Alessandro Di Battista – 19/01/2025
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I giornali di tutto il mondo raccontano le storie degli ostaggi israeliani appena liberati da Hamas. Pochi raccontano le storie degli ostaggi in mano israeliana.
I media continuano, anche oggi, a praticare il doppio standard. I morti israeliani, un numero infinitamente inferiore a quelli palestinesi, sono morti. I morti palestinesi sono numeri. Numeri e basta. Oggi 20, ieri 45, la settimana scorsa 67. Numeri, numeri del lotto. Non uomini, donne, bambini con le loro storie, i loro sogni, i loro progetti e oggi la voglia di vendicare gli oltre 20.000 bambini uccisi dal terrorismo israeliano.
Pensate, questa mattina la tregua è iniziata con tre ore di ritardo. Problemi tecnici. Hamas ha chiesto altro tempo per comunicare i nomi degli ostaggi che rientreranno in Israele. I terroristi in divisa israeliani hanno pensato bene di impiegare quel tempo per sparare sui civili. Anche il giorno della tregua. Hanno ucciso 20 palestinesi. 20 palestinesi di cui non sappiamo nulla. Nemmeno i nomi. Uccisi il giorno della tregua. Neppure il diritto alla memoria per loro.
Nel frattempo, Itamar Ben Gvir, Ministro della Sicurezza israeliana, si è dimesso insieme ad altri due membri del suo partito. Perché? Perché il cessate il fuoco sarebbe, secondo loro, “una resa al terrorismo”. Una resa? Questa è la mentalità sionista. Dopo aver ucciso 70.000 palestinesi, un cessate il fuoco – che loro stessi definiscono “temporaneo” – è una resa.
Poco dopo ha parlato Smotrich, Ministro delle Finanze dello Stato sionista. “Farò cadere il governo se non torna a combattere in un modo che ci porti a prendere il controllo dell’intera Striscia di Gaza e a governarla”. Queste le sue parole. Oltre a essere criminali, sono folli.
Lo stesso Netanyahu l’ha detto chiaramente: il cessate il fuoco è temporaneo e Israele si riserva il diritto di continuare quello che a tutti gli effetti è un genocidio.
Netanyahu si è vantato di aver cambiato il Medio Oriente, aprendo sette fronti contemporaneamente: “Trump ci darà le armi necessarie per scatenare una tremenda forza a Gaza”, ha detto poco fa.
Le dichiarazioni dei politici israeliani lasciano poco spazio all’immaginazione: vogliono ricominciare presto, vogliono continuare a massacrare i palestinesi. Ed è questo il “nuovo Medio Oriente” che vogliono costruire: un territorio devastato, un popolo annientato, un silenzio imposto con le bombe e la definitiva pulizia etnica della Palestina.