vladimir putin

Putin riapre ai negoziati e smaschera l’Occidente: “Ripartiamo da Istanbul, senza precondizioni”

Giuseppe Salamone – 11/05/2025

https://giuseppesalamone.substack.com/p/putin-riapre-ai-negoziati-e-smaschera

 

Mentre UE e USA rilanciano la linea del conflitto con armi e tribunali, Mosca tende la mano alla pace. Una nuova proposta per colloqui diretti con Kiev getta luce sull’ipocrisia dell’Occidente.

Ennesima badilata nei denti per l’Occidente da parte di Vladimir Putin, che veramente dovrebbe far aprire gli occhi anche a chi continua ad avere il prosciutto sugli occhi. Ieri sera, con una mossa dirompente e spiazzante, il presidente russo ha parlato alla stampa e ha detto testualmente:

“Propongo a Kiev di riprendere i negoziati il 15 maggio a Istanbul. Dobbiamo garantire una pace duratura nel contesto storico. Forse possiamo concordare un’altra tregua, un altro cessate il fuoco, un vero cessate il fuoco. La nostra offerta è sul tavolo. Ora tocca alle autorità ucraine e ai loro responsabili. La Russia è pronta a negoziare senza precondizioni. Cerchiamo di riprendere i colloqui che sono stati interrotti, non da noi. Chi lo desidera deve sostenerlo.”

Con quattro parole ha spazzato via migliaia di dichiarazioni, visite a Kiev, incontri in Vaticano, editoriali suprematisti e guerrafondai, e giustificazioni folli a piani di riarmo altrettanto folli. Praticamente ha dato appuntamento a Istanbul per negoziare seriamente, proprio lì dove tutto si era arenato nel 2022 per responsabilità diretta dell’Occidente, in particolare dell’ex premier britannico Boris Johnson, spalleggiato da Washington. Posso dire che questa mossa è geniale senza essere accusato di prendere rubli dal Cremlino? Ma tanto non mi importa nulla. Andiamo avanti.

Una proposta di pace nel giorno delle provocazioni occidentali

Il tempismo non è casuale. Nella stessa giornata in cui l’Unione Europea, per bocca della guerrafondaia e russofoba Kaja Kallas, istituisce tribunali per processare Putin (mica Netanyahu, eh!), mentre gli Stati Uniti hanno approvato il trasferimento di 125 missili GMLRS e 100 missili Patriot SAM e Bruxelles promette un altro miliardo di euro in armi a Zelensky, Putin risponde così:

“Prima o poi, facendo affidamento sulle lezioni della storia e sulle opinioni dei nostri popoli, cominceremo a muoverci verso il ripristino delle relazioni con gli Stati europei.”

Un’offerta di pace che smaschera in modo lampante l’ipocrisia dell’Occidente, intento a parlare di dialogo mentre organizza tribunali, invia missili e si avvita in una retorica bellicista grottesca. Zelensky, in preda alla propaganda, ha persino dichiarato: “Processeremo i russi come i nazisti”, portando la dialettica di guerra a un livello da teatro dell’assurdo.

Fatti contro propaganda

Putin non si è limitato alla retorica, ma ha portato fatti e cifre:

  • La Russia ha proposto un cessate il fuoco per il Giorno della Vittoria: Kiev ha risposto con nuove operazioni militari.
  • Durante la tregua pasquale, le forze ucraine hanno violato il cessate il fuoco oltre 5.000 volte.
  • Nei tre giorni dell’8-9 maggio, l’esercito ucraino ha attaccato il confine russo ben 5 volte.

Tutti i tentativi russi di riaprire un canale di dialogo sono stati accolti dal silenzio complice degli “alleati” occidentali.

“La nostra offerta è sul tavolo. Ora tocca a Kiev e ai suoi curatori occidentali”,

ha ribadito Putin. Mosca ha già annunciato che comunicherà a breve il nome del capo delegazione per i colloqui di Istanbul.

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La risposta dell’Occidente: ultimatum e arroganza

Dall’altra parte, l’Occidente pretende da Mosca un cessate il fuoco unilaterale di 30 giorni, minacciando “conseguenze” nel caso non venga accettato. Una pretesa che rasenta il delirio diplomatico: imporre condizioni a chi ha il controllo militare del campo e ha appena proposto una tregua duratura.

Oggi vedremo sicuramente schiumare di rabbia tutti quelli che hanno rilanciato e sostenuto l’ennesima provocazione dei Macron & company volati alla corte di Zelensky (a proposito, c’era anche Meloni, ma siccome lei è perfida, ha preferito solo un collegamento in video per evitare di essere fotografata con quei sottosviluppati). Imporre alla Russia un cessate il fuoco, dopo che la guerra l’ha vinta, è pura provocazione o pura cretinaggine.

Una leadership senza visione né coraggio

Una cosa, però, è sicura come la morte e come le tasse: siamo governati da una classe dirigente che, a chiamarla imbecille, le si fa un complimento. E volevano pure vincere la guerra contro la Russia. Senza armi e senza cervello. Putin chiude con un monito che dovrebbe far riflettere, anche se in pochi lo faranno:

“Forse possiamo concordare un altro cessate il fuoco, un vero cessate il fuoco. Prima o poi, ci muoveremo verso la ricostruzione delle relazioni con l’Europa.”

Ma l’Occidente preferisce ignorare la mano tesa, e continuare con armi, tribunali e slogan da guerra. La storia, però, prima o poi chiede il conto.

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