Attacchi contro i centri di arruolamento in Ucraina

ilpost.it – 07/02/2025

Gli attacchi contro i centri di arruolamento in Ucraina – Il Post

 

Tra il 1° e il 5 febbraio in Ucraina ci sono stati quattro attacchi contro centri di reclutamento militare, che hanno causato complessivamente tre morti e undici feriti. La frequenza degli attacchi ha creato allarme nelle autorità ucraine, e i servizi segreti ritengono che potrebbero far parte di un’operazione coordinata dalla Russia. Questo sta complicando ulteriormente le operazioni di reclutamento, che da tempo sono al centro di polemiche interne in Ucraina.

L’ultimo attentato è avvenuto lo scorso mercoledì a Kamianets-Podilskyi, nell’ovest dell’Ucraina. Una bomba è esplosa vicino agli uffici di arruolamento, conosciuti nel paese con la sigla TCC (Uffici di reclutamento territoriale): un uomo è morto, identificato dalla polizia come quello che ha piazzato la bomba, e altre quattro persone sono state ferite.

Domenica sera a Pavlograd, nella parte orientale dell’Ucraina, un’altra bomba aveva ferito una persona, mentre sabato a Rivne (nel nord ovest) una persona è stata uccisa e sei sono state ferite in un attentato simile in un altro centro di arruolamento. In questo caso la polizia ha identificato l’attentatore, un uomo disoccupato di 21 anni che avrebbe portato la bomba e poi l’avrebbe fatta esplodere con un comando a distanza. Secondo i servizi segreti ucraini (SSU) è stato reclutato da agenti russi in cambio di denaro.
Sempre sabato nella provincia di Poltava (nord est) un uomo ha sparato contro un agente che stava portando alcuni soldati a un centro di addestramento, uccidendolo, e poi è scappato con uno di loro. Tre persone sono state arrestate.

Il Consiglio nazionale di sicurezza ucraino ha sostenuto che almeno alcuni di questi casi possano essere collegati e organizzati dalla Russia: «Cercano adolescenti, persone giovani e male informate, per compiere i sabotaggi in cambio di denaro, spesso senza fornire troppi dettagli», ha detto Andriy Kovalenko, il capo dell’Ufficio per il contrasto alla disinformazione (un organo del Consiglio nazionale di sicurezza ucraino).

Il capo della polizia nazionale, Ivan Vyhivskyi, ha descritto l’attacco a Kamianets-Podilskyi come «un attacco deliberato dei servizi speciali russi, che punta a creare false opinioni nella società, destabilizzare la situazione e diffondere atteggiamenti negativi contro le forze di difesa e sicurezza» ucraine. Dall’inizio del 2024 sono state arrestate in casi simili più di 40 persone: gli obiettivi non sono solo gli uffici di reclutamento, ma anche altre strutture militari e ferroviarie.

I vari attacchi stanno peggiorando ulteriormente la percezione degli uffici e delle politiche di arruolamento in Ucraina, che da tempo sono parecchio criticate dalla popolazione ucraina e sono al centro della discussione pubblica e politica. Dopo quasi tre anni di guerra per l’esercito ucraino è sempre più difficile arruolare nuovi soldati e dare il cambio al fronte a quelli impegnati da tempo. L’esercito ucraino è composto da circa 800mila soldati, che arrivano a un milione considerando la Guardia Nazionale.

Non esistono dati certi su quanti militari siano stati uccisi durante la guerra: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky martedì ha detto che sono più di 45mila, ma secondo ricostruzioni indipendenti dei media potrebbero essere anche il doppio. A questi vanno aggiunti quasi 400mila feriti e un numero crescente di disertori. La carenza di soldati è un problema denunciato da tempo dai generali ucraini e che negli ultimi mesi ha costretto a mantenere i soldati in servizio per periodi molto lunghi, aumentando il malcontento e la stanchezza.

Dopo molte esitazioni, lo scorso aprile Zelensky ha firmato una legge parecchio impopolare che facilita l’arruolamento, abbassando per esempio l’età minima, e il governo ucraino ha annunciato un piano per reclutare 160mila nuovi soldati nei prossimi tre mesi. In alcuni casi le pattuglie devono procedere all’arruolamento forzato delle persone in lista, causando scontri e proteste. Questa settimana è stato condannato a sei anni di prigione un uomo ucraino che nel 2023 aveva filmato una pattuglia di reclutamento a Poltava, e aveva poi diffuso il video online con vari messaggi di insulti.

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