Forum Italiano dei Comunisti

L’Associazione Disarma discute. Qual è l’obiettivo?

Forum Italiano dei Comunisti – 06/05/2025

 

L’ASSOCIAZIONE DISARMA DISCUTE. QUAL È L’OBIETTIVO?

 

Nei giorni 9-11 maggio l’Associazione Disarma terrà un partecipato convegno in cui oltre che di contenuti si discuterà di che fare?

Dopo la sfida lanciata da Giuseppe Conte contro il riarmo e con la manifestazione dei 100.000 del 5 aprile scorso era scontato che l’Associazione si ponesse il problema di come continuare la sua attività e come collegarsi alla iniziativa del 5 aprile.

In realtà questo problema si pone anche a tutti coloro che ritengono la questione della guerra elemento essenziale di questa fase storica, ma tanto più riguarda una Associazione che nel corso di questi anni ha mantenuto un’iniziativa costante  che di fatto ne ha confermato il ruolo di punto di riferimento.

Certamente in Italia la lotta per la pace ha mostrato finora il carattere di un variegato mondo associativo e di azione concreta, ma Disarma si è caratterizzato per il suo dinamismo e capacità di indicazioni tematiche contro la guerra, meglio dire contro le guerre.

Ora però che Conte ha lanciato il suo guanto di sfida alla Meloni, ma anche messo in guardia il PD che con l’accettazione del riarmo non ci sarà nessuna possibile alleanza con i 5 Stelle, il livello dello scontro sulla guerra ha raggiunto una nuova dimensione che impone ai soggetti attivi di decidere come adeguarsi.

E’ chiaro dunque che per Disarma si impone la scelta se rimanere nella dimensione di associazione che, come altre, porta il suo contributo, oppure inserirsi in una dinamica che vede la situazione dominata dai soggetti istituzionali che possono decidere su guerra, armamenti, relazioni internazionali. Chi ha colto la novità del 5 aprile è partito proprio dall’idea che sia arrivato il momento di dare una articolazione diversa e più ampia al movimento che si batte contro la guerra. In sostanza non si tratta di promuovere qualche iniziativa o convegno in più, ma di elaborare una strategia che tenga conto di tutte le forze in campo. Nel senso che queste forze vanno unificate e portate al massimo livello di incisività, anche se ognuna per il proprio specifico campo di competenza.

Che significa questo? Almeno due cose: da una parte riconoscere che la posizione dei 5 Stelle, a cui si aggiunge anche AVS (con qualche scivolone come nel caso di Fratoianni e Bonelli che si presentano all’appuntamento del 15 marzo di piazza del Popolo a Roma), se verrà mantenuta salda, condizionerà tutto l’equilibrio dell’opposizione sulla questione del riarmo e della guerra e questo è un punto decisivo della battaglia, quella vera. Dall’altra, il movimento contro la guerra in Italia dovrà dimostrarsi all’altezza della nuova situazione, ristrutturandosi e dando una dimensione unitaria alle varie spinte che contro la guerra hanno agito in questi anni.

Da questo punto di vista il ruolo di Disarma è importante perchè con le sue caratteristiche può favorire la riunificazione delle forze. Nel manifesto di convocazione dell’incontro di Roma questa esigenza è stata espressa con chiarezza come, in modo altrettanto chiaro, c’è la presa d’atto della novità del 5 aprile e delle sue conseguenze.

Proprio di questo si discuterà domenica 11 maggio a conclusione del convegno. Quello che si può augurare è che ci si assuma la responsabilità di sviluppare il processo di unificazione delle forze, la sua articolazione sul territorio e nei settori della società che vanno coinvolti nella lotta e di saper gestire le cose con i settori parlamentari, politici, sindacali e associativi disponibili.

Questo fronte contro la guerra avrà inevitabilmente un impatto positivo anche nello scontro  con il governo Meloni e può contribuire sia a modificare i rapporti di forza a sinistra, isolando i liberal-imperialisti, ma anche aiutando a sconfiggere elettoral­mente la destra con una mobilitazione costante.

Una cosa devono però evitare coloro che parteciperanno all’incontro di Roma: confondere i ruoli. Disarma deve essere fortemente ancorata al concetto di costruzione di un vero e unitario movimento per la pace e con questo ruolo agire  nelle relazioni politiche. Deve evitare insomma che qualcuno usi l’Associazione per riproporre strumentalizzazioni e ideologizzazioni che inquinerebbero il progetto. La base di tutto è un programma condiviso che comprenda anche la lotta contro l’UE della guerra e su questo unire le forze e allargare la partecipazione.

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