Patricia, era una donna di 54 anni. E’ morta il 12 gennaio nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove era arrivata in ambulanza, trasferita dall’istituto femminile di Rebibbia, solo 4 giorni prima. A raccontarlo è stato Pino Apprendi, Garante comunale per i diritti delle persone detenute della città siciliana.
Questa foto, pubblicata da Voci di dentro, era stata scattata solo poco tempo fa e ritrae proprio Patricia con Papa Francesco. La donna – racconta sempre Voci di dentro – retta da due assistenti, urla e scoppia in un pianto incontrollabile. Già durante la Messa aveva manifestato il suo disagio. “Soffro troppo, non ce la faccio più, soffro tanto”, dice tra i singhiozzi a Papa Francesco che la accarezza, prova a tranquillizzarla, poi le poggia una mano sopra la fronte e le assicura preghiere, invitando anche lei a pregare.
Salvatore aveva invece 55 anni. Era dipendente dall’azienda di trasporti di Milano, ed era finito in carcere per una rapina da 55 €, peraltro, come racconta il suo avvocato, con soldi restituiti e risarcimento del danno.
Sempre l’avvocato ricorda come già avesse manifestato fuori dal carcere uno stato di depressione e intenti suicidari.
Era in carcere da inizio dicembre e il 29 gennaio, nell’istituto di Vigevano, si è suicidato.
Per lui era stato richiesto il rilascio con affidamento ai servizi sociali in via provvisoria. Il magistrato di sorveglianza aveva per il momento respinto la richiesta, in attesa della “relazione di sintesi” dal carcere. Nell’attesa di questa relazione l’uomo si è tolto la vita.
Tornando al Pagliarelli, invece, negli ultimi giorni le persone detenute hanno protestato pacificamente (pentole battute sulle grate e rifiuto di accedere al vitto e al cosiddetto sopravvitto) contro la circolare del provveditorato regionale che ha introdotto nuove restrizioni sull’accesso dall’esterno di generi di prima necessità. Tra questi anche indumenti caldi in pile, fondamentali per scaldarsi nei giorni più freddi, tenendo anche conto del fatto che diverse carceri siciliane non sono dotate di sistemi di riscaldamento.
Già a metà gennaio l’attuazione della circolare aveva dato luogo a Siracusa a episodi di protesta per la mancanza di riscaldamento e il malfunzionamento dell’impianto idrico.
Una condizione a cui si aggiungono anche le gravi criticità strutturali e sanitarie che riguardano diverse carceri.
Fortunatamente il ddl sicurezza non è stato ancora approvato, altrimenti le proteste pacifiche di queste persone detenute sarebbero potute costare diversi anni di carcere aggiuntivi a ciascuno di loro, a causa della norma che vorrebbe punire anche queste forme di protesta. |