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Gaza, Di Battista: “Il silenzio degli indecenti”

Alessandro Di Battista – 07/05/2025

https://alessandrodibattista.substack.com/p/il-silenzio-degli-indecenti

 

“In Medio Oriente continuiamo a lavorare per la fine permanente delle ostilità e appoggiamo il lavoro che i paesi arabi stanno portando avanti”. Così parla Giorgia Meloni. Con il suo linguaggio piatto e privo di coraggio.

Neanche una parola sui bambini palestinesi massacrati. Neanche un accenno alle donne palestinesi trucidate. Neanche un messaggio di solidarietà alle famiglie che raccolgono i corpi sepolti sotto le macerie. Nulla. Silenzio.

La Presidente del Consiglio ha perso, ancora una volta, l’occasione di dire la verità. Di chiamare genocidio quello che sta accadendo a Gaza. Di prendere posizione, non per convenienza, ma per dignità politica e umana.

Io l’ho scritto e lo ripeto: scandalizzarsi oggi per il piano dei sionisti è ridicolo. È patetico. Perché quella strategia è sempre stata sotto gli occhi di tutti. Netanyahu non è un’anomalia: è il prodotto coerente di una politica criminale che va avanti da decenni. Vogliamo ricordare che vent’anni fa si dimise per protestare contro il ritiro degli israeliani da Gaza? Il 9 aprile 2005.

E oggi? Oggi c’è chi si sveglia dopo 60.000 palestinesi ammazzati. Dopo che la fame è diventata un’arma per completare il genocidio. Dopo che intere città sono state cancellate.

E Meloni? Zitta. Sempre zitta. Aspetta che parli Trump per ripeterne le frasi, come fece nel 2022 quando appoggiò dall’opposizione le strategie folli dell’Unione europea, di Biden e di Draghi in Ucraina. È senza coraggio, ha paura di pestare i piedi. E quindi, mentre nel 2022 doveva farsi “benedire” da Biden per il primo mandato da Presidente del Consiglio, oggi ha bisogno di essere raccomandata da Trump (e pure da Netanyahu) per continuare la sua carriera. Prima di proferire parola aspetta il segnale. Ma intanto Gaza brucia.

Perfino politici stranieri iniziano – tardivamente – a dire qualcosa. Il ministro degli Esteri francese ha definito “inaccettabile” il piano di pulizia etnica di Netanyahu. Il leader tedesco Merz si è detto “preoccupato”. E lei? Lei niente.

Neanche il coraggio di riconoscere lo Stato di Palestina, mentre continua a parlare di “due popoli, due Stati”. Fuffa. Il suo stesso Ministro degli esteri non è d’accordo con lei: “Riconoscere la Palestina oggi non serve a niente”. E allora che significa due popoli e due stati? Che significa se non hanno neppure il coraggio di riconoscere l’esistenza dello Stato palestinese?

 

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