A. Di Battista: “Le ultime notizie dal fronte e sull’economia russa”

Alessandro Di Battista – 08/02/2025

https://alessandrodibattista.substack.com/p/le-ultime-notizie-dal-fronte-e-sulleconomia

 

Da una parte la propaganda dei guerrafondai dell’Unione Europea, dall’altra la realtà.

Il 22 gennaio scorso, Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera (la casa della diplomazia europea), ha detto: “Con il nostro aiuto, Kiev può vincere la guerra”.

Ieri, dopo mesi di combattimenti, le truppe di Mosca hanno conquistato anche Toretsk. Toretsk (Dzerzhinsk per i russi) è una cittadina dove, prima della guerra, vivevano circa 30.000 persone.

Toretsk, oltre a essere un importante centro minerario (come del resto molte altre città del Donbass), era importante per gli ucraini per altre ragioni. La caduta di Toretsk, infatti, potrebbe rendere sempre più imminente la battaglia per la presa di Kostantinovka, città altamente fortificata ancora sotto il controllo ucraino, la cui caduta creerebbe immensi problemi logistici per Kiev.

Dalla fine della fallimentare controffensiva in poi, i russi, seppure lentamente, non hanno fatto altro che avanzare sul fronte principale.

Tutte le principali battaglie, dall’inizio della guerra, sono state vinte da Mosca. Quali sono state le tre principali battaglie della guerra? Mariupol (24 febbraio 2022 – 20 maggio 2022), Bachmut (1 agosto 2022 – 20 maggio 2023) e Avdiïvka (10 ottobre 2023 – 17 febbraio 2024). Ebbene, si sono tutte concluse con la vittoria russa e con l’occupazione delle città.

Il tutto avveniva mentre politici, editorialisti o pseudo-giornalisti nostrani parlavano di una Russia disperata.

Parlavano dell’esercito russo come nuova armata Brancaleone, dei soldati di Mosca costretti a combattere con le pale, dei soldati di Mosca (copyright Ursula von der Leyen) costretti a smontare lavatrici e lavastoviglie per ottenere componentistica militare, delle forze armate russe in possesso di missili per soli tre attacchi. Abbiamo ascoltato centinaia di volte balle del genere, mentre sui principali luoghi di battaglia i russi vincevano e gli ucraini, spesso dopo eroiche resistenze, capitolavano.

La situazione oggi è addirittura peggiore. Altrimenti, Zelensky non cercherebbe di reclutare sempre più giovani ucraini da mandare al fronte.

In tutto ciò, il primo ministro della Federazione Russa, Michail Vladimirovič Mišustin, ha comunicato i dati economici relativi al 2024. L’economia russa è in salute. Certo, l’inflazione è un problema. L’ha ammesso lo stesso Mišustin, mentre Putin ha chiesto che nel 2025 venga posto un freno alla spinta inflazionistica. “Il compito per l’anno in corso è di intraprendere un percorso di crescita equilibrata e ottenere una riduzione dell’inflazione”, ha detto Putin a Mišustin.

Sia chiaro, in economia di guerra è più che normale un aumento dell’inflazione.

C’è da dire, oltretutto, che in Russia sono cresciuti anche i salari. Ad ogni modo, dei fondamentali economici di Mosca, l’inflazione è ciò che preoccupa di più. Anche perché gli altri numeri sono molto confortanti.

Il PIL della Russia nel 2024 è cresciuto del 4,1%. Per intenderci, il PIL 2024 in Italia ha segnato un misero +0,5%. In Germania, un tempo motore economico europeo, il PIL è diminuito dello 0,2%. La prima economia europea da due anni è in recessione.

Passiamo adesso alla produzione industriale. In Russia, nel 2024, è cresciuta del 4,6%. Ricordo che in Italia, negli ultimi 22 mesi, si è registrato un calo costante della produzione industriale. Arriviamo alla disoccupazione. In Russia, praticamente, non esiste. Il tasso è del 2,3%.

Chiaramente, produzione industriale, PIL e disoccupazione sono legati ai massicci investimenti pubblici in economia.

I numeri sono, di fatto, legati all’economia di guerra. Ad ogni modo, leggendo questi dati, dopo 3 anni di guerra, appaiono ancora più oscene le dichiarazioni dei vari Letta, Gentiloni, Draghi e von der Leyen sull’economia russa.

 

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