Gaza, quali sono i termini per l’accordo di cessate il fuoco

Qassam Muaddi – 16/01/2025

https://mondoweiss.net/2025/01/ceasefire-announced-after-476-days-of-genocide

 

Mercoledì è stato annunciato un accordo di cessate il fuoco, che promette la fine di più di un anno di guerra genocida di Israele contro la Striscia di Gaza. Il cessate il fuoco dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio, in attesa di un voto del gabinetto di sicurezza israeliano.

Dopo 476 giorni, la guerra israeliana contro Gaza è più vicina che mai alla fine, dopo che a Doha, in Qatar, è stato annunciato un cessate il fuoco e un accordo di scambio di prigionieri tra Israele e Hamas. L’accordo entrerà in vigore domenica prossima, 19 gennaio.

Il primo ministro del Qatar, Mohammad Bin Abdul Rahman Al Thani, ha annunciato l’accordo a Doha, nella tarda serata di mercoledì 15 gennaio, dopo giorni di attesa e colloqui intensificati a Doha, che hanno visto importanti progressi su questioni chiave che erano state ritenute “irrisolvibili” nei precedenti round di colloqui. Tra queste questioni vi sono l’accettazione da parte di Israele di ritirare le sue forze dai corridoi di Netzarim e Philadelphi, e il ritorno dei palestinesi sfollati alle loro case distrutte nel nord della Striscia. Israele aveva insistito nel rifiutare entrambe le condizioni nei negoziati passati, che hanno prolungato la guerra per mesi.

Poco prima dell’annuncio dell’accordo, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato in un post su Truth Social che “Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente. Saranno rilasciati a breve”. Secondo le indiscrezioni, l’inviato di Trump, Steve Witkoff, ha fatto pressioni dirette su Netanyahu affinché cambiasse le sue posizioni e accettasse l’accordo.

Secondo i rapporti, l’accordo di cessate il fuoco prevede due fasi. La prima fase, della durata di 42 giorni, includerà la completa cessazione delle ostilità e il rilascio graduale dei prigionieri israeliani a Gaza in cambio di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. In questa fase, Hamas e altre fazioni palestinesi rilasceranno 33 israeliani catturati il 7 ottobre 2023, comprese tutte le cinque donne rimanenti, quelle di età superiore ai 50 anni e quelle malate. Non si sa ancora chi di loro sia ancora vivo. Israele rilascerà simultaneamente centinaia di palestinesi, della stessa categoria, arrivando fino a 1.000 prigionieri e detenuti.

L’esercito israeliano inizierà a ritirare le sue forze dalle aree popolate della Striscia di Gaza il primo giorno del cessate il fuoco. Il ritorno dei palestinesi sfollati nel nord inizierà il settimo giorno del cessate il fuoco. Israele ha fatto marcia indietro sul suo precedente rifiuto di consentire il ritorno dei palestinesi al nord, così come sulle precedenti disposizioni sui limiti di età. Gli sfollati che torneranno solo a piedi saranno perquisiti, ma non quelli che torneranno in veicoli. L’accordo prevede anche l’ingresso di aiuti umanitari nei primi giorni del cessate il fuoco, al ritmo di 600 camion al giorno. Gli aiuti che entreranno nella prima fase comprendono forniture mediche e materiale necessario per riabilitare ospedali e panetterie distrutti.

I negoziati sui dettagli della seconda fase inizieranno il 16° giorno del cessate il fuoco. La seconda fase vedrà il rilascio dei restanti prigionieri detenuti a Gaza, in particolare soldati e ufficiali dell’esercito israeliano, nonché dei restanti corpi dei prigionieri uccisi. I nomi e il numero dei detenuti palestinesi da rilasciare in questa fase devono ancora essere negoziati. Questa fase includerà anche l’inizio della ricostruzione di Gaza. Israele completerà il suo ritiro dalla Striscia di Gaza nella seconda fase, mantenendo solo una presenza militare in una striscia di 700 metri lungo la linea di recinzione della Striscia, e in alcune parti del corridoio Philadelphi, che corre lungo il confine con l’Egitto.

Israele si ritirerà completamente dal valico di Rafah. I mediatori statunitensi, qatarioti ed egiziani hanno fornito garanzie per assicurare il completamento del ritiro israeliano. La terza fase vedrà i negoziati per una fine permanente della guerra.

Durante l’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco mercoledì, il primo ministro del Qatar ha ringraziato gli Stati Uniti, e in particolare l’inviato di Trump, Steve Witkoff, nonché i mediatori egiziani per aver contribuito a garantire l’accordo. Ha anche affermato che il Qatar, l’Egitto e gli Stati Uniti continueranno a mediare i colloqui sulla seconda e terza fase e a supervisionare l’attuazione.

Poco dopo l’annuncio a Doha, anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rilasciato una dichiarazione, sottolineando che l’accordo includerà il rilascio di prigionieri di nazionalità statunitense e di prigionieri malati, anziani e donne. Ha anche detto che la sua squadra e gli sforzi della sua amministrazione nel fornire assistenza militare a Israele e indebolire Hezbollah e l’Iran hanno portato all’accordo.

Da parte sua, Hamas ha detto in una breve dichiarazione che l’accordo è “il frutto della leggendaria fermezza del nostro popolo e della sua resistenza”, considerandolo “un passo verso gli obiettivi del nostro popolo [palestinese] di liberazione e ritorno [dei rifugiati]”.

In un discorso televisivo, il capo del politburo di Hamas, Khalil Al-Hayeh, ha detto che l’accordo di cessate il fuoco è arrivato dopo “il più orribile genocidio della storia moderna, che rimarrà una macchia di vergogna sul fronte di tutta l’umanità, specialmente di coloro che lo hanno sostenuto con toni di bombe e armi”.

Il presidente israeliano Yitzhak Herzog ha espresso in un discorso televisivo il suo “sostegno al primo ministro Netanyahu e alla squadra dei negoziati”, invitando i membri del gabinetto a votare per l’accordo, che considerava “la scelta giusta”. Il gabinetto di Netanyahu si riunirà giovedì per votare l’accordo di cessate il fuoco. Nel suo discorso, Herzog ha detto che “non c’è obbligo morale o umano o ebraico più grande del riportare a casa i nostri figli e le nostre figlie”, riferendosi ai prigionieri israeliani a Gaza.

Sul terreno in Israele, l’accordo ha suscitato polemiche da prima del suo annuncio. Le famiglie dei prigionieri israeliani hanno protestato a Tel Aviv, chiedendo il rilascio di tutti i prigionieri in una sola volta. Un certo numero di familiari dei prigionieri ha anche protestato durante un incontro con il ministro della guerra israeliano Yizrael Katz, accusando il governo israeliano di aver scelto i prigionieri che sarebbero stati rilasciati nella prima fase.

Il primo ministro israeliano Benyanin Netanyahu ha tenuto una serie di incontri con i suoi alleati politici da lunedì, in particolare il suo ministro delle finanze Bezalelel Smotrich e il ministro della sicurezza Itamar Ben-Gvir, che si sono opposti a qualsiasi cessate il fuoco a Gaza, minacciando in più occasioni di dimettersi dal gabinetto se verrà raggiunto un accordo.

Martedì, Smotrich ha definito l’accordo “catastrofico”, mentre Ben-Gvir lo ha definito “una capitolazione ad Hamas”. Ben-Gvir ha chiesto a Smotrich di dimettersi dal governo, in segno di protesta contro l’accordo. Ben-Gvir ha anche detto che grazie alle sue pressioni, Netanyahu ha sabotato i colloqui per il cessate il fuoco lo scorso luglio. Le dichiarazioni di Ben-Gvir contraddicono la posizione di Netanyahu e degli Stati Uniti secondo cui è stato Hamas, non Israele, a causare il fallimento dei colloqui per il cessate il fuoco.
Nel frattempo, mentre i palestinesi di Gaza festeggiavano la notizia del cessate il fuoco, gli aerei da guerra israeliani hanno intensificato i loro attacchi sulla Striscia di Gaza, in particolare su Gaza City, poco dopo l’annuncio del cessate il fuoco, uccidendo decine di persone nelgiro di poche ore. A partire da mercoledì, il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane dall’ottobre 2023 è salito a 4.6707 e 110.265 feriti, mentre 10.000 sono rimasti dispersi sotto le macerie. Secondo le autorità sanitarie palestinesi, il 70% delle vittime sono donne, bambini e anziani.


 

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