Rassegna 23/09/2024
La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.
Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante.
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.
La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.
La memoria come antidoto all’oblio.
Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com
Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet, Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, …
Le notizie:
Genocidio a Gaza
I piani di deportazione dal nord della Striscia vanno avanti con demolizioni delle case, anche quelle diroccate da precedenti bombardamenti e occupate da famiglie palestinesi accampate in mezzo ai ruderi. Dalla zona centrale del Wadi, dove l’esercito ha realizzato un corridoio libero da costruzioni che taglia Gaza in due parti non comunicanti, l’artiglieria ha bombardato la zona nord. Elicotteri hanno lanciato volantini che ordinano alla popolazione di sfollare verso sud, perché la zona è dichiarata militare chiusa. Il piano di annessione e colonizzazione ebraica viene camuffato con l’obiettivo di ‘stanare Hamas’.
Ieri sono stati uccisi dai generali israeliani 119 civili palestinesi e feriti altri 209.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Libano-Israele
I più intensi bombardamenti israeliani sul sud Libano si sono svolti ieri, con attacchi missilistici sui villaggi e sulle città. Obiettivo dei generali di Tel Aviv è quello di cacciare la popolazione civile verso nord, per compiere la loro avanzata di terra in condizioni meno complicate. Ma sembra che abbiano fatto un grave errore di valutazione, perché la risposta di Hezbollah con i missili e droni, che sono arrivati fino a Haifa e Tiberiade, ha costretto molti israeliani a fuggire verso sud. Secondo stime della stampa israeliana, negli ultimi giorni 100 mila israeliani hanno lasciato le loro case nel nord di Israele. I piani militari per un’avanzata di terra dell’esercito israeliano in una ‘zona limitata’ del territorio libanese – dicono le fonti USA – sono già pronti.
Netanyahu ha affermato che ‘Hezbollah ha ricevuto una dura lezione che non si aspettava. E se non ha capito la lezione, la capirà’. Il riferimento chiaro è agli attacchi contro il sistema di comunicazioni del partito, che ha provocato le esplosioni di migliaia di cercapersone e agli attacchi missilistici degli ultimi due giorni.
Il presidente israeliano Herzog, invece, ha affermato candidamente che il suo paese non c’entra nulla con le esplosioni in Libano degli apparecchi cercapersone. Sui social molti commentatori arabi si sono chiesti ‘ma dove vive questo?’.
Situazione umanitaria a Gaza
L’esercito israeliano sta preparando un piano di deportazione forzata dei palestinesi presenti ancora nel nord di Gaza. Sarà dichiarata zona militare chiusa e la popolazione piano piano costretta ad andarsene, con le bombe e con le operazioni di terra. Le case ancora in piedi saranno demolite con la dinamite e con i bulldozer. Lo scrive la stampa israeliana. Nel frattempo l’esercito si assumerà il compito della distribuzione diretta degli aiuti umanitari, per non avere in mezzo le agenzie dell’ONU. Lo abbiamo anticipato ieri su Anbamed, ma adesso le rivelazioni sono di fonte israeliana pubblica.
In tutta la Striscia le prime piogge stanno rendendo la vita impossibile agli sfollati accampati in tende di plastica. I terreni attorno alle tende sono diventati pozzanghere. La seconda stagione invernale che passano in campi di fortuna si annuncia difficile.
CPI
Durante i lavori delle commissioni esteri e sicurezza del parlamento israeliano, Netanyahu ha affermato che presto sarà emesso l’ordine di cattura internazionale nei suoi confronti e di altri dirigenti. ‘Israele sta passando giorni difficili’, ha detto.
Gli Stati Uniti, che non fanno parte del trattato di Roma, stanno facendo forti pressioni sul procuratore e i giudici della CPI per non emettere oppure almeno ritardare la pubblicazione dei mandati di cattura almeno fino a dopo l’assemblea generale dell’ONU, dove è previsto un discorso di Netanyahu.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Deportare i palestinesi dalle loro terre. Questo è l’obiettivo del governo di estrema destra di Israele. Oltre ai quotidiani attacchi militari, con rastrellamenti, uccisioni di militanti e distruzioni delle infrastrutture urbane, per rendere la vita difficile in tutti i sensi, vengono messe in atto aggressioni quotidiane dei coloni, arrivati da ogni dove, contro i villaggi e le comunità palestinesi native. Ultimo atto compiuto ieri è stato l’avvelenamento degli animali dei pastori nella zona a sud di El-Khalil. Non è la prima volta e non solo in questa zona. È avvenuto anche in passato sia nel sud della Cisgiordania che nella valle del Giordano e nella regione di Nablus. Furto delle sorgenti d’acqua e avvelenamento delle gregge per costringere i palestinesi a fuggire dalla Palestina. Il piano dei coloni fanatici è chiaro e dichiarato. ‘Questa terra è nostra. È stata promessa da Dio al popolo eletto’, dicono in inglese prima ancora di aver imparato bene l’ebraico.
Giornalismo nel mirino
L’esercito israeliano ha chiuso, con la forza armata, gli uffici di Al-Jazeera a Ramallah. Precedentemente gli uffici dell’emittente del Qatar in Israele sono stati chiusi per ordine governativo confermato dalla corte suprema sulla base di una legge approvata ad hoc dal parlamento. Netanyahu e i suoi generali hanno paura che il mondo venga a conoscenza della verità dei loro crimini contro la popolazione civile palestinese. In particolare dei crimini dei coloni ebrei estremisti, che contro i quali diversi paesi amici di Israele, come la GB per esempio, stanno avviando procedure di sanzioni. Anche se minimali e contro individui, sono politicamente significative.
Solidarietà
Il calciatore norvegese Ole Saeter ha rifiutato un’offerta di trasferimento da parte del club israeliano Maccabi Haifa, sollevando forti obiezioni morali. Saeter, 28enne attaccante del Rosenborg, ha dichiarato al canale norvegese TV 2 di non poter accettare l’accordo, nonostante la sicurezza finanziaria che gli avrebbe portato. “Non voglio che il denaro sporco di sangue arrivi sul mio conto. Sarebbe un incubo”, ha affermato Saeter.
Siria
Il presidente Bashar Assad ha emesso un’amnistia condizionata. Il provvedimento riguarda tutti i reati penali e la retinenza alla leva compiuti prima del 22 settembre 2024, data di emissione dell’amnistia. La condizione per l’applicabilità della misura è la consegna dell’interessato entro 3 mesi in territorio nazionale e entro 4 mesi se rifugiato all’estero, per lo svolgimento del servizio di leva. L’amnistia non include i reati di corruzione, traffico di droga e di terrorismo. Non è la prima volta che in Siria viene promulgato un atto di amnistia. La loro inefficacia è palese dalla presenza di migliaia di prigionieri nelle carceri siriane. L’ultimo provvedimento è stato emesso nel novembre 2023.
Iran
Le forze di sicurezza iraniane hanno annunciato di aver arrestato 12 persone accusate di collaborazione con Israele. Le guardie rivoluzionarie hanno affermato che i collaborazionisti ‘sono stati individuati in 4 province diverse e lavoravano per la diffusione di insicurezza tra la popolazione e per compiere atti di terrorismo’. Il comunicato non chiarisce se tutti gli arrestati siano iraniani oppure ci siano anche cittadini stranieri.