[SinistraInRete] Corea del Sud, Romania, Siria (e anche Francia e Georgia): i 5 giorni che sconvolsero il mondo

Rassegna 14/12/2024

OttolinaTV: Corea del Sud, Romania, Siria (e anche Francia e Georgia): i 5 giorni che sconvolsero il mondo

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Corea del Sud, Romania, Siria (e anche Francia e Georgia): i 5 giorni che sconvolsero il mondo

di OttolinaTV

eoibfslònOttoliner, avrei voluto dirvi ben ritrovati; ma ben ritrovati una sega… Dopo aver passato 4 mesi ininterrotti incollato a quella seggiolina lì dietro, come diceva Vasco Rossi mi son distratto un attimo e, nell’arco di appena 5 giorni, nell’ordine avete dichiarato la legge marziale in una delle democrazie più vitali e dinamiche dell’Asia per provare a salvare il culo a un presidente zerbino che ha il 15% dei consensi, annullato con un golpe giudiziario il voto regolare in un Paese dell’Unione europea per salvare il culo a un altro presidente pupazzo che, a consensi, non arriva manco al 10 e, infine, nell’arco di 3 giorni, rovesciato definitivamente il governo siriano che era sopravvissuto a una guerra mondiale per procura, durata oltre 13 anni, attraverso il sostegno incondizionato a un tagliagole di Al Qaida che è magicamente diventato una popstar democratica nonostante continui a pendere sulla sua testa una taglia da 10 milioni di dollari emessa direttamente da Washington. Se mi volevate comunicare che vi stavo mancando, bastava anche meno… Nel caso della celebre canzone dell’intramontabile Vasco, la questione era piuttosto semplice: era tutta colpa d’Alfredo. Nel nostro caso, però, le cose potrebbero essere leggermente più complesse e articolate e se vi dovessi dire che ho un’idea chiara di come si siano svolte queste vicende mentirei spudoratamente, come sinceramente credo stia facendo chiunque in queste ore, invece di porsi una lunga serie di domande, millanti qualche tesi di facile comprensione buona per acchiappare qualche like (compresi, forse, gli stessi protagonisti). Una cosa che però, ormai, mi sembra non possa più essere messa in discussione da chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale è che non si tratta di casi isolati: la guerra totale dell’impero contro il resto del mondo per rallentare il declino e ostacolare la transizione a un nuovo ordine multipolare è in pieno svolgimento, riguarda tutto il pianeta e prevede il ricorso a ogni mezzo necessario; e quel poco che ancora rimaneva in piedi del vecchio ordine liberale – se mai è esistito – è stato definitivamente spazzato via dagli eventi.

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Carlos X. Blanco: Il fango spagnolo. Piccolo manuale sulla resistenza

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Il fango spagnolo. Piccolo manuale sulla resistenza

di Carlos X. Blanco

d63e21d51f78f157280855afd1490af4c2a15e1a 87996443Siamo in gran parte spettatori passivi di uno spettacolo imbarazzante. Lo spettacolo di un’oligarchia indecente che ha perso il contatto con la realtà e che conosce solo la lealtà al padrone che li mantiene sul palcoscenico del potere e che li rappresenta come clown arroganti.

In tutto l’Occidente è lo stesso. Si parla di “democrazia liberale”, mentre si procede a un progressivo smantellamento del Welfare State. Il “Welfare”, un tempo esisteva e corrispondeva all’offerta pubblica di alcuni servizi sostenuti dall’erario, al fine di difendere “il capitalismo” dal pericolo rivoluzionario.

La ricostruzione dell’Europa occidentale dopo il 1945, cioè quella in cui i russi accettarono di fermarsi sulla “cortina di ferro”, comprendeva qualcosa di più del famoso “Piano Marshall”: nello stesso pacchetto rientrava l’ americanizzazione intensiva dell’Europa, cioè la sua conversione in un cretino. Le rovine, le montagne di cadaveri e macerie, furono ripulite dalla tempestiva pioggia di dollari. I dollari sono serviti affinché le élite “denazificate” del nostro continente diventassero lacchè dipendenti dagli yankee. Sono diventati tirapiedi incapaci di agire con la minima autonomia di fronte alla CIA e al Pentagono, che tiravano tutte le fila. Ancora oggi questi burattini vengono pagati direttamente dalle grandi multinazionali e dalle multinazionali, dai fondi spazzini e dagli scantinati dello Zio Sam. Tutto ciò che le élite europee guadagnano, sia legalmente occupando posizioni di grande reddito e generose indennità, sia con le tangenti illegali inerenti alla loro situazione privilegiata, è denaro che scorre direttamente dalle tasche dei cittadini ai paradisi fiscali, dove i soldi sono segretamente criptati, ma i conti non sono segreti per la CIA e per le altre entità terroristiche dell’Impero Yankee. Poiché l’informazione è potere, allo scagnozzo che forma l’élite o la casta europeista e demoliberale è consentito il suo arricchimento sporco e illegale. Ma purché non rappresenti un pericolo per l’Impero. In caso contrario, attenzione! Il segreto non è più un segreto. Tutta l’élite occidentale, da Macron e Sánchez, a Meloni o Scholz, è sostenuta e minacciata allo stesso tempo dal potere atlantista-capitalista.

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Alba Vastano: Il suicidio della democrazia

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Il suicidio della democrazia

di Alba Vastano

Il sociologo Franco Ferrarotti analizza la scomparsa dolorosa e tragica della democrazia dalla scena sociale, addebitandone le responsabilità al disamore verso la politica, alla sfiducia verso i rappresentanti, alla perdita dei valori solidi che abbandonano la scena per lasciare lo spazio alla società liquida, (ndr, definizione il cui interprete massimo è stato il sociologo Zygmunt Bauman con la sua produzione saggistica sul tema).

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Democrazia -Demos /Kratos: il potere risiede nel popolo che lo esprime tramite i suoi rappresentanti eletti a tal fine. Ѐ l’idea perfetta della democrazia, nata nel 461 a.c dalla concezione che ne aveva Pericle che nel suo discorso agli Ateniesi definì il concetto della democrazia e come dovesse applicarsi nelle leggi che regolavano la vita dei cittadini.

Dal ‘Discorso agli ateniesi, 461 a.c.’(Pericle)

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così.

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Salvatore Bravo: Postdemocrazia europea

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Postdemocrazia europea

di Salvatore Bravo

La Corte costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle presidenziali. Il candidato Călin Georgescu  è accusato di essere filorusso, in quanto nella campagna elettorale ha promesso di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina. Questa è l’Europa democratica al guinzaglio atlantista. Si è in democrazia fin quando si eleggono rappresentanti schierati con le politiche della plutocrazia transnazionale. Il primo dato incontrovertibile è che la democrazia borghese in Europa è ormai un retaggio del passato. Siamo ormai nella postdemocrazia, una nuova forma di totalitarismo da capire e definire.

Il volere dei popoli, lo sapevamo, non conta nulla. I popoli sono solo pedine da usare nella lotta tra le oligarchie capitaliste. Il mezzi mediatici e sovrastrutturali sono usati per manipolare e per inoculare l’oppio con cui dominare le coscienze. La mostruosizzazione dei russi con annesse paure e terrori è un mezzo efficace con cui dividere i popoli, frammentarli e condurli al macello. La Romania limitrofa all’Ucraina e alla Russia sembra duplicare, in modo diverso, quanto vissuto dall’Ucraina. Rovesciare le elezioni per porre al potere un candidato favorevole alla NATO significa porre le condizioni per una potenziale guerra civile e, nel contempo, aprire potenzialmente un nuovo fronte di guerra per “scacciare i russi penetrati in Romania con Tiktok”. Si tace il fatto che la Romania ospita una delle basi NATO più grandi e rilevanti al mondo, per cui la presenza di tale base NATO non può che condizionare la politica della Romania, inoltre rappresentare il popolo rumeno come condizionabile mediante Tiktok denota un sottile razzismo.

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Patrizio Paolinelli:

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Il fascismo: una questione ancora aperta

di Patrizio Paolinelli

Nell’attuale clima politico-culturale è sicuramente un atto di coraggio da parte di Luciano Canfora pubblicare un pamphlet intitolato Il fascismo in Italia non è mai morto (Dedalo, Bari, 2024, pp 96, 13,00 euro).

Che il fascismo non sia mai morto non ci dice molto di nuovo. Ma ribadirlo è importante per almeno due motivi: 1) perché il fascismo e il nazismo non nascono dal nulla, ma sono il risultato di un processo storico; 2) perché hanno continuato a vivere e persino svilupparsi nel mondo già all’indomani della Seconda guerra mondiale.E tuttavia un elemento di cambiamento c’è: oggi i fascisti non si nascondono più come un tempo. In Italia organizzazioni dichiaratamente fasciste sono presenti in Rete e nelle scuole, mentre esponenti politici provenienti da quel mondo governano città, regioni e da qualche tempo guidano il Paese.

Per verificare la normalizzazione del fascismo e persino il suo fare tendenza, (si veda in proposito L. Ghiglione, V. Isoppo, Se il fascismo va di moda. L’estremismo di destra e i giovani, Futura Editrice, Roma, 2022) è sufficiente spigolare tra le discussioni sui social network per imbattersi in aperte apologie del Ventennio. Apologie considerate come un diritto che una democrazia non può negare: ognuno ha le sue opinioni.

Compito di un intellettuale è capire i fenomeni storico-sociali e Canfora ha dedicato il suo pamphlet alla permanenza del fascismo in Italia individuandone le caratteristiche principali.

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Enrico Tomaselli: Dopo Bashar

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Dopo Bashar

di Enrico Tomaselli

808x539 cmsv2 cda30265 7a77
5c61 be18 b0380e122ac5 8898036Sulla repentina caduta della Siria in mano ai terroristi jihadisti, cala il sipario. Così come sulla Repubblica Araba Siriana, e sulla dinastia Assad. Ci sono ancora non pochi punti oscuri, o non ancora definiti, che probabilmente si chiariranno nei giorni e nelle settimane a venire. Ovviamente, su tutti, il comportamento di Assad durante la crisi e sino al suo epilogo, e forse ancor più quello dell’Esercito Arabo Siriano, che non solo non ha praticamente combattuto una sola battaglia per contrastare l’avanzata jihadista, ma ha anche inscenato una pantomima mistificatoria al fine di coprire la sua decisione di consegnare il paese a Hay’at Tahrir al-Sham. Restano ancora avvolte dalla nebbia emotiva di questi giorni anche le evidenti leggerezze e gli evidenti errori commessi da Russia e Iran. Ma, appunto, molte di queste cose si chiariranno in seguito. A questo punto, in ogni caso, si tratta di tirare una linea, e guardare oltre.

La prima cosa da mettere in chiaro è che la vittoria jihadista – tanto più per i tempi e i modi in cui si è realizzata – è ben lungi dal porre fine al caos siriano; anzi, al contrario è foriera di un ulteriore rinfocolamento. L’esempio che viene immediatamente è quello della Libia. Tanto per cominciare, c’è la questione curda, che Ankara sta cercando di risolvere scatenando le sue milizie del Syrian National Army (e anche intervenendo direttamente), anche approfittando di questa fase transitoria, ma che è ben lungi dal trovare una soluzione pacifica. Oltretutto, le forze curde (che almeno per ora continuano a contare sull’appoggio statunitense) controllano una bella fetta di territorio, da nord a sud, e soprattutto parte del confine con la Turchia. Anche la questione dei rapporti (di forza) tra HTS e SNA è tutta da verificare. Probabile che si arrivi a una qualche forma di accordo [1], ma non sarà una convivenza facile; e comunque, a mio avviso, l’HTS non accetterà un ruolo subalterno alla Turchia, né una significativa influenza di Ankara in Siria, e man mano che consoliderà il suo potere ciò si accentuerà.

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Paolo Di Marco: Il Gioco Segreto…che ci ha regalato quarant’anni

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Il Gioco Segreto…che ci ha regalato quarant’anni

di Paolo Di Marco

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Correva l’anno 1983, e in Marzo Ronald Reagan, il presidente più amato della storia degli Stati Uniti, definisce l’Unione Sovietica ‘L’impero del male’; due settimane dopo lancia il progetto dello Scudo Missilistico, SDI, subito soprannominato dai giornali Guerre Stellari.

L’idea era di creare un sistema missilistico a più livelli che rendesse impossibile a un missile nemico colpire gli Stati Uniti.

Reagan gioca sulla impressione di sicurezza e tranquillità che lo Scudo avrebbe creato negli americani, senza mettere in conto, o perlomeno senza dirlo, che questo veniva a rompere l’equilibrio dinamico di ‘mutua distruzione garantita’ che aveva garantito la pace fino ad allora.

Mentre l’URSS era arrivato a ritenere l’arsenale nucleare, pur fondamentale per la sopravvivenza del paese, un mero strumento politico, negli USA erano in ballo molte opzioni militari; le principali 8 erano:

attacco preventivo per decapitare il nemico

lancio di missili (nucleari) dopo avvertimento

lancio sotto attacco mentre le testate nemiche esplodevano

inasprire ‘orizzontalmente’ spostando una guerra in Europa fino all’Asia

creare una guerra su due fronti facendo in modo che la Cina attaccasse l’URSS

preposizionare testate nucleari nello spazio

invadere l’Europa dell’Est con eserciti Nato,

e, il nuovo piano, eseguire un inasprimento progressivo delle minacce nucleari con lo scopo di controllare e vincere una guerra nucleare limitata.

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Chris Hedges: Uccidere un popolo

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Uccidere un popolo

di Chris Hedges per scheerpost.com

I decantati valori democratici, la moralità e il rispetto dei diritti umani, rivendicati da Israele e dagli USA, sono sempre stati una bugia. Il vero credo è questo: abbiamo tutto e se provi a togliercelo ti uccideremo

Quello che segue è il discorso principale che ho tenuto il 1° novembre alla conferenza, La fine dell’impero, presso l’Università della California di Santa Barbara [prima delle elezioni negli Stati Uniti]. La conferenza è stata organizzata dal professor Butch Ware, che era anche il candidato vicepresidente del Partito Verde. Gli amministratori dell’università hanno vietato la pubblicità anticipata del discorso sugli account dei social media dell’università.

* * * *

Trascrizione

Lo sterminio funziona. All’inizio. Questa è la terribile lezione della storia. Se Israele non viene fermato, e nessuna potenza esterna sembra disposta a fermare il genocidio a Gaza o la distruzione del Libano, raggiungerà i suoi obiettivi di spopolamento e annessione della parte settentrionale di Gaza.

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Piccole Note: Ucraina: trattative in corso

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Ucraina: trattative in corso

di Piccole Note

Ermak, l’uomo forte di Kiev, vola negli Usa per incontrare i membri dell’amministrazione Trump. Carlson intervista Lavrov. La telefonata Gerasimov-Brown

Il Segretario di Stato Usa Tony Blinken ha ribadito pubblicamente ed esplicitamente la richiesta che Kiev arruoli i diciottenni, già tema di pressioni da parte di Washington, ma la dirigenza ucraina ha rigettato nuovamente la richiesta.

Un niet politico nel senso ampio del termine: da una parte la leadership ucraina sa che la misura susciterebbe malcontento in patria, dall’altra è cosciente che l’attuale amministrazione è in via di smantellamento e si può disobbedire, soprattutto perché il futuro presidente americano ha tutt’altre idee sul conflitto.

 

Ermak negli Usa, Carlson in Russia

Lo sa bene la leadership ucraina, che ha avviato frenetici contatti con la futura amministrazione. Infatti, Andriy Ermak, capo dello staff presidenziale e uomo forte di Kiev, accompagnato dal ministro della Difesa Rustem Umerov, questa settimana si è recato negli Stati Uniti dove ha incontrato il Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan – dal momento che non poteva esimersi dall’interloquire con l’ufficialità – ma in parallelo ha avuto una serie di incontri con gli esponenti della nuova amministrazione.

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Alessandra Ciattini: La guerra in Ucraina deve continuare a tutti i costi

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La guerra in Ucraina deve continuare a tutti i costi

di Alessandra Ciattini

Alcuni media internazionali alternativi e sotto attacco danno informazioni interessanti sul progetto Alchimia, elaborato da esperti e consiglieri legati al servizio segreto britannico, che si prefigge lo scopo di creare un’organizzazione simile alla famigerata Gladio, allo scopo di rendere indefinita la guerra tra la Russia e la Nato in Ucraina.

Da un rapido controllo risulta che solo Nicolai Lilin nel suo sito ha dato notizia in Italia del cosiddetto progetto Alchimia, mentre i media più importanti lo hanno finora ignorato. Questo progetto, che farebbe pensare a prima vista a misteriosi esperimenti da cui ricavare la celebre pietra filosofale, costituisce uno dei tanti documenti elaborati da esperti e consiglieri, che descrivono le future attività mantenute segrete dei governi occidentali. Ogni tanto ne viene filtrato uno come quello ormai famoso della Rand Corporation stilato nel 2019 e dedicato ai mezzi da utilizzare per indebolire e squilibrare la Russia. Obiettivo già individuato durante la cosiddetta guerra civile (1917-1921), nella quale le potenze occidentali intervennero, attribuendosi parti dell’immenso territorio russo, dando di fatto vita a un conflitto internazionale.

Inevitabilmente dobbiamo soffermarci su di essi, perché svelano il lavoro ideativo e organizzativo che sta dietro la strategia militare e politica delle grandi potenze e che ci fanno conoscere i veri responsabili di azioni violatrici del diritto internazionale o di veri e propri crimini.

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Lorenzo Maria Pacini: In Italia cresce l’odio per l’Occidente, mentre l’economia crolla a picco

comedonchisciotte.org

In Italia cresce l’odio per l’Occidente, mentre l’economia crolla a picco

di Lorenzo Maria Pacini – strategic-culture.su

Ci ha pensato Il Sole 24Ore, riprendendo un sondaggio Censis, a farci presente quanto ormai è evidente sotto gli occhi di tutti: gli italiani sono sempre più ostili all’Occidente e vedono con crescente distanza le sue istituzioni.

Stando al sondaggio citato, più del 70% degli intervistati si rende conto dell’arroganza dell’Occidente, che pretende di imporre il libero mercato e la “democrazia” liberale al resto del mondo. Una percentuale analoga è convinta del prossimo sfasciarsi dell’Unione Europea. Più del 66% degli intervistati attribuisce agli USA e all’Occidente la gran parte della responsabilità per i conflitti in Ucraina e Medio Oriente e poco più della metà è convinta dell’ascesa dei paesi del Sud del Mondo.

Si tratta di un dato statistico probabilmente non esaustivo, ma sicuramente coerente con il malcontento che cresce a vista d’occhio e che non è più rassicurabile con qualche operazione propagandistica.

Il clima sociale è costantemente teso: la paura della guerra, seguita da quella per i problemi economici nazionali, è costantemente diffusa e alimentata in tutti gli ambiti. La retorica giornalistica assieme a quella politica non cessano di inneggiare alla necessità di una partecipazione diretta ai conflitti o, altra opzione, a un sostegno economico a fondo cieco, ma non vi è contatto con la realtà, non c’è ascolto dei cittadini.

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