Rassegna 16/01/2025
Collettivo Le Gauche: Introduzione al pensiero di Gianfranco La Grassa
Introduzione al pensiero di Gianfranco La Grassa
di Collettivo Le Gauche
1. Introdurre La Grassa a chi non lo conosce
Per introdurre il pensiero di Gianfranco La Grassa è utile prendere in mano Il meccanico del marxismo. Introduzione critica al pensiero di Gianfranco La Grassa scritto da Piotr Zygulski. Il termine “meccanico del marxismo” è di Costanzo Preve e serve a descrivere il lavoro dell’economista veneto come un tentativo orientato non alla rianimazione della teoria di Marx bensì alla sua analisi per provare a smontare e rimontare, anche con pezzi nuovi, questa dottrina politica che avrebbe bisogno più di un nuovo motore che di nuovi autisti. Questa operazione richiede di individuare con precisione le parti difettose per poi apporre delle modifiche efficaci che possono produrre un risultato poco lontano dall’originale o la creazione di una vettura del tutto nuova e difficilmente distinguibile dal punto di partenza. Per capire come e perché è stato realizzato tutto ciò è bene presentare qualche dato biografico. Gianfranco La Grassa nasce nel 1935 a Conegliano da una famiglia di origini siciliane che possedeva un’azienda in Veneto specializzata nella produzione di vini e vermut. Nel 1953 approda al marxismo e si avvicina al PCI dopo una vacanza a Palermo dove scopre i libri di Marx e di Stalin. Dopo il diploma presso la scuola enologica di Conegliano si iscrive all’Università Ca’ Foscari di Venezia e inizia a partecipare alle riunioni del PCI pur non prendendo la tessera del partito. Nel 1959, dopo uno scambio epistolare, il suo maestro italiano, Antonio Pesenti, lo convince a trasferirsi all’Università di Parma dove aveva la cattedra di Scienza delle Finanze e di Diritto Finanziario. Nello stesso periodo inizia a prendere le distanze dal PCI e dalla “via italiana al socialismo” di Togliatti e non accetta le conclusioni del XX congresso del PCUS colpevole, secondo La Grassa, di incolpare dei crimini dello stalinismo unicamente la figura di Stalin e per questo iniziò ad avvicinarsi al maoismo. Nel 1963 rompe in maniera definitiva con il PCI dopo una complicata riunione di partito con il Comitato Federale di Treviso a cui fa seguito l’inizio della scrittura di una serie di ciclostilati di analisi politica tramite cui accusava di “neorevisionismo” sia il PCUS che il PCI.
Piero Bevilacqua: Gli interessi degli Stati Uniti e quelli dell’Europa
Gli interessi degli Stati Uniti e quelli dell’Europa
di Piero Bevilacqua
La casa comune europea brucia: per sue interne e risalenti contraddizioni, per l’esplodere dei fascismi e dei sovranismi, per le guerre in cui è coinvolta, per la sua debolezza economica, per la polarizzazione geopolitica tra Stati Uniti e Cina in cui essa appare sempre più un vaso di coccio. Contemporaneamente non c’è, ad essa, un’alternativa credibile e desiderabile. In questo scenario si svolgeranno, a breve, nuove elezioni in diversi paesi e si definiranno, nell’anno che abbiamo di fronte, nuovi assetti politici. Per questo abbiamo deciso di aprire un confronto al riguardo, cominciando con un primo articolo, in qualche misura ricognitivo, di Livio Pepino (https://volerelaluna.it/commenti/2024/12/31/il-2024-e-la-fine-del-sogno-europeo/) a cui ha fatto seguito un’ampia analisi di Marco Revelli sulle dinamiche degli ultimi anni (https://volerelaluna.it/controcanto/2025/01/02/il-suicidio-dell-europa/). Ora il confronto – come sempre libero e plurale, pur nel quadro della nostra impostazione politica di fondo – è aperto. Nella speranza che ci aiuti a definire obiettivi e prospettive che in questo momento ci è difficile anche solo intravedere. (la redazione).
Sarebbe lungo l’elenco degli episodi in cui gli Stati Uniti hanno mentito all’opinione pubblica internazionale. Menzogne con cui hanno coperto sabotaggi, movimenti insurrezionali, azioni terroristiche, colpi di Stato, massacri di popolazioni inermi. Basterebbe dare uno sguardo alle ricostruzioni storiche di alcuni grandi giornalisti americani, perché tanti ferventi democratici nostrani, sostenitori delle buone ragioni della Nato, fossero costretti a rivedere le proprie erronee convinzioni. Mi riferisco, ad esempio, a un testo come quello di William Blum, Il libro nero degliStati uniti, Fazi, 2003. A dispetto del titolo da pamphlet sensazionalistico della traduzione italiana (l’originale è Killing Hope: US Military and CIA Interventions since World War II.) si tratta di un imponente volume di 886 pagine, che getta una luce sconvolgente sulla politica estera americana a partire dal dopoguerra.
Pierluigi Fagan: Dal neoliberismo al tecno-libertarismo
Dal neoliberismo al tecno-libertarismo
di Pierluigi Fagan
Eccovi un estratto del Manifesto della nuova versione ideologica del liberalismo anglosassone che ha ormai trecentotrenta anni.
L’Autore è Marc Andreessen (lo presenta qui Fortune), un miliardario della Silicon Valley, un importante venture capitalist, e ora un ‘headhunter’. Andreessen sta reclutando talenti per Elon Musk, e il suo Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) per il nuovo governo Trump. Ha una società di capitali di rischio assieme a Benjamin Abraham Horowitz (Andreessen-Horowitz) con cui condivide una militanza della prima ora nell’avventura digitale (Netscape).
A&H si muovono ai limiti del nuovo ambiente ideologico-culturale che unisce i supporter MAGA di Trump, i tecnologi dissidenti (anti-woke ovvero Google e fino a oggi Facebook che però pare intenzionata a muoversi a sua volta verso questa stessa direzione), la destra cristiana, l’anti-istituzionalismo degli anarco-capitalisti libertariani e cripto-miliardari, una costellazione con il co-fondatore di Palantir Joe Lonsdale, i re delle criptovalute Cameron e Tyler Winklevoss e i capitalisti di rischio Antonio Gracias e Douglas Leone Sacks, ma anche Ramaswamy, Carr e Ferguson (ora tutti membri della nuova Amministrazione) assieme a Elon Musk, che culmina nel vice-presidente J. D. Vance (riferimento istituzionale della Pay-pal mafia) e nel Project 2025. Veicolo intermedio, questa New Founding, tra think tank e fondo di investimento per iniziative conservatrici-libertariane.
Gigi Sartorelli: Come il Pentagono investe per programmare la competizione strategica
Come il Pentagono investe per programmare la competizione strategica
di Gigi Sartorelli
Con questo articolo si fornisce il quadro del pensiero strategico statunitense entro il quale bisogna intendere i fatti che osserviamo tutti i giorni, e che spesso nei media nostrani vengono stupidamente additati come “pazzia” di Trump.
In particolare, nel documento qui analizzato il Pentagono fa riferimento a batterie elettriche, intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate, aiutando a indagare meglio anche le dinamiche qui e qui approfondite, che uniscono in un complesso triangolo Musk, Trump ed Unione Europea.
*****
Quando parliamo di linee strategiche parliamo della capacità di sviluppare i propri obiettivi nel confronto con altri attori sull’arco di tempi storici. La capacità di modellare la propria azione sui nodi strutturali di fondo che devono essere affrontati, e che non cambieranno tra i rivolgimenti estemporanei, per quanto grandi possano sembrare nell’immediato.
Se per chi sta dalla parte dei lavoratori, nel nostro paese, questa capacità si riassume nella necessità di ricostruire delle forze e una visione di classe e indipendente, per il cuore dell’Impero (gli Stati Uniti, nella filiera imperialistica euroatlantica) si tratta di sapere come surclassare i propri avversari nei settori centrali dello sviluppo capitalistico.
Clara Statello: L’eredità di Biden: la guerra energetica globale che minaccia l’Europa
L’eredità di Biden: la guerra energetica globale che minaccia l’Europa
di Clara Statello
Mentre Los Angeles brucia, il presidente Joe Biden lascia in eredità la minaccia di una crisi energetica che rischia di assumere proporzioni globali. L’amministrazione uscente ha approvato l’ultimo pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa, mirato ad annichilirne l’economia, colpendola al cuore: il settore dell’energia.
La “misura radicale” si pone nel solco tracciato nel 2022 con l’imposizione del tetto massimo del prezzo del petrolio russo. È il culmine di una serie di provvedimenti volti a interrompere le entrate energetiche di Mosca. In particolare intende punire quelle entità che consentono l’elusione delle sanzioni occidentali, ad esempio i cosiddetti “trader opachi” e la “flotta ombra”.
Nella blacklist del Tesoro americano sono finite:
- Le due principali compagnie russe, Gazprom Neft e Surgutneftgas, assieme a tutte le loro filiali in Russia e all’estero. Nel 2024 entrambe hanno esportato via mare 970mila barili al giorno di greggio. Nella lista dell’OFAC anche la SNGB, la banca commerciale di Surgutneftgas.
- 183 navi, in gran parte petroliere, considerate parte della cosiddetta “flotta ombra”.
- Le compagnie di assicurazione Ingosstrakh Insurance Company(Ingosstrakh) e Alfastrakhovanie Group (Alfastrakhovanie) , accusate di aver assicurato navi cisterna che trasportavano prodotti petroliferi russi.
Fulvio Grimaldi: Al teatrino dei pupi Joe e Volodymyr
Al teatrino dei pupi Joe e Volodymyr
L’ultima settimana dei morti viventi
di Fulvio Grimaldi
Formidabile agitazione nel Gran Finale allestito dai pupari prima della calata dell’ultimo sipario e prima che la folla dei bambini che fanno ooohhh si trasferisca all’ombra dell’altro teatrino che, invece, già proclama “Signore e signori, più gente entra e più bestie si vedono!”,
In effetti, il finalone dei pupari in chiusura del teatrino è stato fantasmagorico. Il membro del pubblico che vi sta scrivendo l’aveva ripetutamente – e facilmente – previsto quando, mesi fa, azzardò il pronostico che gli ultimi atti della tragicommedia, prima di arrivare agli effetti del calcio in culo rifilato dal pubblico statunitense ai burattini primattori (stavolta non annullato da brogli), sarebbero stato scoppiettanti.
I burattini, costretti a sgambettare vorticosamente da fili tirati all’impazzata perché quello rimanesse nei fatti e nella memoria il più grande, il più insuperabile spettacolo del mondo, sono in effetti riusciti a farne di tutti i colori. Al pupo Zelensky è stata affidata la missione di prospettare ai fanciulli dell’ooohhh, con lo sgambettamento dalle parti di Kursk, nientepopodimeno che la vittoria sulla Russia, sfuggita perfino a Hitler e Von Paulus. Per la quale ha trovato l’entusiastico incoraggiamento della pupa preferita, di nome Giorgia, che sulla scena si presentava con sullo sfondo l’immagine del fascio littorio. Scenografia che, oltre a prolungare gli ooohhh ha dato nuovo vigore alle stremate forze dei pupi Azov.
Andrea Fumagalli: Lo “space grabbing” di Musk
Lo “space grabbing” di Musk
di Andrea Fumagalli
L’8 febbraio 1996, John Perry Barlow, un giornalista informatico ed esperto di tecnologie digitale, per inciso anche uno degli autori dei testi dei Grateful Dead, si trovava a Davos per assistere alle riunioni del Forum Economico Mondiale, il summit che raccoglie l’establishment politico-industriale dell’oligarchia globale. Guardando il notiziario della Cnn, Barlow apprese in diretta che era stato approvato dal Congresso Americano il “Telecommunication Act”, una legge che aveva come scopo la regolazione della comunicazione su Internet. Con la scusa di limitare l’accesso alla pornografia in rete, venivano introdotti una serie di vincoli sul linguaggio, con il rischio di limitare notevolmente la libertà di espressione.
Di getto scrisse la Dichiarazione dell’Indipendenza del cyberspazio:
“Governi del Mondo, stanchi giganti di carne e di acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova dimora della Mente. A nome del futuro, chiedo a voi, esseri del passato, di lasciarci soli… Non avete alcuna sovranità sui luoghi dove ci incontriamo. Noi non abbiamo alcun governo eletto… Io dichiaro che lo spazio sociale globale che stiamo costruendo è per sua natura indipendente dalla tirannia che voi volete imporci…”
Nel gennaio 2015, viene presentato il progetto Starlink e nel 2016 è stata creata una struttura dedicata a Redmond, vicino a Seattle. I piani iniziali prevedevano di ultimare la realizzazione della costellazione entro il 2020, ma le modifiche delle specifiche tecniche stanno trascinando il calendario
Giovanna Cracco: Dialettica del transumanesimo. La scienza si fa religione
Dialettica del transumanesimo. La scienza si fa religione
di Giovanna Cracco
“L’Uomo si illude di essersi liberato dalla paura quando non c’è più nulla di ignoto.”
Max Horkheimer e Theodor Adorno, Dialettica dell’illuminismo
“Sono d’accordo con te al novantanove percento,” afferma Bill Gates, “quello che mi piace delle tue idee è che sono basate sulla scienza, ma il tuo ottimismo è quasi una fede religiosa. Sono anch’io ottimista”. “Sì, beh, abbiamo bisogno di una nuova religione,” replica Raymond Kurzweil, “un ruolo principale della religione è stato quello di razionalizzare la morte, poiché fino a poco tempo fa c’era poco altro che potessimo fare a riguardo”. Bill Gates concorda, e il confronto si sposta sulla necessità o meno di una figura carismatica che si faccia portatrice della nuova religione: per Gates un messia è indispensabile, per Kurzweil fa invece parte del vecchio modello religioso. Alla fine i due trovano un punto di incontro: anche un supercomputer o un sistema operativo avanzato può svolgere la funzione di profeta.
Il dialogo sopra riportato è contenuto nel libro The Singularity is Near, pubblicato nel 2005 da Raymond Kurzweil, esponente di spicco del transumanesimo. Come ormai noto, il transumanesimo è l’ideologia che crede nell’utilizzo della scienza e della tecnologia per potenziare le capacità fisiche e intellettuali dell’Uomo, fino a riuscire a trascendere i limiti naturali della condizione umana – uno su tutti, la morte. Nanotecnologia, biotecnologia e ingegneria genetica contro le malattie e l’invecchiamento, ibridazione uomo-macchina per il potenziamento fisico e cognitivo (bionica, cibernetica e chip cerebrale, fino al mind uploading, il caricamento della mente su un computer per poter ‘vivere’ per sempre), crionica per essere ibernati e risvegliati in futuro (quando esisteranno tecnologie in grado di rianimare senza provocare danni encefalici e curare da malattie oggi letali) e, su tutto, condicio sine qua non per avanzare nello sviluppo tecnologico, intelligenza artificiale, in particolare l’AGI, Artificial General Intelligence, un sistema che non solo dovrebbe essere in grado di svolgere un’ampia varietà di compiti – di contro all’intelligenza artificiale ‘ristretta’ che conosciamo oggi, limitata a precise funzioni – ma anche di superare la capacità intellettuale umana.
Giorgio Gattei: Tassazione e interesse (solo per astronomi esperti)
Tassazione e interesse (solo per astronomi esperti)
Cronache marXZiane n. 16
di Giorgio Gattei
1. Dgiangoz, comincia tu!
Dgiangoz è il mio consulente in analisi logica marXZiana che, interpellato, così mi ha risposto:
– Sei tornato da me? Non ti fidi delle tue sole competenze? Ne prendo atto e ti vengo incontro. Rispetto ai miei interventi precedenti, adesso in quel dominio di Saggio Massimo del pianeta Marx in cui sei finito e dove, pur impiegando lavoro, non si pagano salari, le due sole merci prodotte (una “base” e una “non-base” secondo la nomenclatura introdotta da Piero Sraffa nel libro del 1960), invece di essere grano e tulipano sono diventate orzo e birra, ma questo cambia poco dato che l’orzo è una “merce-base” in quanto necessaria per produrle entrambe, mentre la birra è una “merce-non base” addirittura assoluta perché non serve nemmeno a produrre se stessa (che fai della birra se non berla?). Più interessante è invece la sostituzione, nella funzione d’intermediazione tra le due produzioni, del Palazzo al posto del Tempio, il che ti ha consentito di attribuirgli la doppia funzione di tassare il produttore d’orzo (d’ora in poi l’“orziere”) per poi prestare al produttore di birra (d’ora in poi il “birraio”) quel gettito fiscale così raccolto. Però hai strafatto nel supporre che il Palazzo prelevi l’intero profitto massimo dell’orziere per girarlo integralmente e gratuitamente al birraio. Certamente, così facendo, hai raggiunto d’assalto l’equilibrio di bilancio tra le entrate e le uscite del Palazzo:
R a11 Q1 = a12 Q2
dove a11 e a12 sono i coefficienti unitari delle due produzioni, Q1 e Q2 le quantità rispettivamente prodotte ed R è il Saggio Massimo del profitto, ma non ti parrebbe più plausibile che il Palazzo prelevi a titolo d’imposta soltanto una percentuale del profitto massimo dell’orziere secondo una aliquota fiscale (t < 1, mentre sul prestito al birraio si facesse pagare un interesse secondo un tasso i > 0? Però, così facendo, ne sarà modificato quell’equilibrio di bilancio del Palazzo da te dedotto che dovrà essere ripensato tenendo comunque conto che le tasse sono pagate soltanto dall’orziere produttore della merce-base, mentre l’interesse è pagato soltanto dal produttore della merce non-base, cioè dal birraio.
Francesco Piccioni: I pagliacci criminali dell’Afd, da Hitler a Musk
I pagliacci criminali dell’Afd, da Hitler a Musk
di Francesco Piccioni
Il circo dei pagliacci dementi che si muove per conto del capitalismo finanziario si è arricchito di un nuovo personaggio, a suo modo sorprendente: Alice Weidel, “capa” del partito neonazista Alternative für Deutschland che si appresta a contendere la vittoria alla Cdu/Cdu nelle elezioni tedesche, tra sei settimane.
La signora, com’è noto, nel corso dell’intervista su X, realizzata direttamente da Elon Musk, ha deciso che era ora di togliersi dalla spalla l’ingombrante eredità di Adolf Hitler definendolo “un comunista”.
Definirla dunque un pagliaccio demente potrebbe sembrare sufficiente, viste le migliaia comunisti tedeschi morti o imprigionati da Hitler in Germania, a cominciare dal segretario Ernst Thälmann, ucciso nel ‘44 nel campo di concentramento di Buchenwald. Stiamo parlando del segretario di un partito che nel ‘32, nelle ultime elezioni celebrate e che videro i nazisti in testa, aveva ottenuto il 20%.
Per non parlare poi dei 22 milioni di sovietici, comunisti e non, che morirono nella Seconda Guerra Mondiale, prima sotto l’attacco nazista e poi – dopo la battaglia di Stalingrado – nell’offensiva che portò l’Armata Rossa fin dentro il Reichstag, a Berlino, ponendo fine all’esistenza del nazismo come regime e alla vita infame del suo capo/fondatore.
Ma non stiamo qui a misurare il grado dell’offesa che l’ennesimo pagliaccio demente ha fatto nei confronti di tanta parte dell’umanità, segnatamente la migliore. Per quell’offesa, come si dice da sempre, col nazifascismo non si parla, lo si combatte. Punto.
Il Pungolo Rosso: La procuratrice israeliana Gaz: nessuna denuncia o prova di stupro per il 7 ottobre
La procuratrice israeliana Gaz: nessuna denuncia o prova di stupro per il 7 ottobre
Quanti giornali e tg hanno riportato queste parole? Ipocriti e pennivendoli!
di Il Pungolo Rosso
Portiamo all’attenzione di chi ci segue la dichiarazione della magistrata israeliana Moran Gaz, che ha investigato sui fatti del 7 ottobre: non esiste “nessuna denuncia o prova di stupro” da parte dei palestinesi coinvolti nell’azione; “ciò che è stato riportato sui media è completamente diverso da quanto emerge in ultima analisi”.
Le menzogne diffuse ad arte su questi presunti stupri erano state già smentite dalla Commissione di inchiesta dell’Onu, nel marzo del 2024, e ci erano sembrate da subito irrealistiche, dato l’interesse degli autori dell’attacco a preservare gli ostaggi, e il tempo ridottissimo in cui l’attacco doveva essere portato a termine. Nei contesti di guerra – e quella in atto in Palestina è una guerra, imperialista e colonialista da un lato, di liberazione nazionale dall’altro – ci sono inevitabilmente atti di violenza. Ma queste, come altre accuse simili, le abbiamo ritenute frutto della propaganda anti-palestinese sionista-occidentale, e delle fantasie morbose proprie di chi pratiche del genere le usa – come accertato per l’esercito israeliano, e come accade sistematicamente nelle carceri israeliane.
Questa ulteriore smentita, in un momento in cui anche qui in Italia la propaganda sionista riprende vigore, chiude la questione. Vedrete, leggendo, che la Gaz tutto è salvo che un’anti-sionista, e pretende la pena di morte per i palestinesi implicati nell’azione del 7 ottobre.
Leonardo Mazzei: Sveglia!
Sveglia!
di Leonardo Mazzei
Come abbiamo sottolineato in più occasioni il “trumpismo” è un fenomeno sociale e politico proteiforme e altamente contraddittorio. Tante e diverse anime tutte tuttavia accomunate dal mito ideologico di rafforzare l’impero americano (MAGA). Che questo coacervo possa restare unito solo grazie al carisma di un condottiero afflitto da delirio di onnipotenza, è improbabile. Se è positiva la nomina di Robert F. Kennedy a capo del dipartimento salute, le altre figure apicali scelte da Trump fanno rabbrividire, a cominciare da Elon Musk. Il ruolo assunto da questo miliardario transumanista sta già spaccando il mondo trumpiano. Ne è una prova quanto affermato da Steve Bannon, il vero architetto del primo trumpismo: «Otterrò che Elon Musk sia cacciato via entro l’insediamento. Non avrà un pass blu con pieno accesso alla Casa Bianca. Sarà come chiunque altro È una persona davvero malvagia. Fermarlo è diventata per me una questione personale. Prima, dal momento che ha messo così tanti soldi, ero pronto a tollerarlo. Non più».
La sveglia è suonata, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Canada, Groenlandia, Panama han da essere a stelle e strisce, le spese militari dei paesi Nato devono triplicare, Gaza va rasa al suolo (che ancora non basta…). Così Donald Trump, tuonando dalla Florida il 7 gennaio, ha chiarito definitivamente cosa si deve intendere per MAGA (Make America Great Again).
Davide Malacaria: Trump e il nuovo volto dell’Impero d’Occidente
Trump e il nuovo volto dell’Impero d’Occidente
di Davide Malacaria
Groenlandia, canale di Panama e Canada: le mire di Trump per rimodellare l’Impero e competere con gli antagonisti globali, con i quali dovrà concordare delle linee rosse
Il discorso di Trump nel quale ha dichiarato che l’America intende prendere il controllo del canale di Panama, della Groenlandia e fare del Canada il 51° Stato degli Usa ha scandalizzato l’Occidente. Politici e media si sono affrettati a condannare la brutalità di Trump, come se la brutalità fosse un tratto distintivo del nuovo presidente, che si distaccherebbe in tal modo dall’esercizio più civile del potere imperiale dell’attuale presidenza.
E ciò nulla importando degli orrori di Gaza, resi possibili solo dal supporto incondizionato degli States a Israele, e la guerra ucraina, che ha incenerito un’intera nazione sotto la spinta dei circoli iper-atlantisti che l’hanno (ab)usata come un ariete contro la Russia (l’elenco delle avventure mortifere dell’amministrazione Biden-Blinken-Harris potrebbe continuare, ma ci fermiamo qui).
Trump ha semplicemente reso palese ciò che prima era nascosto dalla cortina fumogena dei cosiddetti valori occidentali, dai richiami alla democrazia, alla libertà e alle regole che l’Impero d’Occidente ha da tempo inteso come subordinati ai più biechi interessi degli Stati Uniti e in particolare della sua élite.
Giuseppe Masala: Trump, Musk e le “primavere americane ed europee”
Trump, Musk e le “primavere americane ed europee”
di Giuseppe Masala
Se ritorniamo indietro nel tempo possiamo certamente affermare che la presidenza Obama fu caratterizzata – almeno in parte – per il completo ribaltamento dei rapporti politico-diplomatici tra gli Stati Uniti d’America e i paesi del Medio Oriente e del Magreb. Tale fenomeno politico ormai passato alla storia, prese il nome di “primavere arabe”. Per un incredibile gioco arabesco della storia, il nuovo mandato di Donald Trump rischia di essere ricordato – così come quello di Obama – per la destabilizzazione di altri paesi.
Questa volta però a essere interessati dalle operazioni di destabilizzazione saranno i più stretti alleati occidentali di Washington; segnatamente quelli europei e il Canada.
Logicamente non possiamo prevedere come andrà a finire questa azione di Trump nei confronti dei propri alleati e vassalli americani ed europei, ma ricordiamo che alle volte le cose non hanno gli effetti che coloro che ideano ed eseguono i piani più spericolati vorrebbero. La stessa azione diplomatica di Obama nei paesi arabi si è rivelata con il tempo un completo fiasco: l’Egitto dopo la prima fase rivoluzionaria sponsorizzata da Obama e gestita dai Fratelli Musulmani è ritornata al vecchio autoritarismo grazie al Maresciallo al-Sisi. La Libia dopo i bombardamenti della Nato e la campagna che portò alla fine del regime di Gheddafi è finita in preda ai signori della guerra e, in buona parte, sotto l’influenza russa.