Forum Italiano dei Comunisti – 17/01/2025
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CHE COS’È IL MARXISMO-LENINISMO OGGI?
A proposito di un testo inviatoci da Eros Barone
Sembrerebbe difficile coniugare la definizione di marxismo leninismo con ciò che il compagno Eros Barone mette in evidenza nella lettera che ci ha inviato e che alleghiamo a queste note, ma noi ci proviamo lo stesso. In particolare egli sottolinea che ci sarebbero nelle nostre posizioni due elementi che divergono dal suo punto di vista che egli ovviamente considera marxista-leninista. Una riguarda quella che definisce la linea democratico-progressista che ci attribuisce e l’altra è l’assenza, nelle nostre posizioni, del concetto di revisionismo.
Eros Barone è un compagno che stimiamo e alcuni di noi lo hanno incrociato spesso nelle vicende difficili di questi decenni. Con altrettanta franchezza però dobbiamo dire che nel definirci comunisti noi mettiamo in discussione un modo ingessato di affrontare la questione comunista, quella che dovrebbe dare continuità al movimento di trasformazione partito più di due secoli fa col Manifesto di Marx ed Engels del 1848. Per essere più chiari, questa operazione non si può fare usando definizioni che non hanno portato fortuna a chi le ha usate in questi anni pensando che fossero veramente la discriminante tra chi poteva definirsi comunista e chi no. Con questo però non si intende ovviamente rivalutare l’eclettismo con cui la parola comunista è stata usata per un lungo periodo dai ‘rifondatori’ del ‘comunismo’ italiano.
Per noi riaffermare una posizione comunista significa andare al cuore delle questioni che sul piano teorico e storico hanno caratterizzato i comunisti. E su questo non ci sembra di aver mai tentennato: nè sul significato rivoluzionario del pensiero di Lenin, né sul ruolo svolto da Stalin nella lotta per il socialismo, nè, aggiungiamo, nel definire controrivoluzione ciò che è avvenuto in URSS e nei paesi socialisti dell’Europa orientale o, nel caso dell’Italia, nel denunciare la degenerazione del PCI che l’ha portato alla dissoluzione.
Su queste cose ci siamo distanziati da chi ha imboccato la strada dell’opportunismo e dell’anticomunismo di sinistra e abbiamo condotto una battaglia, in varie occasioni e con numerose pubblicazioni, che definiva la linea rossa su cui dovevamo necessariamente attestarci. Questa scelta ci ha consentito anche di mantenere le distanze dalla natura astratta di un certo marxismo che in nome della modernità omette di dire che si definisce comunismo il movimento reale che trasforma lo stato di cose presente e perciò che il comunismo è la storia del comunismo stesso, in tutte le sue concrete manifestazioni.
Basta questo per definirci marxisti-leninisti? A noi non piace questa espressione, ma riteniamo che nella sostanza tra noi e il compagno Barone non ci siano molte differenze di posizione sulla storia del movimento comunista. Quello che sicuramente ci può differenziare da lui riguarda il modo con cui oggi i comunisti devono affrontare i processi reali e definire tattica e strategia. È su questa questione che il marxismo-leninismo ingessato comincia a somigliare a una forma di bordighismo.
Che cosa intendiamo dire con questo? In sostanza che l’approccio che dobbiamo avere nel mantenere una visione strategica deve dialettizzarsi con la realtà concreta. Senza di questo il comunismo diventa inerte. Peraltro, il compagno Barone ha dimostrato molto bene, in un saggio dedicato a Mao Zedong, di comprendere a fondo l’uso del metodo dialettico che il grande dirigente comunista adottava nell’impostare il lavoro e l’azione del partito in Cina. Quel metodo, a nostro parere, deve essere il centro del lavoro dei comunisti.
Per questo, nel caso italiano, l’approccio con le contraddizioni che si sono sviluppate dagli anni ’20 del secolo scorso, dalla fondazione del PCdI sezione dell’Internazionale comunista fino ad oggi, e il modo con cui comunisti le hanno affrontate prima che il partito degenerasse, va valutato con un metodo dialettico rispetto alla realtà storica.
La linea democratico-progressista che il compagno ci attribuisce sta tutta dentro l’asse strategico che ha caratterizzato i comunisti italiani finché la controrivoluzione kruscioviana non ha determinato lo sbandamento che ha portato alla mutazione genetica.
Noi riteniamo perciò che la ripresa dell’iniziativa dei comunisti italiani vada ricollegata a quell’asse. Il percorso storico della trasformazione che i comunisti hanno gestito in Italia parte infatti dal Congresso di Lione che definisce le forze motrici della rivoluzione contro la metafisica bordighista sulla rivoluzione proletaria, dalla lotta antifascista e nella clandestinità, dalla Resistenza, dalla Repubblica e dalla Costituzione. Questi non sono stati fatti interni al PCI, ma passaggi storici di cui i comunisti sono stati protagonisti e che hanno lasciato il segno. Ad essi ha fatto seguito una lunga guerra di posizione contro la DC e gli americani condotta assieme a tutto il campo socialista, interrotta solo dall’erompere della crisi del movimento comunista apertasi in seguito agli esiti del XX Congresso del PCUS.
Se come comunisti vogliamo ritornare a essere protagonisti della trasformazione di un paese e della lotta contro chi ha consolidato le sue tendenze atlantiste, liberiste e di destra e di cui il governo Meloni è espressione, dobbiamo ricongiungerci alla nostra storia che passa attraverso Lione e Salerno. Se questa è la linea democratico progressista che il compagno Barone ci attribuisce, ebbene l’accettiamo con piacere, ma questa è una scelta che i comunisti devono fare nella situazione italiana senza aver paura di aver abbandonato le loro basi storiche.
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Lettera del compagno Eros Barone
Cari compagni del Forum dei comunisti,
invio un documento [qui]che è il frutto di sessant’anni di elaborazione teorica e di esperienze politiche.
Non so – e non credo – che risulti convergente con la vostra linea democratico-progressista, ma forse può risultare utile per chiarire, alla luce del marxismo-leninismo, un concetto fondamentale che mi sembra assente dal vostro orizzonte e dalla vostra elaborazione: il concetto di revisionismo.
Auguri a voi per i tempi sempre più difficili – ma anche sempre più interessanti – che ci attendono nel 2025 e negli anni seguenti.
Eros Barone