Newsletter n.10 del 7 marzo 2025
È uscito il numero 3/2025 di Resistenza
Organizzarsi e mobilitarsi per la liberazione del paese
Cgil e Anpi rispondono “presente” alla chiamata dei guerrafondai europei. Che fare?
Il quotidiano La Repubblica, attraverso la penna lecchivendola di Michele Serra, ha lanciato negli scorsi giorni un appello a mobilitarsi per l’Europa il 15 marzo prossimo a Roma, in piazza del Popolo. Si scrive così, ma si legge: mobilitarsi a favore degli imperialisti europei per approvare i nuovi invii di armi all’Ucraina, spedire truppe europee sul campo e contendere agli Usa la ricostruzione del paese.
(…) Nella piazza degli intruppati in marcia verso la terza guerra mondiale e sotto la bandiere del disco stellato europeo, ci sarà poi Maurizio Landini. Il segretario nazionale della Cgil ha infatti dato adesione per sè e per i suoi, ma senza bandiere e probabilmente con l’indicazione di partecipare con occhiali e baffi finti. Meglio non farsi riconoscere tanto è lo sdegno che questa decisione sta suscitando.
Diverse le voci critiche che si sono levate verso l’adesione a questa manifestazione. Sono state pubblicate una lettera da parte di diversi RSU e delegati e una petizione di iscritti che denunciano il fatto che quest’adesione non è stata decisa democraticamente ed è contraria ai principi e allo statuto della CGIL.
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Resistenza n. 3/2025: sfoglia il giornale on line – vedi tutti gli articoli del numero
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video – il Direttore presenta il numero
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Il volantino per le manifestazioni dell’8 Marzo
Editoriale
Molti di coloro che si definiscono comunisti confondono le condizioni per la rivoluzione socialista con la rivoluzione socialista stessa: se la rivoluzione non scoppia nonostante il marasma in cui è infognato il mondo, allora vuol dire che la rivoluzione socialista non è possibile. È un equivoco invalidante.
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A conquistare la rossa primavera
Misure efficaci contro la povertà e il degrado?
Le masse popolari devono organizzarsi per governare
A dar retta ai ricchi, parlare di soldi è una manifestazione di grettezza e ignoranza, mancanza di valori morali e civili. A sentire i preti è persino peccato perché i soldi sono “lo sterco del diavolo”.
Ma noi, che non condanniamo affatto le “arretratezze del popolo” e non abbiamo bisogno di salvacondotti per il paradiso, un discorso sui soldi lo vogliamo fare perché in Italia c’è un problema grande come una casa: la povertà. Non solo quella dei pensionati sociali, disoccupati ed “emarginati”, oggi è diventato povero anche chi lavora.
Bastonare il nemico che annaspa. Il governo Meloni non è mai stato tanto debole
Per comprendere la profondità, la portata e le implicazioni dello scontro in atto è utile considerare che esso prescinde dal teatrino della politica borghese (dove convenzionalmente vanno in scena le pantomime fra governo e opposizione) e coinvolge tutte le autorità, tutte le istituzioni e tutti i partiti delle Larghe Intese: dai servizi segreti alla magistratura, dall’industria dell’informazione mainstream ai centri di potere finanziari e industriali e alle organizzazioni criminali che operano in Italia e sul piano internazionale, dalle istituzioni sovranazionali all’esercito. Investe pertanto anche i due poli delle Larghe Intese e le compagini politiche che li compongono: il governo Meloni è attraversato dagli scontri, come anche il PD.
In questo senso, il termine adeguato per descrivere il fenomeno è “guerra per bande”: la guerra per bande che caratterizza TUTTO il sistema di potere della Repubblica Pontificia italiana e che sta alla base della situazione che la classe dominante chiama “anomalia italiana” per edulcorare il contenuto di quella che è una guerra civile strisciante.
L’editoriale del numero scorso (“Non sono razzista, ma…”) ha alimentato la discussione e sono arrivati alla Redazione vari riscontri e alcune richieste di chiarimento.
Riprenderemo poi alcune questioni che, per motivi di spazio, non possiamo trattare qui, mentre ora ci soffermiamo su un argomento che ci è stato posto in due modi “opposti” (a dimostrazione di quanto siano diverse le analisi e le sensibilità sul tema, anche fra la “gente di sinistra”) e di cui l’editoriale del numero scorso è stato solo spunto: la questione immigrazione.
Che cento scuole gareggino
Sulle spinte alla rinascita del movimento comunista
Nel mese di gennaio si sono svolte alcune importanti iniziative nel campo del movimento comunista cosciente e organizzato. Il 25 gennaio si è svolta a Bologna la conferenza promossa dal Fronte della Gioventù Comunista (Il partito che serve oggi, organizzata con Fronte Comunista, Unione di lotta per il partito comunista e Laboratorio politico “A. Gramsci” di Brescia), molto partecipata, soprattutto da giovani; a Roma si è tenuta, invece, l’assemblea costitutiva di Prospettiva Unitaria (Movimento per la rinascita comunista, Costituente comunista, Patria socialista e Resistenza popolare), arricchita da molti contributi internazionali.
Gennaio è stato anche il mese in cui si è svolto il grosso di lavori congressuali del Prc (il congresso nazionale si è svolto dal 7 al 9 febbraio) e la vigilia del congresso del Pci.
In ultimo, ma questo a febbraio, la Rete dei Comunisti ha pubblicato gli atti del convegno tenuto all’inizio dello scorso ottobre Elogio del comunismo del Novecento.
Insomma, un bel gran sommovimento.
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Sulla conferenza del 16 febbraio a Milano: Antisionismo non è antisemitismo
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Comunicato della Direzione Nazionale del 7 marzo 2025
Adesione alla campagna per la liberazione di Anan Yaeesh
La campagna in solidarietà ad Anan si inquadra nella e si deve alimentare della lotta contro il coinvolgimento dell’Italia (in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione) nelle guerre in Medioriente, nell’est Europa e in ognuno dei focolai della Terza guerra mondiale a pezzi in corso in questi anni, deve servire a far confluire in un fronte comune contro il governo Meloni e contro ogni governo fautore di misure repressive, securitarie, guerrafondaie e anticostituzionali (come già sono stati ad esempio i governi del PD) l’ampio movimento che si sta sviluppando contro la guerra, l’economia di guerra, contro il genocidio e le politiche repressive finalizzate a silenziare il dissenso e l’iniziativa delle masse popolari.
Le masse popolari dei paesi imperialisti devono raccogliere il testimone che il popolo palestinese e i popoli del Medio Oriente – dal Libano allo Yemen all’Iraq – hanno gloriosamente portato fin qui e che ci consegnano.
Questo è il nostro compito, qui, in Italia, adesso.
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net sito: www.carc.it