[Rete Ambientalista] Aiutiamo Rete Ambientalista: appello per salvare la newsletter

Rassegna 07/05/2025

Affonda malgrado l’S.O.S.

(https://www.rete-ambientalista.it/2025/04/12/sos-save-our-struggles-salviamo-le-nostre-lotte)

Sono abbastanza demoralizzato. Malgrado l’appello, non si riesce a racimolare quel migliaio di euro che mancano per garantire l’abbonamento annuo della mailing list. Quasi cinquantamila la ricevono. Potrebbero sottoscrivere 2 centesimi a testa. Sarebbe meraviglioso. Dai 42 mila utenti togliamo pure inquinatori e guerrafondai che tramite Lista e Sito ci tengono d’occhio, i nostri avversari. Analogamente, togliamo pure amministratori e politici, i complici degli inquinatori. Togliamo pure 3mila giornalisti, che per mestiere devono informarsi (e talvolta per fortuna ci copiano). Togliamo pure. Ma quante decine di migliaia di persone restano, che fanno parte dei Comitati e Associazioni ambientaliste e pacifiste che usufruiscono del servizio di informazione della Lista? Quante persone comuni che si identificano, spesso partecipando, nelle lotte per l’Ambiente, la Salute, la Pace, la Nonviolenza, e che sono l’humus della Lista? Persone che sono minoranza, purtroppo, nel Paese, ma qui, fra noi, sono maggioranza. Eppure… tantissimi apprezzamenti… avanti bravo bis… ma…
Sono abbastanza demoralizzato. Un migliaio di euro posso sempre sottrarlo al bilancio familiare. Rinunciare questa estate alla vacanza non è la morte di nessuno. Ma sarebbe giusto? Se giocassi e li vincessi al gratta e vinci? Non sarebbe giusto. E’ una questione di principio, non personale ma collettiva, una questione politica, morale. Le lotte sono di tutti. O la Lista Rete Ambientalista appartiene ai Movimenti di lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace la Nonviolenza, e dunque sostenuta in comune da proporre
Bonifico, tramite
IBAN IT68T0306910400100000076215
specificando la causale,
ovvero tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it 
oppure non ha più ragione di essere portata avanti, (anche perché, alla mia età, devo ripensare al detto “c’è più tempo che vita”).
Lino Balza


La Corte Suprema della provincia di Santa Fe (Argentina) ha pronunciato una sentenza che segna un prima e un dopo per l’agricoltura industriale: l’uso massiccio di pesticidi– con il glifosato in prima linea – è associato non solo a problemi ambientali ma anche a gravi danni genetici, con effetti documentati sulla popolazione umana: danni durante l’infanzia che aumentano il rischio di sviluppare il cancro in età adulta, aborti spontanei e malformazioni congenite.
La nuova sentenza mette in discussione l’intero impianto di agricoltura industriale basato sulla chimica, ponendo interrogativi non solo etici, ma anche scientifici e politici. Apre inoltre la strada a nuove cause collettive , non solo in Argentina, costituendo un precedente importante per altre comunità colpite dall’uso di pesticidi in aree abitate. In Italia. … (continua cliccando sul titolo)
In una delle aree più compromesse d’Italia sul piano ambientale e sanitario, si vuole investire in esplosivi invece che negli ospedali. Così centinaia di manifestanti davanti ai cancelli della ex Winchester di Anagni per protestare contro la riconversione militare della fabbrica. Oggi l’impianto, immerso in una zona vincolata da tutela ambientale e compresa nel SIN della Valle del Sacco, si occupa di demilitarizzazione: smaltisce e ricicla materiali bellici. Ma la multinazionale franco-tedesca KNDS – vuole addirittura trasformarlo in un sito di produzione di nitrogelatina, un esplosivo ad alto potenziale, finanziato con 41 milioni di euro del programma europeo ASAP.
Il Forum Europeo sulla Disabilità, sottolinea ancora una volta la necessità di un programma di Garanzia dell’Unione Europea per l’occupazione e le competenze con disabilità, sulla falsariga della “Garanzia per i Giovani”, ricordando i numerosi ostacoli che le persone con disabilità devono affrontare per ottenere un lavoro, o per usufruire di un equo trattamento quando quel lavoro ce l’hanno. Clicca qui Occupazione e paghe eque per le persone con disabilità, in un mercato del lavoro aperto
La narrazione della destra: un “popolo autentico” in pericolo, un’élite corrotta che lo tradisce e una serie di “nemici” che incarnano questo presunto declino: migranti, femministe, gruppi LGBTI, ambientalisti, stampa indipendente e persino giudici.
Questo linguaggio populista serve a nascondere politiche profondamente conservatrici, se non completamente regressivo: tagli ai servizi pubblici, restrizioni ai diritti civili, attacchi all’istruzione e alla cultura, delegittimazione delle organizzazioni internazionali e concentrazione del potere in figure forti, carismatiche e polarizzanti. Clicca qui “Il nuovo volto del fascismo nel XXI secolo” di Eva Maldonado
Donald Dazingher I.
Era un gran mangiare: due uova biancorosse al tegamino con un bel bicchiere di vino (rosso). Ora non più, non puoi più fidarti né delle uova né del vino. Si ripete l’allarme francese, quando iPFASfurono trovati nelle uova dei pollai domestici del Sud Oise, nell’Alta Francia, e le autorità sanitarie avvertirono di non consumarle. Anche in Olanda scatta il divieto di mangiare le uova dei pollai domestici, allevati sul retro delle case,negli orti, nei pascoli per animali e nelle fattorie biologiche . Perché contengono alti livelli di Pfas: compromettono il sistema immunitario, la riproduzione e lo sviluppo dei bambini non ancora nati, così come anche alterano i livelli di colesterolo nel sangue, danneggiano il fegato, causano tumori ai reni e ai testicoli ecc.
Eppoi, c’è l’allarme vino . I vini europei, tra cui anche tre prodotti italiani (Chianti120 microgrammi per chilo, Prosecco 69 microgrammi e Kalterersee 43 microgrammi) contengono livelli di Pfas superiori fino a cento volte rispetto a quelli che sono stati trovati in acque minerali, specie nell’agricoltura intensiva e convenzionale. (continua cliccando sul titolo ).

Pfas: assolviamoli tutti.

I difensori della Solvay di Spinetta Marengo al processo di Alessandria contano neppure di arrivarci, boccandolo con un assolutorio patteggiamento davanti al GUP (giudice udienza preliminare). In Corte di Assise a Vicenza, invece, nelle arringhe finali, i difensori della Miteni di Trissino, società inabile in quanto fallita a comprare le assoluzioni come possono i profitti stratosferici della multinazionale belga, devono affidarsi alla sentenza del tribunale e fidarsi di una giustizia che, come è dimostrato (cfr. i tre volumi di “ Ambiente Delitto Perfetto” ), è classista già sul piano legislativo: assolve i colpevoli e punisce due volte le Vittime.
Insomma, gli avvocati Miteni chiedono l’assoluzione di quattro manager, imputati dal 2005 al 2018, “per non aver commesso il fatto”, come già aveva chiesto il pubblico ministero Blattner. Il “fatto non commesso”, insomma il fattirello, consiste in “avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzati, inquinamento ambientale e reati fallimentari”.
I quattro si difendono, così come i due direttori unici imputati ad Alessandria, che la responsabilità gestionale non è loro bensì di esclusiva competenza del consiglio di amministrazione che aveva ben stretto in mano i cordoni della borsa, dunque loro -miserelli- avevano senza autonomia di spesa “solo un ruolo operativo, non certo direzionale”. Nello scaricabarile gerarchico, a loro volta gli amministratori li accusano di aver tenuto nascosto -cattivilli- il drammatico stato di contaminazione del sito. Per conto del cda si distingue Luigi Guarracino , già sgusciato via dal processo pescarese Montedison-Solvay di Bussi, già direttore di Spinetta Marengo da dove era stato chiamato a Trissino per la sua esperienza a scaricare Pfas nei fiumi (Bormida, Tanaro, Po), già imputato per “reato di dolo” (11 anni di reclusione), già condannato (si fa per dire) per “reato colposo” a “1 anno e mesi 8 di reclusione con i doppi benefici di legge” dalla Corte di Assise di Appello di Torino, condanna già confermata in Cassazione.
In conclusione, si dichiarano tutti angioletti. Il fatto non costituisce reato: non è reato che la contaminazione della Miteni di Trissino sia passata dall’acqua nel sangue di 300 mila abitanti, che significa 4mila morti in eccesso nella zona rossa rispetto alla media del resto della regione. A tacere Spinetta Marengo…

Inchiesta de “L’Indipendente” sull’impunità di Solvay.

L’ambiente a Spinetta Marengo viene devastato e le persone si ammalano e muoiono. Le responsabilità del sindaco di Alessandria con un patteggiamento che contagia Regione Piemonte e Governo. L’impunità della multinazionale favorita anche dalle associazioni Medicina Democratica, WWF e ProNatura. Clicca qui l’intervista a Lino Balza.

Su “Radio Onda d’Urto”: si incrina il fronte di protesta contro Solvay.

“A Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, Solvay sta riuscendo nel tentativo di non arrivare al processo per disastro ambientale colposo, negoziando patteggiamenti che metteranno tutto a tacere. L’ultimo di questi è giunto proprio dal Comune di Alessandria, capoluogo di provincia, che ha accettato il risarcimento di 100 mila euro proposto dalla multinazionale. Una cifra meno che irrisoria, a fronte del danno comportato dall’azienda, che per anni ha contaminato le acque della zona con i PFAS, sostanze chimiche in grado di accumularsi nell’organismo umano senza degradarsi e associare tumori, disturbi ormonali e patologie muscolari.
Il rischio ora è che questo possa costituire un apripista per la Regione Piemonte e il ministero dell’Ambiente. La notizia del patteggiamento tra Solvay e Regione Piemonte potrebbe arrivare tra non molto e che la cifra dovrebbe aggirarsi sui 500.000 euro.
Il potere che sta mettendo in campo la multinazionale rischiando di rompere anche il fronte di protesta. Le associazioni Medicina Democratica, WWF e ProNatura non avrebbero infatti rifiutato il patteggiamento offerto da Solvay ai comitati e alle associazioni ambientaliste che nel procedimento giudiziario si sono dichiarate parte civile, come invece fatto da Movimento di lotta per la salute Maccacaro, Greenpeace, Legambiente, ComitatoStopSolvay, Anemos, e Vivere in Fraschetta. Il tutto mentre l’ambiente viene devastato e le persone si ammalano e muoiono. E tutto continua come se niente fosse.
Ne parliamo con Eugenio del Comitato Stop Solvay e Lino del Movimento di lotta per la salute Maccacaro”.
Per ascoltare le interviste: clicca sul titolo.
 
Il Comune di Alessandria ha patteggiato l’assoluzione processuale per Solvay vendendole il saluto di 100mila cittadini per 1 euro a testa. Totale 100mila euro subito destinati al taglio urgente dell’erba dei cimiteri. Con questo osceno lasciapassare del sindaco, Solvay potrà continuare a scaricare tranquillamente i cancerogeni Pfas, e non solo, nelle acque di falda, nell’atmosfera e nei suoli. Compreso il nucleo urbano di Alessandria. Qui, in pieno centro, sopravvivono tre parchi giochi per bambini, che abbiamo avuto la disavventura di raggiungere. Vedi il reportage fotografico.
In quello superstite nei pressi della stazione ferroviaria, il laghetto, nel quale un tempo nuotavano sotto il ponticello pesci e cigni, è una arida discarica di barattoli e cartacce. Sulle prospicienti panchine scampate non ci sono mamme a chiacchierare perché assenti i bambini sul solitario scivolano, mentre invece tranquilli gli individui si aggirano a contrattare bustine.
Meglio scappare al parco giochi davanti alla scuola “Don Orione”: di bambini neanche l’ombra, l’erba è alta sopra il ginocchio di un adulto (la sfalciatura è riservata ai defunti) e cela le cacche di una moltitudine di cani di grossa taglia che disdegnano la loro piccola area riservata ma scorrazzano liberamente e sostano alzando la zampa sul solitario scivolo, adibito a desco per alticci, e sotto i resti dell’altalena, allontanati da un rapido gesto quando si avvicinano troppo ai tossici che sdraiali stanno manovrando i loro attrezzi. La fontanella esisterebbe se fosse raggiungibile guadando la pozza paludosa, ospitale per nugoli di zanzare pomeridiane.
L’ultima speranza è il parco vicino all’ex centro sportivo “Don Stornini”, ma in così poco e soleggiato spazio, fra erba alta e buche piovasche, c’è tale affollamento che i bambini devono fare la fila (meglio imparare fin da piccoli) per salire sugli scivoli (due) e sui seggiolini (due) dell’altalena. Meglio allontanarsi sul pietrisco dei marciapiedi caccosi, se non si è allergici alla parietaria. Ma neppure esiste l’isola pedonale da raggiungere. Tutto sommato, sono poco distanti i giardini affacciati alle ciminiere della Solvay a Spinetta Marengo…


Due libri sul disastro ecologico e sanitario.Un romanzo e un saggio storico in tre volumi.


Messaggio di pace e salute a 42.103 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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