OsservatorioNOMS – 19/01/2025
Militarizzazione territori città criticità Operazione “Strade Sicure”
Operazione strade sicure impegna 6.800 militari dell’Esercito italiano in compiti di sorveglianza delle città, nel passato abbiamo già visto militari utilizzati con funzioni di pubblica sicurezza in supporto a Polizia Stradale e Carabinieri.
A nostro avviso l’intenzione del governo è quella di fornire all’opinione pubblica un’immagine di sicurezza dei centri cittadini dispiegando pattuglie armate alle stazioni, nelle aree della movida, in messaggio molto chiaro di come la militarizzazione dei territori possa avvenire lanciando un messaggio rassicurante alla cittadinanza, facendola sentire più sicura e protetta dalla criminalità.
Se nei paesi a capitalismo avanzato aumentano i senza tetto e i poveri, la risposta dovrebbe essere di natura sociale, un intervento pubblico atto a combattere la povertà, ma il Governo Meloni ha ben altri obiettivi, come dimostra la cancellazione del reddito di cittadinanza e l’esclusione da ogni aiuto di milioni di uomini e donne indigenti ai quali va solo l’offerta di bonus al posto di interventi sociali strutturati, di inserimenti lavorativi, di un piano casa che restituisca un tetto ai senza casa e agli sfrattati, magari ricorrendo alla requisizione dei Sindaci di immobili da anni sfitti e sui quali l’ombra della speculazione incombe con sempre maggiore forza.
In realtà, dietro all’ennesimo messaggio securitario, si celano ben altri intenti, ad esempio si fa strada l’idea che i militari possano intervenire ovunque e un domani anche in supporto a repressioni di piazza e a chi ci accusa di essere dei visionari, noi rispondiamo ricordando ciò che prospetta il ddl 1660.
Soffermiamoci su alcune voci critiche relative all’Operazione strade sicure, critiche mirate ad obiettivi diametralmente opposti ai nostri, perché ritengono che l’esercito dovrebbe essere impiegato essenzialmente nell’addestramento e nella preparazione della guerra secondo le direttive della NATO: Troppi militari impegnati: cambia Strade sicure? Dopo 16 anni il generale Masiello fa il punto della situazione – INFODIFESA
Strade sicure dal 2008 coinvolge 6.800 militari per la sorveglianza e, a detta di alti esponenti delle Forze Armate, verrebbero sottratte risorse essenziali alla difesa nazionale, tenuto conto che l’addestramento delle truppe per scenari di guerra convenzionale, ammonta a 225,1 milioni di euro solo per il 2024. L’obiettivo è accrescere gli organici delle Forze armate, ad oggi ci sono 165.000 effettivi, un numero giudicato insufficiente rispetto alle crescenti tensioni globali da qui la richiesta di modificare la Legge Di Paola del 2012 che limita le Forze armate a 150.000 effettivi. Servono investimenti e riforme per adeguare il modello militare italiano alle sfide contemporanee e ai nuovi requisiti NATO (leggi qui).
Sono evidenti le critiche al ministero della Difesa, che giudicherebbe adeguati gli attuali organici delle Forze Armate focalizzando l’attenzione invece sulla necessità di fronteggiare minacce esterne. In realtà, gli organici attuali delle Forze Armate sono pari a 165.000 unità e il progetto è quello di costruire una sorta di forza di riserva da utilizzare nell’immediato futuro, da qui la idea che si debba ricorrere a una sorta di mini-leva mentre i Comuni italiani vanno aggiornando le liste di leva.
L’Italia ha sottoscritto tutti i documenti degli ultimi summit NATO che chiedono esplicitamente l’aumento delle spese militari per cui è solo questione di tempo, ben presto ci troveremo ad ampliare la «NATO Response Force» che dovrà passare da 40.000 a 300.000 effettivi.
Dal 2008 ad oggi il numero dei militari impiegati in Strade Sicure è passato da 3000 a 6800 effettivi, si sta prendendo atto che anche le operazioni di peace-keeping sono state ridimensionate dal quadro internazionale, da qui la necessità di impiegare i militari essenzialmente per la preparazione dei conflitti bellici e la richiesta di portare gli organici delle forze armate a 200 mila unità. Non è quindi casuale la dichiarazione del comandante Marco Bertolini che definisce Strade sicure una sciagura per l’Esercito italiano come riportato dall’articolo di Krisis sopra menzionato.
Sono senza dubbio lontani i tempi nei quali le Forze armate contavano 350.000 effettivi (negli anni settanta esisteva l’esercito di leva) ma è indubbio che la spinta è quella di accrescere gli organici delle forze armate alla luce delle continue richieste avanzate dalla NATO per dare vita al nuovo modello di difesa e dello strumento militare in generale.
Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università