foglio di via” obbligatorio (divieto di accesso alla città, che va da sei mesi a quattro anni) o del più recente Daspo urbano (divieto di accesso a specifiche aree cittadine, che va da 48 ore a due anni). Negli ultimi anni, queste misure preventive sono state utilizzate contro persone attiviste dei movimenti No Tav e No Muos, contro delegate e delegati dei sindacati di base e attiviste e attivisti per la giustizia climatica, nonché contro persone che hanno semplicemente espresso il proprio dissenso.
Particolarmente allarmanti sono poi alcune delle disposizioni del disegno di legge 1660, il cosiddetto ddl sicurezza, attualmente in discussione alla Camera:  l’articolo 11 sul trattamento penale dei cosiddetti “blocchi stradali”. Clicca qui.

Terza Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza. Pubblicato sul Sito il 13 settembre 2024

World March for Peace and Nonviolence, la marcia mondiale per la pace e la nonviolenza partirà il 2 ottobre da San Josè, in Costa Rica, per farvi ritorno il 5 gennaio. Tante anche le tappe in Italia! Per scoprirle clicca qui.


L’Italia verso uno scontro globale e una guerra nucleare. Pubblicato sul Sito il 13 settembre 2024

Zelensky (con gli USA) è ormai consapevole che la guerra in Ucraina sta volgendo a suo sfavore. La prolungata durata del conflitto sta esaurendo le risorse e il morale. Di fronte a questa realtà, Zelensky (con parte degli Usa) sembra ricorrere all’unica opzione che gli resta: coinvolgere più profondamente la NATO nella guerra. Dunque l’Italia, dove c’è chi al governo spinge e all’opposizione non respinge.  Continua su

Il mondo sull’orlo di un precipizio.

La marcia per la pace ad Assisi per riaffermare il no all’escalation.
Il mondo è sull’orlo di un precipizio. La guerra in Ucraina, con il rischio sempre più concreto di un’escalation nucleare, e la drammatica situazione a Gaza, dove la popolazione civile, in particolare bambini e donne, subisce indicibili sofferenze, ci ricordano l’urgenza che la voce della pace si alzi più forte che mai. Clicca qui.
Pubblicato sul Sito il13 Settembre 2024

Marcia della pace e della solidarietà.

Clicca qui il programma e come aderire.

Pubblicato sul Sito il13 Settembre 2024

Meloni avvia il ritorno al nucleare.

Gli industriali in Occidente puntano a potenziare il business nucleare, agitando lo spettro dell’“espansione dell’arsenale nucleare cinese e delle possibili alleanze militari di Pechino con la Russia e la Corea del Nord”. Gli industriali italiani, mentre anch’essi frenano per le auto elettriche, spingono per il ritorno all’energia atomica con altre motivazioni ufficiali. L’acceleratore sarebbe l’esigenza dell’indipendenza energetica: “sì, possiamo potenziare le fonti, come l’idroelettrico, l’eolico, il fotovoltaico, però la transizione energetica non può lasciare fuori il nucleare, cioè “i microreattori generali, di nuova generazione, che sono sicuri, per i quali noi abbiamo aziende all’altezza della nuova tecnologia, riconosciute in tutto il mondo”.
Il governo italiano non vede l’ora di mettersi sull’attenti, avendo il centrodestra sempre sostenuto  la ripresa del nucleare. Così i piani della Meloni iniziano ad avere un loro calendario di massima. Infatti, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, prontamente ha dato indicazioni sui tempi per le regole del ritorno all’atomo: a fine anno le linee guida degli esperti, nel 2025 il disegno di legge, nel 2030 le prime autorizzazioni.
Intanto, in un momento di stretta di bilancio, sono stati destinati più di 100 milioni di euro all’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, per fare ricerca proprio sul nucleare. Clicca qui.


Tutta la storia di Spinetta raccontata in video da Lino Balza. Seconda puntata, le armi chimiche in tempo di guerra e di pace. 
Pubblicato sul Sito il 16 Settembre 2024

Messaggio di pace e salute a 40.196 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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