L’ipocrisia della Commissione Europea sul Congo

Alessandro Marescotti – 6 febbraio 2025

L’ipocrisia della Commissione Europea sul Congo

 

Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di “invasori” e “invasi”. Nessuna condanna, nessuna sanzione.

Mentre l’Europa si erge a paladina della legalità internazionale, condannando l’aggressione russa all’Ucraina e imponendo sanzioni durissime a Mosca, in un’altra parte del mondo una tragedia simile si consuma nel silenzio assordante delle istituzioni europee. Il Congo, ricchissimo di terre rare, è devastato da milizie sostenute dal Ruanda, che invadono e saccheggiano il Paese con la complicità tacita delle potenze occidentali. Ma a Bruxelles nessuno parla di “invasori” e “invasi”. Nessuna condanna, nessuna sanzione. Anzi, la Commissione Europea fa affari proprio con l’aggressore.

Il grande saccheggio del Congo

Il Congo (arancione) e il Ruanda (verde)La Repubblica Democratica del Congo possiede immense risorse minerarie, in particolare cobalto, coltan e altre terre rare, materiali essenziali per la transizione tecnologica e digitale dell’Europa. Ma questi beni vengono sottratti con la violenza dalle milizie dell’M23, un gruppo armato sostenuto dal Ruanda, che da anni destabilizza l’est del Paese con massacri e sfollamenti di massa. In questa guerra, nei suoi retroscena geopolitici, c’è un interesse economico preciso: il Ruanda, privo di risorse minerarie proprie, si è trasformato in un hub per l’estrazione e la commercializzazione di terre rare, che in realtà provengono dal saccheggio del Congo.

 

E la Commissione Europea? Invece di denunciare questa razzia, ha siglato accordi economici con il Ruanda per garantirsi una fornitura stabile di materie prime strategiche, aggirando così la dipendenza dalla Cina, nazione che detiene il primato mondiale per le terre rare. In pratica, Bruxelles ha scelto di chiudere un occhio sullo sfruttamento e sulla violenza, trasformando un’aggressione militare in un’opportunità di business.

Due pesi, due misure

Kigali (Ruanda), 24 novembre 2022 - Eni ha firmato a Kigali quattro accordi con il Governo del Ruanda per sviluppare iniziative innovative congiunte negli ambiti dell’agricoltura, della protezione di ecosistemi forestali unici, delle tecnologie e della salute.Il contrasto con il caso ucraino è evidente. Contro la Russia, l’UE ha reagito con sanzioni senza precedenti, isolando economicamente Mosca e fornendo massiccio sostegno a Kiev. Nel caso del Congo, invece, la Commissione non solo evita di sanzionare il Ruanda, ma lo premia con contratti vantaggiosi. L’integrità territoriale, la sovranità e la giustizia internazionale, valori che in Europa si difendono a parole, diventano irrilevanti quando a soffrire sono i congolesi e non gli europei.

Non si tratta di ignoranza o distrazione. È una scelta consapevole, cinica e calcolata: il benessere e la crescita tecnologica dell’Europa valgono più della vita dei congolesi. Dietro le batterie dei nostri smartphone e i componenti delle auto elettriche, c’è il sangue di un popolo che muore sotto le raffiche di milizie armate per garantire i nostri consumi.

L’Europa deve scegliere da che parte stare

20 Settembre 2023 - Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un cordiale incontro con il Presidente del Ruanda, Paul Kagame. Il Presidente Meloni ha sottolineato il suo interesse ad approfondire la collaborazione tra le due Nazioni, a partire dai settori dei biocarburanti e dell’innovazione. Il Presidente Kagame ha espresso il suo apprezzamento per il cambio di paradigma che il Governo italiano ha adottato nei confronti dell’Africa, dimostrato anche in ambito europeo. I due leader hL’Unione Europea non può continuare a giocare su due tavoli: difensore della giustizia quando conviene, complice silenziosa quando ci sono in ballo profitti strategici. Se davvero Bruxelles crede nei principi che proclama, deve interrompere immediatamente gli accordi con il Ruanda, imporre sanzioni a chi finanzia la guerra contro il Congo e sostenere il popolo congolese nella difesa della propria sovranità.

L’alternativa è l’ipocrisia totale: condannare le guerre quando colpiscono l’Europa e sfruttarle quando servono agli interessi economici. Ma questa ipocrisia ha un prezzo, e a pagarlo oggi sono i congolesi. Domani, potrebbe essere la credibilità stessa dell’Europa se la Commissione Europea non condanna già da subito il governo del Ruanda e se non interrompe ogni accordo commerciale.

Chiediamo al Parlamento Europeo di agire subito con una netta risoluzione di embargo verso il Ruanda fino a che non viene riportata la pace in Congo. 

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha siglato accordi con il Presidente del Ruanda, Paul Kagame.

Va sottolineato che un rapporto pubblicato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite sui diritti umani portò alla luce i tanti abusi e i massacri compiuti dalle truppe ruandesi contro i cittadini congolesi nel decennio compreso tra il 1993-2003 (UNHR, 2010). Questo si legge sull’Osservatorio Strategico 2021 n.IV, a pagina 21.

Chiediamo che il parlamento italiano prenda l’iniziativa per isolare diplomaticamente, militarmente e commercialmente il governo del Ruanda. 

 

 

Note: In Sudafrica canti e balli a sostegno esercito RD Congo contro Ruanda

Pretoria, 4 feb. (askanews) – Tra canti e balli, la comunità della Repubblica Democratica del Congo in Sudafrica si è riunita a Pretoria per dare sostegno alle FARDC, le forze armate congolesi, nel conflitto in corso nella provincia del Nord Kivu, Est del Paese. “Kagame assassino”, è il grido dei manifestanti diretto contro il presidente ruandese, mentre su uno striscione si legge “Sanzioni per il Ruanda”.

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