A. Di Battista: “Tutti i complotti inventati dal centro-destra”

Alessandro Di Battista – 04/02/2025

https://alessandrodibattista.substack.com/p/tutti-i-complotti-inventati-dal-centro

 

I complotti e la distrazione servono solo a nascondere i fallimenti di un governo che in 3 anni non ha risolto un problema che sia uno.

Sapete qual è l’etimologia della parola “distrarre”? “Distrarre” deriva dal latino distrahere, ovvero dis (che indica allontanamento, separazione) e trahere, tirare. Distrarre significa dividerci, separarci, spingerci verso parti diverse.

Quando un politico, un ministro, un presidente del Consiglio o un governo distraggono è perché vogliono allontanare la pubblica opinione da ciò che temono di più. È quello che fa il governo Meloni dall’inizio del suo mandato. Qual è la notizia che teme di più il governo Meloni? Semplice: l’economia ferma, immobile, stagnante.

Sono anni che ci riempiono di balle sullo stato di salute economica del Paese ed ora che i nodi vengono al pettine, i sedicenti sovranisti, abili nella menzogna, hanno una sola arma da utilizzare: la distrazione di massa. E qual è una tecnica che funziona sempre per ottenerla? Gridare al complotto! Quando un politico grida al complotto è perché vuole nascondere qualcosa di imbarazzante politicamente.

L’Istat ha appena certificato un dato drammatico: il PIL dell’Italia nel quarto trimestre è fermo mentre la crescita nel 2024 (crescita è un eufemismo) è +0,5%, un micragnoso +0,5%. Faccio una premessa. Io non reputo il PIL il parametro più affidabile per comprendere lo stato di salute di una Nazione. Il problema è che tutti i parametri europei decisi a Maastricht nel 1992 e utilizzati per il Patto di Stabilità e Crescita del 1997 e per la sua recente modifica (peggiorativa per l’Italia) approvata dal governo sovranista pochi mesi fa, sono legati al PIL! Dunque il PIL, per chi è parte di questo mostro di inutilità denominato Unione Europea, è, ahimè, fondamentale. E quello italiano è fermo. Anche per questo si grida al complotto. Se c’è, dunque, un settore dove il governo Meloni è particolarmente esperto, beh, questo è proprio il complotto.

Adesso vi presento una breve (e incompleta) carrellata dei principali complotti denunciati da esponenti del governo Meloni e lascio a voi analizzare quali fallimenti abbiano provato a nascondere e perché:

IMMIGRAZIONE E PUTIN

Per Crosetto e Tajani dietro il boom degli sbarchi di alcuni mesi fa c’erano i russi. Crosetto: “I russi della Wagner dietro l’esodo dei migranti”. Tajani: “La Wagner ha utilizzato l’instabilità per rafforzare la propria presenza in Africa e abbiamo avuto segnali di facilitazione di flussi migratori dal Sud verso il Nord agevolati dalla Wagner.” Balle, nessun complotto. Solo un fallimento governativo. Niente blocchi navali, niente rimpatri. Niente redistribuzione.

CROSETTO E IL RISCHIO EVERSIVO DI UNA CENTRALE DI SPIONAGGIO.

Ricordate quando Crosetto denunciò l’esistenza di una sorta di spectre che spiava politici ed esponenti governativi per colpire il governo? Ebbene, non esisteva nessuna centrale di spionaggio. C’era, al contrario, un finanziere, uno solo, che ficcava il naso su personaggi pubblici. Uno spione (non un centro di dossieraggio) che cercava, chissà per quali ragioni, notizie sui VIP. Il finanziere è stato protagonista di 88 accessi abusivi, da Urso a Fedez passando per Cristiano Ronaldo. Nessun complotto!

CALDEROLI E LE MINACCE MAFIOSE.

Alcuni mesi fa Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie, disse che la mafia intendeva ucciderlo per l’autonomia differenziata, ma che lui non si sarebbe lasciato intimidire. La prova di tale minaccia? Una lettera firmata proprio dalla mafia. Nella lettera c’era scritto: “Se non la smetti di attuare la politica di genocidio nei confronti del Sud, con la nostra potenza di fuoco ti uccideremo. Siamo la mafia”. Ce la vedete la vera mafia che firma “siamo la mafia” una lettera di minaccia? Siamo seri.

LO SCHERZO DEI COMICI DIVENTA CASO DI SICUREZZA NAZIONALE

Due comici russi chiamano la Meloni e le fanno credere che stesse parlando con il presidente dell’Unione Africana. Lei, per la prima volta sincera, dice che occorre una soluzione per la guerra in Ucraina e che la controffensiva è stata un fiasco colossale. Ammette, in sostanza, che l’obiettivo sbandierato a favor di telecamere, ovvero la sconfitta della Russia, di fatto era folle. Libero, un giornale che corre sempre in soccorso della Meloni ed oggi diretto da Mario Sechi, fino a pochi mesi fa responsabile dell’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri (ovviamente sotto Meloni), per tentare di difendere la “donna, madre e cristiana” da questa figura barbina, inizia a gridare al complotto. Parla di trappola russa, di guerra ibrida e cibernetica con dietro i servizi segreti del Cremlino. Uno scherzo di due comici (che dimostra che persino Palazzo Chigi può essere bucato facilmente) diventa un attacco dell’intelligence straniera al nostro Paese.

MELONI: TUTTI MI SPIANO

Lo scorso anno la Meloni disse: “La mia vita passata allo scanner, sono la più dossierata d’Italia. Vogliono togliermi di torno ma non ci riusciranno.” È il caso dello spione di Intesa Sanpaolo, un impiegato di banca che entra nei conti correnti. Ma non solo in quello della Meloni, ha scandagliato 3500 correntisti (tra i quali pure il sottoscritto). Insomma, nessun “gruppo di pressione che vuole mandarla a casa”, ma un impiegato di banca di Intesa di Bitonto.

IL COMPLOTTO DEI TRENI

Situazione dei trasporti catastrofica, ma Salvini non si assume una responsabilità. In pratica vuole farci credere che sia in atto una congiura contro di lui e contro il governo. Chiodi, incendi, sabotaggi, anarchici in azione. Tutti contro di lui, povera stella. Poi però Salvini si scorda di avvisare della linea complottista il viceministro ai Trasporti, Ciriani, che va al posto suo a riferire in Parlamento e dice: “I ritardi registrati si attestano su percentuali in linea con quelle degli ultimi anni, il tasso di puntualità è del 74% per le Frecce, 82,6% per gli Intercity e 88,9% per i regionali.” Nessuna congiura!

CONGIURA DEI MIGRANTI, LI SPEDIAMO IN ALBANIA MA I GIUDICI LI FANNO TORNARE.

Cosa è accaduto in questi ultimi mesi? Semplice: i ministri scrivono leggi ad minchiam, i magistrati non possono applicarle (anche perché esistono le leggi europee) e per questo i migranti arrivati in Albania tornano indietro. Nessun complotto, solo incapacità. Ricapitoliamo: il governo costruisce centri di accoglienza in Albania. Costo? 1 miliardo di euro.

Poi inizia a spedire qualche disperato al di là dell’Adriatico. I primi 16 migranti partono con la nave Libra, un pattugliatore d’altura con 64 membri di equipaggio. In pratica 4 membri di equipaggio per migrante, come negli hotel di Dubai. Costo del viaggio? 20.000 euro a migrante, ma tornano tutti indietro perché non possono stare lì in quanto arrivano da Paesi non sicuri e i giudici non possono convalidare questa operazione. Ottobre 2024, altra traversata della Libra, stavolta a bordo 8 migranti, costo dell’operazione? 40.000 euro a migrante.

Anche stavolta i migranti tornano indietro perché i giudici italiani applicano la legge europea. A quel punto il governo interviene con decreto, togliendo la competenza ai giudici delle sezioni immigrazione e trasferendo la competenza alla Corte d’Appello. Risultato? Altro fallimento.

Pochi giorni fa il governo ha spedito in Albania 43 migranti. Appena arrivati, la Corte d’Appello ha ordinato il loro ritorno in Italia, rinviando il caso alla Corte di Giustizia Europea.

Ora pare che Palazzo Chigi stia studiando una norma per impedire ai magistrati che hanno lavorato nelle sezioni immigrazione (e che oggi lavorano, per carenza di organico, nelle Corti d’Appello) di decidere sulle sorti dei migranti. In pratica vogliono scegliersi i giudici. Intanto però i trombettieri del governo ripetono h24 che i magistrati ce l’hanno con la politica. La verità è una soltanto.

I complotti e la distrazione servono solo a nascondere i fallimenti di un governo che in 3 anni non ha risolto un problema che sia uno.

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