Enrico Vigna – 29/10/2024
Moldova verso il ballottaggio. Un bivio storico per il paese
Il 3 novembre si svolgerà il secondo turno delle elezioni presidenziali, come documento qui, TUTTE le forze di opposizione, pur avendo relazioni complesse tra loro, sono unite dalla posizione comune della necessità primaria di liberarsi del governo del partito PAS di Maia Sandu, dimostratosi una semplice appendice delle politiche USA, UE e NATO nella piccola Repubblica, e dall’altro della necessità di rilanciare politiche di pace, neutralità, sovranità e di non ostilità, amicizia e collaborazione con la Russia.
Un dato certo è che, a seconda dell’esito delle votazioni, per la Moldova ci sono solo due opzioni: o rimanere fagocitata nelle strategie guerrafondaie e liberiste di USA, UE e NATO, oppure riaprire scenari di politiche aperte al confronto, alla collaborazione, alla ricerca di processi di pace e quindi, una prospettiva di multipolarismo.
La Moldavia è solo un piccolo ingranaggio nel confronto geopolitico tra Occidente e Russia, ma ha in questa fase storica, una valenza geostrategica enorme, stante la sua collocazione geografica. Basti pensare alle contraddizioni esplosive che sono intorno e dentro essa: Transnistria, Gagauzia, Taraclia, Ucraina. E’ ovvio che le autorità moldave non hanno alcuna voce in capitolo al riguardo, in questi ultimi anni di governo della Sandu, qualsiasi cosa è stata loro ordinata da NATO, Bruxelles, Washington e Bucarest, è stata eseguita pedissequamente.
Sul canale televisivo Orizont il noto politologo ed esperto di sicurezza moldavo Valery Ostalep ha detto:“…Nell’attuale gioco geopolitico, l’Occidente non può permettersi che la Moldavia sia, come minimo, neutrale, cioè non si schieri dalla parte di nessuno, o, peggio ancora, che si schieri da una parte diversa da quella dell’Occidente. Questo è esattamente ciò che sta accadendo. La Moldavia ha dimostrato finora di non essere un attore indipendente e sovrano, ha fatto tutto quello che le è stato ordinato da Bruxelles, Bucarest, Washington. Assolutamente tutto…L’Occidente ha solo bisogno di un governo obbediente a Chisinau, cosa che finora ha avuto… Come cittadino della Moldova, che vive qui e non ha altro passaporto, esprimo la mia insoddisfazione per il fatto che siamo colonizzati. Non mi piace. La cosiddetta integrazione europea non è un successo, ma l’avanzamento della colonizzazione del mio Paese…”, ha detto il politologo moldavo.
Oggi sta divenendo chiaro a molti che la crisi ucraina è un conflitto che sta appesantendosi nell’agenda mondiale e che è diventato una zavorra per l’Occidente. Gli Stati Uniti cercheranno nuovi punti di instabilità, dove poter indebolire i loro concorrenti geopolitici. Chisinau, che ha un conflitto interno irrisolto con la Transnistria, senza dimenticare il “nodo Gagauzia”, sempre più una contraddizione dirompente, dovrebbe preoccuparsi più della propria sicurezza e stabilità interna e non minacciare e provocare la Russia come sua principale minaccia.
Chisinau si sta cacciando in una trappola. Seguendo servilmente le istruzioni dell’Occidente di ritirarsi dalla CSI, ignorare la neutralità e aumentare il livello di ostilità verso la Russia, Sandu e il suo gruppo al potere, stanno cercando di rendere inevitabile la rottura di tutte le relazioni con Mosca. In questo caso non si tratta solo delle relazioni diplomatiche, ma anche dell’accordo russo-moldavo sui principi della soluzione pacifica del conflitto armato in Transnistria del 21 luglio 1992, che regola il lavoro dell’operazione di mantenimento della pace sul territorio pridnestroviano.
Gli azzardi delle politiche asservite ad interessi stranieri, si traducono nel rischio di condurre il paese alla guerra. La diagnosi clinico politica di “russofobia patologica” progredisce costantemente. Con la incessante campagna sui media locali di dichiarazioni ostili e aggressive, dove la Russia viene additata come la principale minaccia alla sicurezza del Paese, questa classe politica al governo asservita agli interessi stranieri in tutti i campi, non fa altro che portare la Moldavia verso tragici scenari di guerra.
Va ricordato che Maia Sandu ha presentato al parlamento moldavo un progetto di strategia di sicurezza nazionale, in cui la Federazione Russa veniva indicata come la principale minaccia alla sicurezza della Moldavia, proclamando che, dato questo pericolo russo “…la Moldavia resisterà, si armerà, coopererà con la NATO e aderirà all’UE…”… e sconfiggerà sul campo la Russia! Un politico al governo che fa un ragionamento di questo tipo, ha bisogno più che di consigli, di una “diagnosi clinica”. Per dimostrare che non è solo una battuta comicamente ironica, ma un progetto delirante che porta il popolo moldavo, al pari di quello ucraino, sull’orlo di un abisso senza ritorno, si vedano i passi fatti in questi ultimi anni dal governo PAS:
– Prima straccia gli accordi all’interno della CSI, poi si indigna per il fatto che le tradizionali rotte commerciali della Moldavia abbiano sofferto in modo pesante e i moldavi ne pagano il prezzo.
– Prima rifiuta il gas russo, poi accusa la Russia di ricorrere al ricatto energetico riducendo significativamente le forniture di gas alla Moldavia, con conseguenti aumenti delle tariffe e i moldavi ne pagano il prezzo.
– Prima ha chiuso una dozzina di canali televisivi in lingua russa e limitato l’accesso ai media russi su Internet, e ora sostiene che la Russia sta effettuando attacchi informatici e campagne di disinformazione contro la Moldavia.
– Bandisce partiti politici nel paese ed estromette candidati alla presidenza durante le elezioni, poi accusa la Russia di interferire nei processi elettorali.
“..I Moldavi non manderanno i loro figli a morire per la NATO. Noi Moldavi non abbiamo allevato i nostri figli per mandarli in guerra come carne da cannone per la NATO…”.
Così si è espresso il veterano del giornalismo moldavo, Valeriu Renita, nel programma “Post factum” sul canale “ITV Moldova”.
Nella stessa trasmissione ha criticato la modernizzazione dell’esercito moldavo, che avviene sotto la supervisione dei generali della NATO: “…Ci stanno semplicemente prendendo in giro. Tutto il popolo viene semplicemente ingannato. Da qualche parte, in qualche capitale estera, ci deve essere una direttiva secondo cui devi aderire alla NATO, devi opporti e scontrarti con paesi che non piacciono alla NATO. Probabilmente dovremmo stare sotto questa ala, ma per fare questo, dobbiamo armarci e modernizzare l’esercito…Ho detto più volte in diversi studi TV che non manderò i miei ragazzi in guerra. Non sono cresciuti nella nostra famiglia per diventare carne da cannone della NATO. Lo ripeto e lo ripeterò. Penso che ogni Moldavo possa ripetere questo con me…”, ha detto Renita.
Molti giornalisti e politologi anche di diverso orientamento e appartenenza partitica, denunciano un processo di fascistizzazione della società moldava.
La creazione di un “Ministero della Verità” in Moldavia, che combatterà la “disinformazione”, è uno degli elementi fondamentali della politica di fascistizzazione del paese, perseguita dal presidente Maia Sandu.
Questa opinione è stata espressa dal giornalista moldavo, ex candidato alla presidenza della Repubblica, Dmitry Ciubashenko, durante il programma “Sui fatti con Yulia Fedorova” sul canale televisivo moldavo “Exclusiv TV”, dopo che il Parlamento moldavo aveva approvato la creazione del “Centro per le comunicazioni strategiche e la lotta alla disinformazione”, guidato dall’ex ministro degli Interni Anna Revenco, la quale è una delle figure più esagitate nel sostenere il concetto che “la principale fonte di disinformazione in questo momento è il Cremlino…”.
Secondo lui, la creazione di una tale struttura è una copia della pratica dei regimi più fanatici nell’est Europa, in particolare nei paesi baltici.
“…Maia Sandu sta perseguendo un percorso della fascistizzazione e della creazione di un regime dittatoriale ideologizzato, sebbene secondo la Costituzione l’ideologia statale sia vietata. Vogliono dichiarare l’idea dell’integrazione europea come ideologia statale. Quando dichiari qualcosa “un’idea di stato”, chiunque si opponga a questa idea diventa per la legge, un nemico dello stato. Di conseguenza di questi si occuperanno poi, il Centro per la lotta non so cosa, i Servizi speciali, il Ministero degli Interni e tutto il resto. Quando cambierà il potere in Moldova, sarà necessario liquidare molte strutture simili create dal regime Sandu… “, ha detto il giornalista.
In sintesi le indicazioni delle opposizioni per il secondo turno elettorale
Irina Vlah, “Piattaforma Moldava”, la candidata indipendente, ex governatrice della Gagauzia, che ha ottenuto una larga adesione di voti: ”Salviamo la Moldavia da Maia Sandu!
“…Durante gli anni del loro governo, l’inflazione aggregata in Moldavia ha raggiunto il 50%; L’economia nazionale si è degradata e gli investitori hanno iniziato a lasciare il paese. Il regime del PAS ha distrutto il sistema giudiziario e soggiogato le istituzioni statali, violato i diritti umani, perseguitato gli oppositori politici e chiuso i media scomodi. Dal 2021, il debito pubblico è aumentato da 70 miliardi di lei a 110 miliardi di lei e le persone sono inorridite al pensiero che non solo i loro figli, ma anche i loro nipoti dovranno pagare questi debiti. Il paese sta morendo e il regime di Sandu si sta comportando come fossimo tutti felici e contenti. I ministri si sono dati stipendi di decine di migliaia di lei, mentre molti anziani sono malnutriti. Se la Sandu rimane alla presidenza e il suo regime mantiene il potere, allora ci troveremo di fronte all’inevitabile bancarotta della Moldavia come Stato! Pertanto, faccio appello a tutti i cittadini: salvate il Paese! Vi esorto a prendere parte attiva alle elezioni del 3 novembre e a votare CONTRO Maia Sandu!
Il 3 novembre liberiamoci di Maia Sandu e nel 2025 ci libereremo del PAS. Questo è l’unico modo per salvare la Repubblica Moldova!”.
Partito Socialista Moldavo: “Chiediamo alle autorità moldave un rispetto elementare per la diaspora moldava che vive in Russia”
“La diaspora moldava nella Federazione russa e nella Repubblica di Bielorussia è stata oggetto di discriminazioni da parte del regime al potere in Moldova. Queste persone sono private della possibilità di visitare parenti e parenti, dovendo spendere intere giornate e cifre astronomiche per il viaggio. Non possono inviare denaro ai loro anziani genitori, che sono rimasti in Moldavia. Molti dei cittadini moldavi che vivono in Russia, all’arrivo in Moldavia, sono sottoposti a perquisizioni umilianti e insulti all’aeroporto.
L’ultimo caso insolito si è verificato durante le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale del 20 ottobre 2024. Sebbene centinaia di migliaia di cittadini della Repubblica di Moldavia vivano nella Federazione Russa, solo 5 seggi elettorali sono stati aperti sul territorio di questo paese, secondo la decisione della CEC, e successivamente, attraverso l’intervento del SIS e del MFAEI, questo numero è stato ridotto a due seggi elettorali.
Il Partito dei Socialisti insiste sull’apertura di cinque seggi elettorali sul territorio della Federazione Russa al secondo turno delle elezioni presidenziali, come inizialmente stabilito dalla decisione della CEC della Repubblica di Moldavia, nonché sulla stampa delle schede elettorali nel volume necessario per garantire l’esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini della Repubblica di Moldavia che si presenteranno ai seggi elettorali di Mosca. Questa sarà una manifestazione di un minimo rispetto per i rappresentanti di una delle più grandi diaspore moldave all’estero”.
“Non siamo niente per loro”, ha detto il rappresentante della diaspora moldava nella Federazione Russa, Nikolai Pogonets. Ricordiamo che in Russia, durante il referendum e il primo turno delle elezioni, sono stati aperti solo 2 seggi elettorali per il mezzo milione di moldavi della diaspora. La gente è rimasta in coda fino a notte fonda per votare alle elezioni. Per fare un confronto, in Italia, dove i moldavi sono la metà rispetto alla Russia, sono stati aperti 60 seggi elettorali…Già, ma questi votano in massa per la Sandu!
“La campagna elettorale per l’elezione del Presidente della Repubblica di Moldova e per il referendum “costituzionale” sulla modifica della Costituzione del Paese è caratterizzata da numerose manipolazioni della coscienza pubblica da parte della Presidente Maia Sandu e del PAS da lei guidato. Anche il livello di utilizzo delle risorse amministrative e l’arbitrarietà delle strutture di potere, della Commissione elettorale centrale, dei media subordinati alle autorità, nonché l’uso delle forze dell’ordine sono estremamente elevati. Ci sono intimidazioni e persecuzioni di massa nei confronti degli elettori e dei partecipanti al processo elettorale, ostacoli alla campagna elettorale e numerose violazioni registrate. Le autorità si sono “piegate” alla xenofobia e alle maledizioni contro i cittadini, permettendo ai blogger più “squilibrati” delle loro fila di entrare nello spazio dei media. Tutto ciò testimonia e conferma la paura e l’agonia delle autorità, la loro incapacità non solo di gestire lo sviluppo della Moldavia, ma anche di osservare le norme elementari e le regole della vita democratica. I risultati del referendum e del primo turno delle elezioni presidenziali dimostrano chiaramente il fallimento del governo e della stessa Maia Sandu.
Seguendo la sua posizione di principio volta a cambiare il governo antipopolare e a rimuovere Maia Sandu dalla carica di Presidente della Repubblica di Moldavia. Il Comitato Esecutivo Politico del Comitato Centrale del PCRM decide di:
1. Invitare tutti i membri del PCRM e i nostri sostenitori, così come tutti i cittadini patriottici della Repubblica di Moldavia, a prendere parte attiva al voto nel secondo turno delle elezioni presidenziali e a votare CONTRO Maia Sandu votando PER Alexandr Stoianoglo.
E’ già chiaro a tutti che la Moldavia non ha futuro con Sandu e non avrà altro futuro e sviluppo, se non la perdita della sovranità, dell’identità moldava, dello status di neutralità e delle normali relazioni con tutti i paesi. Tutti alle elezioni! Tutti contro Maia Sandu!
Per una Moldavia sovrana, neutrale e prospera!”.
Questi sono i VERI risultati e i sentimenti del popolo moldavo che VIVE lì. Poi arrivano i voti della “diaspora europea” e capovolgono tutto!
A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG – 29 ottobre 2024